RE NUDO - Anno XI - n. 92 - novembre 1980

di Pi,noFranzosi Il robot dovette intuire di aver fatto colpo. scorse quel luccichio e quella di– latazione delle pupille tipica e inconfon– dibile delle donne innamorate. Appro– fittò subito dell'occasione, prese mamma Buccoli per la vita e la sollevò come un fuscello, deponendola dietro una tran– senna ben riparata da guardi indiscreti e qui. con la sua biella più gro sa e oleata, la prc e di forza facendola gemere e spa– simare per più di un'ora, facendola cio– gliere dal piacere. La signora Buccoli, non aveva mai provato niente di simile. mai nes uno l'aveva fatta sentire tanto "donna". An imò e mugolò e urlò, ab– bandonandosi completamente, in uno stato di deliquio. La grande biella tantufTava avanti e indietro, dentro e fuori, inesorabile. Fi– nalmente all'apice di un ennesimo orga– mo, mamma Buccoli venne. Quell'in– contro decise della sua vita. on se la entiva più di vivere accanto ad un ometto come papà Buccoli, il confronto era troppo sfavorevole e chiacciante. Una mattina i figli non trovarono più la loro mamma, durante la notte si era leva-ta. la ciando nel talamo coniugale il marito addormentato, recando i all'ap– puntamento conclu ivo. In ieme erano fuggiti, incuranti dello conqua o e del ubbuglio che si la eia vano dietro. I componenti uper titi della famiglia restarono letteralmente cioccati. Tra– scorrevano giornate quallide, desolate. Annetta non sapeva più con chi eserci– tarsi nei uoi ludi erotici e andava ol– tanto a frequentare le scuole pubbliche, invidiando le amiche più grandi. Il padre si trascinava intontito di stan– za in tanza. a sente, con lo sguardo vi– treo e li o, ignorando tutto e tutti, teso a una qualche lontana immagine interiore. Un poco di con olazione gli venne dato dalla bambinetta dei vicini che veden– dolo co ì tri te e malinconico a volte si fermava nei uoi giochi nel cortile e ali– va la caletta e lo raggiungeva ul balcone masturbandolo timidamente. Annetta invece utilizzava le vi ite allo zoo per copar i un impatico e ribaldo coccodrillo. un esemplare giovane e molto vigoro o. Fiori rossi Era uno plendido pianeta verde. ricco d"acque. o igcno. minerali vari. tempe– ratura ideale. gravità leggera. vegetazione rigoglio a. piante. erba. animali innocui come gro i buoi da macello. e aporiti. pareva fatto appo la per l'uomo. Il co– mandante Pancrazi si sbottonò la pe ante tuta ·paziale ç la ciò che l'arietta fresca gli penetrasse tra il collo e le palle. circo– lando otto le a celle. ecco. disse. u que– ta collinetta. pre so il ruscello. c'è anche il panorama. Di otto i corgeva infatti l'ampia vallata dove brucava l'erba una tranquilla mandria otto ombrelli qua e là d'alberi giganteschi dalle forme più stra– ne. immer a in un gioco compie o d'ombre e rifles i che il fogliame filtrante e i oli in cielo. uno violetto. uno rosa, marrone il terzo, creavano infonicamen– te. - Mangen:i una bistecca d'un chilo e mezzo - di se e il cuoco subito ·affac– cendò con le ue padelle elettroniche mentre gli altri piantavano le tende e lu– stravano armi da caccia e trumenti scientifici. - Benedetto ia il vo tro Dio - di e al cappellano che nero gli stava a palla - per aver fatto una co a co ì - fece un ampio gesto del braccio intorno ver o la calma di tesa dell'orizzonte. - Sempre ia lodato - gli fece eco il cappellano con un involontario sorriso soddi fatto. - E lei Malverni che ne pensa? - - Straordinario - commentò il uo giovane aiuto - stupefacente! - -Perché?- t- E' il primo mondo così ... co ì per– fqtto. - - E ora tutti a colazione, dov'è Albini? - Vengo subito - rispo te il botanico - sto esaminando que to meraviglioso fiore. - Un pò discosto, un venti pa si, diciamo, era chino e intento a guardare un magni– fico e empio di flora e otica, un grande fiore rosso rubino, dai petali pessi e tra- sparenti. quasi cristallo. l'interno levigato d'un giallo avorio, al centro uno pacco fra tagliato, come una chio tra di denti. come un orri o. con gocce di rugiada e un fulgore di luci diver e. - Stupendo. plendido - lo staccò - un profumo penetrante. ottile. delizio o. s'avanzò verso un'altra imile corolla. A un tratto una grossa corda verde trisciò fra l'erba