La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 29 - 19 luglio 1925

b J20 L,\ IU\ULOZlu.NF f H1ERALJ.<: fl1sa in Francia e in 1Lalja era pure Ja Carboneria, origin~ta anch'essa dal <{ co,npagnonaggio del dovere », di origine francese, confr.aLernità simbolica di operai carbonari, con lradizione pur~mcnle cristiana e prof.!ssata da estranei aH'arte del costruir-e. Essa, Lra i vari doveri o rami del cornpagnonaggio aveva potuto sfuggire alle persecuzioni del clero, e, n1enlre con 1'89 tulle le .aJtre corporazioni o comunità dei compagnoni scouiparvero definitiva1nente, essa riusciva a rappresentare la pri1na fase del nostro Risorgimento infondendo nel popolo il sentimento dei propri diritti; n1a non ebhe più ragione d'esistere, e si sfasciò, quando, acquisito il cancello del diritto, era necessario plasmarlo in atto nella realtà del dovere; quanùo all'idea individualista della libertà del cittadino doveva corrispondere la idea collettiva della libertà, della patria, e perciò nnove finalità s'iinponevano agli itali.ani e nuovi 1netodi di lotta. La Massoneria continuava invece ad esistere in Italia e dappertutto. Il pre-Risorgi1ne11to. La lotta tra la Curia Romana e la Massoneria datava, cmne già dice1n1no, da un secolo; e se il papa Benedetto XIV, che con la bolla « Providus Rom.anorwn Ponti/ex " del 18 maggio 1751 rihacliva quella del suo predecessore Clemente XII, era stato sospettato per la sua tolleranza di essere framassone ( !), vuol dire che già in quei tempi le scomuniche avevan perduto la loro efficacia e non riuscirono ad irnpedi1·e la diffusione della Massoneriia in Italia. In Roma ( !) essa aveva varie logge ( « Amici sinceri dell'Oriente >), << Ilhnninati o VinLe condizioni del dici del popolo », «KrcopliagisLi»J e alla prjma era iseritto fra gJj ahd « Don Sigism.ondo Chiµ;i, prinripf' di Farncsc, amatore de]J'antiehità, ,,cl,inte del decoro e dell'utile di Roma, lcllcralo, at"Lisla, Jihf'rale <'<l audace sfi<latore dell'ira papale, e, quel d,e più mo111a, Maresciallo perprtuo di Santa Romana Chiesa, Custode deJ Conclave e discendenlc d'un papa: Alessandro VII"· (Cfr. Am~MOLI.O, Un processo relebre di veneficio " Rorna nel I 700, in « Nuova Antologia ,,, 1881, fase. XII). Nel Napoletano essa era più diffusa e JO('• glio organizzala ed ebhc .anche jJ su.o poeta nell'abate ( !) Jerocacles, instancabile fondatore' di logge massoniche, che fu ai suoi Lenlpi considerato come I' «Orfeo Italico della Mas59neria », di cui egli cantò ·i simboJi •! le cerimon,ie nella Lira Fociense. Le prime persecuzioni datano dal 174:1 ,. vi si distingue il ministro TanucC'i d'infausta memoria; poi essa divenne di moda c vi ap- • partennero i nobili della Corte e la stessa reµ;ina. Ma 1'89 apriva gli occhi contro la Massoneria che in Napoli aveva assunto carattere rivoluzionario e s'era unita ai giacobini. La Corte passò alla reazione e cospicui 1-iherali napoletaffi versarono il loro sangue; e il mollo cli giacobino divenne nella feroce reazione del 1799 il motto d'ordine della più spietala persecuzione {riassunta nel 1101nedel cardinale Ruffo !) che non « inferocì soltanto contro gli uomini, 1na se Ja prese financo colle ca,·te... che per mezzo del boja dovevan essere date a1le fian1me e nei soliti luoghi in pubblico "· (Continna) G. GouNELLJ. Regno di Napoli ai primi albori de! risorgimento. Uno clei più gravi errori dei restaurati Bo_rboni fu quello di non aver compreso che la buona signoria non sta tanto nel pareggio e dei Bilanci e nell'alto 1nezzo dei fondi pubblici, quanto nel volgere a pro' del Paese le Finanze; nel rilevarne la condizione economica