Il Socialismo - Anno I - n. 1 - 25 febbraio 1902

6 IL SOCIALIS~IO mento delle mercedi: cioè quella elevozione del livello di vita, che sani il portato del socialismo, con una equa distribuzione dei pesi e degli utili nella esistenza sociale. Quando il pane sar:\ a miglior mercato e ciascuno potrà a\'ere dei risparmi, penser:ì la donna indivi– dualmente! alb su:i. igiene personale, e sar:\ b. mag– giore agi:nezza un':ur:1 di salute indi,·id~ale e sociale, migliore cerco che tutte le leggi parziali e tempor:mce, che la donna possa ottenere in proprio favore. Dott. Gina Lombroso. VITA PROLETARIA INTERNAZIONALE Il momento socialista in Germania. La situazione odierna della democrazia socialista in Germania è assai favorita da un complesso di cir– costanze. Le discussioni intorno ai principi fondamen– tali ed alla tattica del partito, che per lunghi anni fervevano nella nostra stampa e nei nostri Congressi, sono state messe in seconda linea o ridotte al silenzio dalle mutate condizioni di ambiente. La crisi odierna causata da una sopraproduzione in molte delle indu– strie più importanti, ha mostrato anche ai più ottimisti, d1e la società borghese non può spogliarsi della sua natura intima e che le leggi che la reggono sono reali, d'una realità che non cede alla dialettica pH1sottile. Circa la durata e l'estensione ulteriore della crisi, non siamo in grado cli fare previsioni. Se gli Stati Uniti fossero, come lo furono finora, risparmiati dalla crisi, e se si riuscisse presto a finire la guerra nel Transwaal, c'è grande probabilità che quest'inverno segni il punto culminante della crisi e che cominci un movimento lento di ritorno non già alle condizioni prospere degli ultimi anni, ma almeno a quelle nor– mali. Se, al contrario la crisi si estendesse agli Stati Uniti, possiamo esser certi di un rincrudimento anche in Germania cd allora per molti anni graverebbe sopra di noi una condizione ben dolorosa. Valgano i dati seguenti per dare un'idea della disoccupazione. Al 2 di febbraio le Leghe di resistenza a Berlino hanno fatto un censimento dei disoccupati, constatando che il loro numero nella città di Berlino (sen=a i sobborghi, dove abitano molti operai) ascendono a 59,542; altre 42,933 persone si trovavano alla stessa data in condizioni di guadagno limitato per manca111.a di lavoro i 15,748 persone infine erano disoccupate per causa di malattie. Non si cadrà in errore calco– lando il numero di coloro che in tutta la Germania si trovano ora disoccupati ad almeno un milione e mezzo. Per valutare giustamente queste cifre bisogna però ancora tener conto, che due circostanze attenuano I' influe1w.a della crisi sul mercato del lavoro. Da una parte la propaganda fatta per lunghi anni dai socialisti e le loro accuse continue all'attuale sistema economico di feroce egoismo individualista, hanno finito per fare una certa impressione sulla classe dominante che ritiene assai pericoloso, agevolando gli sforzi dei socialisti, di concorrere alla trasformazione clell'orclina– mcnto politico e sociale, col creare un esercito di disoccupati.. Così si è ricorso al mezzo di :diminuire sensibilmente i salari e la giornata di lavoro, adol– tando anche qua e là il lavoro per turno, allo scopo di far gravare - attenuandole - le conseguenze della crisi sopra un maggior numero di individui e di evi– tare, per quanto possibile, la disoccupazione completa. Dall'altra parte i Comuni e lo Stato hanno - indotti dalle stesse ragioni - iniziati dei lavori straordinari, affrettando l'esecuzione di 01>erc progettate o intrapren– dendone delle :iltre, con J"unico scopo immediato di dare lavoro ai disoccupati. In Germania, ove tutte le ferrovie sono esercitate dallo Stato, che possiede estese foreste, cave e miniere e dispone di fabbriche ed ar– senali proprii, per la produzione di una parte degli oggetti di consumo per l'esercito, la marina, il servizio postale, ecc.; il Governo è bene in grado di esercitare un'influenza co.1siderevole sul mercato del lavoro. La forte depressione di ogni iniziativa industriale da una parte e l'accrescersi dei capitali improclutti\'i dall'altra, si palesano nell'alto corso delle cartelle di rendita del debito pubblico - che si considera come assolutamente sicura - e nello sconto bassissimo. Queste due circostanze potrebbero anche aiutare a stimolare l'attività edilizia - che negli anni di prosperità mostrava 1 un certo ristagno per l'enorme prezzo dei capitali e dcli' interesse ipotecario - dando cosi lavoro a molte migliaia di operai. Però è evidente, che tutto questo stato cli cose, acuito dall'alto prezzo dei viveri e dalle pigioni notevolmente aumentate, conduce l'acqua sui mulini dei socialisti e favorisce l'espandersi delle nostre idee nella popola– zione. C'è poi da tener conto di un altro fatto. Con la fine del 1903 scadono i trattati commerciali con la Russia, con l'Austria, con l'Ungheria, con l'Italia, la Svizzera e cosi via, cd occorre concluderne dei nuovi, se non si \"uole che la vita economica della Germania rimanga profondamente scossa. In predsione di questo fatto i nostri agrari lavorano da anni col massimo zelo in fa. vore di dazi pili alti sui generi cli prima nccessik1., per aumentare le rendite della proprietà agricola, secondati in ciò da una parte dei nostri industriali interessa.ta al– l'aumento dei dazi. La grande influenza politica di cui dispongono questi due gruppi, ha indotto il Governo a presentare un progetto cli tariffe doganali che soddisfa in alto grado le aspirazioni degli agrari, incontrando però l'opposizione più viva della popolazione industriale ed urbana, e specialmente della classe operaia. La lotta intorno al progetto delle tariffe, che attualmente si trova in discussione al Rcicllslag, desta grande agitazione in larghi strati della popolazione: siamo in piena batta– glia. Alla testa dcli' opposizione si trovano i socialisti, che iniziarono la lotta in Parlamento, presentando la loro peti– zione contro il progetto con ben tre milioni e mezzo di firme. Siamo decisi di valerci di tutti i mezzi a nostra dispo– sizione per impedire l'attuazione delle tariffe e solleci– tiamo l'appello al paese perchè gli elettori possano dichia– rare, se vogliono o no le nuove tariffe. !\la il Governo ed i fautori del progetto hanno paura delle elezioni, alle quali però difficilmente !'-fuggiranno, sia perchè nel giu– gno 1903 !'-cade il periodo legislativo, sia perchè siamo forti abbastanza per differire fino a quella data ogni deci– sione parlamentare sulle tariffe. Se a ciò riusciamo, avremo una piattaforma elettorale che non si potrebbe desiderare migliore.

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