RE NUDO - Anno XI - n. 90 - settembre 1980

RE NUDO/30 STORIELLINE di Pi,noFranzosi Progetto X Ho imparato a camminare normal– mente. giunto all"adolesccnza ho lasciato lastaturaercua e mi sonoaccorciatocirca a mezzo metro. La posizione sdraiata in cui mi trovo abitualmente e avanzo mi mette s~o in condizioni di vantaggio: guardo tra le pieghe. scruto i luoghi ba i. osservo da questo angolo le cose segrete e riposte. i lati oscuri e materiali. la realtà profonda. Ho accompagnato allo ""Yé-yé'" Marina e la madre. A mc interessa veramente Alberta i cui sguardi foschi piovono su di mc come aghi e mi danno i brividi. La corte ufficiale alla figlia è un pretesto per poter avvicinare la madre. Seguo ansio– namente con gli occhi il manifico volto ovale un po· gonfio sollo la nera capi– gliatura mentre accompagna i violenti strepitosi ritmi con l'alzare alternato delle dita aprendo chiudendo la bocca. Marina balla. quasi trasparente controluce. la gonna ruota si alza: ha una vagina dise– gnala e dipinta. di carta palinata. Mi av– vicino ai deliziosi piedi di Alberta dalle grandi vene azzurrate. Ora seduta s·ac~ centua !"ombra più densa tra i polpacci. Leggero silenzioso quasi invisibile m·ar– rampico scarto le mutandine con i denti cercod'entrare nel sessoumido introduco la testa spingo. sono bloccato e impedito dalle spalle. Andiamo 1u11ida Ubaldo a terminare la noue. Un balzo della sua vestaglia: il suo sesso non è muscolare ma di cartu robusta e cartoncino. un organo artefatto. Sono impressionato. si traila di casi par– ticolari eccezionali o d"una diffusa ten– denza. quanti membri e vagine fasulli si nascondono sollo eleganti abiti? Ascolto un gruppo ncll"angolo: - Presto giungerà ... - - I tempi sono maturi. - - Il progc110 è in fase avanzata. - -L'orax ...- Zi11isconoappena m·avvicino. Le ulti– me parole pronunciate con voce dolce dalle labbra di un viola purissimo. come chicchi d"uva preziosi. di un illustre ec– clesiastico. Monsignor Parrini: -Anche il Vangelo è di carta.- Di fronte !"onorevole Margheriti. so1- 1oscgre1ariodi stato. il cui nome non lo uguaglia ad un fiore per quanto apra e porga le dita come petali. lo sguardo vel– lu1a10. Di fianco la signora Cerioli. gioielliera. che. per uno strano fenomeno di nussi e ri0ussi di catene di stimoli. perde il seno mentre l"acquistano. secon– do il momento. a vicenda. l'uomo politico e l"aho prelato. crescendo e sve11ando. di vohainvolla, ui lorotoraci. Sono le prime ore del malli no. gli ospiti se ne vanno. Sussurro all'orecchio di Al– berta: - Mclliamo a lcllo la piccola e andia– mo a veder sorgere il sole...- on riesco a capire la sua espressione. Eccola dunque alla finestra. accenna. viene.Con il taxi nouurnoarriviamo alla spiagga più vicina. Ora siamo soli. Alber– ta mi precede dondolandosi tirando la cordicella che ho tra i denti. io la seguo arrancando sulle foglie del sentiero che porta al mare. Finalmente le dune il ron- ,~ireronfare della grande bestia azzurra le conchiglie a frantumi e i sassini a pungere sono la pancia. Piego la te.stae impasto la sabbia con la saliva, m"inerpico tra le mammelle sulla sua spalla e porgo sulla punta della lingua il bolo fangoso. Lo prende piano nella bocca. Scivolo lungo il dorso tra le natiche m'insinuo tento di -penetrare. le spalle una volta ancora mc !"impediscono. M·arrotolo ai suoi piedi. le lct-cogli alluci. mormoro balbe11ando: ••je l'aimc ... amour. ..... Le nostre mani s"in– contrano nella sabbia. il mio membro s'allunga minuscolo inutile verso di lei. elle çantinc di casa mia avverto ru– mori un confuso brusio. entro dal fine– strino. striscio giù lungo il muro. La forma del locale è uterina e un po' nucleare. buche e coaguli