RE NUDO - Anno IX - n. 68 - agosto-settembre 1978

- A tè dico tutto. Si tratta del pensiero Antonella. - - Chi? Quella ragazza di Brescia? - - Sì, proprio lei. E sono felice di aver cancellato dalla mia mente, grazie al vi– passana, tutto il resto. Mi sento un guscio vuoto pronto a ricevere la perla. - - La perla dell'Insegnamento: la dottrina del Budda... - - Hai capito benissimo. Non fare finta. Parlo di quella perla di ragazza. Lo sai che abbiamo gli stessissimi gusti, leggia– mo gli stessi giornali, siamo nati nello stesso mese e siamo due pesci? - - E immagino vorrete fare tanti pescetti proprio qui al corso! - - No. Lei non vuole. Lei al corso ci crede e vuole farlo fino in fondo, seçondo il regolamento. E lo dice in un modo ... con quegli occhi... - - Antonio! Ma proprio qui dovevi anda– re in calore? E io che credevo che ti eri messo d'impegno sulla strada del vipassa– na, in modo che poi in paese potevamo continuare a farlo assieme... - - Sei geloso, confessalo. Ma io non ho fatto che mettere in pratica i vostri pre– ·cetti: "Vivi nel presente, in ogni attimo, abolisci il passato e il futuro ... "E nel mio presente mi sono accorto che c'era Anto– nella. Perchè aspettare il futuro se l'Amo– re è qui a due passi, e basta allungare la mano? - - Mi fai rabbia con questi discorsi di merda. Ecco: ho perso tutta la mia equa– nimità. Devo subito tornare in sala di meditazione. - - L'invidia è brutta ... Ma io non te ne voglio. Ti sono troppo amico. - E ci dividemmo. Faticai non poco a togliermi dalla testa l'idea di Antonio e Antonella (avevano anche lo stesso nome quei disgraziati), mi concentrai prima sulla respirazione e poi sulla sensazione, ma niente funzionava più come prima: ero distratto, svogliato, sconcentrato, l'Ottuplice Sentiero mi sfuggivadi sotto i piedi. Quella notte sognai Budda, un Budda alto come un palazzo, che mi teneva sul palmo della mano e sorrideva di me. - Ride bene chi ride ultimo - gli dissi nel sogno. E avevo ragione. * * * Il giorno dopo rividi Antonio nei bagni tra tutta quella gente che si lavava con impegno: chi si strofinava i denti con una polvere nera, chi si puliva delicatamente le lenti a contatto, chi si insaponava la testa con la cenere. E gli altri attendeva– rio in fila il loro turno di lavandino. Antonio era in attesa. Taciturno, scontro– so, non sembrava più lo stesso del giorno · prima. Qualcosa doveva esserglisuccesso. Con le pinze gli ho dovuto tirar fuori le parole da quella bocca amara. Non credeva più nell'amore ... le donne sono tutte eguali... lui era un fesso a crederci... e altre cose del genere. In pratica si trattava di Diego, un tizio bianco e rosso come una mela, sempre un po' nudo, la cui principale attività era tirar su un sasso col piede prensile e scalciarlo via con eleganza. Sembrava molto giovane perchè aveva degli occhio– ni blu da cucciolo, ma poi nella pratica ci teneva a comportarsi da d.uro. Diego, evidentemente, aveva ottenuto quel che Antonio ·non aveva osato preten– dere. Almeno, così mi è sembrato di capire. E Antonio era letteralmente a pezzi. *** Si avvicinava la fine del corso. Tutti stavamo· lievitando come pani pronti per il forno. Eravamo quasi al punto giusto per rientrare rinnovati nèlle strade e le piazze d'Italia. In giardino ci muovevamo in silenzio con scioltezza, s'intravvedevano i primi segni di una gioia acuta che di lì a poco sarebbe scoppiata e ci avrebbe accompa– gnato fin dentro alle nostre case. Antonio era di nuovo profondamente cambiato: tranquillo, silenzioso, felice. Andava ripetendo, tra lo scandalo dei bigotti: "Grazie Vipassana. Lo sapete? Tutto con Vipassana passa! " e· sommer– so nel suo abito bianco di Fiorucci anda– va ad appollaiarsi tra i merli della torre per meditare sui grandi spazi in tecnico– lor. Aveva capito di essersi messo in tasca qualcosa. Ora la gatta sciancata dei lama gli si strusciava contro con ·accanimento. Intorno fioriva il carciofo tra le rose e i piselli si arrampicavano sui palmizi. Grosse pigne e cacche di piccione cadeva– no dai secolari pini marittimi. CHE TUTTI GLI ESSERI VIVENTI SIA– NO FELICI. WalterPagliero

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