La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 13 - 8 maggio 1923

LA R[VOLUZ[(J~\'E L[BERALE Motivi di storia italiana :,izionc inesorabile contro i demagogismi unitari e le illtL~ioni patriottiche. ICI. Equi:voco ne<>fJueff<>. Il ì".;tno lent-llivo di fond:ue u11a clas:-ocdirigenL~ <! uno St:.ito dopo la ri\·oluzione francese: risaie al '21. Sorge: in Pie.monte, perchl· ivi il governo e )e tr~dizioni politiche erano i primi in.od.dli e i primi c<luc:ltori (per uu"a11timonia _più che per un propo~ito) cli esperienza politica. 11 llLto\·o contenuto spirituale ,·e11ne alla ri- ,·olll.7.ioue dall' aficn1larsi di un roma11licismu idealistico che rcspi11gc,·a i ::;islemi sensiF-ti e intellettualisti, propugnava i ,·alori storici e vi fondava i concetti di tradiz.io11c na.1.ioualc, di rea1i.-;mo politico, di prog-re:-so e di svolg-imcnlo gracl11ah1?entecontinuo. (2ue:;to 11ucleo romantico di pcn~iero si era formato in PiemonLc d11r:1ulc 1::i rlo111iuazio11c 11npok">Qnica. , 11 miwgallismo imparalo eia Alfieri si sviluppa nell'afferm.11.ion~ del concdto di inclipenden1..1 e delen11i11a oltre le limita7ioni del pen- ~iero ;ùtìeriano una \·iolcnla polemica :u1li-sc11si~b, che significa ritor110 alle tradizioni e lihett}t dall'influe11r1 cullu1·:1lc fr~1nce~c.La scuola di .\!fieri libertario 1lO\'C\·a nello slcsso tempo condt.trre a ripem~are il co11cetto di libertà. 11 vi ✓.iO dello spiriluali~mo romanlico rimat1e· \"a nei limiti po:--ti dalla. tradi7.ione cattolica e nell'esigen:1..a clell'oriodo:-sismo implicita in ogni sistema fondato sul principio della teocrazia e della tra..~cendeuza. Perciò il nostro romanticismo mentre traeYa ym1taggio dnll 'agilità politica dello spirjto cattoJico, 11011 1·insclva alla c~plicazionc ma.tura del proprio \·ig-orc intimo e {1011 potl: ragg:iuncerc la- vitalità del romanlic-i:-mo tedesco. Dopo l'A.lfieri una co~cienza dei compiti intellettuali che spettano all'ltalia moderna per fug-- gire u.n pa~sato provinciale si trova in Luigi Ornato, che elaborò -il suo spiritualismo prescindendo cla ogni teoria cattolica e rfrolgeudosi piuttosto a uu cristianesimo platoneggiante capace di rispondere ai nuo\·i bisogni religiosi e 1norali, senza soffocarlo in uu cluro schema. l l n1isticismo ornatia.no culmina11do nel c-oncetto cli lii>ertà santifica,;·a ogni ardore dello spirito e faceva sentire l'impodanza laica di una vi~'l religiosa che si chiarisse e risoh-es~e come dta morale e fiilosofica.. 3,fa già 11elSantarosa la coscie11za libertaria dell'Ornato si affievoliva in llllo spiritllalismo <1.·. 1 matico e dualistico e l'espressione dell'esigenza religiosa si confondeva nell'ossequio alla Chiesa. Sè è: meraviglia poichè il cris.tianesimo, iniziale impulso di sentimento, momento ideale naturalmente anarchico, eretico, atto che tende n non esaurirsi in un fatto, affermazione violenta di spiritualità contro tutte le determinazioni perfette, non può aYere Yita ideale nè compimento nella realtà se non effettua l'ardore in organ_ismo e non sostituisce a1la purezza astratta della aspirazione l'ordine solido della praticità. Le correnti religiose romantiche non aYendo avuto 1a forza di creare attraverso il pri11!_0i1npu.lso cristiano ttna 1;fonna religiosa, dovettero necessariamente venire assorbite da1 cattoli<:ismo. ll culto ron1antico del1a storia diede un foudatnento di tradizione a questi ritorni cattolici. Le risonanze eretiche del pensiero di Lu.igi Ornato ve1ti- ·vano contenute dalla modetazione dei conservatori. • · Il liberalismo diventò termine inseparabile dal cattolicismo. Lc'l teocrazia riusciva con I le armi stesse dei liberali, col loro spiritualismo e con la 1oro. fede, a stroncare ogni movimento che mettesse in discussio11e il passato. Per un'eredità storica il primo movimento democratico diventa un'arma di conservazione. Il neo-gnelfismo era -un risultato di conciliazione necess.:1.rio per uu popolo che trova,·a nella diplomazia tutti i snoi Vizi e tutte le sue virtù. Non cadremo nc:ll'e:rrore degli