RE NUDO - Anno X - n. 81 - novembre 1979

54/AE NUDO sconvolgimenti; e per sua natura, all'inizio, un reietto. Un'emargi– nato. Un diverso: raccoglie in– fatti l'eredità di una stranita let– teratura, che parte dai primi vo– lontari o no della emarginazione come pratica di vita, non integra– zione come filosofia esistenziale, per giungere all'autocompiaci– mento narcisistico dell'élite« ma– ledetta». La sua diversità intrin– seca, ancorché sia pure un fatto estraneo al fulcro della vicenda, lo condiziona ad agire in una de– terminata maniera al di fuori dei circuiti normali della gente in cui l'uomo non può assolutamen– te inserirsi. Il Gallingen poeta di « Una rosa per !'Ecclesiaste» ha sempre recitato, sottolinea Zelazny, il ruolo dell'eterno emar– ginato. Genialità & follia, così, marchiano in fondo la sua soli– tudine. Ed il tragico protagoni– sta di « INRI » vive di paure ses– suali e di terrori, marciti all'om– bra della sua adolescenza. Fan– no caso, naturalmente, i prota– gonisti di « Nascita del superuo– mo», che riscattano la loro con– dizione inferiore appunto trami– te la diversità sublimata, quasi che il Cosmo si sia pentito del male loro arrecato, fornendoli di nuove soluzioni ai loro pro– blemi. I personaggi di Norman Spinrad sono legati a filo doppio, soli, contro il mondo, e come lo– ro quelli di Roger Zelazny che nella loro unione riempiono il vuoto della propria esistenza. I Joe Chip, i Leo Bulero, i Mayer– son, i Tagomi della grande reci– ta paranoica di Philip K. Dick vivono soprattutto di una f?:ran– de estrema solitudine assoluta– mente incolmabile, anche in ma– niera superficiale, senza un atti– mo di amkizia, di amore, di com– prensione. Questo porta natural– mente a vedere un certo tipo di science fiction da un'ottica deci– samente diversa: l'uomo che muore condannato alla so!"tudi– ne, non in realtà l'uomo che vi– bra costantemente di parossisti– che tensioni all'autodistruzione all'automitizzazione, alla deca~ denza? Arthur Rimbaud spo_a la causa della fantascienza, incen– diandone appena i lembi e le spe– ranze. Quella voglia di annientarsi, di non darsi basta, ba ta poesia e volersi fare male fino al punto di finire ... (Roberto Vecchioni) Questo è più avvertibile ora, che prima. Nella letteratura « di– versa », soprattutto degli Anni Sessanta, quando la bohemia artistica, beat & flower power dell'epoca s'accoppia alla fanta– scienza, quando le avanguardie tradite v lano i retr ena d I– la propria « maledizione». Jack Barron, simbolo di una rivolu– zione inglobata dal business ed ancora, suo malgrado, vessillife– ro della libertà agli occhi degli U.S.A. vende la sua anima, per l'eternità; e quando Sara, la sua donna, si uccide, decide di di– struggere la causa di tutto, do– vesse costare qualsiasi cosa. Gal– linger cerca la morte, dopo che

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