Il Socialismo - Anno I - n. 22 - 10 gennaio 1903

IL SOCIALISMO Ci tengo :t essere stMo profota. I .a Paladino è rim:1sta, quello che cr:t - ipnotismo :t parte - vnlc :t dire un:t pii, o meno :ibilc giocolicr:1. E i\lichclc Lcsson:t che non era solt!lnlo un chiaro di– vulgatore di scicoz:1, ma una coscienza intcmcrnt:1., divi;c gli spi– ritisti in due categorie: « trulfatori e truffr1ti •. Lo Spiritismo è st:\lo foliccmcntc definito « il gaz che si S\'i– luppa d:tll:l putrefazione del sentimento religioso •. E, fin:tlmentc, il Scrgi, :li qu:tlc noi rntti si:uno debitori del suo :turco libro che, in poche pagine, debella la fanfaluca spiritìc:t chiude, in modo splendido, il suo l:t\'Oro, così: « b Scienz:t è troppo :i.ristocrruic:i per poter divcn1::1rccomune, è troppo superiore in com– prensione per poter penetrare nelle anime primitive e infantili delle <p1:lli è popobta i:l terra: I' :lSSurdopuò diventare, come presente– mente, lii\ carattere di fede; la sna eliminazione è per gli spiriti eletti. • Romolo Prati. lo credo che molti de: cosiddetti fonomeui spiritici siano veri. Sono ma– nifest:izioni neuro e psico•patologiche, che u1116ram1 andar contro le leggi naturali finora conosciute, com,: il pallone aereostatico umbra andar contro o la legge di gravità. ,:: :-t,i;surdopretendere che, :-tll':-tlb:-tdd secolo xx, I' um:-tnit:1abbia sco– perto lutti i fenomeni dclb 11:1t11r:"I e 111111:i resti di ignoto nell'universo. F.d C i:1sufficie11te la spiegazione della truffa, che ò vcr:-t per molti casi, ma non lo C per :-thri. Fenomeni psichici strnni e che u1116ra.t10 miracolosi, cc n' i; ccr1:u11ente cd è bene che gli scicmiati (non i ciurmadori) li studi ino. Quello che C veramente 1111 ritorno all'animismo preistorico - e i11ciò sono pienamente d'accordo col Sergi - C la spieg:uione di tali fcnollleni con gli • spiriti •• gli • 11111anc;idi • e le altre fantasticherie antiscientifiche. (N. d. E- F~rri). RIVISTA DELLE RIVISTE SOCIALISTE Riviste francesi. I ,:'I risposta pi\1 complet:1 alla inchiest:1 su A11ticlericalis1110 e So– dalismo, fatta dal 1Jfouvtmt11l Sucialislt, è quel!!\ di Karl Kautsky, il qu:\le ha scritto su\1 1 :\rgomento un :'lmpio studio, pubblic!ttO nei fa.'-cicoli 15 novembre, 1 ° e 15 dicembre. Poichè in questo studio sono molto bene precisati i termini della politica soci:'llista di fronte al clericalismo, io intendo ri:'tssumere quanto occorre perchè ne risulti org:1nico, chi:iro e limpido il concetto che inspim l'atteggi:lmento nostro e che ci distingue :1nche quì (bi socialisti riformisti. Poichè, d'altronde, l'argomento è - come si dice - di attualità, io sacrifico, sebbene a malincuore le brevi rispos:te cfote alla inchiesta da Vandervelde, da Vaillant, da Destrée, d:i. Vollmar e d:i. Ferri, per d!trc lo sp:izio alla organica trattnzione fatt:t d:t Kautsky. B. FR,\NC111. Le due forrpe comuniste del cristianesimo, alle sue origini. Nelle sue origini il cristianesimo si esplicò in due distinte forme di comunismo. Da un lato nOi trovbmo un certo numero di cre– dt:nti, che, rinuuci!tndo alb famiglia e al m:urimonio, si riuniscono in comunità dentro ad un convento chiuso ai rapporti del mondo. Dall'altro bto trovi:uno che per sodisfare alle richieste cd ai bi– sogni della massa dei credenti che non h!l.nnoabbandonato il mondo, si forma un patrimonio comune - i beni della Chiesa - dcsti– n!l.tOprincipal mente :ill:t :tssistenza dei m:tbti, dei bisognosi, ecc., e !tl ~disfacimento di necessit?lcollettive, come l'istruzione dei fanciulli. Queste le origini dei due tipi di istituti religiosi, poi tralign:1ti a. danno della collctti"it?l - ma !tllora aventi carattere precisamente comunista. Le due forme del clero. Gli abitanti d~i conve1lli formarono il dero regol,1rt, gli ordini ,-tligiosi: gli :unministratori del patrimonio ecclesiastico costituirono il clero secolare. Frati gli uni, per intenderci, e preti gli altri. Il loro c:tpo comune ru il P:tpa. Non si possono comprendere nella loro vera essenza e nelb storia pas... at:l e prcseutc i rapporti fra i Principi as:-oluti e l;t Chiesa, prima., ira l:l borghesia e la Chies:i, dopo, se non si tiene conto della cliversit?t fra queste due specie di organizzazioni religiose. Soltanto il clero secobre poteva. infaui passare !ti servizi<, del Principe. 