RE NUDO - Anno IX - n. 63 - marzo 1978

vato! avuto. E non sarebbe stata neanche l'ultima. Non si erano già ribattezzati, con un abile colpo di spugna ideologi– co, assenteisti quelli che a casa mia, una volta, si dicevan pelandroni? Anche nel caso nostro si procedette ad una radi- 1 cale risistemazione del lessico corrente: non si disse più finocchi, froci, ricchio– ni, culattoni ecc. ma - una volta per tutte - omosessuali rivoluzionari. Non basta. Un editto fece esplicito divieto di riferirsi a noi con gesti, motti, frizzi, allusioni e quant'altro. Ed è così che andò perduto per sempre uno dei più straordinari capitoli della nostra cultu- ra orale e gestuale; uno tra i pochissimi veramente di massa. Io passai direttamente dalla doppia vi– ta alla doppia militanza. Imparai a mutarmi d'abito in un baleno. Il guar– daroba si era ormai così arricchito che avevo dovuto provvedere ad un arma– dio "due ante": adesso potevo final– mente scegliere tra il pastranone verde bottiglia, per l'esterno, e un abito più "personale" per l'intimità. E la perversione? Conobbe un nuovo trasformismo: divenne una "compo– nente del processo rivoluzionario com– plessivo". Oddio, nel gran concerto ri– voluzionario le nostre voci suonavano stridenti e querule come certe trombe arcaiche sull'impasto corale del Te Deum di Lulli. Ma erano in molti a· giurare che, col tempo, avremmo preso un timbro più grave, dei colori meno eclatanti. In quel tempo la sessualità di tutti sarebbe stata uguale a quella di tutti gli altri; cioè, visto che solo nella repressione finiamo per somigliarci, saremmo stati tutti completar::1en- te......asessuati. In attesa della Parusia bisognava accontentarsi: la perversio– ne, che sta sullo scaffale dei desideri, doveva essere sacrificata in cambio della legittimità rivoluzionaria che, per antica consuetudine, vien data solo ai bisogni. Ma ne avevo visto ormai di tutti i colori per disarmare. Con la buona volontà tutto andò per il meglio; finchè, du- o RE NUD0/19 meglio. E poi c'è sempre un finocchio disposto a scoprirti. Un mucchio di gente si è scoperta nelle mie due stan– zette con cesso sul ballatoio. Metal– meccanici in trasferta, rappresentanti di cellophane, autonomi feroci, adole– scenti alla loro prima volta, situazioni– sti capitati nella situazione sbagliata, ragionieri freschi di diploma, pro– to-macondiani, galoppini del'informa– zione alternativa, balordi che avevan perso l'ultimo treno per Bergamo, gio– vinotti del Manifesto, assidui dell'o– spedale psichiatrico, dirigenti dell'Ital– sider, maestri di tennis, campioi_ù di pesca in apnea, collegiali solerti, ferro– vieri, intellettuali, militari, bancari: tutti furono ammessi! E, se svestirsi era , stato facile, sopportare le proprie nu– rante una manifestazione in cui mi ero dità si mostrò invece quasi impossibile. sentito ... affratellato più del solito non Nella gran fretta di rivestirsi, un po' di allungai una mano, scoprendo, sotto stracci andarono inevitabilmente per– l'eskimo, un diafano polsino di seta. duti e altri guadagnati. C'è chi mi ha lasciato le _sue branche ideologiche di– Anche i bancarihanno un corpo! Crisi. Riflusso. Non avendo altro per le...mani tutti si buttano alla scoperta del corpo. E' la più grande epifania del corpo che la storia umana ricordi. Pare che scoprirsi con un finocchiò sia ventate troppo strette ... di cavallo e chi si è portato via le mie mutande; come un talismano. E' il momento del desiderio "a più non posso"; pochi, tuttavia si accorgono che non si riesce a desiderare altro che il... desiderabile.

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