La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 13 - 8 maggio 1923

56 LA RIVOLUZIONE L1BERALE Documenti triestini (I) I. Caro ~{ me11dola, \'OJe, o scriverti aricb 'lo perchè il momento o almeno il ·pcnodo che si inizia è .importantissit.no per Trieste. , Tu sai il mio punto di ,·i sta sull 1irreùculismo: co11Yinto che noi italiani dell ':\ ustria 1 po~siamo per ora, finchè dura la costituzione austriaca tep desca-sl:n-a, difenderci da noi contro gli slavi, iu margine del suo grande conflitto dnalistico, ma aiutati da esso, ho sempre afiermato che la questio1:1etriestina bisogua considerarln sempre rlal punto cli ,·ista dell'interesse dell'ltalia. Fiuchè duuqne 1' Italia doYeYa assicurarsi contro la Fra11cia e Inghilterra la sua posizione mediterranea, do,·e,·a stare assolutamente nella Triplice, e, ogni giro di ,·altzer le é costato molto caro. Fare in quel tempo dell'irredentismo voleva dire: render più diffidenti_ i rapporti italo-austriaci, inasprire il go,·en10 di Vienna contro di uoi, seuza che Pltalia potesse in alcuu modo serio iuterYenire, per <li più renderci ostili 51i st~Jsi sla,·i con maltrattamenti scolastici (diretta. ronsegm=-r.zn dtll'irreùentismo inteso falc;a111entej e C<'D :! ~, .::rpftc che senza nessun coll~en$c, 1oru l'Italia si sarebbe presa i posti a cui più essi a~pnano, e co~1 i porti una parte delb lta\J :;e.i~e, e afferma,·o perciò che qualora l'Italia a'\"essc intenzioue di occupare i porti italiani di là dall 1.-\driatico, aYrebbe do·n1to intendersi sopratutto con la Russia, con i piccoli (allora!) stati slavi della Balcania. D'altra parte noi ~riestini e, istriani Yisto che intenderci a comi.-rome~si r(')n gli sl~\·i era perfettamente Yano e impossibile (pc:· molte e molte ragioni) do\·eyamo trattar gli sla,·i in modo ci,·ile, e perchè era que1la Punica possibile difesa, e perchè così qualunque aYYeuire ci avrebbe tro,·ati preparati. Con gli ultimi a...-yenimenti la situazione è naturalmente trasfcrmata. La politica dell' Austri~ er:i <li necessità : discesa a Salonicco e futura aggre~uione Jegli stati serbi nel suo dominio, con refatfro o trialismo o coniederazionalismo. ,5e non riusci ic tempo, questo io credo lo si debba sopratutto al bestiale (e pro,-ddenziale) orgoglio magiaro, contro cui 1'unico ministro che seppe, con arti finissime, prevalere fu Aehrenthal (Berchtold per opinione comuue è una testa di rapa). L'inorientamento dell'Austria fu una direzione politica contro cui l'Austria per secoE tentò sottrarsi, e se non ci fosse stato Bismarck a metterle i punti su_gli i, neanche dopo il '66 probabilmente essa si sarebbe decisa a riconoscere la sua ormai unica possibilità. Gli stati balcanici seppero approfittare cli questa sua storica incertezza. Cosicahè ora par più oossibiJe che una Serbia e un :\Iontenegro ingranditi assorbano la Bosnia-Erzegovina, e magari la Croazia-Sla\'"onia che non ,;ceYersa. La questione naturalmente potrà e magari doYrà essere protratta e preparata per qualche lustro; ma la realtà t che gli jugos1aYi non continueranno a1l'infinito a esser di...-isi fra due grandi stati, unq nazionale e l'altro coerciti,·o. Perchè quello che, almeno a11'JtaHa, più importa in questo momento, t la nascita di m1a nuo,·a grande _poten7..asla,·a. (Sono d'accordo in tutto con le tue idee politiche). Di fronte ad es!