Il Socialismo - Anno I - n. 11 - 25 luglio 1902

Il. SOCIALISMO 173 nudo i gravi danni che dall' attlb.le sistema ricava la classe ope– raia, concludendo nlla necessità nei lavoratori di mularlo, tenendo sempre presente b. mèla alla quale si vuol arrivare. Ed il lettore attei:i,to non può a me1lodi ricordare quante volte gli stessi fatti, messi in luce dal Loria, o non sono osservati, o . non sono considerati così grnveml!nte dagli uomini politici, ::mche da coloro ~he passano per i declamatori più furibondi contro le cl:tssi dominanti. È un curioyo contrasto che si riscontra spesso fra gli ~cicnziati e gli uomini politici, e non certo a vantaggio di questi ultimi. Nell:t sua qualità di scien~iato, l' A. vede anche nelle rifom1e migliori il lato nocivo da evitarsi. Così rileva come l'indennità politica possa giovàre mirabilmente a fare dei minor~ propriet:tri altrettanti clienti e paladini° dei grandi, a spese dei quali il soldo è fornito (p:tg. 194); a proposito della auribuzione allo Stato di alcuni servigi pubblici, ricorda come essa sia • piìt o meno perigliosa o feconda, secondo •che il reddito si giova più o meno largamente dcll' amministrazione pubblica come di uno strumento di lavoro. • Se noi consideriamo tult:'t l' opcr:t. nel suo complesso, ci sen– tiremo ammirati pel potente contributo portato dall'Autore :1l10 studio delle rel:tzioni che passano tra i fenomeni economici e tutta la costituzione sociale. Questa nuova edizione; che può essere con– siderai~ come un' opera completa.mente nuova, si legge con pi:t– cere sempre crescente, grazie alla forma squisita,. e con immenso giovamento, specialmente da chi sia• dedito alle discipline econo– miche o a quelle politiche. Esso apre tutto un nuo,•o campo di lavorò per quegli scienziati che considerano come c6mpito prin– ~ipale della scienza. quello di delimitare il più che sia possibile e mettere completamente alla luce le verit_àappene abbozzate o in– tuite. L' /\. può considerarsi come il picconiere che strappa inces– s:mtemente alla miniera i pezzi di pietra nei quali l'oro riluce a tr:ttti con fulgidi bagliori, mentre poi spetta agli altri lavoratori tr.lrre quest'oro d:11 minerale inutile e renderlo atto ad essere usato. Romeo Soldi. CHARLES CURRY, I delinquenti ed il loro trattamento. Estr. dall' American Law Review, 1902. In questa monografia 1' A., Charles Curry, esamina la questione così difficile e complicata., specialmente nella nostra attuale societ~, del trattamento dei delinquenti. Egli appartiene alla scuola positi,•a del diritto penale e accetta la distinzione fatta da Enrico Ferri dei de– linquenti in cinque cl:issi: i delinquenti pazzi, i delinquenti per istinto, i delinquenti per abitudine, i delinquenti occasionali, e i delinquenti passionali. Considera che le prime riforme dovrebbero essere pr:l– tica.te nell'Amministrazione della giustizia, la. difesa dovrebb'es– sere oggetto delle cure dello Stato tanto quanto l':1ccusa, e tutti quelli che hanno da occuparsi dei delinquenti, dai giudici ai carce– rieri, dovrebbero fare studi speciali di psicologia criminologia. Come non è permesso curare un ammalato senza aver fatto gli studi di medicina, non dovrebb' essere tollerato che persone ignoranti di :1ntropologia crimin:1le s'incarichino della cura, ancora più difficile, del delinquente. J.,a società, essendo responsabile per il delin– quente, dovrebbe anche compensare la sua vittima. È in favore della pen:1 a tempo indeterminato di modo che il carcerato possa essere libera.lo condizionalmente, se si è emend:1to, o· trattenuto nel caso contrario. Ma soprattutto insiste sulb necessità di spe– ci:tli :1ttitudini e stud1 dalla p:1rte di quelli cht! sono incaric:1ti della cura dei delinquenti, se si vuole che la carcere sia qualche cosa di meglio che una punizione più o meno brutale, e che dia buoni risultati per l:1 società come per gli individui. Un trat– tamento giudizioso e scientifico molto potrebbe fare, specialmente per i giovani delinquenti, che sono in m:1.ggiorparte le vittime di un c:1ttivo :'lmbiente e