Il Socialismo - Anno I - n. 12 - 10 agosto 1902

186 IL SOCIALISMO La ca.usa prima della miseria economica sta nel folto, che il lavoratore riceve per il proprio l:tl"0ro un compenso inforiore ass.'li al valore del prodotto. i\b se l'operaio si assoggetta a questa condizione, non è, secondo l'A., perchè i mezzi di produzione in genere sono concentrati nelfo m:mi di pochi, ma bensì. perchè il proletario è privo del meizo elcmcnt:tre di produzione, che è b tcrrn. Se egli avesse quel pezzo di term che b~tasse a sfam!lrlo coi suoi non s:i.rebbc ali:\ mercè del padrone. Ovunque hl. popolazione è st:ita spogli:lta dal libero possesso della terra per mez1.o della violenza.. E come b terr:l non pro– duce ricchez1.e che nl patto di essere lavorata, si è legato l'uomo :li suolo, come schiavo prima, come servo della glcb:i., come con– tadino privo del diritto di cambiare domicilio, poi. Tolto, nella prim:i. metà del secolo scorso, quest'ultimo vincolo al prolctari:'1to agricolo della Germania, si è verificato l'esodo su vasta scala verso i cenlri urbani, e la mancanz3. di mano d'opera nelle camp.'lgne. L:'1.sovrabbondanza di operai industriali ha abbass.'lto i salari, rendendo così possibile ali' intraprenditore di realizz:-tre profitti no– tevoli in breve tempo, spingendolo ad una produzione fobbrile, che cagion:1., unita :llla diminuita cap.'lcità di acquisto delle m3.SSC, le crisi industriali, con il triste seguito di miseria e di disorga– niu.azione. Fatta la diagnosi del male: abbondanza di m:mo d'opern nelle citt3, penuria nelle C.'lmpagne, l'A. propone il rimedio: fondazione di cooperative agricole. 1A proposta non è nuo,•a e l'A. non pre• tende che lo sia. Egli si limita a divulgare proposte, fotte da altri, an,:itutto dal /Jiihri11g- e dall'Oppmhdmtr. l..'l cooperativa sorgerebbe sulle basi seguenti. l.ina o più or– ganizzazioni operaie dovrebbero acquist.'lrc un podere di circ.'l 1000 ettari, il cui prezzo, calcobto ad un milione di marchi, sa• rcbbc acquistato in parte con ipotec.'\. Un centin:-tio di soci coope• ratori, provvistosi, per mezzo di Casse di credito :i.Ila RaifTeisen 1 dei c:i.pitali necessari pei primi impianti, ecc., dividerebbe il lati– fondo in un podere centra.le , assegnando nd ognuno dei soci, per uso particolare, un piccolo podere di 2 ettari fra i terreni posti alla periferia dcli:\ tenuta. Sul podere centrale i coopera.tori lavo– r:mo a giornate, percependo :i.lb fine dell'anno l'utile netto del– l'esercizio, in ragione del lavoro prestato. I poderi alla periferia sono l!l .Sci:i.ti ai soci :i.Iprezzo dì costo; essi vi costruiscono la loro C:LS.'l e coltivano per proprio conto prodotti destin:\li al mercato od al proprio consumo. L'l supcriorit3 economica. dell:1. coopernth•:i. :1.gricob di fronte :id una tenut.:t privata di uguale estensione st3. :mzitutto nella migliore qualità della m:mo d'opern. Sulb propriet3 comune l'ope– rnio, senza :i.ver bisogno di sorvcgli:1.nza , la\'orerà con zelo e con b m:1.ssim:i. buona volont3, sapendo di r.iccogliere i frutti del pro. prio lavoro. Poi la cooper.itiva :i.,'J'à,negli anni di sc:trSo rnccolto, una maggiore el::t.sticit3che non lo h:1.l':izienda privat:i; ogni socio far?t il possibile, per sostenerla, pronto a far dei sacrifici, a ,•e• clersi magari diminuito il S.'llario, pur di non 13.sciarla rovinare. 11 piccolo podere, che ogni cooperntore ha per il proprio uso, gli permetter?t di prest:i.re ali:\ centr!lle la sua opera :mchc contro un compenso immediato iuadegu:i.to. Finalmente la cooperativa troverà nell'organizzazione cooperativa dello smercio e dell':i.cquisto un:i. causa di superiorità economica. Consolid:1.t:i. la coopcr:i.tiva agricola si creer:i.nno cooperative industri:i.li , sia per la 13.