studiosi moden1i che sono andati ricercando i significati çlella ~toria italiana secoudo mere dialettiche di concetti La politica è un 'arte degli imprevi~ti e la sua razionalità non ~cgue !:-t log-ica ddl'inte1Jettua- •1ismo. Constatando dunque l'immaturità ideale dell'Italia del Risorgin1ento, o la mancata pai-- tecipazione popolaie, 0011si vuol fa1·e un processo alla cultura o agli uomini, ma un semplice calcolo di forze: i fermenti d'idee liberano infatti il mondo dell'azione dai pericoli dogmatici e reazionari lasciando libero I 'uomo di Stato ai suoi compromessi e alle sue astuzie. L'espediente del neo-guelfismo si risolve,ia invece in uu eqai- ,, voco· generale. Distrutta la giovane ai-istocrazia del '2r la classe dominante che rimane è tuttavia lo strumento di un governo reazionario e l'espressione pas• •siva dei risultati promossi dalla Sa11ta _'\,lleauza. Il '48 dopo una preparazione febbrile interrotta dalla coincidenza di moti stranieri più maturi è aient 'altro che un '21 di vulgato cou Gioberti tribuno. Tutta l'educazione cattolica di Gioberti e la sua chiusa volontà dogmatica affiorano nel su~ equivoco pensiero democratico. li neo-guelfismo e poi il cattolicismo liberale respingouo ogni pro. posito di aperta discussione e· di libera iniziativa suggerito dal liberalismo. L'ossequio alla Chiesa indebolisce le volontà che dovrebbero produrre il nnovo Stato. Il pensiero ttflìciale di qnesto ~tte11u«lo libeiali,1110, 1uori delle apocalitliche si:· tesi giobe:-rliauc:, capaci di promucffcrc entusiasmi ma nc,11 ~uscitalrici cli c~pc1-icn1-c realisUchc, ~corg-c 11ello~lato e ndla Chiesa un <lt.Utlismocli corpo e ~pirite,, s.poglia la ftu1ziouc dello ;jtato da ogni significato moderno e lo inlcncle eon;e mera ammi11i~Ltazio11~ la.;,ciando la cura delle anime alla Chiesa. La dominante psicologi,i libertaria di 'JUt,;!i mllli pvteva accetlan.: per mera i11cr1.iauu t ,·01zd tradilionale come la Chiesa, ma si climostra\'a i11cspcrta e immatura a fondare il nuo·,o Stato; e, poichl· la storia nella sua dialettica europea supera\·a le t:011ti11g(.;11li \·olonlà <lellc moltitudi11i italia11c, :si accettò I 'os.satura eslerna. il mecC'anismo dello Slato liberale sen;,a vivificarlo dall'intc:1-no. Resta \"8 così tw nome se111..a soggetto. Ma la co:;cie11zapratica di qu<::sta immatttrità si avvctte 11ellc polemiche agitatesi dtll ante il Risorgimento a proposito del problerna scolastico. L'opera ciel g-ovc1uo, la sola fori.a di cui si fosse tcuulo conto sinora in terra cli polilici e di politica11ti, si rivela\·a iusutiì.cientc fiuchè la materia faceva contrasto con la forma invano imposta. L'educazione popolare parc\·a il solo strumento di fonnazione cidle. Prima di esercitare le sue funzioni di ganrnzia e cii difesa, il uuovo Stato dovev;1 creare µ.-li elenteuti capaci rli suscitare e ::u·ricchire la lotla politica. Di qui il clis'sidio implicito uel noslro liberali· smo clte non si puù accontentare di esprimere il risultato della dialettica delle forze politiche, ma deve rinunciare alla libertà per imporre m1 elemento al disopra ÙE:j:?;li altri. Il goven10 erede de! cattolicesimo ha cousetTato uua funzione etica astratta cli egualil.1rismo democratico: il Risorgimento antepoueya democrazia a liberalismo per conti11uare le patriarcali tradizioni teocratiche. Se11011rhèdsoslitue11dosi il cattolicismo liberale al neo-guelfismo penetrava nel mito democrafico l'elemCJ1to moderuo che lo doveva dissoh-ere: il go\·e.1:110in 1·ealtà indtdse al cattoUcismo soltanto per indulgere al popolo e per potersi assumere senza oontra!:-ti la funzione pro\·\·isoda di edn• catore. L~ h::gge Casali imponeucto allo Stato il compito di vincere l'analfabetismo costitui\·a una violenta contrapposizione di 1111 principio trascendente all'iniziativa che nasce dal basso, nia pone\·a le premesse per far superare al popolo la malattia feudale. Cosl s'era110 incontrati ancora un, \·olla nel pro6lema deJla scuola conservatori e ri\·olnzio11ari. U11 decennio cli attidtà pedagogica n.1!!