Il Socialismo - Anno I - n. 21 - 25 dicembre 1902

IL SOCIALISMO 339 .. E qui viene a prÒposito dire, aprendo una pa– rentesi, \:'.he una ,·olta non era necess:uio che il Tesoro imprest:lsse dcmro alla guerra per sopperire :wli :-.coperti di ctss,1. Sl!rviv:mo allora a quel fine i fon~li Jdlc mass~ d~i corpi, che una diecin:1d' :11111i fa :1s..:end~,·anoa u,u dozzina di milioni. .\la sfumati questi nel turare le falle del conso– lid:imento Pelloux (1892), fu necessario il prestito del Tesoro, il qu:ile crebbe in poco tempo fino a milioni 1 8 1 / 1, come dicemmo, aumentando nel solo a:11101900-901 (ultimo consuntivo conosciuto) di milioni 3 '/, 0 • Chi restituirà piè, quei milioni 18 '/, :1l Tesoro? Per frenare l'asces:i ,·ertiginosa dei pre– stiti, che rende,·a illusori tanto il consolidamento qu:mto la sicerit:'t militare, e per togliere al 1\ilinistro la facoltà, che avern illimitata, di tuffare a libito le mani nelle casse dello Sraro, fu fatta una legge l'anno decorso, poco dopo quell,t del nuorn conso– lidamento, la quale limita i prestiti a t11t debito di 12 milioni, da accertarsi soltanto però alla chiusur1 dell'anno fin:rnzi:uio. La mistific:1.zione ha sempre regn:tto so,Tana al Mi– n!stero della guerra, aiutata da tutte le Giunte gene– r:ili del bibncio (meno qualche r:iro e sincero relatore di consuntivi), ed è appunto questa un'altra misti– fica7.ione che vogliamo sempli..:emente accennare, ri– sen·andomi di parlarne meglio altra volta a nuo,·i fatti compiuti. La legge votata non stabilisce al pre– stito un limite di 12 milioni da non superarsi in tutto l'anno; determina che solo alla chiusura dell'anno finanziario, come dicemmo, il debito debba esser ri– dotto a r 2 milioni, e concede ancora un tempo lungo dopola scadenza dell'anno finanziariq per rid'ttrre il prestitQ a 12 milioni. Mi pare che ognuno debba capire che in questo decorso di tempo vè' la possi– bilit,I di valersi delle competenze di bilancio del nuovo anno finanziario per ridurre il debito del precedente :1i soliti 12 milioni, e in questo modo la nuova legge, :mzichè togliere, avrebbe confermato al Ministro la possibilit:I di consumare in erba, a favore dell'anno che corre, le competenze delPanno av,·enire. 1 E chiudo h parentesi. (Co11ti1111a). Sn,·,1 \"l\u,1. ' Bisogna ricord:ue che la legge di comabilit:\ conferisce sol– tanto ai ministri militari il diritto di farsi 011ticipor.: le competenze cli bil:i.ncio ; e questo è ciò che rende poss;ihi\e il g!uochcno sopra ,\'ebto. PROBLEMI SOCIALI L'Istituto industriale socialista diBruxelles ~oi abbiamo fondato I·Istituto industriale, con lo ~copo immediato cli dare ai g-io,·anl della classe lavo– ratrice l'èducazione più conveniente per farne dei fu– turi militanti del n'ostro Partito. ~oi eravamo stati colpiti dalie difficoltà che si pre– sentano per la formazione dei quadri del nostro movi– mento socialista. 'on è a dirsi che la gioYentù opc• raia non abbia in sè buon numero di ~piriti solidi e posati, nè si può dire che gli studi sieno assolutamente inaccessibili ai figli del proletariato: le borse di studio e i mezzi d'istruzione vanno moltiplicandosi. È piut– tosto la materia stessa dell'insegnamento, com'essa e attualmente organizzata, che spinge i migliori elementi verso i posti di commessi. di maestri, di impiegati, di funzionari e di burocratici. Talvolta essi sono separati. per i loro interessi immediati, dai loro antichi fratelli di classe ed il pii.1 