Il Socialismo - Anno I - n. 12 - 10 agosto 1902

Anno I. Roma, 10 Agosto 1902. N. 12 IL SOCIALISMO ~ Rivista qoil)òicinaleòiretta da ENRICO FERRI ~ .ABBONAMENTI. - ITALIA: Anno L. S - Semestre L. 2,50 I SI PUBBLICA I Per la Direzione e Redazione rivolgersi all'on. pro(. ENRICO EsTftRO: Am10 L. 6,25 - Semestre L. 3,25. 'J lO d . 1 2S d' . fo'KRRI, Roma, Via Montebcllo, :z.g - Per l'Amministrazione Un numero cent. 25. 1 e I ogm mese rivolgersi: Il Sacialism", Rivista, Roma, Via S. Claudio, 57 . A TTUALJT À POLITICA La bancarotta del popolarismo. Il popolarismo è dell'unione dei partiti popolari ciò che il parlamentarismo è del parlamento e il milita– rismo deWesercito: la degenerazione, cioè, con tutti i suoi prodotti di infezione politica e sociale. Ma il guaio è che per quanto si voglia, e si debba, distinguere teoricamente l'una cosa dall'altra, in realtà però, dato un esercito permanente, il militarismo ne deriva inevitabilmente (come notava il Max Nordau nel Socialismo del 25 aprile) e dato un parlamento, è inevitabile il parlamentarismo, almeno nel presente pe– riodo di crisi sociale, preparatrice di nuova e più ele– vata civiltà. Così, purtroppo, si è verificato per la unione dei partiti popolari - formatasi spontaneamente ed util– mente per la comune difesa delle pubbliche libertà; ma, continuata anche dopo superato il pericolo per quella legge di inerzia, che rende l'uomo un animale abitu– dinario e per quel tornaconlo immediato, che in molti luoghi vi trovarono gli uomini dei diversi partiti ha dato luogo al popolarismo. Io previdi, sino da principio, che la unione dei partiti popolari, mentre potrà e dovrà funzionare ret– tamente sul terreno comune della legittima difesa con– tro le aggressioni reazionarie (programma negativo) non avrebbe però potuto continuare sul terreno della vita amministrativa e politica (programma positivo), per– chè, se anche ridotta al minimo denominatore comune di un programma minimissimo, restano discordi - fra i partiti individualisti e borghesi (repubblicano e ra– dicale) ed il partito socialista - i criteri e le tendenze e le energie per l'attuazione del programma medesimo. Per esempio: La refezione scolastica diventa ... pa– tronato scolastico e, se anche si mette nel bilancio comunale, si atrofizza e si dissecca invece di esten– dersi e svilupparsi. La riforma tributaria, che per i socialisti consiste nel sollevare i poveri per aggravare i 1-icclU:, incontra - per divergenza cli interessi - la opposizione, più o meno passiva. nei rappresentanti degli altri Partiti. La municipalizzazione, invece di tendere - come è nel programma socialista - al sollievo dei contribuenti, riducendo le spese e rinunciando al reddito fiscale dei pubblici servizi, per avvicinarli al minor costo possi– bile, diventi invece un semplice spostamento di red– diti fiscali. Agli appaltatori privati subentra la cassa comunale, ma continua l'aggravio dei contribuenti po~ veri, per non ricorrere al gettito del!' imposta progressiva sui patrimonii dei ricchi. Precisamente come i mono– polii dello Stato borghese (sale, tabacchi, poste, tele– grafo, alcool, ecc.) fanno pagare ai contribuenti non il solo prezzo di costo, ma una grave imposta indiretta, che rende molti milioni allo Stato, perchè li riversi. .. ai possessori di rendita pubblica ed ai bilanci militari. E così di seguito. Onde, neces_sariamente, la vita dei partiti popolari si fiacca in questa altalena: 1 ° periodo - entusiasmo e illusioni, per la cac– ciata dei reazionari dal Municipio o dal collegio poli– tico e per la speranza che venga il regno di Cuccagna. 2° periodo - del1tsioni o freddezza, per'chè la realizzazione delle promesse si riduce - anche mal– grado la buona volontà e lealtà degli alleati - al– i' opera negativa ma assorbente cli liquidare la eredità di debiti e di abusi, lasciata in 9 casi su 10, dai pre– decessori. Onde ne deriva il forzato oblio, totale o par– ziale, del programma e, nelle condizioni più favorevoli, tutto si riduce ad una media grigia e molluscoide di provvedimenti, che accontentino un po' i lavoratori (parte socialista del conglomerato popolare), ma senr.a scontentare troppo la piccola e media borghesia degli esercenti, impiegati, affittaioli, appaltatori, professionisti, piccoli e medi proprietari, ecc. (parte radicale o repub– blicana del conglomerato suddetto). 3° periodo - reazione nella massa.jl.llllllante del corpo elettorale, fra le due minoranze estreme dei co– scienti o decisi per il vecchio o per il nuovo, con ri– torno dei conservatori, più o meno apertamente aJ!eati coi clericali; onde la bancarotta dei partiti popolari. Nelle recenti elezioni amministrative, ce n'è stato per tutti i gusti e per tutte le tesi, quando non si• dimentichi che, di regola, nello stesso ambiente le ele-· zioni j;oliticfte danno risultati più avanzati delle elezioni co11umati: e queste delle proviuciali e quando si tenga conto di questi diversi periodi della « vita, morte e mi– racoli» del popolarismo. Là dove si era nel 1° periodo, degli entusiasmi e delle novità, strepitose vittorje - vittorie contrastate o fiacche là dove si era al 2° pe– riodo della freddezza - sconfitte piit o meno disastrose là dove si era già arrivati al 3° periodo della bancarotta. Ora, che il Partito radicale e repubblicano si met– tano, anr.i continuino con lena rinnovata dalle giovani energie del Partito socialista. in questo giuoco di al– talena - che ha tutte le apparenze del movimento, ma in realtà non costituisce effettivo progresso - lo si comprende perfettamente. Quei partiti (nei quali i la– voratori si trovano come pesci fuori d'acqua) rappre– sentano due frazioni della borghesia - due ceti o due sottoclassi della classe dominante. Ed è naturale che - sul terreno degli interessi· economici fondamentalmente identici, per la co11serva– ::io11e della proprietà privala. dei mezzi di produzione e di scambio - essi continuino le battaglie e le scaramuc– cie per gli interessi economici ed i criteri politici o. amministrativi parzialmente divergenti di ciascun ceto. Dacché la borghesia ha conquistato, col monopolio economico, il potere politico e sociale, c'è sempre stato tra le varie sue frazioni questa competizione di supre– mazia politica o amministrativa; pure trovandosi tutte cointeressate a mantenere i cardini fondamentali del-

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