RE NUDO - Anno X - n. 80 - settembre-ottobre 1979

48/RE NUDO operazioni più dubbie: il famo– so disco solista di Mauro Pagani, o l' ensemble Rock Exhibition. L'idea era di toccare quante più sponde possibile, di sperimenta– re ogni situazione, senza preclu– sioni, senza preoccuparsi della sacra coerenza. O meglio, mante– nendo solo la coerenza della pro– pria incoercibile voglia di fare. Possiamo innalzare il compianto, come no?, possiamo passare an– che Demetrio Stratos tra i mar– tiri (Luzzatto Fegiz, sul Corriere, si è subito premurato di parago– narlo a Jimi Hendrix). Attenzione. Allo stesso concerto in suo onore, i rappresentanti di quell'avanguardia cui lui era or– mai vicinissimo sono stati fischia– ti e sfottuti sonoramente. Cer– chiamo di non onorare un'imma– gine, il cantante degli Area col pugno chiuso, cerchiamo di ave– re rispetto per la sua musica. Il valore dell'esperienza di Deme– trio, ora, per noi che l'uomo non l'abbiamo conosciuto, è tutto nel– la musica. E' troppo comodo, han detto bene gli Area, fare un mito addosso a chi non può più difendersene, e nello stesso tem– po lasciare da parte, .dietro una barriera sanitaria, quelli che cer– cano di continuare lo stesso di– scorso. Son cose che vanno bene per la RAI TV. Non sono le commemorazioni che valgono. Certe incomprensio– ni rischiano di vanificare anche quel nostro essere là in sessanta– mila. Anche quell'addio suonato, com'era giusto, sulle note dell'In– ternazionale. Paolo Bertrando AVVISO AI LETTORI Il numero di Settembre di RE NUDO esce come nume– ro doppio Settembre-Ottobre a causa dei ritardi dovuti al cambiamento di tipografia. Avvisiamo i nostri abbonati che la scadenza del loro ab– bonamento sarà naturalmen– te posticipata di un numero. Ci scusiamo comunque con tutti i lettori di tale ritardo, assicurando d'altra parte il nostro impegno, nel rendere RE NUDO sempre più ricco e presente nelle edicole. La redazione 1oteca Gi o o I~ 1ll)l~SSf) I.. 1\ f~lll1ltl1\N() 1,1 :,rJ,J~ =I, ... E ADESSO LA CHIAMANO ARTE buia tu in un l u11certo qualunque in giubba verde color terra e zitto, non se n'è andato, no, ci ha lasciati. E ve ne accorgerete adesso che non lo avete mai sentito? Adesso che la chiamano arte. Oh, vi prego, mettetele insieme le parole su commissione: ricerca-alternativa-rifiu– to-a vanguardia-radicale-prepara to-nota-do-in tervista-area. Quale vo– ce? Che brutto concerto stonato per un uomo che non c'è più. Ci a– vevamo provato con un bel cuore di carta, non vi è sembrato che c'è proprio andata male per una volta che ci stavamo riuscendo. E quel– li che vanno a cercare il loro buco distorto. Credevate, non è vero? a– desso basta. Che bel concerto per grancassa che è venuto anche dopo, ma prima di parlare il signor Luzzatto Fegiz si tolga l'unto dalla bocca. Ci tiene uniti solo la morte di questi tempi, l'ultima carta per sapere di essere vivi. E' questa che chiamerete arte? quella voce muscolare a provare love si può arrivare. Lavorava un lavoro difficile, sul limi– te che è di tutti. E' l'amore che è impossibile. Le corde vocali sono solo due muscoli che si possono allenare, non era nemmeno la voce quella su cui lavorava, non era nemmeno que– sto, lo avete capito, etichettatori di lattine sporche, o lo scoprirete domani? Ma lui non c'è più e credete di poter dire quello che volete. Se si potesse scrivere la furia accecata con un suono capace di incri– narvi le dita ... e vi stupite che i suoi dischi non vendano di più, vi va– cilla la certezza. Ma non meravigliatevi. Che bisogno ce ne sarebbe? Basta un ricordo, o un nome, facce, luci. Demetrio però era un gran bel nome, anche Metrodora era un bel nome, ascoltate il recinto di colonne cretesi, le corna del toro erano tinte di rosso e l'argilla era d'oro. Chi c'è a Mil~no che non ha il suo ricordo personale detto al com– pagno il 13 di Giugno? Come osate non prendere il lavoro per quello che è, non è l'opera di un morto né l'arte di un vivo. Asciugarsi le la– crime scientifiche. Il lavoro di una persona dovete prenderlo come vi è stato dato. C'è una sfida mossa dalla mancanza verso ciò che è pos– sibile, ma gli acrobati non vi spiegheranno mai perché non vogliono la rete, se non la vogliono. Ecco, il silenzio giapponese, con Cage o senza Cage, dite che ne è di una voce. Lo vedete bene che era proprio questione di carne, aprire e chiudere le corde vocali. Che bisogno a– vete di simboli e dove eravate nel frattempo, di voce cantata. Sapete cos'è l'arte? dite che cos'è l'arte se riuscite a non istupidirvi nelle ri– sate. E allora provateci almeno una volta a dire che cos'è invece una cosa come un'altra ma con un senso. Ma voi nel quotidiano queste cose non ce le volete, potrebbero servirvi. Stracciato nell'Arena a spiegare che non si sapeva perché lì o là. No, non ci liquideranno co– sì gli intellettuali che sanno solo capire e non sanno più ascoltare, le persone importanti che devono dire qualcosa per averla detta. Co– me fa a piacervi una voce che parla se stessa? non dite stupidaggi– ni, vi è stato chiesto di pensare, non di divertirvi, ma ci riuscirete mai ad ascoltare un significato e a portarverlo dietro, ci riuscirete mai? La chiamano avanguardia; rispettare ciò che non si riesce a rompere. C'è ancora qualcuno che osa mortificare con i suoi sorrisi e i suoi detti imbell~ttati d'accatto. Rotoliamoci nelle taverne e coliamo sot– to i tavoli, era troppo a portata di mano per avere valore di scam– bio,.)e spalle le abbiamo scosse tutti, tanto era così vicino. Abbiamo perduto le vene e, i nervi di un uomo. Non ci aveva chiusi fuori. Lui ci provava a protendersi e un giorno di sole elettorale non c'era più, e allora? dove lo vedete questo buco? Ingoiatevi l'arte e con lei i vostri visi scuoiati dal sentimento: vi si potessero inchiodare in gola. Luisa Cunteri

RkJQdWJsaXNoZXIy