RE NUDO - Anno IX - n. 68 - agosto-settembre 1978

RE NUDO/20 IMPARANDO A MEDITARE Amore e vipassana - Ero. molto curioso di questo corso di meditazione. Ma lo immaginavo diverso, con più mistero, con delle cose che agi– scono su di te e non te ne accorgi nemmeno. Qui invece è tutto semplice, tutto chiaro ... un compito in classe. Di gente che medita ce n'è un po' di tutti i colori, come in una stazione ferroviaria. Siamo lontani dai tipi ascetici che mi ero immaginato. Speravo di trovare un tempio dove da un illuminato si trasmetteva una luce a noi poveri oscuri. Invece ti dicono che la vita è dolore... che devi allontanarti dalle passioni... di tenere una condotta mora– le... insomma tutte cose che già senti la domenica a messa. Valeva la pena venire fin qui? Io dico di no. - Antonio non era contento. Col passo rallentato, secondo le prescri– zioni del corso, risalivamo il sentiero ghiaioso del parco, quando un ragazzo al seguito del maestro si affacciò a una finestra col suo solito ghigno ironico e suonò il gong per l'inizio della quarta ripresa di meditazione. Avremmo voluto affrettarci, perchè la distanza non era poca, ma la regola della calma nei movimenti ce lo impediva. Riuscivo a calcolare esattamente, dai metri che ci mancavano, il ritardo con cui a quella velocità saremmo arrivati, il fasti– dio che avrei provocato, i "permessoo" sussurrati ai meditatoti già affollati sul pavimento, che ti guardano di traverso. Pazienza... e rassegnazione buddista. Camminavamo piano, con gli occhi bassi carichi di un comune senso di colpa per aver superato il limite della zona di parco consentita. E pensare che sotto la naia avevo fatt0 il bersagliere. * * * - Oggi mi sento diverso. E' come se mi fossi tolto ·un peso dalla schiena. Ho voglia di parlare, di muovermi, di fare delle sciocchezze.· Non posso fingere· di essere una mummia accovacciata per ore e ore. Dai, andiamo al fiume, andiamo a fare una nuotata, prima che dia fastidio agli altri. Hai visto come prendono sul serio il regolamento? - - E fanno bene, anche noi dovremmo fare così' E' inutile venire qui se uno non s'impegna. - - Hai visto il nuovo cartello? Si pregadi osservare un Nobile Silenzio. E invece io muoio dalla voglia di fare un volgare casino! - - Ma se non ti eserciti a dominare il tuo .carattere sarai sempre in balia delle onde. - A me piacciono le onde. Budda non ha forse detto: "Sii la tua isola, sii il tuo rifugio"? Le onde sono mie e me le gestisco io. - - Ma come fai a diventare un'isola senza l'aiuto delle tecniche giuste? - - Allora prendiamola da un'altra parte. Per Budda l'io è un'illusione. Giusto? Per cui quando mi dico: io devo obbedire al regolamento ... sono già fuori strada. O sbaglio? - - E' vero. Ma è un'illusione benefica, perchè ti permette di sperimentare una tecnica che ti porta fuori completamente dalle illusioni. - - Ma io sono fuori anche così, anche fregandomene della disciplina. - - Così dai corda al tuo desiderio di vivere la vita di sempre, quella condizio– nata dall'ambiente, dalla tua storia, dalla famiglia. Non sei fuori, sei dentro. - - Amen. Adesso, appena ho finito di mangiare la pappetta vado a fare il bagno e mi tuffo nelle onde dell'illusione. Vieni anche tu? - - No: Io mi fermo. - - Certo che tutto questo meditare mi ha · _!!lessodi buo~ umore. Ero così giù gli ultimi giorni a casa. Si vede che spostarsi e cambiare situazione fa bene. E questa vacanza me la voglio godere, cazzo di budda! - Tra una frase sussurrata e l'altra gridata sottovoce continuavamo a portare il cuc– chiaio alla bocca secondo le regole, masti- • cando adagio nel silenzio quasi generale. I primi della classe ogni tre minuti allonta– navano la scodella e la riprendevano solo dopo alcuni ruggiti dello stomaco, che la voleva quella pappetta. Intanto una calma sen~ nome calava dentro di noi, sia che lo volessimo o no. Eravamo al terzo giorno di meditazione intensiva. - Pensi che il corso può lasciare un segno sul carattere, per cui non sei più quello di p~irna, anche se non lo vuoi? Così mi hanno detto. Sarà mica vero? Un bello scherzo. - In effetti il nostro modo di essere e di comunicare era diverso da prima .. Ci scambiavamo brevi messaggi con esalta– zione, come se stessimo dicendo le cose più importanti del mondo. Era proibito venirci a trovare da fuori: in effetti ci saremmo sentiti in imbarazzo, impossibile parlare col tono di sempre, non ne saremmo stati capaci. * * * - Come ti è andata la meditazione questa mattina? - - Ah, benissimo. Sono riuscito a elimina– re quasi tutti i pensieri. Anzi: tutti tranne uno. - - E quale ti è rimasto, se non sono indiscreto? -

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