RE NUDO - Anno X - n. 81 - novembre 1979

con Teresa de Sio che canta in napoletano una melodia araba, mentre Mauro Pagani la sostiene suonando lo strumento greco chiamato Bouzouki, per poi lasciare posto a violino e viola, e all'oboe suonato da Mario Arcari. RE NUD0/47 circuito musicale ufficiale, per ricercare vie nuove ed inusitate. Ancora Mauro Pagani tupisce in « Violer d'Amo– res », un brano per solo violino: lo avevamo la– sciato comprimario del rock nostrano, lo ritro– viamo musicista autentico e buon strumentista, a cui lo studio ha fatto un gran bene. Ma questa è stata la scelta migliore che potesse fare: condizionato da un contatto più vivo con i bisogni culturali delle persone reali con le quali aveva ed ha un rapporto più stretto, contatto ini– ziato nell'ambito di S. Marta, e lontano dalle luci artificiali di un palcoscenico per centomila per– sone, Mauro Pagani ha scoperto la sua vena mi– gliore, la poesia di una musica intima e vivente, in cui conta l'uomo con il suo spirito e non l'ap-. pariscente macchinosità degli idoli del rock. :E. strano che un uomo abbandoni un gruppo mu– sicale ormai affermato a cui arride il successo, per ritirarsi in un apparente isolamento, lontano dal Leggendo questo breve articolet– to su Mauro Pagani mi è tornato in mente un discorso incompiu– to, un pensiero interrotto di al– cuni mesi fa su Demetrio Stra– tos. Non si tratta di elogio, non si tratta nemmeno di un qual– cosa su di lui in particolare. Gli addetti ai lavori la chiamerebbe– ro una « nota di costume»; per me qualcosa che ho dentro e che ho voglia di tirare fuori. Spesso leggendo o ascoltando le apolo– getiche serenate a Demetrio che da tutte le parti sono piovute do– po la sua morte, ho sentito ama– rezza e rabbia. Quella stessa area sociale che più volte aveva accusato gli Area di essere servi dei padroni, idoli di plastica, forse le stesse persone che quando Demetrio dal palco diceva « vengo dalla Grecia » gli rimbeccavano« Ma va là che vie– ni dai Ribelli » oggi si trovano ad incensare, perché morto, il Demetrio ricercatore appassiona– to di musica contemporanea, our– tuttavia sempre pronti a fischia– re e dileggiare i ricercatori di musica contemporanea ancc•ra vivi al Parco Lambro nel '74 co– me all'Arena di Milano nel '79. I tempi cambiano, ma non per tutti ... Io non ero particolarmente ami– co di Demetrio Stratos. forse il periodo più lungo che ho ::,assa– to in contatto con lui è stata la tournée con gli Area, il Volo, La Comune di Paolo e Isabella Ciar– chi e gli audiovisivi di Re Nudo. Venticinque giorni in giro per l'Italia. on ho legato partico– larmente con Demetrio, sentivo più vicino Patrizio Fariselli ad esempio, o Paolo Tofani. scher– zavo più facilmente con Ares Ta– volazzi, non sono quindi tra quel– li che trasformano i rapporti la- bili nella vita in fantasmi di rap– porti quando qualcuno muore. La paura della morte, la cattiva coscienza a volte giocano brutti scherzi, anche alle persone più attente, non solo ai buz buz. Qui però volevo ricordare un a– spetto di Stratos professionista che mi aveva molto colpito e di qui l'analogia con Mauro Paga– ni di cui Cristiano pulitamente dice in queste stesse pagine. Stratos lasciò gli Area nel mo– mento di maggior successo per dedicarsi ad un lavoro partico– lare di ricerca sulla voce che gli avrebbe fatto passare due anni in sordina, pubblicitariamente parlando. Dischi venduti pochissimi, grati– ficazioni pubbliche pochissime. La stima dei musicisti amici e di pochi altri. Una scelta che in modo evidente anteponeva l'« in– teresse della persona musicista Stratos al professionista » per cui il successo viene prima di tutto. Quando seppi di questa scelta rimasi colpito, non perché mi ritrovassi tra le schiere dei denigratori degli Area ma per- Cristiano Alzetta ché proprio per la mia valuta– zione positiva della musica Area, mi colpiva che qualcuno potes– se rinunciare a quel « giusto e– quilibrio » tra ricerca-successo– stima che premiava il lavoro del gruppo con questo salto nel buio scelto da Demetrio. Nello stesso modo mi aveva col– pito la decisione di Mauro Paga– ni quando nel pieno del succes– so della Premiata Forneria Mar– coni, scelse di defilarsi senza cla– mori dal gruppo per riprendere a studiare musica, per lavorare al centro Santa Marta. Anche qui, chiariamo: io non ho nessu– na particolare simpatia per il Centro di Santa Marta, ogni vol– ta che mi è capitato di metterci piede ho avuto la netta sensazio– ne di una occasione perduta, di un posto senza amore. vissuto senza amore, che con la scusa della mancanza di soldi, veniva lasciato andare in m::1lora... n11P.– sta digressione per dire che in questo riconoscimento per la scelta di Mauro non c'è alcuna componente apologetica nei con– fronti dell'alternativismo dellP strutture troppo spesso prive di alternativismo delle persone. Cio– nonostante il rispetto che ho avu– to e ho per la scelta di Mauro è comunque netto e senza riser– ve perché non è necessario con– dividere per capire. Questo poi alla fine è il senso di quello che volevo dire, anche nei confronti di Demetrio visto che non sono neppure un appassio– nato della musica contempora– nea, anche se considero poco me– no di un eroe quello che davan– ti alle cinquantamila persone del– l'Arena o del Lambro regge una buona mezzora di fischi e dileg– gi per terminare il suo solfeggio. Majid

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