nel pavimento verso un nucleo centrale più illuminato. M'infilo in un"ulccra della parete. L'industriale Eu– ripranzi tra una mezza dozzina di barbe lunghe. certo i suoi rapitori. Uno gli sta davanti e lo fissa tenendo in mano il li– brcllo delle citazioni di Mao. Euripranzi si tiene mnnicchiato. il suo volto è stanco. la barba di una scllimana. a più riprese si addossa alla parete allargando le braccia e accavallando i piedi nella posa di Cris10 in croce. I brigatisti imitano i gesti mec– canici ripetuti degli operai alle catene di montaggio le loro grame esistenze. - Cosa sono le voci - gli grida un brigati 1a - di un progello x dell'ora x? Parla o ti costringeremo! - o. mai! - urla Euripranzi, leva una scarpa e se la caccia fulmineo in gola, soITocand?si. I brigatisti smarriscono, qualcuno interrompe col dorso della ma– no la fuga di una lacrima. M'allontano furtivo dalla scena seguendo la via prece– dente. Salgo in casa piombando in una marea di ~ensieri: a co_sasi riferivano gli 1mpor1an11 personaggi del salollo di Ubaldo? Finora ho evitato di dare notizia degli elementi concreti della mia vita, che la– voro, per esempio, come sopravvivo? Eb– bene faccio il serpente. Un amico guar– diano si è lasciato sfuggire il vecchio boa sollo un tram dopo una sbornia. Ora di– verto la gente con la vecchia pelle addosso facendo giochi con palle e birilli e ba– stoncini. Sono considerato !"animale più rntelhgcnte dello zoo. Posso cosi ascolta– re, inavvertito, molte conversazioni. Ecco sento confabular~: - L'orax si avvicina! Ci si trova a ca– ;a dell'onorevole Quarolli. alle nove pre– cise. - Sono persone distinte ben vestite. Guardo sollo: le donne hanno tulle una vagina di carta. Il mio cuore accelera, so– no vicino al centro del mistero. M'arrovello su come eludere la sorve– glianza dell'ingresso. el ciclo di questa antica cupa piazza medioevale c'è una specie di ponte, un passaggio fra !"arcive– scovado e la casa. un grande braccio pro– tettore sopra i 1c1ti, un corridoio aereo. umerose grate di ferro portano al gran– de balcone pastorale. Mi isso su cauta– mente. sfondo la vetrata con un colpo secco della lesta. Premo con volu11à la morbida moquclle felpata e sono sul pre– zioso tappeto di un'altra sala. Di qui parte l"arcuato ballatoio verso l'aho esponente democristiano. Ho un sussulto scorgendo gli oggelli che coprono tavoli e poltrone o stanno addossati alle pareti. Insieme a paramenti sacri c'è una vasta raccolta di parti e organi sessuali: seni di carta di riso. vagine in cartoncini Schoellcr, culi plas1i– fica1L caJ>c7.zoliclitoridi di madreperla. stnm~nz111cazzi d1 cartapesta. I vari ap– para11 hanno prolungamenti di ossicini vene pellemucosee ogni sortad·incastrie ganci che mostrano chiaramente come siano destinati a inserirsiin un completo organismo insiemeai normali tessutina- turali. Comincio a cogliere a sprazzi e tentoni il senso del rebus che da tempo mi tormenta. .Striscio librato in cielo, sollo la piau.a d1 ma11onelle consunte i vetusti edifici, più oltre l'intera ci11à brulicante di vita, ignara delle oscure trame che si stanno tessendo. Devo spostare una lunga pialla cassa che ostruisce il passaggio forzare una vecchia porta tarlata, non c'è polvere intorno o ragnateli, lungo gli ampi fine– stroni pesanti tendaggi drappeggiati. M'insinuo dietro la comoda cortina pro– lelliva avanzo verso i locali interni gui– dato da un suono confuso di voci. Alle pareti gigantografie di donne e uomini nudi compostiserenidistesisorri– denti. Quaroui Ira una querula folla fe– stante che lo assilla di domande nudo co– me i presenti (un minimo fallo di carta– pesta s'intimidisce tra i peli pubici), la narice sinistra è un