RE NUDO - Anno X - n. 81 - novembre 1979

c·ttallco sogno di u PAGAN Mauro Pagani: un nome ed un personaggio molto noti sulla scena musicale italiana ed anche inter– nazionale. Come ormai pochi ignorano, fu un ca– posaldo della Premiata Forneria Marconi, che, nel bene nel male, è forse il gruppo musicale italia– no più conosciuto fuori dai nostri confini. Ne uscì qualche anno fa, violino sotto il braccio, per intra– prendere una sua strada personale. Per qualche tempo si è tenuto lontano dal circuito musicale « grosso ». A Milano, città in cui vive, ha iniziato invece alcune attività atipiche per i nostri musi– cisti. Pur tra serie difficoltà, è riuscito ad unire all'at– tento studio del suo strumento, il violino appun– to, e del flauto, una partecipazione attiva e perso– nale ad alcune fondamentali avventure del mon– do culturale della sinistra milanese; in primo pia– no, la sua partecipazione quotidiana e vissuta al– l'esperienza del centro sociale occunato <li via Sl'ln– ta Marta, centro propulsore di varie iniziative, non tutte superflue. Assieme a questo, dicevo, lo studio della musica. Mauro è uomo non superficiale, e ha scelto di stu– diare seriamente una musica difficile, piena di aspe– rità per i nostri gusti melodiosi. Nello stesso tem– po, è però la musica a cui si rifà quasi. tutta la cultura musicale del bacino del Mediterraneo, la musica araba. E Mauro tiene a precisare che non si tratta di « un'operazione filologica o di archeo– logia musicale» ma di « riconoscere e riattivare culture che sono viventi e trascurate ». Una strada difficile: per altri versi, già gli Area avevano tentato un lavoro di questo tipo per la musica greca, tentativo in parte riuscito e le cui influenze sono molto vivaci nel lavoro di Pagani, che ha fatto recentemente uscire il suo primo di– sco « solo ». Gli Area, o meglio Stratos, Fariselli, Tavolazzi e Capiozzo, sono presenti non solo fisicamente in questo disco, ma forte è il loro influsso culturale, specialmente nel primo brano della seconda fac– ciata, « L'Albero di Canto». Non è un disco facile, allora. Necessita, per essere apprezzato, di un ascolto molto attento, scevro da preconcetti, e dimentico di parametri e termini di paragone acquisiti. Lontano dal rock italiano n meditP.rr::\nen c:t;JP. « Pre– miata » e dal « free » degli Area, è una musica tra– na in cui il sapore dell'Oriente è chiarissimo, e assieme a questo tutto ciò che di misterioso ep– pure a noi vicino esso offre. E abbiamo i brani più belli del disco: « Argiento »,

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