e politica; perchè, star fermi, non è progredire, ed il progresso ~ cosa essenziale alla vita degli Stati. La popolazione del Regno di Napoli saliva nel 1819 a 5.034.101, superando di 12.875 quella del 1815. Si ebbe, nel 1819, una nascita per ogni 22 abitanti, un morto per ogni 37 ed un matrimonio per ogni 72. Pel numero dei nati e dei matrimoni il 1819 superò' gli altri del quinquennio, rimanendone invece. inferiore in quello delle mortl. I redditi dell'agricoltura, in un paese quasi esclusivamente agricolo, si valutavano appena intorno agli 80 milio1ù annui di lire italiane. Anche allora, del resto come sempr~, allo St.ato si alzavano infi1ùte doglianze, invocando le solite Leggi e Decreti che, anche allora, niun effetto producevano e rimanevano ... lettera morta. E il più strano si era che, mentre il Governo aveva ridotto in sua mano ogni prin- • cipio di attività economica, f a~endosi t~tore di ogni arte, di ogni con1merc10, banchiere, p1·odutto"te, premia tore, per insisten~e !mposizione del popolo, questo stesso poi s1 que: relava pe~ la mancanza di libertà; di ogm male accusava lo Stato e lo odiava e gli cospirava contro. . . . . .. Il comn1ercio, regolato coi vecchi pnnc1p11 del mercantilis1no, prostrato dal siste1na con: tinentale, ebbe negli ultimi cinque anni d1 questo periodo una certa ripresa, con .un movimento totale cli L. 191.256.694 alle nuportazioni e di L. 165.755.530 alle espo_rta: zioni. La cifra più bassa delle esportaz·1om fu quella del 1819 in L. 25.000.000 .. Lo. sbilancio fra importaziotù ed esportaz1on1 saliva in tutto il detto quinquennoo ad oltre L. 23.000.000 e di più che 17 .000.000 pel solo 1819; ciò che, sotto la influenza del Colbertismo e del Sistema della bilancia conimerciale destava le maggiori preoccupazioni ed i più fieri allarmi, traducendosi in sempre più rig,idi propositi e pratiche prote~ zionistiche. Il sistema « proibitivo », rigorosamente mantenuto sotto i dne napoleonidi: Giuseppe e Gioacchino, aveva fatto arnificiosa.mente sorgere varie manifatt.ure d1 cot?~1e e d1 ~ana, che vissero di effimera prospenta, 1na Sl abbatterono quando svanì il sistema del bloc~o ' napoleonico. « L~'ri~pe~·tura dd commercrn con tutti r. paesi, dichiarava ingenuamente il Ministro Znrlo, le ha fatte p~rdere; e quelle fabbricazioni, che .anche lll questo sistema potevano sostenersi, sono state ehstrutte dal... contrabbando "· La libertà del lctvoro non era direttamente vincolata. Sussistevano però le Corporazio1~1, di Arti e Mestieri, con tutti i loro in~pp1. Se n'erano sciolte alcuue dal 1815 in poi, ma anche altre ricostitruite, come nel .1817 er~ avvenuto per l'arte dei Cappellai, .il. cm Statuto nei suoi 154 articoli faoev~ r1~1vere l'assurda tu.tela governativa, le tuano1che inframmettenze dei maestri, la servitù e~ oppressione dei garzoni e tutti quegli altu ostacoli di cui già il Turgot aveva sgon1brate le vie del lavoro. Senonché mal comportavano i mutati tempi quelle barbariche coslumanze, per cui, 1nen che un anno dopo gli Statuti dell'arte dei Cappellai erano per Decreto .aboliti. Ai più sani principi di Economia sociale era chiuso l'intelletto di quei governanti, e la patria di Serra, di Genovesi, di Galiani, dovè aspettare sino al ca~ clere del 1821 per ottenere leggi sanzionatrici della libertà del lavoro. - Il sistenia bancario, già riordi,nato da Re Gioacclùno, fu modificato sul finire del 1816 dal Ministro Meclici, ma in maniera tale che anche il credito coninierciale era posto nelle mani dello Stato. Il Governo applicava così il sistema, protezionista non solo alla industria nazionale, ma altresì alla circolazione