e lo colpì come una ferza, prendendolo alle gambe. ebbe appena il tempo di lanciare un grido e venne bat– tuto contro il tronco, la te la sfracellata. Con indicibile orrore videro angue e cervello colare giù lungo il tronco. bevuti. bevuti da fenditure nella corteccia, con– traentesi. allargando i e stringendo i co– me ventose. Uno spettacolo spaventoso. Il comandante impugnò l'arma e una sventagliata di uperonde abbattè l'albero dalle radici. giù in terra come una fa cina. Ma ormai non c'era più nulla da fare. Il povero compagno ... il ervizievole, il ge– neroso. il caro Albini ... Non finì lì. on s'erano ancora rimes i dallo choc nervo o che Salvetti proprio mentre imprecava a uno di quei fiori così. belli e irridenti i sentì mancar sotto. il terreno s'era mo so. una falda s'era stac– cata. e una serie di ma i rotolando cad– dero giù dal ciglio. Salvetti littò u es i. precipitò. Non ci fu nulla da fare. Povero Salvetti! - Venite a parlarmi ora del vo tro Dio - ringhiò Pancrazi sibilando mentre il prete officiava il servizio dei morti. on possiamo arrogarci il diritto di giudicare l'operato divino. d'indagare i suoi misteriori di egni. La vita non è certo una campagnata. C'è il male. c·è il dolo– re. noi tutti iamo me si a prova. - Già per che co a? Qualco a d'invi– sibile. d'improvabile. che non e iste . .:_ - Esiste. bi ogna che e i ta. c'è tato il Cri to. i miracoli. - - Dove? Quali? lo non ne ho visti. Solo disgrazie e porchi inganni e giochetti co– me que ti - indicando i due corpi esani– mi. - Se tutto fosse co ì chiaro non vi sarebbe merito. non be temmiate e la– sciatemi compiere il mio dovere. allon– tanatevi - e Pancrazi e ne andò e acer– bato. on ho ragione forse? - volto al gio_vane Malverni. on o. non credo all'aldilà. ma qualco a di quanto ha detto Don Carlo ento che è giu to, come potete voi. od io. chiunque, giudicare la atura. di prez– zarla, condannarla? econdo me po ia– mo olo cercare gli aspetti per noi uomini migliori. gli clementi di bellezza che essa pure a offrirci. E contentarci. Bearci di e i. Come di questi splendidi fiori - e indicò una tri eia di fiori rossi. come un breve prato. che Alcide aveva in quel momento appena superato. Quando un_ alto urlo, lo si vide anna ·pare. ancora gridare - le sabbie mobili! - e com– parire, inghiottito dallo strato di melma. Succe ~e poi la· faccenda di Cibi lini e del granchio mostru o acquattato in una fossa dietro un ro so cespuglio di fiori, dei miasmi velenosi. della immensa pio– vra viscida e chifosa, e sempre c'entra– vano dei fiori, dei fiori rossi stavano sempre lì da presso come di guardia. Erano coincidenze strane, oscure, in– quietanti. - Che siano fiori intelligenti, in com– butta con i mostri e gli elementi, che sia– no e si stessi carnivori, s'abbeverino di sangue, prendano così quel loro mi te– rioso bellissimo colore, rosso fulgente?– ipote i ben presto smentila, parevano in- nocui fiori innocenti. ma .. ma era vero. prese tutte le cautele. fatto delle prudenti prove. era vero. fu dimostrato. ogni pre– enza di quel fiore. qual ia i. in ogni punto e luogo. ignificava pericoli vicini. nasco ti, di eminali nei pressi. on un fiore olo che non cova e un orribile se– greto di morte. 3.515 esem·pi provati su 3.515. - Penso - di e Pancrazi - che iano lì a bella po ta per incantare, per attirare. e poi ... for e sono seminati. qualcuno forse. una razza gelosa. egoi la e maligna è pa ala di qui ... o altrimenti è un altro trucco. un ennesimo inganno del vo tro Dio.- on di Dio. non di Dio - ri pose il cappellano. - Però- osservò Rinoli lo zoologo - queste be tie embrano avvertire e non incappano mai nei trabocchetti e se spinte 'impuntano. perfino lottano. co– noscono i luoghi dai fiori e li fuggono. - - Potrebbero essere intelligenti ... e for e ... averli seminati e se stesse. - on credo. non si farebbero pren– dere. uccidere e cucinare. - - For e proprio degli e eri delruni– verso li hanno posti qui. ma come avver– timento. a indicare tutti i pericoli del pianeta. come egni. non sapendo un linguaggio che potes e es ere compreso da tutti. da tutti i po sibili abitanti dell'univer o. - - For e c'è ancora un"altra ipotesi - interloquì il giovane, peculativo