dell'impossibilità a gtl:'.l.d"-gnarsi onestamente la vita. A. Agresti. B b otec Gm B neo DALLEALTRE RIVISTE Influenza della consanguineità . sul carattere politico . D:1ll':1prile 1902 si pubblic:t mensilmente la Politisch-A11tropo– logisdu Revue, dirett:'.l dai signori L. Woltmam e H. Buhmann ed edita dalla Thilringische Verlagsanstalt di Lipsi:1. L:l nuova Rivista, si propone uno scopo essenziahnent~ moderno: quello di applicare • la teoria dell'evoluzione, nel suo senso più lnrgo, all'evoluzione organica 1 sociale e psichica dei popoli. • Vuole ispirare alle larghe vedute della scienza naturale lo sfon:o dell'uomo moderno per. conquist:1re una concezione sintetica del mondo, in :1rmonia coi dati scientifici, nonchè a portare i criteri dell'antropologia moderna nella lotta che fenre per la conquista del potere politico. Aprirà le sue pagine-a tutte le correnti, senza mettersi :11!iervizio di un sistema o di un partito. Difatti vediamo fra i collaboratori dei socialisti, come BOlsche e Bemstein e degli antisocialisti convinti, come il Weismann, Vacher de L:1pouge, Moebius ed altri. La Rivista avrà un notiziario, tratto dalle pubblic.'lzioni scien– tifiche speciali dei diversi rami della biologia e della sociologi:t. Fra gli :trticoli rileviamo uno studio di Reilmayr sull' in– fluenza della consaguineità sul carattere politico, che crediamo utile di riassumere. In ogni ente sociale, che ha lasciato tracci:'l nella storia, si sono sempre deline:tte due tendenze: quella conservatrice e quella progressista. Secondo I' A. queste due tendenze dipenderebbero in ultimo dall'eredità. Una consan– guineità durata pei molte generazioni, come negli :1nimali fissa certi caratteri, così ha :tnche per l'uomo l'effetto di imprimergli un dato modo di sentire e di agire, e ciò con tanto maggiore rigidità qu:1nto più a lungo dura, fino :tl punto estremo di togliere hll'uomo ogni adattabilità di fronte all'ambiente, deter– minando cosl la sua eliminazione. Dall'altm parte un gr::inde in– crocio di sangue aumenta 1a v:triabilità tanto dei c:iratteri fisici di una generazione quanto del carattere psichico dell'individuo. L' in-, crocio però fra individui molto dissimili tende a determinare l'.ap– p:1rizione di caratteri atavici e nella vit:1 psichica. favorisce una grande mancanza di stabilità, e quindi debolezza o squilibrio. , L'A. suffraga la sua lesi, gi?i.espressa S anni fa in un altro suo lavoro, con numerosi dati storici. I due popoli più avvçrsi ad ogni incrocio con altri popoli furono nell'antichità gli Ebrei e gli Egi– zi:1ni. Tutti e due erano ultr:1 conservatori. Difatti i Romani non riuscirono a dominare l'Egitto che quando guar:1ntirono alla po– polazione pieno rispetto per i suoi usi e costumi, Il partito poli- , tico conservatore fra gli Ebrei fu costituito dai Farisei che pra– ticavano la più severa consanguineità, mentre che i Saducei che r:1p• present:tvano la corrente progressista, avevano subìto ~olti incroci co·n sangue greco. La provincia che :1veva custodito meno gelo– s:tmente la purezza del suo sangue era la G~lilea, ed i Farisei ne parlarono con disprezzo: • cosa ci può venire di bene da• Ga– lilea! • Cristo e tutti i suo,i4iscepoli, meno Giuda, erano di questa provincia. M:t l'esempio classico, che può quasi considerarsi come un esperimento fatto dall:1 n:1.tura, ci e fornito dagli Spartani e dagli Ateniesi. Derivati da stirpe affine, viventi in condizioni climatiche presso a poco identiche, i due popoli differiscono essenzialmente nel loro comportarsi di fronte :11 contrar matrimoni coi cittadini di altre citt?t.. La lung:1 durata e la ferocia delle guerre messeniche impedi– rono agli Spartani vincitori ogni relazione di ~arentela coi vinti, che furono anzi brutalmente oppressi. L':1ristocr:1zia sp:1rt:1n:1con– tnva in principio d:1 8 a IO mila. famiglie, ma andò sempre di– minuendo; fatto che non si può attribuir.e ad altra causa che :td tm:1diminuzione della forza riproclu:tiva in seguito :'.l. consaguineità prolungata.

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