Il Socialismo - Anno I - n. 22 - 10 gennaio 1903

360 i1. SOCIALISMÒ In questa tabella, in cui le provincie sono collocate l'una sotto l'altra secondo il numero decrescclltc degli abitami, perchè si pol<:s~c \·edcr subito la relazione che intercede fra una cifra e l'altra, ho tralasciato anche i telai a domicilio che, per quanto contati nelle statisticl1(• come ciascuno rappresentante di un operaio, mi paiono, come la macchina da cucire, l'ago, il cotone, ordigni domestici pili che strumenti moderni di lavoro e tortura· Ho confrontati questi dati regione per regione, con il numc1·0 e la densità chilometrica della popolazione, la ricchez;.:a, l'emigrazione, le morti e le nascite. per cer– care di trarre, da tulto questo complesso di cimi, il filo che mi guidasse alla ricerca della verità. Come si vede dalla tabella statistica, contrariamente alle fosche previsioni e asserzioni in proposito sui danni del lavoro in genere, di quello delle donne e dei bam– bini in ispecie, queste cifre ci dicono che i paesi ù1 cui si lavora di più 11011 sono affallo quelli i11oti si 11111orc di più. Benevento che ha il massimo cli mortalità in Italia - 8992 morti su 238,445 abitanti, circa il 3-i 0 ·0 - ha una cifra minima cli lavoratori, maschi, femmine e fanciulli: molto minore, ad esempio cli Pesaro ccl Urbino, che con maggior numero di abitanti (242,905) ha meno moni (6569). Cosi pure la provincia di Torino che ha 1,029,214 abitanti, presso a poco quanti t\apoli (1,094,324) ha 26.190 morti, mentre Ì\apoli ne ha 130,234; malgrado che abbia una cifra molto maggiore di operai, uomini, donne e fanciulli, occupati nelle fabbriche. Lo stesso si osserva confrontando Palermo e Alessandria, Perugia e Salerno, Venezia e Reggio Calabria e tutte quasi le città meridionali e settentrio– nali, che si trovano vicine nelle tabelle, malgrado che le condizioni climatiche sieno spesso migliori nel sud che nel nord. 11a, si dirà: i paesi meridionali sono i più poveri. CerLo che questa è la cagione. Infatti, la ricchezza media di r,,Jilano, Genova, Torino, Verona, Rologna è rispettivamente di L. 266, 175, 92 1 157, 112, mentre quella cli Renevento, Avellino, Reggio Celabria, Calta– niscna e di 4, 6, 11. q. i\la se la ricchezza, sia pur guadagnata coi mezzi più insalubri nei laboratori ri– stretti e polverosi, anche dal sesso più debole e nell'età più tenera è arra cli vita più sicura che l'aria pura e l'ozio forzato accompagnato dalla miseria, mi par cosa più urgente aumentare la ricchezza che l'igiene, e se la ricchezza d'altra parte non è che cristallizzazione di lavoro, limitando le ore e il modo cli laxoro a un cosi gran numero cli lavomtori, donne e bambini, come potrà essa, non dico aumentare, ma restar solo al li– \·ello attuale? E la diminuzione di essa ricchezza non sarà poi pili letale che il sopra lavoro? Noi abbiamo una densità cli popolazione enorme, ?\apoli 1149 indi– vidui per chilometro quadrato, Palermo 161, Bene– vento 110, Reggio Calabria 118, Milano 350, Pa– dova 193, Cremona 185. Essendo dunque la merce-lavoro quella che più ab– bonda sul mercato italiano se vogliamo ancora la mag– gior quantità di ricchezza possibile bisogna cercare non di diminuirla artificiosamente, ma cli darle il mag– gior valore e rialzarne il valore si può facilitando invece che intralciando ogni intrapresa industriale, e commer– ciale, e cercando cli creare degli sbocchi dei nostri prodotti all'estero e aumentando intanto la facoltà di assorbimento dei prodotti all'interno col diminuire i dazi fiscali e protettivi, le imposte e le leggi che ingoiano i nostri denari appena prodotti. (Continua) Don·. GINA I.O:O.IBROSO. VITA PROLETARIA INTERNAZIONAL Le condizioni civili, economiche e politiche della Norvegia nel xix secolo e lo sviluppo del partito