RE NUDO - Anno XI - n. 85 - marzo 1980

11 Librazione r , -~ijillll~;u,:~ ~---– FABRE D'OLIVET, La llngua ebraica restituita Arché, MIiano 1980 Aveva ragione Déligny quando segnalava "che il (un) tentativo viene da lontano". Arché porta avanti, con questo secondo quaderno, curato e tradotto da chi scrive, una meno prossima, anche se non meno "artigiana– le" e appassionata immagina– zione di Officina, che proprio in quest'opera individuava e ri– cercava un suo "supporto", tra l'altro di identificazione. Il lavo– ro di decifrazione linguistico– simbologico della lingua ebrai– ca operato da Fabre-d'Olivet non senza contrasti - l'opera dopo molte peripezie finirà per vedere la luce solo nel 1815 e successivamente alla caduta di Napoleone che di Fabre-d'Oli– vet era stato acerrimo awersa– rio - se come opera "aperta" che molto lascia, e dichiarata– mente alla "sagacia" del letto– re, non ha certo visto decre– scere il suo interesse, proprio in quanto tale all'epoca della sua pubblicazione deve avere rap– presentato, e soprattutto in certi ambienti, un certo com– prensibile "scandalo". Se la sua diffusione non fu - e chissà perché? - sensaziona– le,non mancherà di "orientare" non pochi ambienti della ricer'. ca ermetica e di proiettarsi fino nella scrittura più intima dei ro– mantici e dei surrealisti. Fabre– d'Olivet la risalire l'origine dell'ebraico a una "trasmissio– ne" proveniente dall'Egitto, e l'ipotesi di un certo "scambio" è peraltro testimoniata da Freud in Mosé e il monoteismo, opera, come è noto, di lung~ gestazione. L,a Cosmogonia d1 Mosé nella restituzione di Fa– bre-d'Olivet, vera e propria "ar– chitettura", finisce per poggia– re, a guisa di "supporto", sulle stesse vicenda dal contenuto - insieme di contenuti - del suo tessuto linguistico, "perduto" e "restituito". Talché i primi dieci libri dal Ge– nesi - la "decade" - nella proposta che ne fa questo au– tore, a chi abbia unicamente letto la Bibbia nella traduzione della Vulgata latina condotta sulla versione greca dei Set– tanta, potranno fornire non po– che "sorprese". Anticipiamone alcune. e non delle minori: e cioè la "specificazione" del nome di Adam implicante lo stesso sviluppo e svolgimento del nome di "uomo" nel passa– re "dalla potenza all'atto". Adam, che nella più antica ver– sione samaritana, è designato come !"'universale", !'"indefi– nito", è l'Uomo collettivo, uomo e donna. formato dall'insieme di tutti gli uomini, esempio dell'unità relativa potenzial– mente illuminata. e pertanto "Regno ominale" - come Fa– bre-d'Olivet lo definisce creato "in ombra nostra" e quindi "in potenza d'essere" e tratto da una sostanza naturata, l'Ele– mento adamico, prima di Adam nominata. Ma quando lo spirito divino nell'unirsi al suo princi– pio elementare passa "di po– tenza in atto", la "facoltà voliti– va efficiente" di Adam, la Don– na intellettuale, Aishash, divie– ne come uno "specchio" nel quale Adam, riflettendosi, si in– dividualizza. si "libera" pren– dendo il nome di Aish, l'Uomo intellettuale. Poi la "passione cupida". universale "motore" della natura elementare, attac– ca la "facoltà volitiva", a questo punto isolata e libera: Aishash, sedotta dal credere di impadro– nirsi del principio naturante, "va all'incontro" del principio naturale, e sarà Eva. "Cono– scendo" Eva, Adam si decom– pone, ulteriormente si divide, si scinde. E altrettanto si divide e scinde la Donna corporale (ef– fettivamente già vista). nella "doppia" facoltà fisica: la "aperta" e la "velata") fino a produrre Enosh, l'Uomo corpo– rale. E sempre dall'incontro di una doppia natura, le emana– zioni del principio e la natura - il "regno" delle forme, apparirà Nephilim o, sinonimamente, Ghibor, l'eroe, il semidio, il su– peruomo. Poche righe, owiamente, ava– ramente, per segnalare quanto