-lein Piemonte a creare mediante tutti gli artefici nua classe n1edia1 che fu la classe patriottica e s'inserì come forza di consen·azione e cli moderazio_ne proprio al centro del dissiclio tra popolazione agricola e manifattut;era. • IV. C1•itica 'repubbl'icana. Il neo-guelfismo era stato alme110 il prodotto istintivo degli italiani cattolici e potè risolversi infine in uu eccellente strumento di propaga-uda nazionale. Invece le metafisiche del mazzinianismo e del sociaìismo rli Ferrari ebbero il torto di nascere com.e dottrine deri\·ate dagli stranieri repugu.auti al gusto e alla possibilità degli spiriti italiani, lontani dal gioco- e dall'equilibrio preci-- so delle forze. ~Iazz.ini e Ferrari riuscirono a trovar eco soltanto nell'ambiente ~rtificioso delle eresie e degli esuli tra i quali 1a loro funzione di avanguardia ritenne :-,empre un significato roniantico e nebuloso. Le loro dottrine si ridussero a due co11fusi edifici teocratici che attingevano motiYi episodici e ~dlupPi parziali dai variopinti mo\·imenti d 'id<::e 11ati in Europa dopo l'Enciclopeclia. I motivi iutellettualisti di Ferrnrj, gli elE'mcuti nùstici di !\fazzini riducevano in cou• clti:;ione i due sogni a t1na. riforma religiosa attenuata che dove\·a restare impopolare in u11ambiente estraneo. La disperazione eroica di Mazzini poi sorge\·a <\alle uobili delusioni di un otti-' n11sta che aveva creduto di far la ri\·oluzione con la propagauda. Dj fronte a queste ide0logie che risuscita\·ano la pratica delle congiure e degli sdegni letteyari il liberalismo sabaudo· a\·eva al· meno il merito di offrire dei quadri sicuri e pt·onti per la p0litica estera della rivoluzione. li solo motivo vitale del federalismo si ebbe nella critica di Carlo Catta.neo, il solo realista tra tanti romautici e teorici. La fisionomia spe• culatiYa del Cattaneo si ri"vela tutta in una professione di cultura: uè dal sensismo, uè dal razionalismo si può dedurre un concetto dell'attività umana; per la drammaticità della storia egli rinu11cia agli schemi più semplici come ai più complicati messi in nso dal Risorgi1nento. L'impopolarità del Cattaneo derivava necessariameute dallo spirito della sua polemica che constatava il tramonto del razionalismo e delle discussioni tra classici e romantici e rimaneva estraneo al neo-guelfismo, ultimo tentativo mess.o in opera dall'esasperazione romantica. La sua filosofia ~ la prova che l'originalità speculativa. italiana si suole affenuare, dopo le pareÌ1tesì di misticismo 1 nel rìconoscimento dei piit gelosi valori della personalità. La sua finezza ci è attestata dall 'atteggiamento anti-romantico, libero da ogni peccato di sensismo, il suo rigorismo morale dall'oppoSe la forza dinamica del sue, pensiero è stah nel secolo scor~c, meno e..;ube:rante di quel1a di i).Taz1.in1, il suo spirito ci appar~ ora. meno iud<:- terrnirntto e meno vaporoso, la sua figura t:. più ric:c.-a di it1segnamenti, la suH eresia politica può presenl:irsi ancora tome un programma, i Sttùi scritti non sono divtntati illeggibi1i come i Do· ·veri dell'uomo. nuardi, al passalo se,na ;itteggiar6i a profeta, capl senza l'enfasi dell'apostolo che il fondare uno Slato 11011 era impresa da letterati entusiasti, cer• cò nelle traclizioni nn linguaggio di serietà, u11 ammaestratneuto di cautela. Gli italia11i erano m;i a parlare di libertà come di cosa da dimostrnzione: Cattaneo offrl l'esempio di nn pensiero che si identificava lutto con la libertà e l'autonomia e ne raccoglieva organicamente le esigen:1.