La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 42 - 11 novembre 1924

\ LA RIVOLUZJONE LIBERA:.E lil • Degli ultimi casi di... Romagna PARLAR LIBERAMENTE •.•Concediamo pure vi sia pericolo a parlar Jiberamente, pubblicamente e moderatamente degli affari uostd i11casa nostra. Dirò allora che questo pericolo si deve iucontrare clall 'uomo virtuoso e cli onore, pel proprio paese, come i11contterebbc quello della mitraglia quando la necessità o l'utile della patria lo domandasse. Dirò d1c il pericolo che s'incoutra per la giustizia non deve trattenere dall'adempiei-la. Dirò d1e ti coraggio ci,·ile non è inferiore al valor tniliL.1re, a quello delle congiure e delle sommo~c, cd <: talora più opportuno, più applicabile a tntte le circostanze, meno incolpabile dalla mak,·oglie1n.a .... Dirò finalmente che, se una nazione non si cura de1la sua indipenden7..a, 11011 de\·e muovere uè rivolu1joui nJ lamenti: se se ne cu.ra, la desiclc:ra e la cerca1 deve saperla merilare.. E si merita col dimostrare che quella prepotente fo17,a che ha saputo materialmente sottomettere la nazione, non ne ha sottomessa la Yoloulà, chè in ciò soltanto consisterebbe la vera tlegrada7..ioue. Si merita col mostrar \·irilmente utilmente e tenacemente questa volontà, sempre e i11 tutti i modi possibili. Si medta col pertinace studio d'ogni individuo per dotar lo stesso della maggior foT7-a morale possibile. • Si merita 1 finalmente, colla \·irtù degli opportuni, de' lunghi, de' grandi sacrifiz.i. E noi italiani possiamo forse alz.ar la fronte, metterci la mano sul petto, e dire a Dio ed agli uomini : Ce la siamo meritata? SI DOMANDA UN PO' PIU' D'ASSOLUTISMO lo ho accusato d'ingiustizia il governo papale. Suppcngo che egli interrogato, dica: - Che cosa dunque debbo fare: - Io gli darò m1a i'isposta alla quale forse uè esso nè il lettore s'aspetta: gli domanderò cosa che non parrà indiscreta, gli' chiederò per i suoi sudditi la grazia d'essere Un po' più assoluto, un po1 più dispotico di quello che è : anzi d'esser go\·erno ,·erameute assoluto e dispotico, eh 'egli crede essere~ non è. Yi sono ... due Yie d'esercitare approssimativamente, dirò così 1 il principato assoluto. Una illusoria pel principe stesso; l'altra reale, per q;ianto lo può essere nelle condizioni della nostra natura. La prima consiste nel fa!' fare ad altri quello che non si può far da sè: cioè nell'investire altri cl'una porzione della propria autorità onde l'eserciti a sua dis'Crez.ione. 1\1a questo è modo, 11cn d1esercitare il principato assoluto, be.usi di spogliarsene. Questo è modo usato in terra di Turchi, ed anche colà vien meno a misura che vi cresce e s'estende la ci,·iltà; ma non vien meno però tra i Cristiani, e più particolarmente ... nello Stato papale. Questo è modo più d'ogni altro rovinoso pe1 sudditi e pieno di pericoli pel principe, il quale non comanda, come abbiamo osservato, e non ha perciò i benefici dell1impero, ma ne ba invece tutti gli odi e le responsabilità; ed ove gli uomini investiti da lui del potere abusino, incontra necessariamente o taccia di crudele, se non li corregge, o di stolto e poco avveduto, se correggendoli confessa implicitamente di non aver saputo scegliere e conoscere i suoi ministri. Perciò o disprezzo od c,dio non lo può fuggire. Dunque un cotal modo d'esercitare il principato assoluto e pericoloso pel principe, ed inoltre illusorio, ed il principe che lo segue crede essere assoluto e nCfllè: e la sua autorità è meno ubbidita di quella del so~-rano dello Stato più democraticamente rappresentativo del mondo. Resta un altro modo, il migliore, il solo praticabjle, il solo non illusorio. Questo modo è semplicissimo, e consiste in ciò: che il principe, di suo proprio moto e autorità, e per ispi1·az;ion divina se vogliamo, chè non. cerco briga sulle parole, decida una volta quali siano i suoi \·oleri, li traduca in altrettante leggi, le promulO'hi