della ricchezza; alla tutela politica faceva riscontro la tutèla economica, elementi, l'una P l'altra, cli dispotismo legale. Quanto alla pu,bblica Finanza, unica ilnposta,- diretta era quella prediale, il cui contingente era fissato in L. 26.137.000, nel 1820, da ripartirsi su 1.349.407 fondi rurali ed urbani. « Penosissimo " fu detto questo tributo; ad esso s'i1nputavano lo squalloi-e dei campj, il decadere di ogni industria e commercio e la miseria dei proletari. Con maggior fondamento lamentavasi però l'assetto delle imposte indirette ( dogane e gabelle; il monopolio dei tabacchi, delle carte da giuoco, delle polveri piriche; il Registro e Bollo; -i diritti di Cancelleria; i proventi del lotto e delle poste, ecc.). Rendevano 1~ imposte indirette L. 25.506.556,25 e gl'introiti diversi L. 12.809.424,25. Dal 1815 in poi i carichi tributari erano stati però assai alleggeriti; circa 12 1nilioni e mezzo di lire erano stati abbuonati ai contribuenti; 1nentre nè pochi, nè lievi perduravano i carichi del Tesoro. II riacquisto del Regno costava così ai Borboni più che 37 milioni di lire. A circa 6 1nilioni annui anunontavano gli interessi del Debito Pubblico, ad estinzione del quale si era fondata una Cassa cli am111ortizzazione, senza che però in quindici a1mi nna pur piccola quota di debito fosse spenta. Lo « stato discusso " del 1820 prevedeva un'entrata cli L. 82.368.119, di, contro una spesa di L. 86.506.371, con un deficit di ,[ milioni, che il Ministro Medici fu autorizzato a coprire con un prestito redimibtile. Squallida qnincli l'agricolnu-a, decadenti le industrie, languidi i commerci, gravi danni ne risenti.vano le private fortune. Ecco il quadro den1ografico, economico, finanziario ciel Regno di Napoli allo scoppio della B ivoluzione del 1820. Fra La più grande aspeLLativa, domenica, l" ottobre 1820, nella Chiesa di S. Seba- , sliano, in Napoli, fu aperto il Parlamento. Nel discorso inaugui-ale della Sessione Re Ferdinando disse della necessità cli fare sacrilìzi nel ramo delle Finanze. Raccomandava alle cure dei Deputati la protezione del commercio, Io sviluppo della marineria, gli stabilimenti cli beneficenza. " Io desidero -- così concludeva - portare con me nella tomba la vostra riiconoscenz.a e meritare il s.olo elogio di aver sen1pre voluta la vostra felicità "· \J 11 surce,si1 o 1 di ottobn: il Ministro MaC'edordo cspon,.va al Par1amento ]o 3tato ddli, pnhblid,c finanze, denunziando un J,,_ f,cit totale di <Ùca 25 milioni e proponendo, ,, colmarlo, i tre i,spedienti della vend.ita d,·i beni ,'lcllo Stato, della istituzione della n11ova Cassa di Sconto e dei 4 milioni di pffclli pubblici. Molte furono le proposte e lunf!hC ,. vivaci Je discussioni; ogni deputato avf'va I<· SLIP propo8te. Ma sopratutto qui n1.c~rilaparti'"oJare menzione, per Ja sua rin• n,,vata imporlanz.a odierna, i1 grande disc<JrS<l pronu1rniato dal deputato Imhriani, ne]la t,)J"nala del 29 dicembre sui prezzi e sul com.• n«·rrio rlPi ,·erNili. li. 11 ùicemhre erano g;iunte notizie aJ Parlamenlo, dalla Deputazione provinciale di Bari, di numerosi ,·arichi cli frurr1ento, falli nei porti di questa proviJ1cia, per Aneona. Stranissime opinioni sostenne a deputato Pcllic<"ia e poscia il Sapon.ara; ,orse da ultimo l'Jmbriani e: (< Signori - egJi disse - veggo elevarsi quistioni fra noi su.i prezzi e sul commercio dei cereali ... Chi di voi ignora che la libertà è quella che moltiplica i valori ed estende le ricchezze, e che ogni minima restrizione nuoce agl'interessi del produttore, del consumatore, del eommerciante? ... La natura ha con Lanta sapienza ordinata questa corsa