piccolo rine11ore sfol– gorante: - Siamo molli. stiamo crescendo sem– pre più estendendoci in numero e forza, le nostre cliniche lavorano intensamente. I militari sono con noi e quasi tutti i fun– zionari dello stato. E' il momento d'e– mergere e prendere apertamente il potere imporre la no tra Riforma. Gli stocks dei pezzi sono stati approntati. Il giorno tanto a11esosarà quello di atale il primo della Rivoluzione Sessuale. Scomparirà il vec– chio sesso e i suoi angosciosi problemi, inizierà l'era del nuovo· sessoesletico. Forse - è preda di una incontenibile emozione - un giorno più lontano che ancora quasi non oso definire forse ve– dremo i primi uomini interamente di car– ta. eredi della Terra! - L'onorevole sta qualche minuto assorto nella suggestiva affascinante visione di un totale trionfo rigenerante della Carta mentre scrosciano gli applausi. Lo sento debolmente aggiungere con voce 0ebile e un volto da Gesù Cristo leonardesco ri– nascimentale: - Finiranno le nostremiserie ...- Vertigine cl vecchio quartiere aristocratico, de– caduto e invaso da bo11egucce, ortolani. barbieri. vecchie case scure e impolverate, si aprivano pia,.ze imbalsamate e silen– ziose, giardinc11i deserti con statue dj bronzo verdi e quasi d"oro. le strade stretteecurveavevanoslarghiimprovvisi. qualcosa di strano e sorprendente. in un cortile. alla prossima casa, sul ballatoio nero d'una ringhiera. le fedi tradite. tanti falli scacciati dalla memoria. tornavano ad affollarsi (la fantasia di mutare i profes– sori in rospi, di vederli un giorno saltellare incontro all'imbocco di queste vie, gli oc– chi più grandi e globulosi, la bocca larga. in fila, una scia di bava dietro densa come uno sputo) di scandaloso, di repugnantc. Sporgeva la te la da un negozieuo, pic– colissimo, gli occhi furbi, la barba. gli oc– chiali luccicanti. vendeva libri, franco– bolli, lamelle e sigarelle di contrabbando, camminava storto, cappuccini e brioches in vicinelatterie, insiemecon una giova– ne, sul banco davanti una grande clessi– draazzurra. elle osterie. nei piccoli bar un giovane maestro beveva, giocava a scopa, quand'era sbronzo, allora gridava. suo– nava la chitarra. cantava, nelle nolli spe– ciali, io sono un pollo, faceva, becchet– tando per terra. raspava, guardando di qui. di là. Di nollc si erano uditi strani versi-rumori che non potevano parago– narsi.Alcuni uomini con camicie e ber– reni verdi. in un'altra parie della cillà, a porta Venezia, facevano qualcosa di sin– golare, chinati a terra tracciavano con gcsselli delle linee multicolori. Nei ta– schini rotondi che avevano sul cuore qualcosa pareva muoversi, non si toglie– vanomai il berretto,lavoravano tenendo il braccio alzato. Il famoso pinore Anto– niottisoprattuttosembravaossessionalo, i suoi polli avevano un sinistro e segreto fascino.rossi,verdi. fiammeggianti,zam– pe levate. becchi aperti e fieri, spesso ce– rano anche. sullo sfondo. piccoli ragni verdolini. Per la ci11àc'erano parecchie vacche nomadi. che non si sapeva, in ge– nere portavano bcrrclli verdi cd una benda al cuore, stupiva vederle a frolle o mandrie nei parchi e nei giardini fare cir– colo allorno e consumare della mostarda. Perché si vedeva in giro della gente con un imbuto in testa? Teoria della vertigine: quando l'assurdo fa capolino. per un solo spiraglio, la breccia s'allarga, immediata– mente.entra tutto il mistero.l'irrazionale i scatena, le stranezze,l'eccentrico,tutto quanto allora può accadere. Il lanaio Luigi era inciampato, andando al nego– zio, era caduto, l'imbuto che portava in capo s'era rovesciato,se nei dintorni vi fosse stato qualcuno avrebbe visto sulla sua tesla come un corno, due ragni acco– vacciati uno