RE NUDO - Anno XI - n. 85 - marzo 1980

racconto di Pino Franzosi Che strano! Sull'autobus non c'è il questurino di legge. obbligatorio: al suo posto sull'alta seggiola vicino al soffitto s'agita una farfalla. Sale ora una ragazza attenta a evitare l'ecces– siva vicinanza dei maschi. Un indi– viduo occhieggia, la preme. armeg– gia sotto il giornale. Smarrita volge gli occhi. cerca il pubblico tutore. s'indebolisce. un sospiro, un breve grido. Un passeggero fa il bagno. Uno spa– lanca il frigorifero: formaggi caprini. canini. fromaggi. passati di passero. Un travestito si apposta a battere. Alla fermata sale la fanciulla che amo e una dozzina di gatti. Le linguacce dicono che è un negro. per farmi dispetto. non è possibile. la conosco bene. I gatti in diarrea si so– no sparsi tra le gambe slanciandosi da sedile a sedile sfiorando parabo– lici i volti. Le donne in gridi. le calze in pezzi. la merda cresce. seminata ovunque. fino al polpaccio. Gli schi– filtosi salgono in piedi sui sedili. Fonuna ci sono due spazzini: uno s'accosta al travestito. l'altro lavora di badile. L'acuto odore è scompar– so. i gatti svuotati sono più contenti. guizzano vivaci. Ella prende il mazzo di margherite che le ho dato. le infila nell'ano delle bestiole che afferra. li buco è tondo come un occhiello. li loro ancheggiare fa girare le mar– gherite e i petali. L'effetto è bellissi– mo. - La cosa più bella che ho mai visto! - sussurra calda al mio orecchio. Il guidatore appoggiato all'indietro lascia il volante per afferrarlo all'ul– timo in bru che correzioni di rolla. li veicolo va cosi' con bizzarri percorsi. Il terreno si è fatto accidentato. sas– soso. L'autobus scivola da un masso all'altro. slitta. schizza via. Finiamo sopra un grande terrazzo. corriamo sui tetti. Con un'ardita manovra il guidatore s'infila nella camera da letto di due giovani sposi. Si studia– no. nudi. a debita distanza. Lei fissa il ciondolo. - Ho sentito che può essere perico– loso... - - Sono casi rarissimi. - - Non farà male? - - Non ti chiuderai di scallo. all'im- prowiso? - I giovani si fronteggiano. le mani sulle spalle uno dell'altro. a un trailo cominciano a muoversi. a toccar i. Ora lei si trova sdraiata, con le gam– be aperte. Con grande abilità, prece– dendo il maschio. il conducente è riuscito a guidare proprio all'ingres– so dell'apertura che ora superiamo. Stiamo percorrendo il condotto va– ginale direlli all'utero. li pilota spin– ge l'autobus contro le pareti in ripe– tufi colpi dopo aver strisciato sul cli– toride: l'intento è procurare l'orga– smo. Vediamo infalli nettamente le ghiandole di Bart_olino, alle pareti. enfiarsi e gonfiarsi, entrare con bri– vidi e contrazioni- in piena azione schizzando contro i vetri torrenti di liquido e schiuma. Ora penetriamo nell'utero attraverso il collo a becco d'anatra. lo circumpercorriamo se– guendone una piega finché siamo nuovamente in uscita. Con un "plop" cadiamo nuovamente sul pa– vimento e poi in strada. Abbiamo compiuto il più importante e vitale dei percorsi. - Come va il tuo bambino? - fa una signora elegante a un 'altra. - Non l'ho più. Me lo hanno rubato. Ero a far spese con Robertino in carrozzina. Guardo una vetrina. Mi volto. Al suo posto. nella carrozzina. trovo una lavatrice. - - Che colpo! - - Una lavatrice di marca con venti sportelli. porte. finestre e l'ap– parecchio per le olive con lo stecchi– no. - - Una Magnitex - - E tu? - - Oh io espongo il culo alla Grande Mostra del Culo di Verona. Ci sono passeggeri che parlano con la testa staccata dal corpo come un protomartire. altri con l'ombelico si– bilante. Un vecchio alza il vetro per rinfrescarsi. L'aria gli allraversa gli squarci del torace. i fori delle guance. il buco della pancia. Mormora: - E' finita!- Scoppia una bomba. I passeggeri si accusano. Fanno a bolle. Cercano di bullarsi fuori dai finestrini. Alcuni vogliono che si vada verso il sole. al– tri che ci si inoltri nella notte. Fuori ci sono alberi di cemento fiori di cri– stallo. Brani di pelle pendono dai rami con abiti e borselle. Donne nu– de di pietra formano colossali fiori giganteschi. E' tremenda la merda di gallo. si sente ancora l'odore. L'ingegner Aristide s'apparecchia sulla valigia di lavoro usata come un piano instabile eppur sempre rellili– neo euclideo le carte di lavoro il prospello della grande macchina. con grandi rotelle. del tutto speciale. incastrando bene i congegni con op– portuni contrappesi secondo la quale sopra un pezzo di strada, marciapie– de. asfalto. muri di case. passando