La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 29 - 19 luglio 1925

• presentino una borghesia nuova ed eco11omieamenle attiva (e cc ne è pochissin1a), possano accamparsi da sole di fronte al fascismo. Sono anliqualc e a orizzonti limitati. Le posizioni-Lmitc della Opposizione sono indicale dai comunisti e dai repubblicani: i comun,isti vagheggianti una repubblica dd lavoro, e i repubblicani ori.enlaLi verso una autonoma co1nunità borghese. Per ragioni Lalliche da queste posizioni Lattiche ci si può ritrarre; forse ci si deve; ma esse restano sull'orizzonte conie i punt·i estremi e più nilndi dc1Ja lolla. Questa, così come oggi (' posta, non può avere che un obhicttivo: trasfonnare una econ_o1nia di monopoJii e cli speculazioni in una sooietà, operai~ e borghese insieme, di libertà e di produzione. È, in soslanza, l'innnutalo obiettivo d'ogni r.Uu1owunenlo profondo della nostra esistenza collettiva; ed esso fu così già niGdamenlc vatticinato: « Tutta la politica economica dell'Italia, così larga di favori ai proprietari di terre ed ai banchieri, si jn1pernia 11eJla coalizione della rendita e del rapita.le improduttivo. Le deficienze del nostro ordinamento bancarlo, come le esorbitanze del nostro protezionismo agTario, non cesseranno, se 11011 quando un ministro di genio avrà associato il LI\ RIVOLUZJONE LI'3ERALE capitale industriale col popolo in una alleanza <"0mpatla contro i banchiPri e gll agrari, o alnlf•no avrà jnfranla 1'a1lcanza di qucstj (·on quelli>,. Sono, andH· qucsL<", paro!(' di Ael,ille Loria: ,. !,Ono, atH'h'P%c, dl V<'ntiquc anni fa. N. i\llASSl\10 i<'OVEJ,. Quhte note Nano i:;iù <,tale '°'nillc flt1~111do .-,i a,utQ In ni-.i <1 tccni("a II del Mini-.Lero. Il scualorc Volpi ha 80l'ilitui1.o l'on. Dc Stf'foni, e l'on. BclJuzzo (: anelalo al pOblO dell'on. Nava. Queiila <'ri1-,i ha 5<"• guìto l'annunzio della << hauag 1ia del grano>> ,-hc drJvcva concludcrRi, <"OlllC qualcuno ha gii1 rid1ic&to, rJ <·ol ri1-,tahilimento JC'I dazio i.ul grano, o roJ fìi;samcnto <l'un prcizo politi<·o << rcmuncrati1,,o >_)ai pro• dullori grnna!'i a più nlLO co&to; in t·ondusionc, con una forma qualsiasi di JH'OLczioni!;mo. Altra « balla• glia» da portar a l~uon fine '! quefla della lira. Si altende dalJlon. Volpi la quadratura <li questo eircolo: la deflazione n favore dei consuniutori (più precisamente, di categorie a rc<ldito nsso) e l'c~pansione industriale a favore dei produttori. Quc::ilo f.::trehbe .il nuo\O « cido economico»; del quale è superfluo dire, e bi vedrù che 1-,irisolvcrì1 a vantaggio di quella oligarchia plulocralica a cuj l'on. Oc SLcfanj aveva fatto negli uilimi Lcmpi un po·, e non pili di un po', il viso dcll'tmni. t!en~ la (,f•r,11ania, f• Ja .Francia fJLHdla <lei Heno JWr protc~g,·r sè stesga; cd afT,-rmanclo <·IH· l'Ilalia sarchbf' SPHljJJ'f;: r:stala dominala miljtarmf'nlf' ,I.alla Germania, fit1d1è Lulla Ja Svjzzc.•ra 11011 ro'-:--<· f.itala f'rance<,c. JI La,,all,· vir·eversa avrehhc dr•,irle,rat() dw 1·11alia J1011 av<'ssr· d,ieslo l'aiuto della f'ran- <·ia napolf•<111i,·a: ,nenlre, nel tempo slesso r·ltP-non avn·htw voluto <'he Ja Pru{;;~ia ave&<-c 111a11LP1111lo1111a nf'11I raliti1 passiva~ jn_vocava f'llt' fo%<' spedita sul R,·no 1111·armata di O'-=· scrvazio11e, e propugnava una guerra dr;IJa Pru%ia <·011lrola Danimarf'a p<'r o<·rT1pan~ Jo Schlcs" i!!