RE NUDO - Anno X - n. 75 - aprile 1979

RE NUD0/32 IL RITORNÒ DELLO ZIO FRANK Da molti anni le sue gags inconfondibili caratterizzano il rock americano. Frank Zappa sembra aver scoperto il segreto dell'eterna giovinezza. Et voilà, Frank Zappa di nuovo sulla breccia. Instancabile, non accenna ad interrompere il flusso continuo di di– schi iniziato quattordici anni fa con Freak Out. Molti si sono ~tancati, lui no: è durato tanto che viene spontaneo chiedersi che cos'ha in comune l'uomo di Sheik Yerbout con quello di Absolu– tely Free o quello di Grand Wazoo (per tacere degli altri). Caratteristica saliente di Zappa, alme– no del migliore, è la provocazione: la sua importanza "storica" nel pop è tut– ta legata a questa capacità di provocare, con ·il testo, con la musica, con lo spet– tacolo nel suo senso più lato. L'evoluzione è stata lunga: agli inizi, erano veri massacri del buongusto USA, i collages di Lumpv Gravv e A bso– lutely Free, carichi di inserti rumoristici ed extramusiqili. Allora gli stage-shows dei Mothers of lnvention comprende– vano anche falsi marines che facevano a pezzi bambole truccate da vietnamiti. Più tardi, lo Zio Frank, sempre con l'a– ria di sfottere il mondo, ha preferito un ambito strumentale, con Burnt Weenie Sandwich prima e Grand Wazoo poi. Ancora più tardi ha pescato ampia– mente nel rock, ma sempre con quell'unico filo conduttore, lo sberleffo, sardonico e nello stesso tempo lucido e pesato. Perché Zappa è costantemente consapevole di tutto il suo agire, non trascurando i calcoli finanziari: la sua prima impresa "musicale" fu mettere su una sala di registrazione e cercare di gua– dagnare qualche dollaro. Ma ha preso una posizione centrale nel pop proprio per il carattere iperrazionale della mu- sica, che nega radicalmente l'etica/ e– stetica della good vibration. L'emoti– vità entra nelle sue composizioni sol– tanto sotto forma di irrisione, mentre l'abbandono sentimentale è demolito . senza pietà. Non è tutto oro quello che luccica. Zio Frank, come dicevamo, non si è mai risparmiato quando si trattava di versa– re su nastro le sue ispirazioni, totaliz– zando qualcosa come ventitrè dischi a tutt'oggi. In tanta messe non mancano gli episodi di pura depressione, con uno Zappa pigro che trascina straccamente la musica, degnandosi a tratti di il– luminarla con qualche flash di chitarra. Ultimamente però, pareva piuttosto.· effervescente, come se aspettasse il momento più redditizio per far parlare di sé. E puntualmente ha cambiato casa discografica (la quarta o la quinta, 1 non ricordo), ha portato un fulmineo nuovo disco, con contemporanea tournée in Europa. Bravo Frankie. Dato che il disco, Sheik Yerbout, riporta in qualche modo ai momenti più incisivi. Musicalmente agile, ricco di variazioni ed inversioni ritmatiche: e pieno di citazioni, secon– do la vena classica. Basta un brano · breve e fondamentalmente semplice come Baby Snakes per dare la misura. preciso e puntuale nel suo riprendere schemi rock-and-roll, ad uso destruttu– rante, s'intende. Anche se i punti più caldi sono altrove. per esempio in Dancing Fool, piccolo pamphlet sulla febbre da discoteca. Ottimo per capire l'uomo può essere un confronta: Zappa non è più acido. con i travoltini, di quanto fosse nel '67 quando ce l'aveva con le vibrazioni della West Coast (ascoltare Who Needs the Peace Corps per credere). Dall'alto del suo ego, riesce a dare lo stesso giu– dizio su due fenomeni sociali di segno opposto. Contento lui ... Però la caricatura del bulletto di Brooklin riesce gustosa, sorretta da un ritmo "disco" contraffatto e denatura- • to. In Flakes se la prende ancora una volta (ricordate la Soft Sei/ Conclusion di Absolute(y Free?) con il povero Dylan, una delle sue vit.time designate, cui in– fligge un'impietosa imitazione. Il pezzo è comunque uno dei migliori. con un ottimo uso di tutti gli stilemi zappiani. cambi improvvisi di clima: rock, folk e reggae assorbiti ed un impianto vocale di matematica efficacia . Gran parte dello stimolo di questo Sheik Yerbout sta nella strumentazione. Come ai bei tempi, la varietà della mu– sica è ottenuta con un organico ridotto all'osso, a parte qualche eccesso di sin- ' tetizzatore. Nemmeno Frankie, in os– sequio al risultato globale, abusa della sua chitarra: ma non sa rinunciare al piccolo show personale, facendo di Rat Tomago un unico, pregevole assolo. Notare l'astuzia tipica: per sfoggiare i suoi arpeggi, riduce l'intera impalcatu– ra del pezzo a puro accompagnamento. Se Frank Zappa si spreca a suonare. Egli deve campeggiare sul grigio dello sfondo. Eh sì, lo Zio Frank è sempre sulla breccia. Il .bello è che lui la sua strada , l'ha percorsa, dopo tutto, con assoluta coerenza. Quando dichiarava a Rolling Stone che la cosa più interessante per lui erano i soldi, tutti gli amatori ed i critici si decevano: "l'artista celia". In– vece era semplicemente vero. Se Zappa è stato un critico anche feroce della società americana. non è mai stato al di sopra. La sua musica è espressione. più che condanna, di una certa aliena– zione. Egocentrico, astuto e squisita– mente freddo, non si prende la pena di fingere. e, seguendo le orme del Mar– chese. continua a ripeterci: "Prendete– mi come sono, perché non cambierò". paolo bertrando

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