RE NUDO - Anno X - n. 76 - maggio 1979

AVAN GUARDIA MASSA, MINORANZA, MAGGIORANZA, POTERE CONTROPOTERE ... ...E DIVENTAMMO PARLAMENTARI O EXTRA TERRESTRI una lucidissima riflessione sull'oscuro cielo della logica poli– tica di uno dei protagonisti della nostra storia in questi ulti– mi quindici anni: Mauro Rostagno, divenuto nel frattempo Swami Anand Sanatano. Chi conquista chi? Per noi, militanti della rivoluzio– ne, avanguardie di movimento, il « compito in classe » era definito, chiaro, indubitabile: bisognava conquistare la maggioranza. Per conquistare la maggioranza ci sono due grandi modi: o si pren– de il potere in pochi con un col– paccio e poi si uniformano i più (a questo punto la maggioranza è garantita, basta avere una armata rossa, una polizia politica, un par– tito unico, e il controllo di ogni · forma di comunicazione di massa) oppure, via più lunga e complessa -.--..-:,. •~:~::".,•.. - . e più consona ai classici, si con- t ·. • -~•.:,.•. ,•f: :,:'I.•:, . . ·::!-.:~·:;; ,\!:,;;•;:• • qmstano le magg10ranze alla lotta •}:••r:• ·• • • di classe, alla trasformazione del ·._. mondo, eccetera, per prendere il potere essendo già in maggioran– za. Insomma. Il compito della con– quista della maggioranza rimanda subito al potere. Alla conquista del potere. O lo si prende in pochi e poi i più vengono da soli. Oppure lo si prende in tanti, i più: (si fa per dire, voi mi capite, mica si può comandare tutti, no? bisogna pure che a prenderlo sul serio siano sempre in pochi, no?) e allora il gioco è fatto. Che a comandare, al fin fine, sia sempre un gruspolo di pochi, la minoranza, beh, non era questo a darci da pensare, al momento. Al momento il compito era « con– quistare la maggioranza ». Noi qui, loro là. In mezzo la tatti– ca. Bisogna che il « noi » conquisti il « loro ». Questo è quanto. Il compito. « Di classe ". Far diventare i «meno» «più» era cosa, come vi potete ben im– maginare, che richiedeva assatana– mento senza par i peri «meno», del tutto impegnati nella bisogna. Insomma, non è mica cosa di tut– ti i giorni, si diceva, che la « de– vianza» stravolga il quadro e di– venti «norma». In partenza bisogna aver ben chia– ra la demarcazione, non smarrir-

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