-Holst<•in. Anlh·ipa11do poi la politica hfamarckiana del '66 e irli eventi l,clJici dc] 19J8, re<·lamava a grall voce la distruzione deJPA ustrla a favore df'lla CcrmaJTia rrna e polente, ,11.alc l'a, rehbr voluta <' saputa fare Federico il Grande. Non meravigli dunque pili la sua amicjzia con J3ismarrk, eh-e da qncslo e:::asperato nay,jonalismo riceve nuova e pili <'hiara Jucc. Il successo del libro valse a porre ancor di pii, in luce l'ebreo di Breslavia, cd a far cresrere "i"I rumore attorno aJ suo nome. Lassalle era oramai l'uomo più popoJarc <lell.aGennania pre-hismarckiana: J'uomo po1-ilico deJ giorno come s'usa dfre ora. Lassalle e l'unità d'Italia Benchè vano quanto e pjù d'una donna, il rumore aveva finito per "infastidirlo; od a]. meno il rumore polfrico. Altro rumore cercava adesso, da aggiungere a que"Jlo suscitato dall'uomo più elegante, forte e bello della Germania. Gli allori dovuti agli eroi del pens1ero desiderava allorchè, metLendosi un po' in d.isparte dalla lolla politica, si raccolse per dare alla luce il suo saggio giuridico-storico s,d Sistema dei dùitti acquisiti, pubblicato 1il quale per riposarsi e per inc.ontrarsi con Gaòbaldi venne in Italia. L' anibienle e r epoc<t. I nostri padri hanno molto fantasticato sulla figura romanzesca di Ferdinando Lassalle, i] dandy ebreo, agitatore e socialista, adoratore e 1narlire dell'eterno femn1inino. Non erano ancora sorti Verlaine e Mallannè, nè -i socialisti e gli operai erano ancora in grado di vivere l'austera morale de] marxismo; così che i gesti ru111orosi erano ancora i più potenti e le figure in piena aria le più belle. La camicia rossa aveva ancora un profondo fascino sni popoli, quanto sui letterati l'aveva il ricordo dello scarlatto panciollo di Teofilo Gauti,er. L'effervescenza dei sentimenti escludeva ]a caln1a conten1plazione dei concetti; i sùbiti abbandoni seguivan agli echi delle eliane guerresche: i tramonti fulgi,di er.an seguiti da notti cli profonda tenebra; luce ed 01nbra, chiaro e scuro: i] quadro non aveva nu.ances. Il naturalisn10 non era ancora sorto ed il positivis1no era appena agli albori; nonostante il sarcasmo di Heine le ron1anticherie medievaliste e sa lanjcl1e erano più che mai di moda: lo stesso Bauclelaire, che in fondo rappresenta il momento di trapasso dal romanticismo al decadentismo~ vi navigava in mezzo; prin1a cbe Zola e prin1a che i russi, non ancora importati nel. continente, colla ]oro arte ci forzassero a guardare in faccia .al mondo e alla realtà, con occhi ben aperti e con cordialità. Bisogna una volta tanto render giustizia a~ positivismo e riconoscere ch'esso fu per 1101 una scuola di realismo politico e di u1nanità; alla quale imparain1no le prime nozioni dell'iusecrnamento liberale. Bi-sogna jnfìne rico- ~osc.e;e che il socialismo ha avuto bisogno d_j tale esperienza; che, malgrado gli errori a cui ha dato luogo, ha spianato la strada alla comprensione del marx-isu10. Se oggi si pu? parlare di quest'u]~in1? con più apertm·a cli mente, qualche \lo d1 m-:- 1·ito ya pure dato ai vari Ferri internazionali, che non cape1JClo han offerto iJ modo di l'ar capire. • . . In crrazia anche a loro noi poss1an10 oggi rfron1~re a Lass.alle con aniino sgon1bro del tutto da pregiudizi; senza timore ~hc_ il fa: scino del ron1antico agitatore soc1ahsta c1 p1·enda. Di fronte a "Jni P?ssia~10 con~ervare la freddezza che sepp,;, a1 sr:01 temp1 avere 1\1.a.rx, con in pil1 un più sdluppato ed fronioo senso d'arte. Non abbiarn.o rilegno a confessare che ci.