com1nerciale, che tutte Je istituzioni degli uomini, quando han voluto prendervi parte sollo gli speciosi nomi di soccorsi, d'incoraggi.amenli, cli previdenze, gli han sempre nociuto. Un paese ha voluto incoraggiare 1'agricoltura e ha para1izzato il cominercio; Lln altro ha voluto promuovere le arti ed ha annientata l'agricoltura. Qui Compagnie esclusive si sono arricchite a spese delle altre dassi e dei consumatori ... Pur tuttavia 1a natura particolare del c01nmercio dei cereaJi sembra esjgere c1ue particolari, perchè ne dipende la esistenza del popolo. Malgrado ciò, tutti i calcoli, tutti i risultati sono stati per la libertà e si è riserbato per qualche caso straordinarissimo il concedere qualche favore aH'immissione od alla estrazione delle derrate cerealiche. La natura del commercio è cOJne quella delle acque che, non ostruite, tendono all'equilibrio ..... "· Lunga fu pure la discussione sulla Rifo~1na bancaria, la quale si chiuse col voto llllanune di. .. niente innovare. Anche a questo proposito l'Imbriani sostenne la libertà dellè banche, con1e quella del commercio. GwvANNI C.~RANO D0Nv1To. G. B. PARAVIA & C Editori - Librai - Tipografi TORINMOI·LANFOIR-ENZREO·MA-NAPOALIE·RMO PiccolBaibliotscdai FilosofieaPedagogia GIORGIO BERKELEY Traduzione, introduzione e note a cura di CARLO MAZZANTJNI Un volume L. 8,50. Dato un cenno biografico dell' Aut.ore, C. Mazzan• tini traccia i lineamenti della fi.losofw berkele')'ana: Gli spirili e le idee. - L'immaterialismo. - Il volontarismo. - Il teismo. - Ed ognuno di essi, fat• teme l'esposizione critica, inquadra nello svolgimem.o st.ori.co della filosofia. PIERO GOBETTI - Editore Torino - Via XX Settembi>e, 60 l\lOVJ1À ADRIANO TILGHER LOSPACCDIOELBESTIOTNREIONFANTE Stroncatura di G. Gentile L. 5 Un libro per filosofi e non filosofi GIUDIZI: « La stroncatura è riuscita: essa ricorda un po' co- :me tipo, le demolizioni diaboliche degli umanisti: c'è la verve e la cultura 1 c'è la satirn e la logica, c'è il dilettevole e l'taile; una caust.ica presa in giro,\ che logora con le armi stesse della filosofia >>. « Il Popolo», Roma, 16 luglio. « Auuien di rado di leggere opere di questo genere che non contengano basse contumeli.e e non siano il /rutto di personali rancori>>. A. Ballia110, in ccMonviso », 2 luglio. « È u.n libro non di pet.tegolezzi accademici, ma di fede 11ella perennità e nella purezza del pensiero)>. JW. Vinciguerra, Il Mondo, 7 luglio. cc Uno splendido pamphlet>). ccParte gueHa >>, luglio l~~· Libri per i' esfafe A. ANIANTE: Sara Lilas. Romanzo di Mont• nwnLre. Il più divertente libro dell'annata L. 10 A. ANIANTE: Vita di Bellini L. lù F. M. BoNGIOVANNJ: l,a famiglia in amore. La ragazza cli talento. Due drammi L. lò R. FRANCHI: La Maschera. Romanzo L. P. Soum: La Picciouc_in.a. Canovaccio per romanzo L. PIERO GOBETTI - Editore Torino - Via XX Settemhre. HO A.. CAPPA VILFREDO PARETO L. 5. GIUDIZI: « ... rJspo.~iziouP precisa del pen.'iiero specialmente S()Ciologo del P., come può darla uno scolaro pr'WV cupato dell'esattezza della propria interpretozione "· G. Prezzolini, nel (( Leonardo ,, del febbraio « Merita d' essu letto perchè dll un'idea abbcutanu chiara e sistematica della sociologi.a paretiana e per qualche interessante fottera inedita del Pareto steuo1,. Don Ferrante, nefla « Giu.