RE NUDO - Anno IX - n. 63 - marzo 1978

J • nodo con i pampini delle donne, fini– vano per produrre uva anche loro. - - Cosa vuoi dire con questa storiella? Che sono andati a concimare la terra? - - Alcuni sl, altri no. - - E dove sono finiti gli altri? - -Sono a lavorare i campi o a costruire dighe. - -Ai lavori/orzati! - - Non esattamente. Vedi questi pezzi di carta che il vento ha fatto uscire dalle case? Sono yen cambogiani: una volta ci si comprava tutto con quelli. Adesso li usiamo per accendere il fuoco. Se uno vuole mangiare non può più ricorrere al denaro, ma deve lavorare in una cooperativa di produzione-cçmsumo. Per questo molti cittadini si sono con– vertiti alla campagna. - - Ma è disumano. Chi non è abituato al lavorofisico fatica il triplo _deglialtr!. - .. ·"" ... ~ . _, ·, ,. ',,I· .. - Prima noi lavoravamo la terra e loro ne mangiavano i frutti. Era tanto se il padrone ci lasciava un pugno di riso. Tu lo sai, l'hai visto coi tuoi occhi. Perchè dici che non è giusto? - - Ma cosl ci si imbarbarisce. Si torna a livello animale. La cultura è sempre stata fatta da chi non coltiva i campi. Non si può fare tutti la stessa cosa, occorre specializzarsi per andare avanti. -Andare avanti dove? Non abbiamo bsogno delle vostre macchine. Sono gli Americani ad avere le macchine più perfette? No, grazie. Li abbiamo cono~ sciuti e adesso sappiamo che non è in quel senso che vogliamo andare più avanti . ..:_ - Ma è una violenza inaudita chiudere le città. E poi chi l'ha deciso?. Non certo i cittadini. Questa è barbara dittatura. RE NUD0/33 Lè persone vanno convinte con laparola, non colfucile. - -A noi ci hanno sempre convinto con le parole che era giusto accontentarci di un terzo del nostro raccolto e il resto lasciarlo al padrone, che viveva in città. Adesso le parole le lasciamo a lui, e noi ci teniamo il raccolto. - - Sempre in questa logica, non era allora più giusto organizzare per i citta– dini campi coltivabili accanto alla città? - Conosci la storia delle scimmie del re?- - No. Ma '!On riesci a dire le cose direttamente? - - Una volta un re indiano aveva insegnato a delle scimmie a ballare. Queste bestie abilissime nell'imitare, avevano imparato molto presto: dan– zavano con addosso i costumi e con le maschere sul muso, e lo spettacolo riscuoteva grande successo. Finchè uno spettatore, un tipo spiritoso, si è messo a gettare in mezzo ai ballerini delle noccioline che aveva in tasca. Le scim– mie, dimenticando i passi di danza, sono ridiventate quelle che erano, cioè delle bestie appunto, hanno strappato le maschere, rotto i vestiti e sconvolta la simmetria del balletto pur di arraffare una nocciolina ..- - E la morale? - - E' evidente. Chi sta in città prima o poi riprenderà il potere sui contadini. I . cittadini non hanno voglia di lavorare nei campi, e mangiare devono pur mangiare. Per cui in un modo o nel– l'altro finirebbero per far lavorare noi anche per loro. - - E tu conosci l'apologo di Menenio Agrippa?- - No. Cosa dice? - - Un giorno le gambe le braccia e lo stomaco vollero fare sciopero contro la testa che voleva dirigere tutto. Allora la testa per far capire a quei tapini l'im– portanza del suo ruolo, smise di pensare, e le gambe non sapevano dove andare, le mani cosa portare alla bocca, e lo sto– maco non aveva niente da digerire. E tutto il corpo s'indeboll straziato dalla fame. A I/ora la testa, che si era riposata, disse: "Avete visto barboni che senza di me non riuscite tUJ andare avanti. Per questa volta vi perdono, ma che non vi senta più brontolare. Specialmente tu, stomaco ignorante! - -Se tu sei la testa e io sono le braccia, vediamo subito cosa fanno le mie mani sul tuo collo. Cosl controlliamo se poi non sanno sopravvivere ...- E qui dovetti interrompere la registra– zione. Walter Pagliero

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