-esenza rar11c risquillare ad ogni istante con ingenua re torica la paroJa. Invece per certi spiriti non giova che il tamburo. La libertà tli Cattaneo si esprimeva come realismo in etica, come impulso alla produzione e alle ini1.iative in economia, come creatività liberale in politica, come valoriz1..azionc de11'esperienza iu filosofia, come culto classico dei valori formali e della tradizione liberatrice in arte. Per queste caratteristiche di misura che sono il segreto della sua vitalilà gli toccarono in sorte i compiti di critica più ardui e più ingrati, che gli servirono poi cli disciplina e cli temperamento. Dovette starsi contento della solitudine e della impopolarità e sembrare retore del pessimismo come ·Mazzini : diedero a lui, realista e uomo positivo, un ufficio di Cassandra. • La sua opera resta ~il solo esempio di critica interna dello sviluppo dialettico del nostro Risorgimento, per il quale egli fu il solo, dopo Cavow·, a postulare una preparazione economica. Visti iu questa luce -i suoi motivi anti-unitari, ancora validi, appaiono l'equilibrata antitesi de!- l'illusione patriottica di risolvere con 1'unità tutti i problemi popolari, e il suo regionalismo è sopratutto nu problema di stile e di misnra. V. Cavour. In mezzo a questi fennenti inespressi 1'unHà italiana do\·eva venire dall'iniziativa del dispotismo. Ftt gran veutura per un popolo che non sapeva distinguere tra Cattaneo e il giobertismo, che si trovasse a guidarlo Cavour, il Cattaneo della diplomazia, che seppe evitare l'isterilirsi dèlla rivoluzione in una tirannide. Il dissidio tra Cavour e Vittorio Emanuele II, re mediocre e negato alla comprensione dei tempi, Iu in que- ~t;o senso la vera Provvidenza dell'unità italiana. Il .tninistro piemontese sovrasta ai suoi contemporanei perchè guarda gli stessi problemi con l'occhio dell'uomo cli Stato. Tttttavia la sua figura è qualcosa !li più che un esempio della coscienza di un governatore qua1e poteya essere offerto dai ministri del '700. Genio e costanza non insegnavano a governare l'Itc11ia delle sette .e della reazione clericale. La singolare virtìt di Cavom· è piuttosto uella franchezza de11a sua astuzia. Egli era il cliplomatico che sapeva parlare alle folle e, pur senza mendicarne il favore, 11011 avrebbe mai arrestato o attenuato la {orza che proviene dall'entusiasmo di tU1 popolo. Dominanti i costumi della demagogia e de11a teocrazia Cavour ha saputo incominciare il processo moderno di uua rivoluzione liberale, pur disponendo soltan• to di un esercito e di° una dinastia. Educatore edeminrgo ha trovato l 'aMsione del popolo sen7..a • corromperlo. Paragonato con gli uomini politici che lo segtùrono, tranne Sella, appare di un 'altra razza : per Depreti-s e per lo stesso 1Giolitti, che ptu-e ha 111entedi uomo di Stc1to, il giusto termine di paragone non è Cavour, ma Rattazzi 1 modello di equilibrismo, di eqtti\·oco e di demagogia. • Invece il possibilismo di Cavour, pur non indtùgendo a professioni cli fede o a programmi, non comprometteva il futuro. Seppe disarmare il radicalismo col connubio con Rattazzi, che era più una vittoria che un 'alleanza e frenò il clericalismo con tma Politica ecclesiastica fenna, m.a moderata e non deÌnagogica. La libertà economica fu il perno educativo su cui egli impostò la sua azione popolare. Perchè la rivoluzione trionfasse contro la reazione bisognava che sulla libertà si venisse fondando la ,>ita privata e pubblica; combattendo il protezionismo egli apriva il Piemonte a una diretta comunicazione cou l'attività economica etuopea e creava un movimento di attl\'ità e di iniziativa che permise a.Ilo Stato di affrontare venti anni di politica avventurosa. 11 liberismo di Cavour mirava a far entrare nella vita nazionale nuove forze operose: senza giungere alle pratiche corruttrici della politica di beneficenza il suo filantropismo s'opponeva ape1tamente all'indiffere11~ za dei .governant.i per le classi in[etiori. Mentre creava nella vita popolare le conclizioui obbietti ve per una rinascita moderna {ondata sugli imperativi dell'economia e uon sui sogni della religione, il liberalismo <ii Cavour era lo strumento fondamentale della sua politica estera. Con una tradizione secolare cli diplomatici troppo astuti, costretti a far conto soltanto sulla propria dignità personale perchè non sorretti dal seutimeuto della nazione, gli italiani erano diventati estranei alla politica europea, perchè non le 55 offrivano alcuna garanzia e non potevano fondarsi su esigenze reali e su virtù positive per partecipare all'equilibrio internazionale. Cavour oeppe dare all'Eun,pa l'esempio dj una pratica di governo dignitosamente liberale, capàce di man.