e d·ica ai suoi sudditi: dal maggiore alf'in- ;m~ tu.tti le do'Vete egualniente 1.ibbidire. Domando ai romagnoli se non preferirebbero ubbidire a leggi buone o cattive, ma stabili, senza ecce7..ione di persone, uguali per tutti, piuttosto che all'arbitrio de' loro monsignori, legati, dee-legati, delegati, o che so io? Domando se non vori:ebbero (essendo pur sudditi del papa) ubbidire almeno al papa, e fosse il suo principato più assoluto che non è, anzi veramente e realmente assoluto. PROTEZIONISMO • CARO VITA CARO GOVERNO. J l sistema proibiti \"O inceppa 1 'esportazioue e l'importa7..ione con gabelle esagerate, rui l'i~~- ranza. dà nome di protettrici: con stolte pr01b1zioni, colle quali, inveee di favorire l'industria nazionale, si fa,·01isce non l'industria ma il monopolio di pochi, si limita il lavoro e la produzione, si provoca il contrabbando, fonte d1 cornt7..ione e d'immoralità. L'effetto cli questo sistema è di far pagare ai sudditi tutti i generi che consumano, più cari del loro prezzo reale, a danno loro e dello stesso erario ed a profitto d'alcuni pochi: in una parola di impoverir tutti per arricchire qualcuno. Parlando in generale, più le derrate sono cattive a questo mondo, più si ba.uno a buon m~r~ cato. Ma non cosi è dei governi. Più son catt1v1 e più costano. E lo sanno i sudditi ... pontificii, ai quali locca pagare non solo quel prezzo, sia par elevato quanto vogliamo, che deve pagar ogni popolo per esser governato, ma son costretti a saldar alla cieca i conti di un improvvido sistema che li rovina, son costretti a mantenere un'annata cl' impiegati inutili (fossero soltanto inutili!), di doganieri, finanzieri ccc. Son costretti a pagar grassamente alti minfatri, spesso . forestieri, che occupano cariche, alle quali non possono aggiungere i comuni cittadini se non entrando.. negli ordini sacri, abbiano o no vocazione a questo augusto ministero. E le cariche poi alle quali possono esser nominati anche i laici, come goveniatori, giudici, presidenti di tribunali ecc. sono invece troppo mal retribuite, onde possan le persone civili ricavarne un onesto so5tcntamento alle loTo famiglie. M.a di tutte le spese del governo la più dolorosa ai popoli è quella dc' mercenari svi7..zcri. Non pa,~lo della guardia svizzera dei palazzi pontifici, troppo poco numerosa per esser •ii peso allo Stàto, ma parlo dei reggimenti svizzeri che offffrono lo spettacolo doloroso, e strano ve• ramente ai nostri tempi, delle antiche compagnie di ventura. lo che conosco ii piccolo esercit:o pontificio, al quale per essere ottima truppa non manca c;;e non un comando ed una direzione veramente militare; io che conosco in esso uomini pieni di onore, di generosa e ardita natw·a, ed eccellenti ufficiali, e li vedo in fila con codesti svizzeri pTeferiti a loro e meglio trattati di loro; io nato (mi perdoni il lettore se alla cosa pubblica ardisco frammischiare parola d'affetti privati) di tal pad1·e che, in un esercito ed in tempi ove l'ardire e l'onor ,militare non erau cose rart>, n'era tenuto mcdello; ,io memore de' suoi insegnamenti e de' suoi onorati esempi, memore della viri! fortezza d1una madre che godeva e ::.i vantava d'aver tre figliuoli nell'esercito, ove tant'altre n 1avrebbero pian lo e tremato; io educato a tale scuola, mi sento ribollire il sangue al pensiero dell'onta cbe son costretti di sopportare quei sold3ti italiani! Io fremo del giusto sdegno di quei soldati italiani, io. mi rodo dell'onta loro. Kon sa il goferno papale qual tesoro d'odio (e Dio voglia non sia di vendetta) gli s'aduni contro tra i popoli e nell'esercito per quella sua . maledizione dell'armi mercenarie e straniere, che sarebber assalite e certo disperse da' RbmagnoJi, se non sapessero ch'esse sono l'antiguardo clelPAustria, e che scompariranno il giorno ch'essa sia tolta dal guardar loro le spalle; perciò inutili ora ed allora, inutili in un caso come nell'altro. 