RE NUDO - Anno X - n. 75 - aprile 1979

ne, era tornato a riprenderselo e lo aveva trovato addosso all'oste che di– ceva che era suo. Era una situazione senza uscita. L'americano ormai rauco continuava a gridare il suo diritto, l'oste duro come un macigno aveva incrocia– to le braccia per rendere il maglione meno sfilabile. Nelle pause piene di tensione si senti– vano volare i tafàni giganti. Alla fine l'inevitabile: l'americano salta addosso all'oste per strappargli la lana e i compari del padrone saltano addosso all'americano per strapparlo dall'oste. Una rissa collettiva come nei western: da una parte cinque afghani denutriti ma rabbiosi, e dall'altra due americani prestanti e fumettari. Francesi e Italiani presenti: rigorosamente neutrali. Qual– cuno corre a chiamare un giovane turi– sta afgano, che in realtà era un ufficiale in borghese,e al suo arrivo tutto si fer– ma e incomincia la litania delle ragioni calpestate e offese fatte da entrambe le parti per incolpare gli avversari. Dopo un guazzabuglio di parole in af– gano, inglese e francese (queste erano le lingue parlate dall'ufficiale) il giudizio salomonico: il golf va reso all'america– no, ma l'americano deve pagare le taz– zine e le teiere rotte nella rissa. Poi l'ufficiale ci spiega che in Afganistan se uno dimentica qualcosa ne perde la proprietà, che passa automaticamente a chi la trova. Insomma avevano ragione entrambi i contendenti, solo che segui– vano due codici diversi. Ma il codice diverso dopo qualche gior– no doveva abbattersi su di me. Una mattina vennero all'accampa– mento dove dormivamo alcuni soldati e prelevarono il mio compagno di viag– gio. senza che ne riuscissi a capire la ragione. Il ragazzo, prima di essere portato via, mi disse in inglese che quelli erano matti e che sarebbe ritor– nato subito. Invece tornò dopo un'ora, sempre accompagnato dai militari, per prendere il suo smilzo bagaglio e ritor– narsene in città sotto scorta. Era avvili– to. depresso, non aveva nemmeno la forza di spiegarmi il perché. Partii al contrattacco legale. Prima di tutto per capire cosa stava ac– cadendo. e poi per impedire un abuso di potere. La risposta ufficiale fu: svolgimento abusi".o di funzioni di guida_e interpre– te. Hauanì non aveva la richiesta autoriz– zazione della questura per esercitare. Non credevo alle mie orecchie. E fu . inutile rispondere che non avevo nes– sun bisogno di guida o di interprete, ma che lui era lì come amico. Mi si fece capire, ammiccando, che io ero ricco e lui povero, quindi c'era un rapporto di dipendenza. Questo voler mettere becco nei miei rapporti con Hauanì mi irritava mol– tissimo. Mi sembrava assurdo che fosse la polizia a dover fissare il mio grado di amicizia, non solo, ma che dovesse di– pendere da loro anche la possibilità materiale di esserlo. La cosa si risolse in modo imprevisto: RE NUD0/15 un ragazzo di Bamiàn che avevo ospi– tato per una notte nella mia tenda te– stimoniò sul mio buon comportamento sessuale in quella occasione, e tanto bastò per riavere il caro Hauanì eh~ la separazione forzata mi aveva reso an– cor più amico. Per festeggiare la ritro– vata libertà decidemmo di mettere, a partire da quella notte, un sacco a pelo dentro all'altro come in una scatola ci– nese, per sconfiggere il freddo e i rigori della morale mussulmana. Se l'erano proprio voluta. (continua) walter pagliero

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