RE NUDO - Anno XI - n. 85 - marzo 1980

22 · 11 cuore induista dcli r INDONESIA RUBRICAA CURA D1ANDREA SCIARNÉ Chi non ha sentito parlare dell'isola di Bali, del sùo sottile fascino esotico, della sedu– cente bellezza delle sue donne, del magico significato delle sue danze e delle sue or– chestre gamelan, delle sue spiagge ornate di spendidi palmeti divenute le mete prefe– rite del turismo internazionale? Tutti gene– ralmente conoscono questi aspetti dell'iso– la, propagandati dai depliants turistici, che certamente non deludono le aspettative di chi la visita. Ma a chi non ha molto in co– mune con le scelte dell'elite internazionale ed è alla ricerca di valori.autentici, Bali può rivelare molto di più, Bali può regalare l'ec– citante scoperta che. esiste ancora una so– cietà in cui gli individui condividono tutto dell'esistenza e riescono a vivere in un ar– monico equilibrio tra lavoro, svago, religio– ne, famiglia e comunità. Bali non è·solo un isola, è un piccolo mondo dove nessuno è mai solo; perfino chi vi ar– riva per la prima volta ha l'impressione di trovarsi a casa di amici, salutato ovunque da larghi sorrisi e cori di "Hallo Mister!" (anche se sei una Miss). Basta arrivare a Denpasar e appoggiare lo zaino sul mar– ciapiede in attesa di decidere dove andare, che nel giro di pochi minuti qualcuno avrà proweduto a fornirti indicazioni sul dove mangiare, dove dormire e dove noleggiare una moto. Come capoluogo .del Paradiso terrestre Denpasar è una gran delusione perché è decisamente bruttina, ma è una comoda base per tutti i vari spostamenti. Chi ha intenzione di farsi un po' di mare ed ha bisogno di sentirsi circondato da facce ,bianche cerca alloggio a Kuta, una piccola Riccione fatta di innumerevoli negozietti, localini internazionali e alloggi per tutte le tasche, vicini alla spiaggia e felicemente mimetizzati nella vegetazione. Le strutture turistiche dell'isola sono state molto sag-· giamente limitate a una piccola zona che comprende, oltre a Kuta, le più esclusive spiagge di Sanur. Il resto dell'isola, fortu- r natamente meno frequentato dai più, è ri– masto dei Balinesi, del loro comune lavoro nei campi, dei loro quotidiani riti religiosi fatti di offerte propiziatorie intese ad assi– curarsi la protezione degli dei ed a placare gli spiriti maligni per mantenere quell'equi– librio tra forze del bene e forze del male così essenziale all'ordinato cosmo balinese. Il sistema migliore per "vivere" Bali è quello di noleggiare una moto a Denpasar e girare l'isola disposti in ogni momento ad abban– donare la strada asfaltata e rompersi le ossa su qualche mulattiera piena di buche per raggiungere piccoli villaggi immersi nel Templo Batur .. verde o fantastici templi sulle rocce in riva al risaie in cui ve I n essi decine di soli che ti mare. L'operazioneamoto richiede come abbagliano giocando nell'acqua, e .tra le minimo una mattina, perché bisogna soste- palme e le mangrovie che si rincorrono· nere un esame pratico di guida per avere un senza sosta intravedi file di donne che con i patentino e poter fare l 'assicurazione.ob- movimenti aggraziati e sinuosi fasciati da bligatoria: il tutto costa sulle 15.000 lire, ma coloratissimi Sarong recano al tempio, in in compenso, contrattando, con 10.000 lire equilibrio sicuro sul capo, le offerte com– si può avere una moto per cinque giorni poste con gusto squisito in bouquet di foglie (senza pretendere però che le frecce e il e di fiori o in torri di dolci colorati e di cibi clacson funzionino) e la benzina costa po- graditi agli dei; da questo momento dicevo, chissimo. Owiamente viaggiare in due è più ti senti coinvolto in un pr9cesso di osmosi vàntaggioso sotto molti punti di vista. Per il totale con la terra, l'aria e tutti gli elementi mangiare non ci sono problemi: la frutta è ·vitali di quest'isola, e pensi che l'anello di •squisita ed abbondante, e un piatto di Nasi mare che la circonda possa isolarla da tutti Goreng (riso fritto con verdure o ingredienti gli influssi negativi di quel povero mondo vari) si trova dappertutto. occidentale dove nessuno crede più in Dal momento in cui inforchi la moto e ti niente. Prima di attraversare l'isola vale la immergi nel giallo sempre più verde delle·. pena arrivare fino ai templi marini di Ulu Watu, estremo punto meridionale della pe– nisola di Bukit, e Tanah Lot, ad ovest di Denpasar. Ulu Watu è un piccolo altare agli dei affac– ciato tra le onde schiumose e selvagge del tramonto, quando il sacerdote del tempio celebra i riti vespertini, non riuscirai più