1\Ia che dico inutili? Esiziali ai popoli come al goyerno, al quale sono non lieve occasione di rovina economica, di predilezioni e d 'ingiustizie a danno delle truppe nazionali. Sono incredibili le spese che costano codeste genti, la loro insaziabilità, il loro continuo chiedere al governo, e più incredibile la dappocaggine di questo nel!' accondiscendere alla loro itlgordigia. LA COSA PIU' TURPE Ma un altro più nefando.ordine è in Romagna, un'altra tenebrosa e scellerata potenza, invisibile a tutti gli occhi, che tutti j cittadini in ogni luogo, in ogni momento della vita, si sentono al fianco vigilante ed apparecchiata a loro danno. Il lettore a questa .parola ha già pronunciato la parola polizia, ma il lettore s'inganna. le parlo di cosa più turpe, di una nefandità più nuova, più rara 1 anzi sconosciuta affatto a tutte le nazioni civili; parola di cosa della quale non oso, non voglio accu~ar il govcn101 e che pure, non si può negarlo, egli conosce, sa che esiste, e non ne lava Pinfamia nei luoghi ove gli è concessa ogni podestà. E' in Romagna una generazione d'uomini vile oscu.ra, di rotta e scellerata vita, resa all'ozio. a! bagordo, alle risse da taverne, che si grida devota aI papa, al suo governo, alla fede, all;J. religione, e con questo vanto si tiene sciolta d'ogni freno, di ogni legge, stima lecita ogni violenza (forse la stima meritoria), purchè sia contro uomini che professino altre opinioni dalle sue; lo che, come ognun vede, è lo stesso che dire contro chiunque le sia odioso o nemico. Questa mala razza, profittando del continuo terrore che è ne1 goven1auti, si combina in conventicole oscure, e vi prepa.r;JJ supposte congiure, delazioni e peggio, vendette ed assassinii. In Francia all'epoca del Terrore fnrono uomini simili a rostoro i Nlarsigliesi, e furon la vergco-na di que1l 10rdine cli cose, la macchia de11a bandiera tricolore, 1'onta della causa della :ibertà; ma eran tempi di transizione tra estremì opposti, tempi di ebbrezza, di scatenamento universale; eppure chi oserebbe scusare le ingiusti. zie le violenze d'allora ? :Ma nella nostra efà, oggi, ora mentre scrivo, pensa.re che tutto ciò accade e può accadere, non i11 paese sciolto d1ogni freno ed in piena rivoluzione, ma in paese retto in nome di Colui, del quale sta scritto che amò gli uomini sinn a dar la vita per loro; pensare che ciò non sia favola, sogno esagerazione di parti, ma cosa, per dis~ grazia dell'umanità e della religione 1 vera pur troppo e rea.le, è tal idea, che la mente umana non la sostiene, è idea che ti farebbe dubitare della luce: del sole, e ti mette in cuore vera desolazione. GIUSTILIA RIVOLUZIOSAIHA C"seiamo eia quc.~t.e abomina7..ioni : ma, pur troppo, mi tocca ad entrare in cose non meno turpi 1 comunque 11011 di così so/4za lordura. J!arlo dc' giudizi, dell'inquisizione politica af1 fidata a Commissioni straordinarie, non vinco· late da uessun ordine legale di procedura, e cou illimitata autorità nelle condanne. Le tu.rp1tuclini e gli assassinamenti di cotali commissioni si ra."iSOmigliano e sono pad in tutti i tempi e in lutti i luoghi dove vengono acloperate; percht'. le medesime cause produèono per tutto e sempre i medesimi effetti, e perciò oramai di comune consenso delle persone oneste sono \·enute istrumento soltanto di violenza e di vendetta. L'esperienza ha moslrato che i ribaldi i quali accettano di sedervi, o sappiano la mente .Ji chi li ha posti a quell'ufficio o l'indovinino, cercano e voglio11 colpevoli e non innocenti; sanno che ad ogni condanna salgono in grado presso il governo, mentre l'assolvere gli farebbe calare; sanno che i più saldi gradini della scala dei premi, degli onori, sono per loro i corpi delle vittime, innocenti o colpevoli poco importa. Combattere ed infamare cotali scelleratezze sarebbe per a\·ventura cosa vana e superflua in ogni paese ch·ile, ma non lo è pur troppo in Italia, e