&tizia », 12 gjo.gno. C( E un'esposizione .,intetiet.1 ma chi.ara e adeguata di quelfo che fu il penriero scienti[teo del P. /). <' Corriere della Sera 1>, 29 gennaio. <( L'autore tende a porre in rilievo il ccrrattere pu,,. ramente scientifico ed obbiettivo dell'opera del grande .,comprrrso J,. « Critica Faacista :i>, 15 aprile. C! L'ultima parte (sui possibili sviluppi dell'opera sociologica del P.) è la più originak "· On. Canepa, nel « Lavoro h, 11 febbraio. « Alberto Cappa merita lode per aver con questo profilo dissipato molti dubbi e pregiudizi. L'opera paretiana ha avuto pochi seri conoscitori. Molto si è discuso per sentito dire sulle svwiate gazzette e- i-- vistuole. Queste serrate pagine costitui$Wno una uer1 presentazione spirituale )). G. Brindisi~ in « Bilycbnis "' giugno. G. PREZZOLINI PAPI N L. 6. Seconda edizione accre3ciuta/ GIUDIZI: « è il migliore studio critico su Papini ». « Critica Politica », 25 marzo. « Storia chiara e veritiera della giovinezza di un uomo che rimarrà, con tutto ciò che ha di buo:10 e di e~rttivo, una delle più caratteristiche figure n. <( I libri del giorno >>, marzo_ « Libro di fede e di responsabilità che rivela in Prezzolini oltre le singolari e forti qualità di stvrico della letteratura e intenditore di poesia che. da tempo tutti gli riconoscono, un'alta coscienza morale che informa O(pii suo giudizio e lo rende perciò degno di attenzione >>. G. Marane, in « Saggiatore», febbn;:io. « Ci pare ottima cosa aver ristampato e aggiornato il vecchio Papini prezzoliniano ». G. Cangale, in « Conscientia », maggio. « E certo quanto di meglio si sia scritto sullo scrittore toscano )). M. M. Martini. in « Le opere e i giorni», 1° giugno. « Questo studio si legge di un fiato. E un andante delizioso. È una prosa ben costrutto _che colpisce di primo acchit.o: piena, elegante, sicura». I. Giordani, nel « Popolo », 30 gennaio. « Il primo e più compiuto ritratto dell'attuale con• vertilo)). cc L'Ambrosiano», 1 gennaio. « L'autore deve aver fatto uno sforzo di volontà per giudicare con tanta serena obbiettività l'amico e il compagno di molte esperienze». cc Rivoluzione fascista >>. 25 gennaio_ G. VACCARELLA POLIZIANO L. 7. GIUDIZI: « Il fatto stesso che l'autore s'indugia anzitutto sull'opera umanistica e sulle poesie greche e latine del poeta t~scano, denota urt'acutezza d'indagine che oltrepassa brillantemente i limiti accademici della consueta esegesi polizianesca ». C. Mortari, ne« La Stampa>>,5 giugno_ cc Il Vaccarella ha illuminato il Polizicmo in una lettura attenta e talvolta anche un po' troppo particolare, con un metodo che si riconosce subito come /rutto dell'educazione crociana: lettura frammentaria e orientata a dar rilievo all'aspetto più concreto e più elementare dell'immagine )), L. Pignato, io « Sicilia Nuova )), 28 maggio. ,e Il V., oltre la forma tersa, cerca di farci sentire frementi, alcune nuove vibrazioni squisite e quasi religiose dell'anima del P. )J. ,e Conscientia », 2 maggio. (( Studio critico, acuto ed ori.ginale ... L'01Ltore porta nella di-samina dell'arte polizianesca fo sensibilità dell'artista e l'oculatez;;a del pensatore>>. <1 La Ser~ )), U m::igg:ìo. J< Poliziano ritorna ad essere studiato e non con i.ritenti solamente artist.ici, ma, come fa il V., con intenti umani ed è buon segno 110,i solo per la conoscenza personale dell'opera e della vita di irn grande artista. ma per la rivalutazione della nostra storia letteraria di cui p'oco o male in fondo si conosce i.l valore mnano, al di là di quello artistico. E il V. ha ragione nell'affermare che bisognerebbe cominciare dal ri,ialutare la letteratura latina, così. a torto oppressa sotto un giudizio formali.stico cui tutti si sono i.11 Italia e Juori, salvo qualche eccezione, acquetati )>. G. Costa, in « Bilychnis », giagno. PIERO GOBETrl Direttore responsn!Jlle. T•ipografia Carlo Accame - Torino.

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