-a l'Italia ba tutto l'interesse di assicurarle una ,·ita assolutamente indipendente dall'Au- (:tria lporf.o anche alla Serbia !j ; ma nt:llo stesro tempo prevedere che cosa essa potr2 dl\·entare nel futuro. Per questo l'Albania deve essere indipendente. Sostenendo energicamente questa linea di mezzo, l'Italia, oltre a} resto, assicura ai suoi prodotti Je simpatie alba11esi e serbe. .\Ia non basta. Bisogna ammettere che fra dieci anni la Serbia (e i serbi dell'Austria) penseranno seriamente a qualche aitra cosa. Ora: da una parte l'Italia ha grande ii1teresse di chiudere definitivam~te l'Adriatico a ogni possibile influen7..a di un grande aggregato statale com1i: l'Au.stria le sotto, la Germania); ma dall'altra di rendere impossibile che la nuoYa poten1..a po~• (:a diYentare temibile o più o come la vecchia -~u<tria. Da una parte a,·er tutte le simpatie e tutte le vie sgombre nella S1a,·ia, che può e.s..-.ere almeno Ira molti anni una specie di Hinterland ifranSmarino a1la sua Yita industriale e ir: genecale culturale: dall'altra assicurarsi le spalle. E' qui lhe entra finalmente: in e2mpo l'irredentismo. Difatti i: la politka di 1:enezia, de l'Italia deH: ~c~uire. I/Italia in ca~v di qu~!e cv<::ntualità d<::ve sostenE:re la S1avia, ma cu precisi patti: Trie~te, tutta l'Tstria, Fiume, e rdmeno quakhe ;,ola italiana - croata del Quarncro /Lussino r..er e,empio) e se fosse po•sibile anche Lf~s~, dovrebbero passare alJ'JtaJia. In qnt:~to modo una costa orientale òvisa fra Greda, All.,ar.ia, SlaYia, Italia, e sc,n·e:gliata da11'Ita1ia da Pofa, Lisi;;-a,Otranto sarebbe ormai una solu2ione definitiva. )la naturalmente pt:r riuscire a ciò, <.11trcil buon trattamento Yt::r~o i nuod sudditi per uon eYere in c~sa uu seccante irredentismo, drArebbe aiutare ic guE:rra la Serbia contro l'AUF,tria s: capi.,;;çe cbe ciò sarebbe un conflitto europt;o, cli cui t inutile discutere ora le cons.eguénze. (Sarebbe certo una rettifica delle question: nazior.llli pencienti nell'Europa: l'Alsazia, &bles11,ig, Polon.ia, Trentino, ccc.). ~elle sue' linee gener,ùi si può dire che sarebbe la riuascita politica delle' 1rn7J011islave, contro e a spes.e del germanesimo. R du11que !1Austria? L'Austria è in equilibrio fra queste òuc poteuze infulcrato su11a necessità che ha l'U11ghe• ria cli non diventare una seconda Po}ouia. Scoppiando ha esse il conflitto, 1 'eé}u~librio do,Tcbbe per forza scindersi nelle due parti. Ora (: pos sibile ciò? ]o cr<:l'doche iuteudeudo bène il significato degli ultimi ay,·enimenti oltre che flue dcli~ Tm·, rida si possa dire finis .4 ustriac. L1.•\nstna era una poteuza esscnzialme11te occidentaJe. (Biso• o-ua ,·edere come J\Iaria Teresa 11011 YO!eYaassolutamente saperne perfino cli spartiz.ione polacca! nelle lettere non fa che piangere e piange in realtà). J{.icacciata dail'occidente essa ha clovuto per la. stessa. sua natura, per la sua tragica sorte (come ùella Russia) di dover .,·olere uu grru.1de impero in modo che fossero soddisfatti tutti ·gli interessi econom:ici di tutte le sue nazioni, per superare con il benessere il Qissidio uaziouale - tende.re all'Egeo. Chiusale questa via, l'Austria 1Jo11può più dare una terza direzioue alla sua politica. Liberata dalla sua oppressione la Serbia, 1'.