ò che forn1ava l 'am1uiraz:ione dei noslri paclrJ, se1nbra a noi abbastanza àdicolo; e ciò che a loro se1nbrava bello ed aristocratico a noi sen1bra alquanto brutto e voJgare. Sopr~: tutto le forti Linte a noi dispiacciano: gh estremis1ni di questo snob che .rifuggiva da].·lo strino-ere ]e 111ani degli operai cl1e ele1 lnzzava ~1ei co1nizi, 1ne11Lrenon aveva ritegni ad accell;ate un 'annua vistosa pensione da una brutta. e vecchia cont~ssa che aveva difeso contro il marito; ]e jnteinperanze di qT1esto fiJisteo che nel tempo .istesso che sognava di diventare il diuatore delJ 'i1nminente rivolu_- z.ione, consigliava al vecchio pa~re eb1:eo jJ più utiJe invest!m'ento del propno capitale; le clebolezie rli qnest'uomo solo a parole spregiud,icato, 1na che nel suo intimo e~·~i tanto o-reU-oda promettere aHa donna per .:1. quali? \ndava a n1orire di abhirare l_a prop,·ia [ede, nella desiderata speranza di_P?ter una buona volt.a por fine ai suoi ch1elll nvoh~zj'Ol).aricou un 1natrimonio in piena ref!ola coU'an enen:.e figlia d'un dip'Jon1atico: reazion~irio. No" è che noi non comprendiamo la fi_- gura di cp1esL'ebrco quasi russo; 1na è pe1~che non sappi.arno trovarla interessante dal lato del pensiero, la spiegazione del 1:reamholo sjn qni protratto. Poichè per no~ Lassa~le è 1Jiù un problema del cosltune e lelterano, eh~ m1 m,nnewo della s¼l,·ia del pe 1si~o sociaJista; che ha se111pre seguito molto a margine i11quantoc11è 11011lo sentiva e non ]o cao"iv.a. Egfi eTa infaui niente di pil1 che nn democratico. Di più: ]a sua concezione paternalistica cleHo Stato sovvenzionatore del1e cooperative operaie e~ delle organizzazioni sindacali è appena appèna u1nanitarisn10, anche se paludato dei mistici colori della filosofia fichtjana; quanto è umanitarism.o ].a sua fa1nosa << legge bronzea dei' sal.ari », che non a torto il l\1arx fece riSalire al suo vero creatore, al Mahh ns. Ma si veda in ciò un 'espressione della razza, anche se per caso- e per estremi esso un1ani.t,arisn10 può essere agganciato alla con- •cezione " papale» della vita. Chi può dire infatti che non abbiano entrambi origine dalla stessa 1natrice, e cioè dalla concezione . teocratica e monoteista delJa v-ita umana e divina? Certo 111enano entrambi alla schiavill1 del singolo, al Moloch collettivo ed allo stato d'anin10 che da ciò deriva: ragione per cui non è da esprirn.er 1neravigl1a ~e ad un dato rnoo1ento Lassalle è andato incontro a Bis1narck; se il deinagogo di Breslavia s'è 11atLualn1ente Lrovato s1rl1a stessa strada del Cancelliere i111periale. Non poteva non essere tntto ciò da] 1110111ento che ]a logica è H vero fato; e dal 1nomento che non alla volontà individuale erano affidati e il benessere e la libertà,· 111a allo Stato che doveva distribuirli e moderarli nell'esplicazione delle sue prerogative d~ mode1·atore e di pe.dagogo. Si veda pertanto in ciò la riconferm,a . di quanto già il Wei.rringer ebbe a scrivere sulla incapacità ebraica alla vita inclivi•duale e libera; e si ra-vvis:i nella concezione paternalistica lassalliana e bis1uarckiana dello' Stato, l'espressione tipica clell'antiliberalismo e del- ] 'antiprotestantesin10, nonchè la rivivescenza del 1111issionarismo ebraico nel predicato uazionaJisn10 prussiano-socialista, tanto del Bjsmarck che del