RE NUDO - Anno XI - n. 88 - giugno-luglio 1980

RE NUD0/4 Il drammadell'ex console italiano a Bombay A fare scoppiare la bomba sul-la stampa nazionale sono · tate le dichiarazioni dell'ex sostituto console a Bombay Franceschini, rilasciate a La Repubblica non appena rientrato dall'India, dopo quattordici anni di permanenza. A catena dall'Occhio a Panorama, dall'Espresso ai quotidiani regio– nali, sono usciti decine di articoli drammatici in cui il tema dominante era la droga e gli italiani in India. Per un mese filato sono stato bersagliato di telefonate di giornalisti che volevano sapere qualcosa a proposito di quanto pubblicato dai "colleghi superficiali" oppure per "darmi la pos ibilità di smentire". Da nessuna parte è però uscito compiutamente quello che ho visto e sentito durante i miei viaggi in India che fra l'altro coincidono con i luoghi .di cui parla Franceschini nelle sue dichiarazioni: Bombay, Goa. Poona. Il triangolo maledetto che fra "droga materiale e droga ideologica" farebbe scomparire migliaia di giovani italiani, come il triangolo delle Bermude faceva scomparire le navi. Devo premettere che io ho la massima stima di France chini_che veramente per così tanto tempo ha aiutato migliaia di persone. fra cui anche il ottocritto quando mi derubarono a Goa dello zaino e del passaporto, e non mi ento di smentire niente circa la situazione de– gli eroinomani e della delinquenza occidentale a Goa. France chini ha ragione quando de– scrive la zona intorno all'Hotel Tajmahal di Bombay. come un lazzaretlo co ì come ha ra– gione quando parla dei traffici e della corru– zione. Addirittura. secondo me. avrebbe potuto dire di più ulla tragedia di Goa dove bande organizzate riproducono la logica del gang te– rismo americano degli anni '30. La più cono– ciuta è una banda di sardi che nel '77 era co tituita olo da quatlro o cinque freaks duri che pian piano hanno fallo venire decine di loro amici e parenti fino a costituire una po– tente banda di et1anta-ot1anta elementi. Furti di pa aporti. traffico di varie sostanze stupe– facenti o meno, intimidazione psicologica sugli elementi più deboli per estorcere denaro sono le auività per sbarcare il lunario, il tulio con– dito naturalmente con motivazioni ideologiche o esi tenziali. Insomma sono anche loro di si– nistra. iente da dire quindi sulle dichiarazioni del vicecons~le? o. molto da dire, invece, ma non tanto per smentire quanto per aggiungere in altro senso. Quello che ha detto Franceschini è vero. è una parte della realtà, non è la sola realtà. Questo è da capire fino in fondo. La realtà di Franceschini e degli addetti al conso– lato è quella drammatica di vedere pas are tutti i disperati provenienti da ogni dove a chiedere aiuto. La realtà dei manicomi, delle prigioni indiane, delle stazioni di polizia dove settima– nalmente Franceschini passava per cercare di far rilasciare, rupie alla mano, i bucati arrestati e pigiati nelle cellette oscene di Bombay. Il dramma, la tragedia degli italiani in India pas– sa per il consolato. è vero, ma non tutti gli italiani in India, vivaddio, sono costretti a pas– sare per il consolato. Franceschini racconta ciò che ha visto, ma non ha la visione di tutla la realtà del viaggio in India. Il consolato di Bombay è un buco della serratura dietro il quale si può vedere la parte tragica del trip. L'errore di Franceschini e dei giornalisti è quello di credere che questa parte di realtà sia la realtà complessiva, l'errore è quello di cre– dere che quello che gli manca di vedere ·possa e ere. come hanno detto. solo morte e desola– zione. come la rana nel fondo del pozzo che crede di vedere i confini del cielo. Non è così. Esiste un viaggio di decine di.I migliaia di occidentali in India che è un viaggio meraviglio o, irto di difficoltà certamente ma denso e pieno di cose belle, importanti, di in– çontri con persone e luoghi difficili da scoprire altrove. Goa, anche se è lo stato dove si registra il più alto tasso di delinquenza, non è solo eroina e furto, Goa è anche spiagge sterminate, palmizi, oceano e clim~ stupendo dieci mesi all'anno. Goa è vivere con mille lire al giorno. E l'India non è solo Goa; sarebbe come pen– sare l'Italia come una grande Napoli. Ci sono migliaia di italiani che a Goa sono stati benis– simo o che addirittura non ci sono neppure stati e questi dove li mettiamo? Non sono nè morti nè dispersi e non sono passati a chiedere aiuto al console perchè non