Il Socialismo - Anno I - n. 24 - 10 febbraio 1903

fL SOCIALISMO 395 bandona il lavoro prima della sc:u:lcnza del contrallo, o se si mostra disobbediente, viene punito col c:uccrc e ricondotto ali' imprenditore d::tll:l. forza pubblica. È punito !lltresì chiunque provvede il vestiario civile ad un operaio indigeno fuggito. Non è ammissibile i:l scissura del contratto da parte del\' operaio neanche mediante pagamento di un'indennità. Per poter lasciri.re l'azienda del padrone il lavo– ratore ha bisogno di un permesso ,per iscritto, anche nelle ore di libertà. ~-ino a pochi anni fo, occorreva perfino m1'autorizzazione scritta dal padrone al l:ocft (lavoratore colornto, come il cinese, il giavaese, ecc.) che voleva reclamare davanti ali' autorità per mal– trattamenti subhi. Tale la legge. Si figuri quale può esserne l'applicazione, dato che lutto concorre a spingere il capitalista !l.d un estremo sfrutta– mento: il disprezzo per l'operaio colorato, l'isobmento delle aziende Questo stato di cose, creato dai pionieri della ci\'ihà in mezzo a popolazioni selvaggie non puù naturalmente rimanere senza in– fluenza sulle relazioni che corrono fra indigeni ed Europei. Il koell viene sempre introdotto da altre regioni, dove è arruolato con l'astuzia e con l'inganno, molte volte ~mche con la. violenza, e cli rado torna a raccontare le vicende dell!'l su:1 vita di lavo~tore obblig!'lto; ma gli indigeni che stanno vicini alle aziende degli Europei, discorrendo con i fuggitivi, che ad essi si ri,•olgono per aiuto, concepiscono _una t:1\e ~wversione per il lavoro salariato, che non si riesce pili a farli lavorare sotto i bianchi. Nelle gene– razioni nuove quest'av\'ersione è così radicale che non si può spe– r:ire di vincerb. Gli Europei parlano sempre della pigrizia delle popol!'lzioni dcli' India neerhmdese - a torto, secondo I'A. Non è il hworo, quello da cui rifuggono, ma b bestiale crudeltà dei civiliz- dal cousorzio civile, il carattere mitissimo r degli sfrutt."lti, b facilità zatori. di sostituire quelli che: soccombono. Gli operai obbligati dal con- tr:ilto sono mal nutriti, seviziati, truffati nella scarsa mercede p:tt- tuita. Donnono in capanne di bambl1, ricevQno come nutrimento principale del riso di pcssim,1 qualità, r.'.l.rissimamente della carne, seccata cd anche di qualità sc:i.dente. Durante il lavoro sono frustati dai sorvegJìanti - che in generale si compongono del peggiore canagliume degli spostati europei. li lavoro è durissimo ed esau– riente. Al giorno del pagamento si fanno sempre a questi disgraziati, che non sono in grado di verificare il conto, molte sottrazioni al loro salario, e si arriva perfino a far loro pagare il lenzuolo funebre in cui fu avvolto il corpo della moglie o del figlio, che sono soc– combuti ai maltr:i.ttamenti . Ovunque questi indigeni lavorano a contratto, si trovano dei piccoli merc,1nti cd usur,1i, che fanno loro qualche anticipo ad interessi talmente alti che essi non riescono mai ed in nessun modo a liberarsi da quelle sanguisughe. La bestiale crudeltà dei civilizzatori. La con_;eguenza di tali condizioni è una mortalità altissima, addirittura spaventosa, se si considera che si tratta di gente nel fior degli anni, trov:i.ta sana e robusta ali' inizio del contratto. Senza che si verifichino epidemie speciali si ha di frequente una mor\alità elci 30 per cento ed in qualche aziend:1 si va al di là del 40. Si c!lpisce perciò che pochi sono coloro che sopravvivono alla sca– denia di un contratto fatto per due o tre anni. Non si può avvi– cinare un'azienda con opemi obbligati senza scorgere certi fagotti lunghi, ammucchiati talvolta l'uno sopra l'altro: sono cadaveri di lavoratori colorati che :1v,·olti in stoffe, secondo l'uso di quelle re– gioni, aspettano che si trovi un momento di tempo per portarli via. Naturalmente questi poveri operai tentano di fuggire ai loro torment."l.tori - ma b legge e la polizia, che non hanno mai sentito l'obbligo di intervenire dinanzi allo strazio di tanti disgra• · ziati, sono vigili a riprenderli ed a riconsegu:irli r.11' imprenditore, cui appartengono per il sacros.'lnto diritto del contr:ttto. Avvengono, dice I'A., che parla per l'esperienza della sua car– riern. di funzionario, avvengono delle scene strazianti. Gli indigeni, abilualmente cosl dignitosi e composti, implorano piangenti di poter rimanere in carcere piuttosto che di ritornare al\'aziend:t. Ma la legge "domanda che essi vengano ricondotti :,,J padrone e sono frequentissimi i casi in cui essi commettono appositamente dei de– litti. per :i.ssichrarsi la tuteh del carcere contro la ferocia del ca– pitalista. Miti e buoni come sono i Giavanesi, essi rifuggono dal l'assassinio cd anche dal furto; e si sono visti dei C.'lSi, in cui essi hanno incendiato dei ponti di proprietà del demanio per non danneggiare b vita nè b proprietà personale nell'aprirsi il rifugio della galera. 