Il Socialismo - Anno I - n. 2 - 10 marzo 1902

30 IL SOCIALISMO MOVIMENTO LEGISLAZIONE S CIALE Il III Congresso dei Sindacati belgi. Compilato a cura della Commission SJ 1 ndicale del Consiglio generale del Parli ouvrier bclg-e, è uscito di questi giorni, con sollecitudine non italiana, il reso– conto del Ili Congresso sindacale del Belgio, tenutosi a Bruxelles il 15 e 16 dicembre. 1 Vi erano 18.1,dele– gati, rappresentanti 84,896 operai organizzati, di cui 76,440 inscritti al Partito socialista. Sorvolando sulle minori questioni che sono state discusse, e su quelle che furono rinviate alla Commis– sione sindacale affinchè compiesse delle inchieste in proposito, notiamo l'importanza di quello che ~i con– tiene nel Rapporto di \Vauters, rappresentante dei mec– canici di Bruxelles, intorno alla questione della dimi– nuzione delle ore di lavoro e dell'agitazione da orga– nizzarsi per ottenerla. In seguito ai grandi scioperi del 1870, le ore di lavoro erano state diminuite, ma gli operai si addor– mentarono sugli allori, credettero di non aver più nulla da ottenere, e trascurarono di formare delle grosse casse di resistenza. Allora i padroni, conoscendo quest.'l debolezza, a poco a poco si ripresero tutti i vantaggi dati, e fra questi la giornata di dieci ore che era stata ottenuta dal 25 per cento di operai e dal 50 per cento cli quelli che lavorano di notte (pag. 32). Segue una serie di citazioni dai rapporti ufficiali inglesi e americani, eia cui risulta che la riduzione delle ore di lavoro non produce affatto diminuzione della produzione, perchè « nei muscoli e neJ!a testa degli operai riposati si trovano delle risorse inattese». Allo stesso modo la riduzione delle ore di lavoro è messa in rapporto con la mortalità: il medico dello ~tabilimento Bruner-Mond, a Norwich, nel quale si lavora notte e giorno per la fabbrica di prodotti chi– mici, notava che in seguito alla sostituzione di tre squadre di operai a otto ore di lavoro ciascuna, invece delle due squadre a dodici ore che c'erano prima, «si ebbe nel 1893 due volte meno malati che nel 1889, e l'abi– tudine all'ubriachezza, quattro anni avanti generale, era quasi del tutto scomparsa. » 11che dimo8tra il rapporto successivamente illustrato fra la riduzione delle ore di lavoro, e l'istruzione de– gli operai, e l'altro rapporto con la loro salute. Se– guono le non nuove ma ben raccolte ragioni della gior– nata di 8 ore. Ci sembra di grande interesse il modo netto e chiaro con cui la questione è portata dal campo economico-corporativista al campo politico-socialista: quando si tratta dell'agitazione eia farsi per ottenere le 8 ore, il relatore dice nel!' ultimo cous-iderrmdo, e dopo di esso : « Considerando che il Governo di un paese deve avere a cuore gli interessi cieli' industria e dei produttori, noi incarichiamo tutti i nostri manda– tari di sollevare questa questione al Parlamento, ed ai Consigli provinciali e comunali. « E poichè sappiamo, per esperienza, clte lauto ci si occupa del popolo, per quanta è la sua forza elettorale, 11oidobbiamo perciò tutti lavorare per la conquista dei sujfrag'io um:versa/e, mercè il quale noi faremo entrare in Parlamento i rappreseulant,: della classe lavoratrice, e uc faremo uscire coloro che per b-oppo lungo tempo ci l1mu10abbindolato. » Questi concetti risultano approvati dal Congresso. (Pag. 43). La proposta di sciopero generale è rimandata, per lo studio, alla Commissione sindacale. (Pag. 45). Sono di una grande importanza i risultati cieli' In– chiesta sulla situazione sindacale belga nel J<)OJ. I.a crisi 1 Bruxelles, imprimcrie Uris111(.'ie 1902, p~g. 128. economica manifestatasi