-\ustria è chiusa per sempre iu se stessa. Sasà molto difficile che anche ecouomicamente la o-rande industria Yiennese e boema troYi nuo- \·i ~foghi. Dovrà a poco a poco in tutti i casi. ridur~i a una specie di Svi7~zera, o le nazioni di cui è composta tumultueranno sempre più Yiolentemente. Per questo io credo che l'Aus~ria dO\Tà tentare un ultimo disperato colpo. Oppure, anzi certo, cercherà di te1fer buoni i suoi jugosla,·i, e forse si metterà in cerca di qualche colonia. :Ma non so in che 1godo se la caverà. La sua burocrazia, tedesca, probabilmente non saprà fare di più di quello che fa la burocrazia germanica. ~eancbe Bismarck ha saputo fai·e de11a Germania uno stato coloniale. (L'Austria certo potrebbe dare molta emigrazione). i\Ia se essa do,·esse tentare 1'ultimo colpo, anche perchè costretta dagli jugoslavi (sei milioni quasi in Austria-'Gngheria; otto e mezzo circa nei Balcani : come Yedi è difficile che queste qtJantità quasi pari Yivano segregate accanto) e perdesse, è difficile pensare che· cosa succederebbe di lei. La Boemia, ìWoravia e Slovacchia? L'Ungheria? Pur ammesso che si trov· soluzione per lq Polonia (dove YiYono moltissimi Ruteui e piccoli russi), per i paesi tedeschi (incorporati alla Germania?) per gli sloveni (incorporati aJJa Sla• ,·la?). Ora come ora l'unica possibilità cbe io riesca a vedere è : confederazione degli s]a\"l del Sud, con loro porto a Ragusa, ecc. e ]'Ungheria (diminuita anche di tutta la parte rumena) comunicante al mare per speciali tariffe doganaJi con Fiume. Xaturalmente questo è uno di quei piani che si sognano all'alba. 1\Ia quello che importa è che in !talia s'abbia presente anche questa, sia pur lontana, possibilità. Perchè in caso di un nuo,·o i.ugrandimento ùe11a Serbia, e conseguente necessità it.alian2 su Trieste, 1'Austria potrebbe bensì sussistere, ma sarebbe un'ombra di sè stéSsa. lo ccedo dunque che l'Italia debba p1·epararsi e preparare questa possibilità. :\fa de,·e star unita ancora 211'Austria o già ora staccarsene? Bisognért:::bbe, per rispondere, esaminare assai particolarmente tutta la questione, in modo di poter preYedere e difficoltà e tempo necessario per risol ,·er]a. La diffico}tà massima; interna, per la realizzazione di una confederazione jugoslava sarebbe Ja differenza Ira croati e serbi I e fra serbo·croati e s1on:n1. Ci sono vari elemeuti : di religione fbencht meno che l':\ustria non ci abbia fatto creciere: in Croazia per esempio ci sono più di 2000 croati ortodossi, niolti ;;erbi cattolici, che pur sono e sentono da croati e da serbi), elementi di cultura (ml! esagerati pallonificamente dall'Austria) e sopratutto di clericalismo e liherali(:mo) p. e. cToati di Rng-tt<.:.a,Fiume, Zagabda ce,ntro gli sloveni : clericali questi e absburgh_e:- si : ma non tanto come dicono. Lubiana p. e. è pitl Jibc:ra}e, anzi rivoluzionaria, ecc.). In tutti i casi la lega balcanica ci avverte cosa valgano po: queste di.ffefenze fra ..,Ja,·i. E bisog-na poi notare che l'unico vero irredentismo, in Austria, 10 si trova soltanto, btnchè, anche qui pai-zialmente, fra l Serbi e i croati. )-1a lasciando st«rc tutto cib la mi~ impressione t quec;ta: che ]'ItaHa, se crede utile rinnovare ancora una volta la Triplice, non deve firmarla a troppo lunga scade11z1, <,he nel frattempo dc, e in tutti i modi /sopratutto ton la lc,gittima scusa commcrc:iale) aumcntar:,i le ~impatic slave e della ~ussia, per preparare il terreno al1a nuova