giova, ad estirpazione totale di cotal peste (onde se ne vergognino se non altro, quelli che se ne vorrebbero valere), entrar nel doloroso racconto de' 1 fatti cli codeste commissioni, e a questo effetto narrare i casi cli Romagna sin dal '49. IL GIUDICE OCCHIUTO Un nobile e generoso atto venne a consola.re l'univers(!le nel lutto di queste dolorose vicende, se tanta lode è dovuta all'adempimento d'uno str~tto dovere. E' costume delle Commissioni affidar sempre le difese de1 rei a persona di 1010 fiducia, ed in quest'ultimi casi ne fu dato il carico ad Ulisse Pantoli, avvocato di Forlì, di nota fede al governo, che si stimava a\"1'ebbe prestato mano al• le intenzioni del tribunale. Ma nell'animo onesto dell'avvocato potè più !'aperte_ verità e la giusti7..ia che lo spirito di parte o l'amor del guadagno, e si fece calde, e diligentissimo difensore di quegli sventurati, sino a distruggere del tutto con salde ed evidenti prove l'accusa. L'onorata e virtuosa temerità di quest'uomo dabbene generò contr 1esso nell1animo del cardinale e de' giudici odio fierissimo, cbe si fe palese con perquisizioni, sottrazioni violente di carte provanti 1'innocenza degli accusati, ed in ultimo gli fu data Ravenna per carcere, finchè la sentenza tornasse ratificata da Roma. Libe.· rato alla fine sì dice sarà sospeso da1l1ufficio che ba in patria di supplente al giusdicente civile, e dall'esercizio della sua professione. LA DIFFICOLTA' PIU' FATALE Al PRINCIPI La Romagna e I 'intero Stato si mostra tranquillo, e può dirsi cli lui quello che fu detto della. Polonia.: LJ ordre règne à Va-rsG1Jie; ma non prendan lo scambio su questa tranquillità. Nou l'otterrà Yera nè durevole il governo del papa co' nttovi tribuuali di Sacra Consulta ... : noù la otte1Tà col tenore delle carcerazioni chE trova tale, quando si considerano le cause che alla lunga l'hanno preparata. Bensì più la prepaiazione i: stata condotta da lungi, con lentezza e pruden1..a, più sicuramente e repentina· mente e poi riuscito il fatto che doveva esserne il compimento e l'ultima conseguenza. Cosi un grand'albcro cade abbattuto dall'ultimo colpo di scure; ma questo co1!XJ, per quanto valido, a che avrebbe servito, se non era preceduto da altri mille? L'arte del maturare i disegni e prepararne la rius<:ita, l'arte di murar la casa, ad un mattone per volta, principiando di dove si deve principiare rlai fondamenti, non la cono:-;damo noi Italiani. Eppure senz'essa non si ta nulla, c. 1 'abbiam provato a nostre spese. li coraggio delle congiure, delle somm06S<:, il coraggio fisico, per così .<lire, e manesco, l 'abbiamo noi Jtaliani, come tutti gli uomini d'immaginazione e sangue caldo. Ma ci manca, o l'abbiamo in minor grado, il coraggio morale, il coraggio civile. A queste, a raccomandarlo, a dirlo il più utile, anzi 11 solo, per ora almeno, veramente utile, il solo necessario tende tutto il mio ragivnamento. Protestare contro l'ingiustizia, contro tutte ]e ingiustizie, apertamente, pubblicamente, in tutti i modi, in tutte le occasioni possibili, è, a parer mio, la formala che esprime la maggior necessità della n05tra epoca in Itali.a, il me-a..o più utile e di più potente azione quanto al presente. Quando in una na7..ione tutti riconoscon giusta una cosa e la vogliono, la cosa è fatta; ed in Italia il lavoro più importante per la nostra rigenerazione si può far colle mani in tasca. Le vie aperte al coraggio civile, i modi del protestare sono infiniti, e non è mio disegno proporli ed esaminarli uno ad uno in questo scritto. Soltanto dico che quanto maggiore sarà in Italia il numero di coloro che pubblicamente e saviamente discuteranno le cose nostre, che pro. testeranno in qualunque mcdo contro l'rngiustizie che ci vengono usate, tanto più rapidamente e felicemente progrediremo nella ,ia della rigenerazione. Questa congiura al chiaro giorno, col proprio nome scritto in fronte ad ognuno, è la sola utile, la sola degna di noi e del fa.vore dell'op!