Lassalle mutualo dal Fichte. Poichè non va din1enticato che Lassalle era prin1a di tulto nazionaltista e che se per noi ha ancora un po' d'interesse l'ha pe1· ciò. Non poteva de] resto non esserlo chi in gio- \ientll scrisse: <( Io credo fermainente che il caso o la Provvidenza mi strapperà dall'ufficio per lanciarmi su una scena_ dove io potrò agire. Confido nel caso e nella ferma volo11tà cli potermi occnpare più del1e Muse che dei libri mastri e dei hrog]jazz·i, più dell'Ellade e dell'Oriente che dell'indaco e delle barbabietole, più di Talia e dei suoi sacerdoti che dei trafficanti e dei ]oro con1Tnessi >>. Queste parole so)10 quelle che nattu·almentc sgorgano dalle labbra di un atlore da natura confonnato al falso e<l ;:d scenografico; tale .infatti fu e rimase il Lassalle lelleralo della politica, sociaHsta per n1odo di dire e naziona]jsta, spregiudicato e filisleo, palen1a]ista e repubblicano, romanti('atnente sognante un regno da donare alla donna de] cuore! Come ta]e, f'ioè, in qua1110 letterato e ro1nantiro, eg·!~amò G-ariha-ldi e l'Italia e s'appassionò <d sno riscatto. Lassalle e Garibaldi. La printa espre~sjonc di sintpatia per 1a no~tra patria egH J"ehbc nel ] 859, nei mesi imn1edialan1cnte anteriori alla nostra entrata in o-nerra contro l'Austrja, L·opusco!o che ù1 qucl.I'occ:asione scrisse: La guerr<t dell'l~alia e il conivilo dP-lla Prnssia; 111wvoce della cleniocra;Ut, ebbe molto succeso e fu n1olt<J discusso negli ambienti politici e rivoh1z·ionari deUa capitale prus5iana. ì\'Iarx ed En:rels ,·i si dichiararono contrari; anzi quesL'ultimo pubblicò un. opuscolo: Po e Reno, nel quale sosteneva tullo il contrario del L. chiedendo che l'Austria a\·esse .avula la ]inea del 1\finc-io per prole~- È utile vedere che i I L. non era come è] Proudhon e come Marx radicaùnente contrario al diritto di successione come tale, ma so]o in quanto il detto diritto nm1 aveva i caralteri di volontaria disposizione del defunto conforme alla religione famigliare ro1nana dei Mani e dei Lar.i; in quanto cioè era una sernp]ice trasmissione di berti. Prima di giungere in Italia s'incontrò a Lugano con_ Carlo Cattaneo. TI vecchio repubblicano federalista gettò molta acqua s1ù caldi entusiasmi del Lassalle dipi11gendogli l'Italia e Garibaldi coi crudi colori della realtit. Ciò n0n ostante volle ugualmente recarsi a Caprera per esporre al Generale il suo piano d'invasione della DaLn1azia e conseguente su1etnbramento dell'Austria che doveva essere il segnale e la conseguenza del moto rivoluzionario che il Lassalle sperava d'iniziare per propagare aJ.la Gern1ania e determinarvi l'unità e la repubblica alla presidenza della qua]e si era già· figurato. Il diniego cli Garibaldi fece sbollire le velleità dittatoriali dell'ebreo di Breslavia. Disilluso ritornò a Berlino, e inconsciamente si 1nise ai servigi di Bisn1arck, n1ediante le sue prediche filosofiche sul Fichte e sul Lessing. Questa della filosofia era ,ma malattia di ritorno, avendo avuta la sua prin1a ma1ùfestazione coll'Eraclito: un saggio che fu molto discusso e criticato quale un'interessante applicazione della dialettica hegeliana, fatta sboccare, dapprima nel Logos universale che fu dal Lassa!Je identificato e col Fuoco e col divenire! IVIiraco]i. d-eU'anima ebraica che si compiace di vago lare nel1'indeterminato ! L' agit;ator e socialista e il pensatore politico. Non sfuggendo