Fabre-d'Olivet ricavi e propon– ga, alla "curiosità sagace del lettore" della "scienza del no– me", patrimonio e "segreto" degli antichi santuari. Questo secondo quaderno, per esigenze editoriali, comprende della "decade" la prima parte; i primi cinque libri del Genesi. Con il terzo, di prossima pub– blicazione, l'opera più signifi– cativa di Fabre-d'Olivet vedrà finalmente completata la sua laboriosa edizione italiana. Maria Luisa Mazzini MARIUS SCHNEIDER Il significato della musica introd. Elémire Zolla. Traduz. di Aldo Audisio, Agostino Sanfra– tello e Bernardo Trevisano Rusconi, Milano 1979 Molto pertinentemente ne.Ila sua introduzione, Elémire Zolla rileva che l'opera di Schneider, alla quale non si potrebbero fa– cilmente trovare dei precedenti, nè che si potrebbe ricondurre a una scuola o a un lavoro col– legiale, "sembra nascere senza genitori". E inoltre che la mole mirabile dell'opera scritta non è che un riflesso dell'insegna– mento orale impartito ai rari di– scepoli. L'opera scritta di Schneider, il massimo musico- logo vivente, è tra le massime, e forse l'unica completamente e non solo razionalmente iniziati– che dei tempi moderni e, pur rappresentando uno dei pochi testi "di stile", sarà sempre tri– butaria dell'insegnamento ora– le, "quasi una riprova viva della condanna platonica della scrit– tura". L'originalità e la pienezza soprattutto di questa parteci– pazione nascono dal fatto che Schneider oltre a percorrere tutte le trafile della scienza, ri– gorosa ma quantitativa, ha ri– cevuto la conoscenza spirituale più intensa da alcuni• maestri tradizionali: dai tamburini del Marocco che gli hanno tra– smesso l'arte di incantare i ser– penti col tamburo, da un mae– stro mongolo di tamburo ritua– le, da certi maghi negri, talché i testi "bianchi" diventano a vol– te non altro che un riscontro obbligato per "giustificare" l'apporto diretto alla fonte. Il suo metodo è quello di "ascol– tare i ritmi e di sentire come statue nel buio le linee melodi– che" e i suoni della natura (per ricostruire le antiche cosmogo– nie, per ritrovare le relazioni esistenti tra architettura medie– vale e musica), talché il suo schedario non somiglia "a quella povera macchina per pensare che si congegnano gli studiosi", ma è un "nomencla– tore delle metafore", che ricor– da le tavole delle corrispon– denze di Athanasius Kircher. L'opera di Schneider è tale da generare uno sgomento ben comprensibile, e soprattutto in chi immagina o vorrebbe ridur– re la storia a un aggraziato bal– letto, quando è invece una fila di sfingi e di grifoni. enigmi fi– gurati destinati a non sciogliersi mai in docili concetti. Anche se oggi l'idea progressista della storia è già stata confutata ·e la cattedrale sommersa di un'età dell'oro scientifica e religiosa è riemersa agli occhi degli stu– diosi, "L'arca-cassaforte" di André Breton, ancora pervasa dall'awentura del mare. Sijuata circa nel 7000 avanti Cristo. qualcuno l'ha awertita e senti– ta, qualcuno capita, ql!alcuno - Schneider - l'ha incontrata in pieno secolo XX. E a partire dalla conoscenza delle scienze sacre (secondo la lezione guè– noniana) ha allestito il suo si– stema di simboli arcaici di ori– gine musicale. E quindi non meraviglia che abbia incontrato rapporti uguali nelle tradizioni sciamaniche siberiane, o nelle tradizioni magiche africane, o nelle danze rituali spagnole. Lo sciamano sa ripercorrere il corso del sole, lungo le stazioni zodiacali, imparando a discer– nere la musica delle sfere, a farsi cassa di risonanza, a svuotarsi, a dominare il respiro e - anche ricorrendo a stru– menti - a riprodurre l'atto so– noro originario, il Verbo che echeggia nel rombo, nel tuono, nel mareggiare delle acque, nell'urlo, belluino. Il mondo, creato dalla morte e che della morte creatrice ricanta il