Il Socialismo - Anno I - n. 3 - 25 marzo 1902

Anno I. Roma, 25 Marzo 1902. N. 3. IL SOCIALISMO ./2.D Rivista qoil)òicinaleòiretta da ENRICO FERRI ./2.D ABBONAMENTI. - lT,\LIA: Anno L. 5 - Semestre L. 2,50 I SI PUBBLICA I Per la Direzione e Redazione rivolgersi al\'on. prof. Es,uco EsTRRo: A~:o n~U:;;~ ~e!~n:~~c L. 3,25. il 10 ed il 25 d'ogni mese ~::~~~r::~;5o:~:1:,;,::c1~ ~;:•;.m~11!:;::: ATTUALITÀ POLITICA I Socialisti e il Ministero. li 21 febbraio nella riunione del Gruppo Parla– mentare con b Direzione del Partito (< considerato che oggi - valendosi della libertà che quei voti (dati nel giugno 1901 a sostegno del Ministero) contri– buirono a difendere - la organizzazione proletaria ha acquistato una insopprimibile virt(1 di coscienza e di resistenza » si deliberava di votare contro il Mi– nistero, per la sua condotta contro i gassisti di To– rino, in Senato per la rappresentanza dei lavoratori nell'Ufficio del Lavoro, per la continuata applicazione del domicilio coatto, per il negato diritto di organiz– zazione ai funzionari dello Stato, ecc. I nostri voti contrari determinaronola crisi pre– sidenziale e poi ministeriale. li 2 3 febbraio scoppiava il decreto di militarizza– zione dei ferrovieri; ma pochi giorni dopo si chia– mavano a Roma, per accordo, i rappresentanti dei ferrovieri organizzati. Ripresentatosi il Ministero alla Camera, il Gruppo parlamentare socialista, a grande maggioranza, deli– berò di votare (con voto unico e disciplinato) in favore del Ministero - che sopra 453 YOtanti ebbe 250 voti favorevoli 158 contrari e 45 astenuti (di cui 20 del gruppo repubblicano). · Ad esprimere le ragioni del voto deliberato dalla maggioranza dei deputati socialisti, fu scelto all'una– nimità Camillo Prampolini, pcrchè si comprese che sarebbe stato il solo adatto a pronunciare il solo di– scorso possibile in quella occasione: discorso com– movente, inspirato alla preoccupazione di salvare il proletariato italiano da un Ministero Sonnino, pur dichiarando di non avere fiducia nel Ministt!ro Za– nardelli. Questi i fatti; dai quali fratt.111torisulta: I. Che si è, ancora una volta, seguita la for– mula del casoper caso, deliberata (in contrapposto a quella di fiducia nell'indirizzo del Ministero) dalla riunione del Gruppo e della Direzione, nel maggio scorso, quando si stabili, col mio ordine del giorno, che « se non è possibile per il Partito socialista una questione di fiducia nel Go,·erno, sempre rapprese1t- tante di una classe che ha interessi opposti a quelli del proletariato, può tuttavia il Gruppo parlamentare, nelle attuali condizioni politiche ed economiche del paese, dare voto di approvazione, caso per caso, al– l'opera e alle riforme del Ministero, che sia.110 pi,i co11fom,iallo svol~i111euto 11or111al, dr/la lotta di classe e agli interessi dr/ profrtariato ». Il. Che, come io previdi durante le discus• sioni del Gruppo, il Ministero avrebbe vinto (tanto pii, dopo l'astensione dei repubblicani) anche se i socialisti avessero votato contro. Infatti, essendo stati 27 i voti del Gruppo socialista (dei 30 depmati, man– carono Rigola, Turati, Todeschini), il Ministero avrebbe sempre avuto 185 voti contrari e 223 fa– rnrevoli. Giacchè o è soverchia abilità polemica od è ingenuità il dire che se i socialisti avessero deliberato di vot::trecontro, non meno di 20 altri deputati « in– certi » si sarebbero pure decisi per il 110 1 invece del si. Anzitutto, i veri incerti furono quei 25 deputati presenti in Roma, che non si presentarono a vo– tare, poichè i presenti in Roma erano 478, e i vo– tanti furono 453. Ma poi è una pura fantasia il cre– dere che i voti siano determinati, anzichè dagli interessi di classe e personali, dalle impressioni o previsioni del momento: come se per gli incerti non ci fosse appunto la risorsa dell'astensione e del voto al secondo appello, e come se l'on. Barzilai, abile avvocato ministeriale- che già nel suo gruppo aveva, barcamenando, ottenuta l'astensione invece del voto contrario, imposto dai deliberati del Congresso di Ancona - non avesse, alla fine del suo discorso, fatto sentire il solo argomento decisivo per quakhe in– certo, e cioè, che se il Capo dello Stato non aveva accettato le dimissioni di Zanardelli, ci doveva essere il suo perche ... Cerro, come già dichiarai, di fronte ali' accordo intervenuto con i ferrovieri ed al movimento prole– tario agricolo, c'erano anche delle gravi ragioni per sostenere il voto farnrevole. Ma c'era pure la deli– berazione del 21 febbraio e dopo questa, da parte del Governo, non erano sopravvenuti che due atti (la militarizzazionee l'accordo), i quali, a tutto con– cedere, possono equivalersi, lasciando intatte le ra– gioni contrarie al precedente .:ontegno del Ministero. Sebbene io creda che le trattative con i ferrovieri - frutto della loro organizzazione e della giustizia dei

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