- tenere i propri impegni e di conquistare la fi.du.- cia del paese. Di fronte all'Austria egli mostrava la possibilità di un governo nazionale che non aYcva hisogoo di ricorrere al1o Stato d'assedio. Ma il capolavoro cli Ca,·our - bjsogna riconoscerlo, dopo tanti fraintendimenti - fn la politi- <:a ecclcsiastiea. Eglj comprese la vanità di ogni lotta contro il <:attolieismo in un pae.,e cattolico e ht neee.ssità di combattere la Chiesa non sn un terreno dogmatico, ma sul problema formale della libertà di coscienza. Intesa secondo questi principi, la formula libera Chiesa in libero Stato non è più un'ambigua trovata di filosofia del diritto, ma un 'astuzia cli poJitica internazionale e la prova delle virtù diplomatiche e della maturità costituzio11ale del nnovo Stato. I.a.sciando ai tribuni e ai capi della lotta politica il compito di combattere il dogmatismo e riservando alla cnltura libera la funzione di elaborare le nuo,·e ideologie, Ca,our obbligava i pala<lini di una verità medioevale ad a<:cettare per la lotta una pregiudiziale mod.erna. Il suo ossequio per Jg Chiesa poi provava soltanto il suo senso cli misnra e la sua profonda convinzione che l'antonomia di un popolo moderno non potesse fondarsi su una demagogica propaganda anticlericale. Xon si poteva andare oltre il cattolicismo se si dimenticava la tradizione cattolica. Confrontata con i complessi motivi dell'opera promossa dallo statista appare aridamente dogmatica la critica opposta alla formula cavouriana dagli hegeliani teorici d 'intollera111.a e ancor più pedantemente dal Vera. G. M. Bertini fu tra i critici della politica ecclesjastica ca\·ouriana -il so)o che toccò con misura i motivi più delicati e difficili postulando la necessità di una polemica inesorabile contro i residui di assolutismo inerenti in qualsiasi politica ispirata dalla Chiesa. Senonchè questi motiYi di pensiero del Bertini ripresi poi dagli SpaYenta e dalla Destra hegeliana erano validi per prevenire ogni rinascita di un equivoco neoguelfo nella lotta d'idee e nella cultura nazionale, ll0n potevano ispirare una politica di Stato che deve tener conto del Vaticano come di un elemento della vita diplomatica internazionale. In realtà l'opera di Cavour era l'opposizione più Yigorosa ad ogni ingerenza neo-guelfa; la sua politica era assai più astuta di quella che gli potesse esser suggerita da una qualunque ideologia immanentista perchè sconfiggeva l'assolutismo con risorse completamente realistiche. Sotto l'amministratore c'era anche qui il politico che aveva risolto modernamente i più difficili problemi dello spirito. PIERO GoBETTI. PIERO □□BETTI - Editar~ TORINO • Via XX Settembre, 60 Secondo i precedenti annunci sono puntuaL mente usciti i primi nostri volumi che saranno spediti sollecitamente, franchi di porto, al prezw di copertina sottoindicato Pacco dinovità librarie Nell'intento di rendere il più agevole possibile ai nost1i amici la conoscenza delle nostre opere spediirerno a chi ci manderà cartolina vaglia di L. 28 invece di L. 36,50 il segt1ente pacco di libri : 'K. PAr.,FAl'A: Badoglio a Ca.poretto U. Foi-:l\•tENTlNl: Gerarchie sind.acali . L. 4.- . I,. 3.- P. GoBETTI: Dal bol..sce·;:i.sm.oal jascis?no L. 3.- (}. STOLFI: La Basilicat.a senza scu.ole L. 6.- P. GOBETT[: La filosofia polit. di V. A !fieri L. 6.- ..\.. D1 STASO: li Problema ital.ia>10 . ì\'L V1NCIGUE1nu.: li. fascismo 1·isto da u.n solitai--io L. S.u.\·ATORP.LLI: Nazio11a1/asc1s1110 L. 1,50 L. 5.- L. 6.- ::,...rumerodi E11erg1e \ 111-01.ic sulla Sctlola L. 2.- lt. 28 inveee di Il. 36,50 Preghia11io tutti gli ani-ici d·i rinnova1'e l'abbonamento e cli trova;rai nuovi abbonati. Nel mese di mag_qio,a-remo costretti a p1·ovvedere 'mecliante tratta postale alla riscossione degli abbona,- menti non ancora rinnovati.

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