arl nna e< fatale>> esperienza letteraria vera e propria colla trag-edia Francesco cli Sich.ing('n, un aborto che 1norì non ancora nato, a] Lassa11e non restava onnai che tenta1·e di lasciare nn 'in1pronta nell'eco1101nia politica e nella storia: !e disf'ipline allora fiorenti; dopo che gli operai tedeschi l'avevano proclamato Presidente delJa loro associazione. Per essi stese "il Progrmn1na operaio, .il documenlo politico forse più in1portante dell'agitatore tedesco, inquantochè in esso ha fissati i tenn:ini program1nat'Ìci del suo socialismo di Stato. SuJJ'esen1pio de] Fichle e jn concordanza con quanto il Giobel"li chiedev,a dopo il 1850, it Lassalle a,-rebbe voluto che lo Stato avesse protetto ]e cooperative operaie 1nediante f-ina11zia1110ntie sovvenzioni, in obbedienza ai suoi caralte1·i edtLcaLivi ed etici. L'astiosa polemica collo SchuJtze-Delilzsch forzò il Lassalle a chi.a1·ire ancor 1neglio il suo pensiero che risultò sempr~ più un 1ni,tn cli panteismo iélealistico e di paternalismo, mirabi11nent.e inL1uadranlesi nella concezione autoritaria bisnrnrckiana e nella sua sfera rii azione, alla quc.:de doppiamente servh·a, in quanto non solo rol suo messianismo assopi1·a Ja resislenza operaia, nia colla s1u1lotta contT0 i1 progressisti (i liberali) .niutan1 il CanceJLiere .a getlarc il dlscrcdilo sulle isLituzioJ1i costituzionaJi. Vad sono gJi scritti - tutti brevi - c~·i questo periodo. I più _-ir11porta11Lsiono: la ~ Risposta agli operni <lei 1862 ccl il suo clis,·orso sulla Filosofia della storù,. poiché nel pù1110 enunciò Ja sna ·iegge bronzea _dei salari, f' nel secondo stabilL partendo dal n1e119 di,w"o: k ep<Jr·he traverc:o ie 'Jliali f- dovula pa~-arr~ f' dovrà rontinuare a pas..<-areJ'uman_ità p~r an·ivanJ aJla "Ua r·omp1f-ta n~dPnz,one. t n{Jt,, d1t• la prima Jr-µ-~,, la fJUa!e daJJ'auloJT i· 5,tat.a enun<·iala in 'f.LIP'.'-to: r, 11 ~alario noJJ d";V<Jabba,'3argj al disotto rli r;jiJ che r· nc,•pr.c,,a1·i(J aJla ..u. ,.<-is.tenza delJ'oper:1i0 r~ della .-,ua fami~]ia ,,, non ;. dJe la paj·; '';-a5i df:I pr~u~jenJ mahlllhiano~ <•ùrn~ebbe a •eri1,(>J·:.di l<, "Lf'S'"'<> "\'farx; mentre Jo ~chema deJJa sua r·onfr-rr,nza snlla Filosofia dPlla .~tori.a ,10n i r-/u; un rimp.aq,, dell'analoga filosofia dello Ife;,el r·on q11ella r·he jl \'Tarx e l'Engels ave- \ ano da non molto mesbo ·nel ]oro Ll!lanifesto dei Cornunù;ti. Di nole-voJe e di diverso non e··( .. r·hc u11 µradualigmo i~nùtO ag.Ji autori del ·\1onifesto quanto naturale al riformlsta ( paternali,taJ La0 salle. C)ui &i può dif'f"" r-he finjs<'.a la sua azjonr· poljljf'a~ pojf'!,i; (JUeJ rhe avveune dopo, eiof'" la sua lra:ti<;a morle in due]Jo per una donn:l. 8i riferi~r·e del tuUo aJla i;ua corr,plessa ps·icologia, 1wr spie;_!are ]a quale ahbiamo serino le righe introduttive di quest'articolo. A conC'lusione noi potremmo dire <;he Lassallc non fu soltanto un easo dj psicoJogb, ma fu Fespress-ione crepusco]are deJ dramm~ dj una generazione e di un 'epoca ancora in1 possibilitata a trovare il proprio equilihr;o in un sistema di pensiero e di vita con.senlaneo aJ suo intimo desiderio; se proprio non vogliamo col Weininger vedere nel Lassalle il dramma d'una razza negata aUa pienei:za vhale ed alla virile Jjberlà. Invero tutta la psicologja del LassaUe ; femminea, quanto il suo pensiero è nelPintimo ebraico genuino: il caso potrebbe servire d'esempio, bisogna