\'0r:tzionedei prodotti agricoli, sia per pro,•– ved..:re ai bisogni dei cooperatori. As~icurato il mercato, la base del credito sulla proprietà del latifondo, tali condizioni salveranno le cooperntive agricole d:dla sorte toccata alle cooperative indu– striali di produzione. Se si consider3. - come mi pare lo consideri l' A. - l:i.coopc– rntiva agricola come mezzo radica.le per risolvere la questione sociale, vale unr, semplice osservazione per conful!lrlo. L'A. ,•uolc assegnare in media ad ogni cooperntore (con la sua famiglia) JO ett:1ri di terreno. Ora, b. popolazione agricol::t della Germania cm nel 1895 di 18 milioni e mezzo, fra cui 8,236,396 di opcrni, impiegati e proprietari, cd il resto membri di famiglia senza pro– fessione. Per distogliere la,•orntori ali' industria, bisognerebbe at– trarne almeno un milione e meuo r ai 1:wori dei campi, che coi congiunti r:i.ppresenterebbero 4 milioni di persone. La popol:1zionc agricola totale salirebbe cosl a 22 milioni e mezzo (5 milioni di famiglie :ili' incirca) senza tener conto dell'aumento di nuzialit:\ c:i.usato dal benessere. L.'l superficie occupata da proprietari ag,-i– coli (compresi i laghi, le estese foreste, che in grnn p:ute do– vranno essere conservate, <-d i terreni incoltiv:i.bili ) era nel 1895 di 43 milioni di ctt:i.ri per tutto l'Impero. Mancano dunque i ter– reni; (a meno che si ritornasse alla proposta cli certi pangerma– nici di conquistare una parte della pi:1nura. russa) ed ogni piano, tendente a lr!\.sformare una parte notc"ole di popolazione in<lu– striale in popolazione rurale, si infrangerà sempre contro tale osta• colo. O~ta la densità di popolazione raggiunta nei paesi indu• slriali la trasformazione è impossibile. Se si considera però la proposta come 11110 dei mezzi, per sottrarre l'operaio alla tirannide capitalista, CSS!\ mi pare degna dell'attenzione delle organizzazioni operaie. Certo, che all'estero l'im– potenza del proletariato tedesco di fronte alla crisi ha destato mera– viglia e molti si saranno domandato come ma.i organizzazioni così potenti, forti di disciplina, di capita.li e di credito, non abbiano saputo utilizzare tanta m :i.no d'opera nella produzione di quelle ricchezze, che, essendo indispensabili !llla. ,•ita, non subiscono qu:lSi oscillazioni sul merc:i.to . l capitali non mancherebbero (le sole coo– perati,·e di consumo della S.'lssonia. hanno distribuito nel 1900 5 milioni e mezzo di utili netti). 2 Non mancherebbero gli uomini; per qu:lnto a moltissimi fra i proletari urbani non riesca facile, per le loro condizioni fisiche o psichiche, riprendere la vita dei C.'l.mpi. Non mancherebbero i terreni, gia.cchè molli latifondisti, per In penuri:i. di C3pitale e di m :i.uo d'opera, sono desiderosi di vendere, pur di ricavare un prezzo conveniente. I.'A. che è socialista molto sui gentris incolpa il p:i.rtito tedesco di avere smorzato le iniziative degli operai. l•orse non si è nel torto, anmettendo che il Partito :i.bbia peccato di soverchia pru– denza nello sconsigliare t3.li esperimenti, fidandosi troppo esclusi– vamente della pressione politica che può esercitare il prolcl !lri:i.to, pressione che in uno St!ltO come b Gem1ania. non ha purtroppo grande efficacia. Gli att:tcchi dcli' A. che eccedono di molto i limiti della critic.'l non obbicttiv:i., non saranno certo rile,•ati da noi. Ci b!l.Staaccennare alle idee feconde che il libro vuole propagare - l!l .Sci:i.ndo t ra il Partito soci:i.list3.ed i suoi av"ersari giudice il tempo che è galantuomo. Oda Lerda-Olberg. r I~a cifra dei disoccup:ui in Germania è attualmente di circa un mi• !ione e m~.11:0.È vero che il ris\'eglio del12 \'ita industriale richi:uncrcbbc tutti questi operai all'officina, ma per determinare un aumento generale e note\·o!c dei salari è giocoforza ridurre di molto il numero di quelli che chiedono lavoro. Dall'altra parte non si dimentichi che ogni ri:i.1.11:o nel prezzo della mano d'opera spinge i fabbricanti ad economizzarla, perfctio– n:rndo il macchinario. 2 l\la è ciò appunto che spiega la steriliti sociale di organizzationi an• che mastodontiche: polverinando gli utili fra i soci, a fine d'anno, si dit loro una somma meschina (di 15, 20, 40 lire) che li lascia miseri come prima; mclllre accu mula11do gli ut ili nella cassa sociale, si centuplica la fon:a eco– nomica della organiu:azia.ne . V. a questo proposito, in questo fascicolo, lo St:iit11toper l:ii Cnsa dii 5"inllsti a Milano. (N. d. D.). PEREZ-GALDos, Siwt U,rist11s(Nnznri11). Romanzo tradotto da Rubetti e Pagano - Firenze, edit. G. Nerbini, 1902. È, senu dubbio, un fortissimo romanzo, non ost:i.nte le defi– cienze e le mende che I' odiOS:l critica oggettiva giunge 3. pesc:trvi. Anzitutto, afTascin3.la sincerità .-vcrn • della forma, che chiude il robus10, l'originale concepimento. Don Naz.·uio, il prete arabo, così ingenuo e puro, appassionato e seg113ce !;pontanco (per ingenita disposizione d'animo e per omo-

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