delle volte essi si trovano in un:t situazione analoga a quella degli uomini che vengono dalla borghesia, Questi figli del popolo hanno perduto il contatto col popolo, e non comprendono pili inte– ramente, per ragioni d'istinto - oso dire - i sentimenti. le aspirazioo.i, i bisogni dei lavoratori, di 1;ui non con– dividono più nè il lavoro, nè l'esistenza. Essi possono ben rendere dei grandi servigi, ma non per ciò dimi– nuisce in loro questa causa di inferiorità nel sentimento e nella difesa dei doveri e dei diritti della classe lavo– ratrice. I nostri fanciulli debbono istruirsi e prepararsi al la\'oro industriale riconoscendo in ~è stessi le qualità delle attuali classi lavoratrici. Si tratta cli formare un h-:tituto dove il Partito possa poi trovare i suoi mig-liori. che sono sc1,1pre più necessari a!la sua propaganda e a!lc sue molteplici attivita. Senza dubbio questo Istituto potrà - e noi vi con– tiamo - fornire al Partito degli uomini utili. ma non si può sperare cli cambiare per la sua sola azione le con– dizioni ·generali della intellettualità dei lavoratori. Que– sta scuola non rappresenta che uno degli elementi ne– cessari, inquantochè tende a formare la coscienza dei suoi allie,·i. ~oi non dobbiamo dimenticare mai che, per ·dirln col Revelin « il programma di educazio,re e di istrnziO!lC del proletariato non potnì essere realizzato che per effetto della trasformazione della proprietà pri– vata in propriet.a collettiva.» Questo nostro Istituto si trova nel caso di altre no– stre o:-ganir.zazioni: esso non pretende risolvere acidi~ rittura una parte del problema sociale, ma soltanto tende a preparare la sua soluzione nella misura che è possibile nel seno della attuale società, tenendo conto di tutte le limitazioni e restrizioni che sono imposte dall'attuale ambiente. Esso è come le coopcrati,·e, come i sindacati. come tutte le nostre opere, pìll importante per l'esperienw che ci s'impara, che non per i risultati positivi che se ne ottengono. r.:. di esperienr.a in espe– rienza che si arri\'erà a precisare la formala e a re;;,aliz– zare la società collettivista e fraterna del domani. Koi ave,·amo. dunque, da tentare un'esperienza pe– dagogica. la quale recava con se certe esigenr.e pra– tiche che ne determinavano le condizioni. Cioè: 1° Lo ioscgnamcnto do,·c,·a dura.re fino a 18 anni, età in cui fi– nisce abitualmente l'apprendisaggio propriamente detto, nei mestieri difficili. Poichè parecchi gio,·ani raggiun– gono questa età ~enza guadagnare quasi nulla, vi sono i genitori che possono. senza grandi sacrifici, mante~ neri i fino ad allora alla scuola, ma alla condizione che essi abbiano fn!!tJ, d11rnuk i loro st11di. I' npprendisaggio s11j}i.cie11tc per 1111 mestiere, in modo da poter trarre unn ulililir pratira dai/a scuola, il gioruo che ne escono. 2° Per distribuire le piccole risorse cli cui si dispone,·a in modo da ricavarne il massimo frutto, bisognò pren– dere i ragazzi non proprio dal bel principio della loro istruzione, ma soltanto alla loro uscita dalle; scuole ele– mentari nelle quali l'insegnamento, almeno nelle grandi citt.:'1,è organizzato relativamente bene, ed è pjll posi– tivo che non sia nelle scuole secondarie (Ginnasi, Licei. Scuole ed Istituti tecnici). e nelle Scuole superiori e universitarie. L."l nostra scuola ha dunque dovuto funzionare sol– tanto pei gio,·ani dai 14 ai 18 anni. Questa condizione

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