11 prete assumeva così, in effetto, come un ufficio di funziona– rio pubblico. Il che non potev:l a,•\ 1 enire per le Congregazioni, che non escrcit:tno una funzione di ca.r:tttere pubblico, m!\ formano come delle Assoda.zioni industriali. :\lenire di fronte a vescovi, p:trroci, ecc., il Principe a.ve \':\ un doppio va.nt: iggio a farne dei proprii funzion:lrii stipendiati, perchè cosl se ne :1.ssicurav:1. la dipendenz:t, e l':tppoggio e pote,•:t incame– rare i beni della Chies:t per costituire pcl culto un fondo di pro– prietà propria - di fronte alle Congregazioni (Gesuiti, Assunzio– nisti, Benedettini, ecc.), il Principe si trovava in ques:t:lalternativa.: o distruggerle, o l:i.sciarlc sussis1ere come economicamente indipen• denti e politicamente libere. Le ragioni e la storia della politica religiosa della borghesia. Premesso ciò, è facile intendere l:t poli1ic.'lreligioS.'l della bor– ghesia, nella sua !-toria e nelle sue ragioni. 1-'inchè b borghesi:\ è Sl:lt!\una cl:1sseri, 1 oluzionaria, cioè ostile per qualsiasi ragione nll'ordine pubblico esistente, 1 essa è stal:l allo stesso tempo nemica della. Chiesa tutta inticra: non soltanto nemica. delle Congrcg:tzioni, ma :tnche del clero secolare che, es– sendo al sen,izio del regime esistente, attraversava alla borghesia la str!l.d:\ della sua elevazione. ì\la d:d momento che la borghesia polè imporsi, essa si trovò nelle medesime condizioni dei Principi e dei re assoluti di prim:i. Essa mirò ad impadronirsi di tutti gli strumenti e cli tutti i poteri di dominazione: così b. borghesia mantenne la sua :wversione :1lle Congregnzioni che per il loro carattere internazionale, economie!\• mente indipendente, e polilic:tmente libero, es;sa non pote,•:t :lSSCr– vire a sè, ma i-i fece ligio il clero sccobrc, non avendo pili mgione di diminuirne b. influenza sul popolo, ed avendo invece tutto l'inte• resse a. mantenere ed :iccrescere t:tle influenza. L'internazionale del capitale e l'internazionale della chiesa. Vi ha di pili. Nei successivi sviluppi gmndiosi dell'economia borghese, il capilalismo diviene sempre pi\1 internazionale esso me– desimo. 1 capitalisti di ogni n:tzione, e specie quelli delle nazioni pili economic.'lmente sviluppate, investono all'estero le loro ric– chezze. Quindi il carattere intern:1.zion :1ledell:t Chies:t ha incominci:tto esso stesso a non present:tre pili nessun danno per b horghei-i:t capitalistica. IY!!ltronde la Chiesa medesim:t ha saputo assai bene adauarsi :llle esigenze economiche del capitale. li gran numero dei giorni di festa religiosa che costitui, 1 a un grave osta.colo !tlla produzione c:1pitalistica è stato fortemente ridotto anche nei paesi piì1 catto– lici. Le opere di carità con cui prima la Chiesa ostacolava lo sfmt– t:tmento capitalistico non gli diurno pi\1 noia: il c:tpitale dispone ormai di sufficienti masse proletarie: cSS•>ha finito quindi per ve– dere di buon occhio queste opere di :i.ssistem-'l c:tritatevole che, mentre servono a pcrpelu !l.rc la soggezione morale dei i:lvoratori, diminuiscono le spese di assistenza del capitale stesso. E neppure il c:ipitale ha piì1 d:l temere la coneorrenz:l industriale delle Con• grega:-:ioni, la produzione delle quali non i-iesercita nelle sfere dell:t grande indui-tri:1.,ma in specialità poco import:mti, come i liquori, o in branche arretra.te di industrie dove predomin:1 ancora la in• d11::1riadomestica. 1 Come, per esempio, durante le guerre per l'Unità d'Italia. (N. d. R.J.

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