- nionei ed a questo modo anch'io di gran cuore mi dichiaro congiurato al cospetto di tutti; anch 1io a questo modo conforto ogni buon Italiano a congiurare. MASSIMO D'AZEGLJO. Abbonamenti 1925 O_qnianno tra novembre e dicembre Rivoluzione Liberale raddoppi.a i suoi abbonati. Ci a//idianw agli am:ici perchè quest'anno la tradizione venga felicemente superata. , Ormai la nostra rivista va diventando la più inesorab·ile e vigorosa bandiera di intransi_qenza e di serietà politica; che noi siamo nel vero che la nostra battaglia sia seguìta è di?7w,strato luminosamente dallù tiratura triplicata in un solo anno. Chiediamo un'altra conferma ai lettori: ognuno c·i trovi almeno un nuovo abbonato. si moltiplicano tuttora in Rimini e nelle Legazioni ... • non l'otterrà col moltiplicare a propria .. guardia le baionette mercenarie, come si dice intenda ora di fare : ma l'otterrà colla giusti- . .. Chi ci trova un nuovo abbonato riceverà in dono, se lo richiede mentre spedisce il ,,aglia zia, colla carità, col perdono, eh 'egli predica, e non vuol praticare : l'otterrà coll'osservare una \·olta la santa legge che insegna, l'otterrà collo scendere agli onesti accordi, che chiede a lui l'opinione dell'universale. L 'eÌà "nostra è acerba ai principi ed aspra di ostacoli e difficoltà gravi;;sime; ma la più fataleper loro sta nel non voler conoscere quella moltitudine che s'agita impaziente alla base dei loro troni; nell'ignorarne i pensieri 1 i desideri, le necessità, le forze, o forse nel credere d1 poterle sprezzare, Non v'è principato, non autorità al m.Jndo1 che possa star su altra base cbe su.li' opinione, sul consenso dell'universale. Unico legame che impedisca l'umana società di dissolversi è l'idea di un diritto ammesso da tutti. I diritti dell'Impero nel medio-evo ed il diritto divino hanno servito di cardini al mondo finch~ i1 mundo ebbe lede in loro: ora questa fede è spenta, e nessun potere umano la può' oramai ridestare. Alla antica fede in que' diritti n''è succeduta una nuova : la fede nel diritto comune. I primi ad abbracciarla, come tutti i nuovi credenti, son trascorsi ad eccessi com battuti da eccessi contrnri: e questa è l'istoria dell'età nostra da circa sessant'anni in qua... L'idea del diritto comune, purgata da' contrari eccessi, è fatta universale oramai; è l'opinione di tutti j e l'opinione, l 'abbiam detto, è la vera dominatrice del mondo. Non pensino i principi poter venir seco a battaglia ed averne vittoria. UNA CONGIURA AL CHIARO GIORNO E' cosa tenuta innegabile da tutti, che le grandi mutazioni negli Stati, tendano esse ad ottenere l'indipendenza o la libertà, non mai sono succedute nè posson succedere per via di passaggio rapido e repentino: e se talvolta la mutazione appare rapida, non è in effetto nè si I Hebbel AGNESE BERNAUER • . . Preghiamo gli amici di rinnovare l'abbonamento, Chi lo rinnova prima bre riceverà in dono (a richiesta) : Fiore sollecitamente del 15 dicemEROE SVEGLIATO ASCETA PERFETTO o altro YOlume di nostra edizione, dello stesso prezzo a scelta. ... I nuovi alibonati del 1925 riceveranno anche gra• tuitamente il Q:iornale da oggi al 31 dicembre corr. * * * A partire da dicembre Rivoluzione Lib&- rale dedicherà una pagina alla Vita. Meridionala. Tale rubrica sarà inau_qurata con Wl. numero speciale dedicato alla questione meridionale alla quale collaboreranno oltre i nostri consuet·v scrittori di cose meridionali tutti i tecnici della questione. • .. Insieme alla 1J7opaga:ndaper gli abbonamenti gli a1n<icici aiutino a flrovare 1J7enolazion:i:alla prima serie dei Quadern~ della 'Rivoluzione Liberale (Lire 55). Chi ci trova 5 1J7enotazioni ai Quaderni ri,ceverà gratuitarnenle la Rivoluzione Liberale per il 19!i.5. Uscirà in Dtcemlwe : IL BARETTI Rivista quindicinale di letter11tur11

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