1 L' A. si occupa specialmente di quelle regioni che importano koeli rac– cattati a Giava, rilevando che ad essi riesce pili dolorosa la schiavitù che non agli indigeni di altri paesi, per I;-, bontà e dolce.ua del loro carattere I colorati di altra origine sono più capaci à farsi rispettare, come provano i frequenti assassinii di padroni e di sorveglianti crudeli da parte degli operai obbligtiti, e perciò sono in genere più ben tr!,ttati. La Riforma di Lutero e il moto di rivoluzione sociale. Nello stesso numero delle Nieuwe Ti/d, J. Loopuit espone come il largo movimento rivoluzionario designato nella storia col nome di Riforma, fu espressione di un profondo sconvolgimento · economico ed intellettuale della società, ìnfrnngendo l'autorità della Chiesa ed il rispetto dell'ordine costituito, e sfrenò un mo- vimento sociale assai pili vasto di quanto poteva tollerarsi da quella cbsse che aveva iniziato la Riforma e che dalla storia era ehiam:\lo a raccoglierne i frutti. Em la borghesia nascente dal Nord e dal\' Ovest dell'Europa che si rivoltava controb potenza economica e spirituale della Chiesa; mai come avviene sempre nei tempi di tr:i.nsizione, il fermento della rivoluzione era sp:trso nella società tutta. Bastò, per modo di dire, il segnale dato da Lutero con l'affissione delle tesi, per destare ovunque le popolazioni,· e la rivolta assumev:1 decisamente un carattere di rivendicazione sociale. La guerra dei contadini, il movimento degli anabattisti ed altri minori sono là a provarlo. Gli ultimi strati della società, gli stessi che anche 3 secoli piì1 tardi presero parte ali:l rivoluzione senza raccoglierne i frutti, si avanzarono allora minacciosi. Sicchè gli stessi elementi sociali dai quali era partito il mo– vimento, furono i primi a rimanerne ~gomenti. È oota la bruta– lità con cui Lutero si rivolse contro i contadini. I Luterani in lotta con la Chiesa e. minacciati dai contadini, dovettero :1ffidarsi ai principi tedeschi. Venendo a patti così presto coi poteri costi– tuiti, tutto il movimento minacciò di impaludarsi. Fu allora che il Calvinismo, integrando più completamente delle altre dottrine quanto bisognava ai tempi n_uovi, si sparse vittorioso. Il Calvinismo, il Cattolicismo e il libero pensiero. ]I Calvinismo soddisfaceva la tendenza democratica, delusa dal movimento luterano, con un ordinamento ecclesiastico repubblicano. Esso predicava essere tutti gli uomini uguali dav,1nti a Dio, negav!l la necessità di un intermediario fra l'uomo e la divinità. Sempli– ficando al massimo il culto, b sua chiesa pennetteva una grande economia. Chiamato ad applicare la propria dottrina Calvino riordinò la città di Ginevra, di cui prese l'amministrazione quando era in completo sfacelo. Fu allora che egli intuì la necessità di basare il pròtestantismo sullo stesso fondamento della Chiesa cattolic:i.: sopr:i. un autorit!'lrismo ferreo, che non :i.mmetteva discussione. li protestantismo prima di Calvino aveva liberato l'individuo dalla servitl1 religiosa in cui era tenulo dalla Chiesa. Con Calvino si risolse il problema duplice, di innalzare l'individuo e di do– minarlo. Si predicò che tutti possono innalzarsi a Dio, unirsi a Dio, senza bisogno di intermediari e di gerarchia di preti e dall'altra parte si !lvvill il credente con una descrizione sp:1,•entosa dei tormenti dcli' inferno, negandogli la. speranza lasciata dalla Chiesa cattolica di redimersi con le buone opere, insegnandogli la feroce ed infame dottrina della predestinazione. E fu talmente potente nella nuova classe che assurgeva alla storia il bisogno di trO\'are un:1 forma

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