Mal– verni - che non possano non e erci. ecco sì, come l'o Irica chifo a e viscida e la perla. come i fiori della putredine, che o. un equilibrio. una legge di compen- sazione. come il se o e la donna. Mi ero tupito trovando un mondo così perfetto. TROPPO PERFETTO. entivo bene che non poteva essere. non o neanch'io. ma lo intuivo. non poteva es ere. Sozzure e bellezze. Bene e male. E" una legge di tutti i mondi. Una regola del co mo. La atura. la natura non può agire in una ola direzione e co ì. proprio dove sono i uoi più indubbi pendori e piaceri. lì gli inganni. i vizi. la caduta. le perdizioni. co ì naturalmente. così. naturalmente. sono ere ciuti i fiori ro i. co ·ì. natural– mente. prc so i fiori son nati i mo tri. si ono creati gli inganni. le po ·ibili cata– trofi. l'O curo, Terribile. Ignoto Male. Taccuino del giorno dopo Me li ricordo. Erano neri. Di un bel nero lu tro. I più rari erano rossi. I cardi– nali. Si vedevano subito. Il papa era il capo di tutti i cardinali. Aveva in te ta un cappello ad imbuto e in mano un ba ione ricurvo. AfTascinante. La gente veniva da lontano per ammirarlo. S'inebbriavano. Alcuni verdi o violetti, con le cal:i:e vio– leue, econdo i gradi, le gerarchie. Tempi duri. elvaggi, misterio i, tutta– via eccitanti. I preti non facevano l'amore._ on erano impotenti. Per religione. Una cosa strana. Un paragone parado sale con la Scienza dell'Es enza. Gli scienziati non avevano scoperto il centro degli elettroni e l'Essenza Cantanie dei cromo orni. on c'erano pillole ri onanti, non i apeva che ragione di tutto è l'Intimo Canto. Erano tempi bui di grande confusione. Gli animi incerti smarriti. C'era ancora il dolore. Si temeva la morte. Il Buddha aveva pochi eguaci. L'immagine di Dio dolorava. Come ruoll\O. In fondo, per quei tempi andavano bene. La gente li guardava, li ascoltava parlare di lontani e splendidi po ti. Si consolava. Come noi quando prendiamo le pillole risonanti e ascoltiamo l'Intimo Canto dei cromo o– rni. Leoni Un leone elettronico è sempre un enigma, un fatto misterioso, un mito. Quante immagini strane, fanta ticate non erano nate negli uffici su quell'es– sere-cosa, nessuno lo aveva visto, il Pa– drone quand'era giovane, ora anch'egli cappava al suono della tromba, non si fidava del suo fiuto, poteva essersi gua– stato. Per fortuna suonava la tromba, dava tempo a tutti di fuggire. Nondime– no era un problema, una presenza, un 'an ia sotterranea, celata quasi con RE NU00/15 a cura di PaoloBertrando Storia, testi, foto e interviste dei più imP,ortanti gruppi musicali rock nati nell'area bolognese. IN TUTTILE LIBBIBII L.6000 CON IN RIGALO UNA Per la vendita contrassegno scrivere a EdizioniReNudo via Castelfidardo, 7 - Milano tel. 02/6595632 vergogna. Era ,talli il vecchio Proprieta– rio a co truirlo. a ordinarlo, non si sape– va. Il figlio, il Principale attuale, era di– verso, una specie di beat, un hippy, tutto fiorito, decoraro, sulle -guance, in fronte, maniere -gentili, graziose. Sempre l'ulti– mo a cappare. (Che in fondo in fondo non 'intendessero?). Si diceva lunghi si– mi artigli, il passo curvo, fianchi rotondi, da bella donna, occhi profondi, magne– tici. ma esisteva davvero? Sarebbero ba– stati i canti, le danze, i fiori degli hippies? Costruire una leonessa? Quella presenza, continua, logorava, un fascino. Gli occhi, i fianchi, la criniera, persino gli artigli, nel ogno, a volte. Discorso logico sulla giusta censura E' un(? scandalo. Uno schifo generale. Prote,to. Si ,e4uestrano lilm (jl!ando v'appaiano belle d nne ve tite e i la– sciano circolare cani, gatti, ro pi. rane. lombrichi, completamente nudi, spetta– colo ripugnante. Si tagliano belle cene d'amore e i permette che le mo che ca– ghino ui tavoli (davanti a donne e bam– ~ini) e i ~iccioni sulle pubbliche piazze. Il ministero della Buona Educazione che fa? Si formino comitati per mettere fine a un così assurdo e sperequato stato di cose! I cittadini invitino il governo e tutte le autorità a muoversi e provvedere! Per quanto tempo ancora si permetterà che le galline facciano le uova e delle persone le possono succhiare impunemenre? Pino Franzosi

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