una giovane bella vivace. per giochi di equilibri e leve. la strada si ribalta ed essa precipita sopra il lello di una stanza imbollita. - Cosa mi dai se mi tolgo le mutan– de' - sento laggiù confabulare. Un piccolo incendio è scoppiato a bordo. nonostante l'intervento dei pompieri un po' di persone bruciano - La catastrofe è prossima, è inutile! - E' tutto così bello. divino! Guar- date: i fiori di cristallo sono belli si– mi! - Una forma rara di cancro intacca i sedili. a volte s'attacca ai culi che marciscono anch'essi. Il mio difetto principale è di non distinguere net– tamente la realtà. Invito la mia ra– gazza a passeggiare sul tetto dell'au– tobus. Camminare tra i sedili è fati– coso. Nello strisciante procedere nella sabbia il veicolo è lentissimo. L'opinione pubblica m'è contraria, sostiene che è un negro. - Ti amo, piccola, follemente! - - Anghe a me. Tu buonissimo! - Mi flello sollo la sua stretta. Non mi -bacia, no. Fa male, morde. Mi stacca ùn labbro. M'addenta una mano. Mi libero. fuggo. Un allacco improvviso. Non è un'esile ragazza ma un robu- to negro. Scappo. E' un negro. Ora lo vedo chiaramente! - Che luna bellissima. divina. com 'è grande! - - Signore e signori - si alza dal sedile il conducente. continua a gui– dare con i gomiti. si volge ai passeg– geri. il viso scuro - ho ricevuto per telescrivente una terribile notizia. La luna si avvicina. precipita. sta per cascarci addosso' - COMMESSE - Non si può essere sempre di quell'umore. e anche a me vengono i quarti. ma i nervi debbon proprio farmeli venire, come quando ti dan– no appuntamento e ti dicono il posto. vieni presto. mi raccomando. e non sbagliare. e poi non si fanno vedere. son queste le cose che non mi vanno. non tanto per lui. che ne trovo cento. ma di andare. aspettarsi una cosa e non la trovi, e non accade. E' un fallo logico. Mio padre dice allora che son nervosa e nevrastenica. ma non è vero. e poi lui allora. se si guardasse a lui?- Era succe o così. Vicino all'edicola. Un piccolo cane tirato indietro per il guinzaglio. una faccia. guante spor– genti, fronte convessa, spiovente. mento fuori. un fiore prensile, un po' comico, una commessa, guai a la– sciarsi prendere. trasparenze ambra– te ai lobi delle piccole orecchie. un cane falso, la voce cambiata, attento, appoggiate a scaffali o spigoli, sem– pre. nei momenti liberi, l'unghia scrostata, la ciocca ribelle, uno sguardo carezzante, su stecche di torrone e cioccolato instagnolati, su rot<>lidi carta igienica, odore di ci– pria e colonia e profumi mistt:riosi, l'imbarazzo permaneva, vibrava. oc– chi, tondi, occhi tondi. certamente, si voltò, dondolante, leggermente po– sata su un fianco, disegnando con l'altro una curva d'anfora, parlava 25 con un'amica. e gli parve. nello squarcio d'un balli baleno. che anche lei. con la coda d'un occhio. obli– quamente. l'avesse guardato (come calabroni. come zanzare. fuori dall'alveare. camicette e sottane. le aspettano motorette. amici al bar vi– cino. alzando il sedere e pellinandosi ancora). - A me non piace molto ballare. pre– ferì co sentire i dischi. è Anita che ci tiene e mi porta sempre. e dice che ho una faccia di lalla. perché vado da una persona e ci parlo insieme. una ragazza. se fosse un gruppo. ma una ragazza sola non vedo cosa-ci sia di male. per questo mi sento abbastan– za moderna. spregiudicata. ma non tanto. non mi piace andare a quelle feste che si sbatton sul letto e fan le stupide. Mio fratello invece è molto moderno. melle un po' soggezione perché non parla. 1..'altro giorno ha buttato la minestra sul muro. Figu– rarsi mio padre! - Attaccato alla grata esterna della pi– scina. in un tratto foltito d'arbusti e di siepe. cercava. là in alto. appe o. il miracolo. la cosa meravigliosa. una ragazza forse. di là lo specchio dell'acqua. co ì azzurro. terso. me– tallico, circondato dall'anello bianco di cemento. visi volgari, bocche come vesciche. espressioni stolide negli occhi vuoti, corpi corposi. tutte d'una famiglia. ma uno sciock. la ragazza del cane. in due piccoli pezzi. sopra un'aiola verde, parlava con un'ami– ca. Smorfie. le labbra le s'arricciava– no, con il gusto di fare smorfie. di far boccacce, Una vera, autentica com– messa, lo eccitava, gli dava alla testa. lo sconvolgeva. Dai buchi della siepe un cocomeraio porgeva felle, immergendo il coltello nel cuore di cocomere rosse, schiz– zando semi neri e tondi come occhi qua e là, chiamavano gelati i bibitai. Lo specchio d'acqua barluginava, azzurro, vetroso. Pino Franzosi

RkJQdWJsaXNoZXIy