aJleanza, in cui Austria e C':1crmania, rimarrebbero isolate 1anch<::d::i.lJa Rume:nia con la 1,romes,;a della Transilvania 1. E sopratutto nel trattato nuovo (di cui pcrè, io non vedo la • necessità essendo nostra 1a Libia, autonoma 1'/\ ]. bania, e non pr,tcndo le JHl\i tedesche aiutare quasi f.1Pr nit:nte ntl1 1Adriatico) non dovr<:hLc imp<:j!narsi in akun modo per queJ che riguarda la Serbia e i! Montcnc·gro. Se- riè, non i: JJOSs.ibile, meglio ar,poggiar,;i alla Russia e alla Frnncia. o ~oi triestini poi 1 in,·ece di starcene a urlare in casa nostra, si do,·rebbe metterci in reJnzione con i Circoli croati e ;-;c:rbi.Che cosa si pensa a Trieste dei nuovi a,·renimenti non so precisamente. So questi fatti : che Trieste commerciale è molto pn~occupata per il suo transito di zucchcro 1 macchine e per il suo caffè, ecc. nei paesi balca11ici, cbe il Piccolo pttr continuando Ja lotta colltro gli slo,·eui (cbe sia ptu· in altre forme sarà 11ecessaria sempre) ha di tanto in tanto 1111a buona parola per i croati, e ha iniziato una sotto:;crizione per i feriti balcanici (qui c'entra anche l'interesse commerciale). Può essere che anche Trieste si stia per troYare iu un momento critico. Do,·rei scri,·erti altre dieci pngine per esporti la ,,ita intt;cata di Trieste. Essa come soffre così usufrui~ce della sua triplice posizione. P. e. se in un e.erto senso :;i de...-e dire che t: i I suo Hinterland austriaco che le permette il commercio con l'Oriente, clall'altra parte bisogna ùire che quel commerdo è più triestino che auslriaco. Ti basti questo fatto: come sai l'lta1ia ha stentato assai per al lacciare i suoi cotoni e il suo comrqercio all'Albania., sopratutto perchè non si sapeva ad.nttare alle esigenze albane.si che non conoscono ancora l'uso bancario del denaro, e preteodouo il puro e semplice baratto di merci. Il commerciante triestino inYece hn. fatto venire dall'_.:.\lba11iamolti impiegati; i qna1i trattano coi loro çompat~iotti nel modo eh 'essi vog1iono: cosicchè noi diamo lo zucche1·0, essi il sommaco, che noi poi spectiamo ... anche in Ita1ia ! - Certo che Trieste perderebbe qualche cosa, ma non· tanto quanto se l'Austria fosse sbarcata a Salonicco. Ci sarebbe un grau periodo di sbalestramento: ma se l'Austria 11011 avesse pitì porti, i paesi ora austriaci, in m.assima parte almeno, dovrebbei·o ri,·olgersi qu..i., E l'ltalia avrebbe tutto l'interesse di assicurare a Trieste e a Fiume una specie di neutralità commerciali e vantaggi specia1i. ;Ila quando ritornerò (fra un mese) a Trieste ti darò notizie più lunghe, se t'interessa. Scusa l'enorn1e cliscorso, ma non volevo darti 1e concJusioni senza ripeten1e tutto il processo. Se mi , erra 1n testa qualche altra cosa importaute, ti scriYerò, Una stretta di mano dal tuo. Amburgo, 26 11wrzo 1914. ,-1Y. B. - Xaturahnent~ se si formasse uno stato sud-sla,·o autonomo e i nostri paesi vi fossero compresi, in un secolo noi con gli istdani si conterebbe più nulla o quasi. E' il dissidio tedescoslaYo che ora ci permette di ,·ivere. ' IL C..:a.rissi;ao, teuto di seri ,·erti, be11cht: uon so se questa lettera ti giungerà a destinazione. Per di più ho smarrito il tuo indirizzo e cleYo spedire a Ceccbi. Tu però non 1nandarmelo: nè scri·dmi nella risposta di questa mia, ma mandami una semplice cartolina senza parole troppo chiare. La censura è se,-erissima. Se