sull'altro, quello di sopra d'un verde intenso. color erba, color ban– diera, l'altro mollo sbiadito e quasi cioe– rognolo. Un ragno con la gola squarciata veniva 'trasportato dalla corrente nell'acqua li– macciosa di una fogna. In altre parli, nella spazzatura, sepolti nei cortili, na– scosti in abbaini o in qualche buia canti– na giacevano altri cadaveri. Che i ragni ci fossero ormai era chiaro. ma si parlava sempre con pudore, con estremo riserbo. Ora morivano, si uccidevanofra loro in una spietata lolla fratricida. Qualche ra– gno arrivava ferito in strada respirando grosso e, sollevato sui gomiti, in un estremo disperato anelito, urlava, spira– va. In diversi clubs esclusivi. con lunghi baffi posticci, graziose tute verdi di vel– luto, tranquilli signori fingevano faceva– no ragni e galline. Quel seno di pelle e carne che trema sul tuo peno è come un negro per me. La cosa notevole era ora vedere dei ragni truccarsida uomo, ma– scherarsi,andare concamicie, maglioni e pantaloni, chiamavano i taxi schioccan– do le dita, que 10 era nuovo e strano. Facevano coppia con qualche ragazzina, artiste, attrici, genie di teatro, scrittrici. mondane. Farsi amare da un ragno, le zampe sopra il.seno, un ragno che zam– pe11asopra la pelle bianca, delicata, so– pra una spalla, sopra le statue del Rina– scimento, le Veneri, le ninfe, le dee gre– che, i gruppi del Canova, di Augusto Rodio, grappoli di ragni abbarbicati, sa– livano scendevano, neri sul marmo. stringendo le forme. di marmo, le venti zampe. i guanti. le anche piene. sopra una gamba. reggendosi a stento, sulle braccia.vibrare, sopra i monumenti. ap– pesi alle colonne, suonando la chitarra. bum bum, come una tromba. Maria Te– resa aveva un ragno sulla spalla, uno sc– rio sul seno, sopra una panchina. le zampe nelle mani, unacare1..za. un bacio. abbandonata. di tesa. Enrica col suora– gnello, al termine d'un filo, appesi. la palma tiepida della sua mano, le coscie morbide, era difficile. cosi di sbieco. pendolando· per aria, il rischio che si spezzasse. vibrando, vibrando, come corde d"un'arpa, lui si gonfiava. al mas– simo. cercando la maggiore dimensione, gli occhi neri, un precario e difficile amore. I fatti erano in contrastocon le teorie. uomini e ragni che si amavano. Bisognava vederli con le zampe ingros– sale, delle tracce di mani e piedi. nasi umani opra lunghi baffi vibratili, un tronco che si modellava ancora ispido di peli, posati al sole con un viso ebete, sollo un berceau di rampicanti, arram– picati sopra un graticcio, completamente nudi in alta campagna, sulla riva d'un fiume, un vago sorriso sulle labbra, sopra la sabbia, al mare. Qualche gallina, an– che qualche cane. Le carte si stavano ri– mescolando. Speriamo bene - disse un noto commentatore di un noto giornale. - E' l'amore che trionfa - mormorò fra sè il maestro di scuola. Luoghi La piastra del tombino gira su se stessa e scivola a lato. al centro qualcosa di scurv e denso. delle dita aggrappate, la testa ricciuta d"un uomo che esce, si scuote le spalle da filamenti di ragnatela, s'accosta le maniche, sentono di marcio, si gocciola con acqua di colonia (eau decolognc) trae fuori lo specchio, sterpi e foglie cadute scricchiano. saltano le teste degli amanti. le ginocchia scoperte luccicano, la luna occhieggia ipocnta fra l'intrico di rami. una cartaccia pulisce le scarpe. con un pelline d'osso si ravvia i capelli, me11eai polsi due gemelli d'oro con due perle, ha una rigida camicia bianca appena qual– che involontario alone. forse addirinura un collello di pizzo, scomposto dal movi– mento acrobatico fallo, nella fogna oscuri meandri, m_iasmi, voragini~acque limac-

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