RE NUDO - Anno XI - n. 88 - giugno-luglio 1980

RENUD0/26 STORIELLINE di Pi,noFranzosi La testa a dondolo S no nato con un sol braccio quat– tro mani una gamba due piedi questo mi spinge a stendere un resoconto (1 feriti di Hiroshima furono in grado più di ogni altro intanto che sopravvissero di valutare gli avvenimenti) esaminando ogni principio e prima di tutto con uno specchio alle spalle uno dietro il ginoc– chio il mio proprio culo, al parco sdraiato nell'erba non riesco a staccarmi le irene di bronzo dai bei eni eretti i capelli verdi lo perma ·prizza raggiunge l'acqua i uni e. Sdraiandomi su un pezzo più aspro scuotevo la gamba, i piedi urtavano fra loro. un cortile avvolto circondato. le automobili puntavano come frutti e anch'io. le mie corna di te e, le scapole fremevano a quel contatto. un luogo, tutti i luoghi, il 1!1,1go. mi vellicava icapelli una bicicletta, i ggi riflettevano vorticando. rotolavo. 11 ·ndo le unghie delle mani del gomit< .d ginocchiò dei reni del cuore. cor do ver o una buca, un or- ga mo lep .clirante uno stato di deli- quio pen Universo mi inve tirà con i• uoi camio ·uoi vagoni i tram appe i ai fili le za e l'aeroplano mi chiaccerà come una l na una pomata ulla super– ficie. dove , ? chi è? una mata a una congiunzil in mescolamento una co a avvolta fu nita. Chi parlava a piccoli gruppi u >linetavolinetti chi pa eg- giava, en iato distendevo le mani come un , ifoglio la ciavo che le gal- line vi i p ero. operai culattoni, pen- savo. otto, li lavoro u otto. sporchi di merda. mi >ciate, maledetti, le nuvo- le in alto si ano toccando e le piante di gel o carici i bruchi e le felci e le elci con l'erba Ja le violette le cavallette. la ten ionl ·ttrica saliva un dito una spiga dive, mo un simbolo, una ma- gnifica rag I intorno si di ponevano i religiosi p. do gettando fiori - i pogli - s1 rò la padrona, il sacerdote tracciò un, 1io ulla mia te ta. allungai le corna. 1ia coda scattò contro la spalla, la f ulla mi afferrò il membro. le cime i r Jegli alberi vibravano. ul grande bai e incominciò un travolgen- te trip-tea pingeva la testa la frenava la lanciava ove. introdu se le dita tra le gambe a lo. tolse !'imene stillante goccioline mgue. in Africa in alcune zone le rag ballano nude nel meriggio finché l'im , arroventa e brucia. con le unghie sol t.iccò un lembo di pelle e piano pia . .:artò. le pendeva addos o come un le. tra parente. spin e le dita dentn ancia liscia e tol e l'inizio degli inte a clavicola l'intrico degli organi get le gambe al pubblico ro- tolò gli cx. 1erissimi, in Inghilterra la gente migl manda i camerieri a man- giare ed r •• T.S. Eliot non si era mai mo o dal ua edia a dondolo dalla tazza di ti ,1 re to. anche l'amore. lo faceva l'a · . le ossa si erano cumulate olo le m· 1. civano dal viluppo man- dando un 10 abbattendo i lanciando un bacio • •. ono entrato io in cena come un , 1ro saltando qua e là poi piano pia, -co per volta sono appar o col mio br entrale stendendomi per terra cont 1do ondulando i te ticoli arriccian 1clle comprimendo il ven- tre trapp. ni i capelli la gente ha co- minciato , tar i a urlare. sena capire. Vaporo a I JO nude look poggiando la mano sul h, ,io. una polvere azzurra. con occhi I maliziosi - le narici co– minciano ,, , ,re un liquido verde nelle orecchie e, n lago e sulla pancia un tamburell,t tlenzio o. è qui ito - l'a!Terrai. lante. le braccia palpita- vano. il na >certo. mentre la bocca i apriva _pr ,, mte. delle macchie nere comparivano ulla fronte. s'arrampicava ulle pareti. u)lne un ragno, cercava di. fuggire. scivolava. confusa. cedeva. non