t'atTiYa questa, la prossima ,·olta riscalda sulla fiamma di una candela il foglio bianco che in,·olgedt 1a mia. Tenterò di veuire iu ltalia, ma sarà assai dif• ficile. Vorrei parlare con ,·oialtri per sentire un po' che cosa pensate e per metterci d'accordo. '.:\'at11ralmc11teora come sempre prima di tutto l'interesse dell'Italia. ~oi non ci muo,·eremo in alcun modo finchi: 11011 sapremo çhe cosa J'ftalia creda suo utile e \'Oglia da noi. Siamo su per giù tagliati fuori dal mondo, e non ci nutriamo che <li notizie ufficiali, di notizie d'ogni genere, incontro11abili, e di ansia. Pure arri,·iamo a carpirt: qualche giornale regnico1o. Qualcuuo torna dal regno e porta notizie. Qui a Trieste in generale si crede che arriYeremo presto a11a guerr:1 tra l'Austria e l'Italia, e che noi saremo liberati. Ci pare che questa sia la logica della situazione. 11 goYeruo it..1liano se avesse ,·oluto e supposto probabile la gncrra co11 la F1·a11ciaayrehbe preparata l'opinione pubblica. ):on l'ha fatto. 1\011 lo fa anche oggi, mentre proclama rhe la neutralità. f: ,·ig-ile e armata. Se non arma contro la Francia arma dunque contro l'Austria. L'Italia de"e inten·enirc. lo 11011 creclo che 11011 intervenendo avrebbe elci danni materiali : clopo la guen-a neanche i \'itloriosi se la sentiranno di riscendere in campo da punitori e durante la guerra tutti cercheranno <li 11011 crear~i nuo\'i nemici. )la credo fcnnamenlt che per mb'l.ù --.ccolo almeno I 'ltalia no11 conterebbe più nulla nella storia europea. Senza ontare che questa è forse l'unica orcasioue, forse per un -secolo e più. A mc pare che le nostre previsioni (ricordi il nostro scambio epistolare di un anno e mezzo fa?) si stiano per avverare, se non in cornice identica, ma :;l in sostanza. La Serbia in Dalmazia, in Bosnia-ErzEgovina, in ~roazj_a,_ in ~a:- nio1a magari: aJritaiia i confini alp1111, Frrnh, Trieste, Fiume, tutta l'ls.!_ria e un'isola. S_u questa ba.se deYe essere possibile un accoroo con Ì•J,w!tillerra (e qui b)sognerebbero patti ~iliari) e a;che con la Serb!a-Rus'sia. De1i' Albania 11~11 si parla. Se nou erro, l'Albania è un .p01~10 cbe sta per cadere da sè in b?cca all?ht!ta, 1n u?a forma O l'altra. La quest10ne adnat1ca sareboe forse per secoli chiusa. . . A 11chc se J 'Anstria-G€'nna111a non tos::ero =::confitte a fondo ~ possibile questa soluzione, fa qu.nle dipende ben~ì anche clall' sito <l_elln.grande osuerra cli coalizione europea contro il pnmato teò;sco, ma è anche fino a un Certo :-segno indipendente. . Il momeuto sarebbe, per quanto ne posso g1u- <licar io fa,·ore,·ole. Trieste è completamente sgunrnit;. n reggip:iento locale 97 i.: partito 1'6._1tro ieri pe1· la Galizia. Restano poche ~ompag111e della risen·a sul Carso triestillO (Opctn:r., P...asoyjzza Sesana); do,·e doYrebbero tentare UP ·eYe11h;ale (ljfesa a un'avanzatn del nemico salente rlal mare. Ma Trieste è libera p,,r tutti. Da cinque o ~ci g-iorni è partita dalle sfere ufficiali fa Yoce che ,·e1Tan110 o-li inalesi. I-fanno portato via t11tto: perfino ii° cam1<~ne che spara il mezzogiorno alla lanterna. Stanotte t:. partito per Vienna un treno scortato carico di ...