RE NUDO - Anno XI - n. 90 - settembre 1980

INTERVISTA AI CARPETTES P artiti da Newcastle come gruppo punk oltre tre anni fa nel pieno dell'esplosione di nuovi gruppi i Carpelles incidono alcuni singoli per eticheue indipen– denti, fra .cui "Small Wender" che giunge ad ollenere un certo successo. La formazione è un po' insolita per un gruppo punk. si traila infaui di un trio basso+voce/chitarra/baueria, presto il gruppo approda ad altri lidi sonori. L'occasione è offerta dal tra– sferimento a Londra in seguito alla firma di un contralto interessante con la Beggar's Banquet, eticheua discografica nata da un negozio di dischi (come la Virgin di tanti anni fa) che cavalca il successo di Gary Numan e dei Tubeway Army per produrre altri artisti. Dopo un anno di vita nella capitale, a streuo con– tallo con le più diverse tendenze mu icali, i tre scoprono il reggae nella sua variante bianca, si inna– morano dei Police (di cui fra l'altro conoscono benissimo Sting in quanto anch'esso nativo di Newcastle) eco– minciano a suonare del reg-roll. Un genere che va forte in questo periodo ed ecco che la Beggar's (ormai dive– nuta solo una label del colosso Wea) pubblica loro il primo singolo. Si traila di un singolo insolito che con– tiene due dischi a 45 giri, messi in vendita in un'unica confezione al prezzo di due. Sul primo dei due singoli sono contenuti "Frustration paradise", il pezzo guida del loro primo album, e 'Johnny wan't hurt you", sul singolo omaggio è invece contenuto un pezzo mitico, e cioè quella "Keys to your heart" incisa da Jee Strummer al tempo in cui suo– nava nei IOI (in Italia ovviamente è rimasto di ponibile soltanto un sin– golo unico disco del gruppo finora qui reperibile e non due, in cui ono incise la canzone di Strummer e "Johnny" per i soliti o curi motivi che impediscono la pubblicazione di 45 giri strani qui da noi). Subito do– po, nell'ouobre '79 segue l'album "Frustration paradise", ed ora, alla fine dell'e tate '80 è prevista l'uscita dei nuovo album ancora senza titolo. Abbiamo incontrato i Carpelles nel corso della loro prima mini tournée italiana (quauro date in tuuo, fra Milano, all'Odissea, Arezzo e Via– reggio, alla Bussola per Versilia rock), e prima che ritornino a Milano per partecipare al festival di Villa Lilla. La decisione di intervistarli, assolutamente non preventivata in partenza, è nata dalla trascinante ca– rica mostrata da loro sul palco di Versilia Rock che si è tradoua in una sveglia per i cinquecento (appena!). presenti dalle ore 21 di un sabato di Versilia Rock, a poche ore dal con– certo di Tom Robinson ed in coinci– denza con una partita di Coppa Eu– ropa di calcio. Dopo appena due pezzi un pubblico apparentemente refrauario è stato costrello dall'im– pressionante massa di suono prodot– ta dal gruppo ad alzarsi ed andare sotto il palco a ballare: uno show as– olutamente non resistibile, basato su un reggae-roll lineare, ma tirato allo spasimo, niente affauo di riposo. Anzi, talmente affaticante che quan– do entro negli spogliatoi per parlar loro stanno tulli grondando sudore, tranne forse il giovanissimo ballcri– sta ventunenne, che è quello che si è agitato meno, e che si mostrerà meno socievole per tulio il corso dell'in– contro. D. Come sono nati i Carpettes?~ R. Siamo nati come trio a Newca stie tre anni fa in una situazione molto viva, piena di gruppi e grup– pelli che suonavano. Abbiamo inciso alcuni singoli per delle eticheue in– dipendenti ed uno di questi "Small Wender" ha avuto un discreto suc– cesso, portandoci a firmare con la Beggar's ed a trasferirci a Londra. D. Che ne è stato degli altri gruppi che c'erano a Newcastle? R. Molti si sono sciolti, perché la maggior parte di questi gruppi sono nati sull'onda della disoccupazione, del non aver nulla da fare smes a la scuola, vivendo col salario di disoc– cupazione. Però pochi hanno reuo, e quelli che ancora suonano e non hanno raggiunto il successo (e sono la maggior parte) adesso si trovano in cauive acque, con milioni di cam– biali da pagare cui non possono far fronte visto che nei pub per suonare ti danno pochissimo ed altre cose da fare non ce n'è. E' un momento di grave crisi per l'Inghilterra. Sapevi che gli .B. 40, un gruppo che a me piace molto, hanno trailo il loro no– me dal numero e dalla sigla del car– tellino di disoccupazione di uno di loro? Ecco questa è la situazione. D. Questa passione per il reggae roll l'avete avuta fin dall'inizio? R. No, prima facevamo del rock molto duro, sgrammaticato. Poi, ve– nendo a Londra, abbiamo coperto questa stupenda musica dei negri, il reggae cd anche lo ska e ce ne siamo innamorati. Lui per esempio (indica il chitarrista NdR) conosce tuui i posti dove .si suona reggae e tutti i negozietti che vendono dischi reg– gae ... D. E dei Police che ne pensate? R. A me piacciono molto·, a'lui no. (indica di nuovo il bauerista). RE NU0O/19 a cura di -Giacomo Mazzone D. E di Gary Nurilanche incide per la vostra stessa etichetta, cosa pen– sate? R. Ci piacciono olo alcune cose, poche. Non è il nostro genere prefe– rito, come puoi immaginare. D. Lo ska vi piace? R. Molto, ma non tulio. Gli Spe– cial enz'altro, ma vi sono dei gruppi orrendi. (chitarrista) A mc piace solo lo ska originale, quello dell'inizio dei ses– santa. D. Che ve ne sembra del pubblico italiano? R. i sembra molto buono, è pieno di vitalità. D. Qui a Viareggio siete riusciti a far smuovere dalle sedie 500 persone che sembravano fino a poco prima piantate alle sedie. R. Ah st'?Ad Arezzo abbiamo fauo di più, non riuscivano ad andar ·via che volevano ancora un bis. pur– troppo non avevamo molte canzoni pronte ed abbiamo dovuto ripeterne alcune già eseguite. D. Avete avuto' modo di ascoltare dei buoni gruppi italiani di rock fra quelli che erano qui presenti? R. Purtroppo no, perché iamo ar– rivati solo un'ora prima di uonare però ci sembra che ci sia un'aria molto propizia qui, non è cosi"?

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