i capiva. gli occhi veloci turbinanti ansante. ulla mia testa un coro le divine Uri can– tavano, la travolsi i capelli ro si le mani eccitate la trafissi con il mio spillo natu– rale in piedi. come un eroe. con i polmoni gonfi e latici, coi miei occhi gialli il brac– cio che usciva dal petto le mie quattro mani sullo stesso seno. co i ampio e teso. la rapida penetrazione come una puntura con entrava l'e ere nel calore improvvi- la Via Lattea i filo oli tutto i univa. La festa riusciva ma una girandola scivolan– do ba a ruotando mi fiorò uno dei co– glioni. una leggera emorragia. un tappo fuggito contro la fronte. un buco. un lampo. era finito nel cervello. Avendo perso le mani. le gambe, on le sole nati- he. po tandolc ul cemento. rimbalzan– do duro. una forma circa di cilindro. quasi tutto d'acqua. mettendo insieme la testa il collo i reni le parti taccate con cordicelle filo di ferro, un male ere interno ed esterno una nau ea. buttar i con le brac– cia piegate da fine tra a fine tra. una macchia di sangue che 'allarga. la gente intorno col cerchio della te ta dondolante. mi re i conto. avvampai. una mo ca vo– lava le ali come un elicottero o pe a fer– ma nello ste so punto guardava. folgora– to. gli occhi multipli mi teriosi. neri. u ci– va la lingua e anch'io. bocca a bocca. un'esta i. brevi sima. Strisciando al duo– mo muovendomi sulla pancia sul dorso lasciandomi rotolare sporgendo i gomiti una leccata cosi ver o l'alto. il cielo. giallo per il tramonto. mi eccitava. abbraccian– do i portali addentando. Spostandomi ulla spiaggia le onde il uono la crosta di sale penetrando coi piedi nella abbia. lungo i canali. mia mi d'acqua tagnante. ulla ponda di un fo o. le rane, i pe ci tra il fango. l'odore dell'a fallo. del ce- mento fresco. della calcina. della terra smo a. dei buchi nel marciapiede. delle fine tre spalancate. co ì da poter aderire. da non e ere staccato separato. Braccia mani e gambe e tutte le parti in un"opera di scoperta me colamento creazione di calore fioravo gli tipiti la con i lenza porosa delle pareti le tegole lino al bordo. Tutti i modi di tare nell"erba. infilando la mano macchiando i di terra. verde. in– etti. nella crosta formicolante. traforata dai vermi. in un mucchio di letame. la- sciando i sciogliere. o dentro l'acqua. uniti a tutti. immersi e umidi. Pino Franzosi Sguardi I n questa epoca avanzata eppure all'inizio di una lunga prospettiva tanto da potersi dire arretrata - il professore i arrestò. gli tudenti attenti nelle vaschette di vaselina tiepida nelle quattro-cinque posizioni di massimo ren– dimento della psicostatica (dagli studi di Saint Mc Cloud ulla caduta dei gatti) - comunque di tanto più progredita delle epoche precedenti che possiamo con ide– rarla avanzata ... il caso. l'antico fato o destino. è stato per co i dire regolarizzato. incapsulato. gli abbiamo tolto i denti. la capacità di mordere e fare male - il pro– fe ore i elevò avvitandosi lungo la co– lonna d'aria come la più agile e di involta delle ballerine inclinando il cappello di vetro a elettrodi. il Cappello di Sicurezza. la lampadina anteriore r s a di Piena Gioia. la lezione di filo olia morale al culmine - siamo giunti a un grado di Razionalità e Re pon abilità che eppure minuscolo e uperabile non e ito a defi– nire alti imo - tacque attendendo il consueto sciaguettio d'applau o control– lando i berretti a elettrodi dei ragazzi. Riposte le cinture di corda ai ganci gli tudenti follar no moderatamente gioiosi allo scivolo. fuori portata degli guardi vigili dell'insegnante. Alberto si