canto (la pietra). si solidifica in pietre, in pietre che cantano, in carni. Dalla morte insorge la fame, la brama, la magnesia attrattiva, e come "allo spezzarsi di un uo– vo", la creatura; e il Verbo, tuo– no, stella canora. aurora _di echi, canto luminoso. E' Thot - sole che canta - è la sua settuP,lice risata, o è AlllM "cré– me d'homme", inno di tre sil– labe dei Veda. E l'uomo di fron– te alla prova: il solstizio, la ma– lattia, il trapasso da una condi– zione all'altra, deve tornare alle origini, rifarsi "incantato, pietri– ficato, svuotato, fatto risuona– re". Perché solo chi periodica– mente si fa "pietra", ammutoli– sce, può crescere, indiyiduare la "vera medicina", ricantare la vita: la prima fase dell'iniziazio– ne sarà il labirinto - notte, puntura di scorpione. La se– conda fase sarà battaglia - e ascesa. La terza sarà l'inver– sione, il "loka", mondo dove umano e divino, cielo e terra, le due acque, si incontrano. Maria Luisa Mazzini CESCO ClAP~NNA Marijuana ed altre storie Cesco Ciapanna Editore 9.900 lire 27 Cesco è un gran simpa1ico, dovres1e conoscer/o un giorno o l'altro. Ha una casella in Coswrica dove ha vissu10 per un lungo periodo e se ne è sltlcca10 a fa1ica per /ornare in Italia al suo mes1iere di editore e giornalisla. Tornalo qui in Italia ha però 1rova10che una terribile 111a/a11ia si era impadroni/a a della della slampa i1aliana della giovenlLÌ di queslo paese: la droga. Ha pensalo bene allora di ricordare a IL1lli i benpe11sa111i. anche se di sinis1ra, anche se per la legali==a:ione. come Jìno a q11a/che decennio fa nelle farmacie d'lwlia si po1eva 1ranquilla111e111e acquistare sciroppi, elisir, pa– stiglie e decolli di marijuana. Ma q11esw s1oria delle alterne for- 11111e d lla cannabis in fltllia non è solo che una delle pani di questo 11era111en1e co111ple10 libro. che si fe!(!(e111110 d'1111 jìalo. pieno com 'è di noti=ie. c11riosee di considera=ioni i111elligen1i. GIA I BORG A La grande evasione Savelli 4.900 lire Chi pvleva p11bblicare 11nastoria del fesi i val di Sanre1110in occa– sione del s1101re111ennale se non la Savelli Edi1ori? E " chi poteva llfjìdarlv se 11011 a Gianni Borgna, ex dirigente 1ui=io11ale della FGC I e a111wlmen1ecapo!(r11ppoPC I alla Regione ui=io? Da queslv strano (ma di cosa s111pirsiormai) connubio nasce ques10 s1ra110libro che ci fa quasi correre ,I rischio di rimpiangere la decaden=a di q11esll/nobile istitu=ione della cultura illlliana di mi. per miopia ceno. pri111a11011 ci erava1110accori i. D'altm parie. al di fuori degli scher=i. secondo voi fa pilÌ storia d'/wlia Oriella Beni con "Finché la barca .l'/I .. o dieci trai/ali di swria con1e111pora11ea? A GELO LUMELLI GIA I D'ELIA Trattato Incostante & on per chi va 3.000 lire Savelli edilori Primi due volumi della collana di poesia curala da Roberw Ra– versi e Giancarlo Majorino. Una cv/lana a/lesa da lempo visto /'interesse morboso e/re da 1empo fa spasimare la !(iove1111ì i1a/icll per la poesia. Quesll/ collana si propone di offrire spazio ad aU/ori noti ed i!(11Vli che facciano poesia per !(li anni 011anlll. lnteressanle anche lafor111ulain cui i tesi i ven!(Ol!0presenili/i: prima le poesie (spwa fuori il rospo). poi insieme un auwpresenwzione del/'au1ore ed alcuni in1erven1i a fiaura memoria. Non resta q11indi e/re aspe/lare i frulli di ques1a nuova scia che si apre. sperando che sia fenile. e che serva afar crescere. E di quesli due? Belr 1 Sinceramenle preferisco 11011 giudicare i libri di poesia cv111emporanea e limitarmi a segnalare l'inizia1iva. Chi appre==ala poesia li giudicherà le!(gendoli. Abbonamento semplice per 11 numeri L. 11.000 (anziché 14300) Abbonamento con dono a scelta fra i seguenti: L. Gerosa - Campa Cavallo ... Re Nudo sulla droga P. 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