ne avevano bisogno. Perchè quindi stampa e console tendono a considerare tutti perduti o quasi coloro che non sono stati registrati al consolato? Perchè si ~eg– gono qua e là frasi come "per non parlare poi di quelli che sono andati a finire in qualche ash– ram" oppure "come quelli che hanno scelto la droga ideologica e vanno a Poona" oppure semplicemente accostare alle drammatiche te– satimonianze esemplari della realtà della dro– ga, esperienze assai particolari e anomale come l'ex sannyasin che afferma di essersi "strafatto di marijuana" a Poona, operazione furba dell'Espresso che se giornalisticamente può avere effetto è anche il modo migliore per non fare capire null_aa chi non sa. a il gioco scandalistico non è la moti– vazione principale di questa opera di di torsione, la verità è che per i gior– nali ti, o anche per Franceschini. chi va a finire nell'Ashram di Poona o in altri luoghi spirituali è veramente da con iderar i perduto. ma non perduto per via della droga o del suicidio fi ico. ma perchè viene vissuto come traditore. come uno che abbandona l'occidente. la miseria a cui i vari lnvernizzi, Guzzanti. France chini. si sentono obbligati a vivere per enso di respon-' sabilità verso la specie umana. Chi cerca se stesso, per costoro diventa "chi sceglie la droga ideologica". Non a caso lnvernizzi non ha in– tervistato un suo collega dell'Espresso che si trova adesso a Poona. Certo non si può parlare di malafede conscia, ma se i signori in questio– ne si guardassero ...•e sto parlando di un laicis– simo esame di coscienza. Allora in sintesi l'altra realtà è che le spiagge sterminate dell'India sono percorse da decine di migliaia di occi– dentali che riscoprono un rapporto con la na– tura e col sole che forse in questa vita non avevano mai vissuto e stanno da dio. Che i disperati ci sono, ma come dappertutlo nel mondo e costituiscono una piccola minoranza. Che coloro che fa mo un viaggio chiamiamolo maturo o comunque alla ricerca di se non sono affatto perduti o perlomeno chiariamo perduti per che cosa, perchè per quel che riguarda la mia esperienza come quella di centinaia di persone che ho incontrato si può parlare di ritrovamento e non di perdita cosf come a me morire cullato dalle onde dell'oceano sulla spiaggia di Goa che non sul patrio suolo. In India i trova di tutto: la vita o la morte. ma opràttutto si trova quello che uno ha già den– tro. E per fortuna per la grande maggioranza è vita. In occidente forse (ma non credo) è più difficile trovare la morte ma sicuramente e di que to metto la m;ino ul fuoco è più difficile trovare la vita. Qui si sopravvive. C'è un eser– cizio che io faccio qualche volta e che consiglio a tutti. Guardar i allo specchio venti minuti di seguito la sera quando si torna a casa. Guar– datevi in faccia. senza di togliere lo sguardo. Probabilmente diventa più facile capire cosa cerco di dire. Deva Majid perd_uti pai?no invece la grande _maggioranza E qualcosa a proposito delle cifre. Anche degli zomb1es che vedo_ m~overs1 sul metrò e sulle cifre dei "IO mila dispersi", dato fornito· per le st rad~ della Realta milanese... dà/l'Occhio divenuto 15 mila er l'Espresso Ma non e tutto. Anche all'IOterno dello spa- • ' . P zio di disperazione io vorrei dire qualcosa. Chi c, !arebbe qualcosa da dire: Nessuno ha ha detto che è meglio morire in un cesso di un s~ntto 1a dove sono state ricava_teque_ste bar metropolitano o in una piazza di periferia cifre.. S, potrebbe dedu"e che siano cifre piuttosto che su una spiaggia di Goa? ufficiose date a spanne dal consolato di Chi ha detto che è meglio essere protagonista Bombay. Ci chiediamo: sulla base di cosa? di uno dei milioni di furti che vengono com- E' possibile che questa cifra corrisponda al messi in oc~ident~ ~a chi usa eroina piuttosto numero di persone che hanno chiesto rientro che esserlo IO l~d 1~- . . . . al consolato ma nonfacciamo credere che ci Il di_sperato e disperato IO Italia e_IO , nd _ia. siano 10 mila ita/[àni eroinomani in India. Non diamo la colpa all'Ind1a della d1speraz10- , .. . . ne che alcuni si portano nel viaggio e che E. g,a suffic,~ntemente drammatico _fossero sboccia sul suolo indiano. Si muore ogni giorno mille o duemila senza fame un esercito. di eroina in Italia. Ho visto junkies qui e ne ho visti là. Per assurdo, se fossi uno di loro, se pure ... poco patriotticamente, preferirei lasciarmi 6fr

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