nel 1901 ha fatto si che il nu– mero degli operai sindacati di fronte a quello del 1900, diminuisse nella maggior parte delle industrie; ma la diminuzione in queste è controbilanciata dall'aumento in altre (per es., i minatori saliti da 13,597 a 45,000): cosicchè nel complesso gli organizzati sono saliti, mal– grado la crisi, da 62,251 a 84,896. La successiva questione trattata dal Congresso ri– guarda l'istruzione obblùtatoria, con lo studio di molte questioni generali, morali e sociali che vi si riattaccano, come, ad es., la delinquenza, l'alcoolismo, lo spirito e l'entità del risparmio, i depositi di mendicità e asili di rifugio: tutto ciò con raffronti alle corrispondenti condizioni dClle altre Nazioni. Questo Rapporto è una vera monografia scientifica. La VII questione riguarda il la.,1orocarcerario, per cui si vota un'inchiesta da discuten;i al prossimo Con– gresso. • Sulla n11 questione - concernente la quota annua dei singoli operai sindacati alla Commissione sindacale generale - si dichiarò che venisse portata da 2 a 5 cen– tesimi. La 1x questione riguarda l'ufficio dei sindacati net nurvùnenlo operaio moderno,· tale ufficio si esplica con le agitazioni per la fìssa.-:ione legale della giornata nor– ma:e di lavoro, per il riconoscimento di un minimo di salario, basato sul prezzo dei viveri, abitazione e ve– stimento della famiglia media, per l'organizzazione cieli' apprendisaggio, per I' il:'itituzione della Ca88a pen– sioni. accessibile a tutti i lavoratori vecchi, e agli in– validi. Cosi si chiuse il laboriosissimo Congresso. Accanto alle bellezze di Napoli. A !\apoli, al Vico Zappari, il 17 febbraio ruinava una casa, seppellendo delle vittime sotto le sue mace– rie. Tutte le altre case del quartiere sono, su per giù, nelle l:'itesse condizioni, tanto che la Commissione edi– lizia ne aveva intimato lo sgombero. Ma la gente che vi stà vi si rifiutò. Per costringerla a uscirne furono murate le porte, e scoperchiati i tetti. Ma la gente non abbandona per ciò le vecchie case; entra ed esce dalle finestre, dalla cantina, eia una breccia, da un buco? Come l:'iispiega ciò dinanzi a degli uomini, e dinanzi a degli uomini che vivono all'alba del xx se– colo? Il fenomeno, nella pi(1 grande città, ornata delle pili sfarzose passeggiate, delle più belle strade d'Italia, si spiega così: quegli uomini, in questa città, non hanno dove andare. Per fare il cosiddetto Risanamento furono demoliti intieri quartieri popolari, a Porto, a Pendino, a i\ler– cato, a Santa Lucia: e sarebbe stato bene, se le luride catapecchie dove si accalcavano poco meno di cento– mila persone fossero state sostituite da case operaie. Ma invece, coi milioni dati per il popolo, si fecero dei palazzi per i borghesi, e la povera gente si accalcò fino a proporzioni inverosimili nelle catapecchie non ancora demolite, e che si vanno demolendo da sè, schiacciando gli ammonticchiati loro inquilini. L' as– sessore Carrelli, a questo proposito, dinanzi al Consi– glio comunale. clice,·a: << E' rimasto da abbattere, da sventrare ciò che so– pravvive di più anticivile in una grande città. E' con sentimento cli profonda amarezza e di enorme scon– forto che io debbo dire queste cose. Di fronte allo scenario del Rettifilo, ciò che resta della Napoli tene– brosa è un vero marchio di barbarie. Come cancellarlo? Unico, semplicissimo mezzo, il piccone. « Ma la società (del Risa11amento) non può perchè non ha denaro, ed il Municipio non può provvedere perchè occorrono venti milioni. Fino a che quelle topaie che si slanciano alte al cielo come una ironia e gravano

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