RE NUDO - Anno IX - n. 67 - luglio 1978

Racconto L'EMOBILE - Mi raccomando caro prudenza, tienti fuori dalle correnti e non consumare troppo sangue. - La rassicurò, innestò la vena periodica nell'emobile e prese il volo, così per dire, naturalmente, a un metro da terra, come voglion le regole, imboccò la grande emostrada, in quell'ora battutissima, af– follatissima. In verità sua moglie aveva ragione, era piuttosto debole, doveva sta– re attento, aveva giudato molto nei giorni passati e consumato molto, e aveva paga– to qualche debituccio con· un po' del suo sangue, era contro la legge, si sa, ma · molti lo facevano, quando i soldi pianca- vano e c'era bisogno e d·aquando c'erano le automobili a sangue ce n'era sempre una gran richiesta, un vero commercio sotto banco, fuori dalle regole, contro la legge ma rriolto diffuso ·e in pratica tolle– rato. D'altra parte coi pochi soldi che restavano aveva potuto mangiare ben po– ca carne, doveva pur pagare le rate per gli specchi sonori e pei vestiti semantici di sua moglie. La sua emobile era d'un bell'azzurro stri– ,ato di marrone,. con le alette· traslucide ben tese sembrava quasi una grossa vespa dal ronzio di grande zanzara. Procedeva così soprapen.siero, pensava agli alberi di RE NUD0/21 plastica che -aveva appena comprato e portato nel suo giardino, le sue scimmie e gatti meccanici avrebbero potuto arram– picarcisi e appollaiarcisi. Fu lì che passò davanti, per l'ennesima volta, alla grande vetrata dei lussuosi magazzini e vide an– cora quell'aggeggio per le Juci colorate musicali che più volte l'aveva tentato. Si fermò, guardò nel portafogli: trentamila, ·sicuramente non bastavano, ma poteva pur chieder~. Entrò e chiese, niente da fare, tre volte tanto, Il commesso lesse la delusione dipinta sul suo volto, lo portò in un canto ed ammiccando con un falso sorriso mormorò: con un litro di rosso si potrebbe fare. La tentazione era troppo forte e infine si decise e passò nel retro scostando la tenda divisoria e rimboccò la manica preparandosi. Quando uscì si sentiva davvero stanco e debole, bisogna che appena arrivo mi mangi della carne, meglio se cruda, con Ùn po' di sale, olio e aceto; due-tre bistecche, non resta altro, il polso è ancora forte, il cuore regge, devo giunge– re solo a Milano ed è fatta. Ma gli occhi s'annebbiavano, il peso della testa era insostenibile, ai pressi della città, già c' erano le prime case, le prime luci, si dovette fermare, stava male, il_polsos'af– fievoliva, il cuore rallentava, perdeva col– pi, porca miseria, pensò, che stupido, non ce la faccio, sto crepando, per uno stupi– do errore di calcolo. Pino Franzosi

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