a distinguere i limiti tra il cielo e la terra, ti sentirai sospeso in una dimensione nuova dalla quale sarà doloroso staccarsi per ri– prendere la strada nera del ritorno, resa solo poco più reale dall'alternarsi della luna sempre più abbagliante dietro alle palme e delle lucine tremolanti delle capanne dove sta iniziando la notte balinese. Puoi fermarti e godere un po' del calore di questi mo– menti di comunione del villaggio: una pic– cola orchestra gamelan si sta esercitando, i più giovani divertendosi a picchiare i mar– telletti degli xilofoni a ritmi sempre più velo– ci; saranno felici che tu ti sieda fra loro ad ascoltarli. Queste orchestre di soli stru– menti a percussione sono presenti in ogni ricorrenza o manifestazione particolare: .fe– ste, cremazioni, teatro delle ombre ecc.: per questo ogni villaggio ne mantiene più di una. Le donne stanno preparando offerte e abiti per la prossima festa del tempio, men– tre un gruppo attorniato da un cerchio di bambini che fanno da spettatori, da scena– rio, da quirite, diventando spesso anche protagonisti, prova alcune scene del Ra– mayana, il poema indù a cui si ispirano-tutte le rappresentazioni balinesi. Nessuno è un attore o un orchestrale di professione: que– ste persone, finito il lavoro nei campi, si esercitano con impegno fino a raggiungere livelli artistici anche molto alti, ed è questo per loro anche un modo di pregare. In un giorno di sole, quando la marea è più bassa potrai unirti al flusso continuo di pel– legrini e turisti che salgono verso il tem– pietto di Tanah Lot, arroccato su un enorme scoglio proiettato nel mare, circondato da rocce nei cui fori puoi vedere i serpenti sonnecchiare fino a che la marea si alzerà sommergendoli. "Allora" racconta con convinzione e un alito di mistero il vecchio Bagus - "i sacri .naga si dirigeranno tutti verso il tempio degli dei di cui sono i guar– diani". Anche qui, come a Ulu Watu, capisci perché questi luoghi siano particolarmente sacri; non si può fare a meno di sentire una presenza divina davanti alla forza minac– ciosa di questo mare selvaggio che si in– frange sugli scogli in contrasto con la dol– cezza dei campi verdi degradanti sulla co– sta. Quel mosaico di fertili risaie che sfrut– tano ogni centimetro di terra sono frutto del complicato sistema di irrigazione creato e mantenuto in efficienza dalle cooperative agricole a cui ogni piccolo proprietario ter– riero deve associarsi. Il Subak, associazio– ne per l'amministrazione delle acque, si occupa di controllare il funzionamento dei canali di irrigazione e di organizzare le pro– cessioni e le offerte a Shri, la dea del riso onorata nel Pura Subak, il tempio apposito. Da Tanah Lot si può puntare al nord dell'i– sola facendo delle deviazioni per visitare il• grosso complesso templare di Mengui, cir– condato da un bacino d'acqua in cui si ba– gnano le ninfe celesti facendone così un luogo di unione tra l'umano e il divino. E il tempio delle scimmie a Sangeh, immerso in una altissima foresta il cui muschio copre anche le sculture di pietra dei cortili interni. Centinaia di scimmie gli fanno da guardia, lasciandosi però corrompere facilmente da un pugno di noccioline; ma attenzione, se ti vedono col sacchetto in mano ti danno let– teralmente l'assalto con una prepotenza che ti lascia come minimo spaventato e im– brattato di fango. Salendo verso Bedugul è facile trovarsi im– mersi nella nebbia che circonda il vulcano e il lago Bratan, sul quale si affaccia romanti– camente il tempio di Ulu Danu. Sulla riva opposta si può pernottare in un delizioso ed economico alberghetto con vista sul lago, e al mattino potrai saziarti la vista di orchidee selvatiche al famoso mercato dei fiori di Bukit Mangsu. Da Bedugul si sale ancor.a, attraversando una zona selvaggia coperta di foreste incredibilmente fitte, prima di ve– dere spuntare il mare all'orizzonte delle ri– saie che scendono a terrazze verso Singa– radja. I templi qui al nord sono un po' di– versi: l'abbondanza e il movimento baroc– cheggiante delle sculture si uniscono all'u– so di colori primari che ne accentuano il carattere spesso caricaturale. Prima di affrontare la lunga e ripida salita verso Lintamani in un affascinante paesag– gio montano ancora incontaminato dal tu– rismo, ricordati di fare il pieno di "Pertami– na": dove c'è questa scritta troverai un di– stributore·, ma se resterai a secco per strada scoprirai che puoi rifornirti anche nelle ca– panne che hanno all'esterno dei bidoni di

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