convenirne, a chi volesse alla lettera accettare le conclu.sioni del filosofo v:iennese. Per conto noslro non ci µronunciamo per lasciare a"!1ettore la più ampia ]ibertà di giudizio. ARM,\Z-DO CAHl,U. MassoneeriaCarboneria Molti studiosi ciel Risorgjmento si piccarono della ricerca delle origjni della massoneria e della carboneria. IoLesa la 01asso11eria come setta segreta abbiamo detto sop·ra che Je origini delle medesime si confondono con quelle del cristianesimo. Alcuni hanno, tenendo calcolo dei riti della medesim..a, voluto trovare in essa un periodo di setta corporativa~ per considerarla come origine delle corporazioni medioe,·a1i e anche con sforzo violento del moderno sindacalismo. Ci è impossibile qui chiarire (lo fareu10 in un nuovo studio) come lo spirito corporativo (spirito gerarcbjco) sia ben cliYerso dallo spirito egualitario e associati,·o del sindacalismo moderno. L'aspetto esteriore ha potuto erroneamente far ritenere ciò. E ciò sembra confermalo dal fatto che nel periodo mediom·ale le origini della massoneria possono rintracciarsi nelle corporazioni mu.ratorie privilegiate: di q_ue1le corporazjoni famose sotto il nome di nuiestri comacini; ma si tenga presente che esse eran corporazioni conservatrici del simbolisnio misterioso {per 1nantenere il privilegio alle costruzioni edili sancito da leggi. Vedi MURATORI, Rer. !tal. Script., leggi l.J-4 e 145) che originò poscia il pseudo-c,ùto presiedente alle cerin1onie massonfrhe. È quindi cl.alle sètte segrete simboliche che la Massonerla trae origine, non dalle vere e proprie corporazioni di n1estiere che nulla curarono il simbolismo: quelle privilegi.ate: con1e le dette dei niaestri conuìcini, si fondavano su di esso e s11lle pratiche segrete per rafforzare l'autorità 2:erarchica che ne era jl principio essenziale ..... L ~attna]e lVIassoneria ebbe origine perciò secondo il Dito (Massoneria e Carboneria. Torino, 1905) nel 1703 ne1ln decisione della Loggia di S. Paolo in Lo11.1h. a con la quale: <( i privilegi deDa ì\1assoneria non sarebbero sLali d'aDora -iJ1 avanti un diritto esrlusivo dei 1nassoni costruttori. Persone appa1tenentj a qualunque ceto e a qualunque prof essione avrebbero ottenuto il diritto di goderne, purchè regolarmente approYate ed iniziale nell'Ordine>). Questa décisione mutò radicalrnente lo spirilo della società pofrhè essa passava da sètla segreta, o casta chinsa quasi ereditaria, a confraternita con più atnpio respiro e indinzzo; questo però 11011 le faceva abbandon,are il segreto clie per secoli .l'ave\a difesa e rnffo1·zata: segreto che era nna necessità dei ten1pi stessi. La lVjassoneria si prefisse lo scopo de]]a ri1renerazione òell 'uomo e <lena società u111ana ;ge,·olata dalle nuove concezioni filosofi.eh~ de.l tempo. 11 bisoguo cli allargai-e i quadn • dei membri della Confraternita le fece perdere il principio assolutista e gerarchico ch1! fino allora , i aveva presieduto e portò la I\Jassoneria nelJe lotte poUtiche, ove essa :,:i sviluppò enonne1nente attuando i n10Li li~eralori dcli.a società mnana e creatori della ciYilL~1111oder11a. La 111oclernnMassoneda dalrlnghilterra si sparse ovunque: nella prima 1netà del secolo XVIII essa ave,·a logge in tutto il mondo civile e fu quindi in Italia originarian1enle t1·importazio11e- ~tr.an-icra. In que-:i tempi dif- ....

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==