socialista. Kristìa11in, 29 diuml!rr. L."l rustic:1. popolazione norvegese h:t sempre m:1ntenuto fin eh quando può ricord:ulo la sto1Ì:l - un sistema di virn libera ed indipendentecd h:'lr:1ggiunto 1 finda :mtichissimotempo, uno st: i.to di :th:t civilt?t, qu:1lc ci è testimoniato d:tlb. su:i. lcucrnturn medie– vale Le S11g-os e d:,llc c:rnzoni popolari. Questa indipcndenz:t qu:1si di sapore rustico, predomin:i :rncom fortemente nello spirito del nostro popolo disscmin:uo nelle c:unpagnc. Qu3ndo l:1 Riform:t l.utcrnna irruppe, nella prima metà del xn secolo, I:\ :\ 1 orvcgi:t cm, sotto molti pumi di vis1:t, uno dei primi paesi d'Europa. I .:i. Riform:1. privò l:1 Norvegia dcll:1. bellezza e della ricchezza artistica delle sue chic:re; e poichè \' insegn:unt:nto religioso ne fu soppresso, e nessun altro insegnamento gli fu so– stituito efficacemente, anche la secolare cultur!l. si dileguò in molte parli del p::i.e~e. Questo stato di dcc.1.denz:l durò finchè le scuole comun:ili, le scuole normali di c:lmpagna cd altri istituti di educazione, sorti nel XIX secolo, non ebbero compimo la loro opcr::i.e risollevat:l. b Norvegia :li medesimo livello delle :\hre nazioni del nord d' Eu– ropa. Dopo 1:l bui:l notte dei 400 anni di unione con la Danimarc:l. un gr::i.ude risveglio ebbe luogo dal 18I4, quando quest:l. unione fu spezz:ua e b :-.Jon•egi:t :1donò una propria costituzione con tutto l'organismo di un governo indipendente democr::i.tico; e fu quindi unita ::i.IlaSvezia, sollo un regime d'eguaglianza e sotto il potere di un medesimo re. ~fa se invero guardiamo al fondo delle sue jstituzioni governative, la Xorvegia è una repubblica. I~ dal principio del xix secolo che noi :1bbiamo m1:1 scicnz:l nostra, con nomi come quelli di Ahel, di S:us, Munch cd ahri, un'arte nostrn. con molti valenti r:lpprescnt:mti, una nostra letter.:ltUr:'I. con i nomi di Enrico lbscn, UjOmson e Lie alla testa, una no– stra raccolla di /o/1:lore (letteratura spontanea del popolo, usi e costumi pop:>bri), una nostr.:l musica con i nomi di Bull, Edn:1rdo Grieg, Svendscn cd :litri, :1bbi.:lmo ricerche scientifiche su v:1rii r :i.mi, università, musei e LCaLri. Poichè il ricordo del nostro risveglio nazionale è ancorn pre– sente :lll:\ memoria dei nostri nonni, non c'è d:1 mcra, •igli:i.rsi che b politica abbi:\ scgulto il medesimo :i.ndazzo, e si1 st:ll:l assorbit:i. in una ricostruzione nazionale, che ha lasci:110a mab pcn:1 la pos– sibilità delle divisioni di partito. Dal principio del secolo, un laico predicatore dì religione, 1lans Ii:l.ugc, che fu in gran parte l'autore d'una r:nnovata vita ccclesia• stica 1 mostrò :1nche :i.I popolo come st:lbilirc impianti industriali lungo gli impetuosi torrenti e creò nu:1 corrente di simp:i.lia e di rispetto reciproco fra i C." l.pi d i queste industrie e i lavorntori. Per– fino tcntati,,i comunisti furono iniziati in vari luoghi .. \la J fauge fu imprigion:1to per lm:1 durata di sette :l1rnie la su:i. missione così fu interrotta, ma ancor oggi - qu:lsi cento anni dopo - durano le tr!lccie dell'opcrn sua. 11 gr:mdc poeta lirico, Enrico Wergland, 1 cercò, in sul prin– cipio del 1840 di fari-i intendere dalle masse l:wvr:urici per mezzo del suo giornale intitobto: Ptr le doni optroie, e fece molto bene per ciò che ha r:1pporto con la educazione; ma il suo lingu.:lggio era troppo aristocratico e fu soltanto qu:lndo nel 1848-50 ,\!arco Thrane ebbe lev:110 nel p:lese il grido soci:llista rivoluzionario, fu solt:1nto 1\lorn che i lavora.tori si dest:1rono. 1 M. Wcrgl:'tlld era una natura veramcme radicale e r ivoluiion:i.ria. Il suo giornale fu :i .iut:i.to d:.. Giovanni Bernadotte, il re improvvisato da :,fa. poleoue I, e che ebbe nome di Carlo XIV. (N. d. R.).

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