-a101; in effetti (e a quanto pare anche oro) di tutte le bauche l~ali (dico,10 che porta,·a un duecento milioni e più). Hanno ~pedito \·ia tutti gli arch.fVi della Luogotenenz..a, dei cantieri naYali, ecc. Gorizia è di,·eutata il cer,t;-o a111111inistrati,·o 1e pare n1i1itare) de11a regione. J I console inglese 1 a quanto dicono, ha già fatto i bauli, e questa sera corre per la città la Yocc che l'Inghilterra ha occupato Vallona e ha dichiarato la guerra all'Austria, causa ]'aiuto dato a Pola al Goeben e Bres1au. Ti dirò anzi che pare sia Hei circoli ufficiali quasi la speranza che gli inglesi possano occupare Trieste :-en7..a colpo fedre, pre,·eneudo così l'occupazione italiana. Iu generale fin qui non s!è pensato seriamente alla possibilità dell'Italia; ma O!"a s1incomincia a impensierirsene. Corre \'OCe che il li.1ogotene;;- te sia partito per Yieuna. L'opinione pubblica a Tric::ste è stata !1no .'l pochi giorni fa traYolta cla1l1o<lioastioso contro gli sla,·i, ùa diventar cieca. Ancora oggi c·~ deìla gente intelligente che sostiene la necessità del!a dttoria austro-germanica che tagli• la testa al p~nslndsmo. Queste idee e simili sentimenti hanno ca11sate le dimo~trazioni trlpliciste dei primi giorni. La banda militare su0tJaYa la ~larcin Reale e gridanmo yjya ]'Austria per poter gridare vi,·a l'Italia. ).fa l'Italia non :-;i mo~ce, e al1ora si incominciò a star zitti e :1 pen:-are .111 altre possibilità. Oggi già l '2rri,·o della flotta inglese ~arebbe accolto da uua sommossa entusiastica per l'1talia. Si comincia a sentire c-he siamo in un momento storico decisi,·o. Il cuo:e dell'Austria t:! neutro; e Trieste è senza storia. ]1 comportamento dei primi giorni (io non ero ancora qui) fu deploreYole: di gente che non couosce nè sente nessuna responsabllità nel mondo, che 11011s1l: iugaggiata mai in UJJa po5i1ione politica, che 11011 ,·ecle più in là dei suoi g-:ornalie1i sentimenti. Ora si comincia a sentire, rli sera per le strade sen1ibuie per il risparmjo <li ga~, che c'è un'ausia t: una tensione 11u0Ya. Si pnrla cii costruire una guardia ci,·ica nazionale, per m:rnteuere 1'ordine cittadino. \"edete ,·oi ~e si può fare qualcosa. Se mai ~cri,·imi mm. parola sotto i francobolli, ma bada c-he non ,;e ne scorga nulla. Per ora la cittd è Abba.stanza calma, e le corrispondenze tragiche clel Secolo souo esagerate. :Ila tra poco la disoccupazione produrrà i suoi effetti. Sarà facile ir.àitizzarr a. q11~khe ~C-ùpoil m:ikontento e 1a fame. 'fi pre70 di sc~·l\T1mi alI!leno un, parola. Tno SCIPIO , f,\TAPE'R, (1) _.\ ne~~11no :-sfug-g-iràl'importanza F.ing-o}arc iklle due lettere inedite che qui pre1=cPtiamo, lieti <li n:,,;olt:i.re :i.ne-ora qum•i l:'t ,·oce ~ i,·.i (~i Scipio Sl:ttapcr. :\Ientre Yi ~; può cogl!ere ,,n documento completo dl umanità e la_ t;;-:.:::111~1·- nia111..aimmediata rli nn rnomt'nro ~tonco :"Olcnne, non doYrà !-!ug~ire la :..ingolare matnriW cnlturaJc e storica èòn cui (: prl.:,·i~ta e inau_g-urntn una politica e,tera che rimane Yalida anche oggi. La coc:re1l/a "Piritua~(; di '-;cipio !'-,l.tl.,ft:r, maestro di ,·ita, appare alla cultura nt1OYa come 1111 modello. Ycdasi su di lui il bel libro cli ~lupnrich : Fircnz", La rocc, 1923. Pnrno GouET"fI - Direttore-responsabile O.G .E. B. - Corso Principe Oddone, 34 - Tori Do. t LA RU'l8TA JIIBJ,IOGRA.PlCA ITALlA!\A ,10 u,.tctJ E PIÙ DlfFl]SA A.ftU8N.UIE~TO L. 12./iO- ESTP.IIOL. lo,00 - fAVGIOA RICHl~TA DELLOS'fESSOEDITORE:PROFJLl . CLAS 'ICI DEL RIDERE

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