RE NUDO - Anno X - n. 75 - aprile 1979

RE NUD0/38 La morbida macchina dei ' Ci divertiremo ad orchestrare idealmente insieme il fragore delle saracinesche dei negozi, le porte sbattacchianti, il brusio e lo scalpiccio delle folle, i diversi frastuoni delle stazioni, delle ferrovie, delle filande, delle tipografie, delle centrali elettriche e delle ferrovie sotterranee. Agli inizi del secolo il futurista Luigi Russolo progettava gli intonarumori. quegli" strani meccanismi sonori che dovevano ricreare musicalmente il fra– gore delia città industriale, e già nel 1914. la rivalsa del rumore esplodeva in un concerto al Teatro Dal Verme di Milano dove il musicista dirigeva un'orchestra di ululatori, scoppiatori. gorgogliatori e altre decine di aggeggi 'infernali. Fu veramente il concerto più fragoroso che la storia della musica rieorda e questo non solo per la strumentazione particolare, ma anche, e soprattutto. per la colossale rissa che scoppiò nel bel mezzo dell'esecuzione tra il pubblico. evidentemente deluso dalla prova. e i music'isti. I giornali parlarono addirit– tura di una dozzina di feriti. aggiudi– cando però l'incontro ai futuristi che risultarono vincitori grazie alla loro co– noscenza della boxe e al loro spirito bellicoso. Più o meno qualcosa di simile accadeva ai primi concerti dei Kraftwerk che dai futuristi hanno ereditato parecchio ma certamente non la sospetta grinta bel-. ligerante, tanto che dopo i tentativi ini– ziali, ·poco apprezzati dal pubblico. de– cisero di dare alla loro musica un suono meno travagliato e più fruibile. rag– giungendo cosi qualche tempo dopo i vertici delle classifiche monçliali. Kraftwerk - "centrale_ elettrica" - è il sogno subito spezzato dal rumore delle cittàghettoindustriale. Fiorisce a Dus– seldorf - dovP. n0n c'è un fiore-. una delle città più industrializzate della Germania ad opera di due martiri del sistema Ra/( Huttei & Florian Schnei- Luigi Russolo der. più volte lobotomizzati dai suoni dell'industria. asfissiati dallo smog per– manente. nevrotizzati dai rintocchi dell'orologio urbano casafabbricamen– sa. I due si incontrano all'accademia di Remscheid nel lontano '68. Ralf co– stretto fin dalla tenera età allo studio del pianoforte ne ha piene le scatole. e cerca altri scoppiati per suonare della musica nuova. Prova prima con i "Phantom" insieme .ad un certo Jurgen Karpekiel - che più tardi va a formare i "Kollectiv" - ma quando il gruppac– cio si divide nei due abominevoli "Rambo Zambo Blues Band'' e Blues/o– gr". decide di cambiare aria e final– mente incontra Florian Schneider. lo– dato studente di flauto con qualche esperienza jazzistica alle spalle. I due familiarizzano subito e mettono su la "Butteri Schneider Organizzation" che nel '69 sforna un disco di cui non re– stano tracce. Stampato da una casa di– scografica inglese è un vero fallimento. se ne vendono pochissime copie: il fatto da ragione alle case tedesche che si erano rifiutate di produrre i lavori dei due. In quegli stessi anni tengono un concerto a Berlino ed è un altro disa– stro: così il "gruppo Baader Meinhof acustico". come lo aveva definito Flo– riano cambia improvvisamente rotta: restano però sempre i suoni che si sen– tono ogni giorno nelle strade e siccome le strade che attraversano sono quelle di Dusseldorf. pulsanti di rumori e in– golfate dal traffico. ecco allora i ritmi geometrici e ripetitivi dei primi due al– bum che ricordano quelli ·delle catene di montaggio, ma anche. attimi in cui il respiro della musica scorre lento a rim- piangere la natura nel desiderio di su– perare la realtà nevrotizzante della metropoli, aspetto che è quasi sempre stato ignorato, soffocato com'è dall'im– magine che i due musicisti hanno volu– to costruirsi: freddi ingegneri elettroni– ci alle prese con macchine sempre più perfette. Klaus Dihger e A ndreas Hoh– mann entrambi alle percussioni parte– cipano all'incisione del primo disco che è un vero successo - vende più di 50.000 copie - anche se si pensa che il gruppo esce, siamo nel '70, dallo sche– ma solito chitarra-basso-batteria, e propone una musica certamente tra le più avanzate. Il suono tedesco riesce finalmente a trovare la propria strada. "Ruck Zuck", uno dei brani più cono– sciuti riassume i moduli che caratteriz– zano parecchie delle produzioni Kraf werk: brusche pause e altrettante im– provvise partenze, ritmi che si incro– ciano. strumenti filtrati. atmosfere echizzate: il rock emerge lentamente dal suono indefinito per poi subito smolecolarizzarsi. L'album fa di loro uno dei gruppi più conosciuti in Ger– mania e sull'onda di questo successo si moltiplicano le esibizioni dal vivo: sul palco sono sempre in cinque. quattro "Bruitisti" più una vecchia lampada a tre luci del tutto identica a quella che illuminava il laboratorio di Russolo. Nel '71 esce "Kraftwerk" dall'organico sono scomparsi Hohlmann e Klaus Dinger che è andato a formare i Nel!. "la banda di quelli che suonano solo di notte": Ralf & Florian restano soli a regalarci una musica che si fa sempre meno spigolosa. Kling Klang Kling Klang la geometria si apre in mosaici colorati. echi minimali. Reich e Glass stanno dietro la porta ad ascoltare le armonie di un nastro -che scorre rove– sciato. Brani come Strom e Spule sono il preludio al raga elettrico ed inquinato di Wellenlangen che si apre dolcemente al suono dell'Oriente. La ricerca sonora dei Kraftwerk dà vita a una vera e pro– pria scuola. la Dusseldorf Schule. cui fanno riferimento gruppi come Neu, Harmonia, Cluster, L.A. Dusseldorf.che si ·contrappone alla corrente dei Cor• rieri Cosmici (Tangerine Dream. Po Vuh. etc:) per un uso diverso dell'el tronica che in questo caso si immette un tessuto più ritmico e geometrie che spesso esprime puro compiacime to per la realtà tecnologica ed è qui lontano mille miglia dal suono ste

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