depilò per la riunione di festa. sopra tutto i ciuffi ribelli dello scroto. il fischietto nell'ombelico le nacchere ai te ticoli. do– vendosi presentare nudo come tutti i gio– vani temeva di mo trarc pericolosi into– rni e uali alle avvenenti ragazze anche una giovane parente nono tante il cal– mante e l'apprendimento scola tico-gin– nastico di controllo del pene. In eriti gli ormoni nel cunicolo occipitale diretta– mente collegato alla dentiera per potersi deprimere o euforizzare econdo le circo- tanze il na o nell'apposita fe ura per un controllo d"identità trovò la padrona i denti di cristallo con bellissimi riflessi il ciu!To rituale legittimo con entito la vagi– na ro ea rilevata. vi avrebbe me o le dita non fos e la lampada d'eroti mo ul ber– retto quel saluto ammcs o olo se bene intenzionato. La ragazza più bella civet– tava ridendo inarcando il bu to pieno verso lo scultore di dentiere d'arte e acre che scherzava premendole l'ombelico, chiaramc_nte possedeva un alto grado di controllo delle em·ozioni. il Cappello sen– za segni compromettenti. I ervitori e il cameriere ùi polizia unico autorizzato a p rtare la siringa ipnotica sotto un·unghia (tutti si deunghiavano almeno ogni settimana) vigilavano. Ap– poggiato a uno pigolo un uomo magris– simo il volto cavato osservava la scena mossa della al a mormorando una specie di bu ..bu ... a un tratto gridò scuotendosi trasalendo: - I grandi buchi vengono dal Sud. ci inghiottiranno! - La solita teoria di Buchenwitz. confondeva i grandi coi piccoli buchi. i camerieri lo portarono via poco dopo ervirono gli ossi buchi del buchi ta coperti di maionese la te ta parte del busto apicntemcnte elegantemente ezionati con altri oggetti analoghi come souvcnirs. Lo sforzo di controllo emotivo dopo l'obbligo del appello aveva e te o il numero di matti che non potevano più es ere curati ricoverati. Alberto voleva diventare un grande cacciatore di giraffe marziane. diffidenti paurose affioranti con la ola testa dai loro buchi profondi occorreva ingannarle pingerle a rivelare i depo iti della loro prezio i ima merda. i liberò aiutando tutti verso la pale tra. L'istruttore con bellissimi nastri agli avanbracci e strisce di cuoio faceva lezione a un gruppo di giovani gli fece cenno d'attendere. Cam– minava sulle passerelle altando sciolta– mente a quelle ba e per tornare a salire: - Cominceremo. per prima cosa. per vincere le prime re i tenz~. a chiamare guancia il culo. il controllo lingui tico è controllo di pcn icro. più avanti. dopo i primi calli. per cosi dire. in quella palla clastica che è il cervello. chiameremo culo le guance. poi pa eremo a controlli emotivi di itua1ione. vi pregherei intanto nelle vo tre case di continuare a e crci– tarvi. non c'è altro modo di arrivare. tu– dio. per cveranza. e ercizio. - Carissi– mo! - dirigendo i alla sua volta orri– dendo - Un calcio forte nelle palle? - rise della consueta battuta - Sono stan– co. dovrei prendt:re una vacanza. Co I ve ne andrete u Marte? - - Si mae tro. grazie a voi! - - Benis imo. beni simo. Un'ultima ri- pa sata?- - Vorrei fare una pecie di collaudo. - - Molto bene. benissimo. Allora. vedia- mo. che ne direste della donna incinta? - - Va bene mae 1r . - Alberto si tese a terra e cominciò a cuotcrsi e agitarsi sotto doglia. Fitte do– lorose sudore freddo irresistibili spinte nelle viscere. Dalrombelico cucito una piccola testa di giraffa spuntava. l'i !rut– tore parlava parlava. incomprcn ibilc. la gira!Ta accovacciata enorme prendeva a cacare. a cacare ...

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