RE NUDO - Anno IX - n. 63 - marzo 1978

RE NUD0/16 riesca a coprire il debito verso la banca. Compagno di Milano Le comuni e tutte queste cose alterna– tive sono nella condizione di fornitori di cose più o meno naturali per quelli che sono rimasti in città. Dall.'altra parte non so, l'indirizzo che viene dato su Re Nudo, che recentemente, almeno in quattro o cinque inserti che sono stati pubblicati su Re Nudo, è un indi– rizzo prettamente 'autonomista' nel senso che mette la comune ed il gruppo in una luce totalmente autonoma. In– vita _adevitare tassativamente qualsiasi scambio con l'esterno sia di vendita che di acquisto. Che chi si mette in testa di fare il contadino, si fa un culo della madonna e sta male, ma però deve reggere perchè c'ha la scommessa di riuscire. Cioè diventa invivibile la cosa, se diventa ideologica. Fra l'altro per .esempio, il fatto che si sia rilanciato il discorso delle comuni è micidiale. Ci sono migliaia di case vissute da due tre compagni con un sacco di gente che va e viene e con una pesantezza di rap– porti tremenda. Non ci sono comuni oggi, dobbiamo dircelo, oggi in Italia non ci sono 'comuni' agricole non ce ne sono. Sono convivenze micidiali e quindi secondo me andrebbe riaperto il discorso su che cosa è una comune. Bob! Quello che voglio dire cazzo è che in realtà le case di campagna che ho visto, tranne quelle in cui si è deciso di fare delle coperative grosse ed hanno i pro– blemi di questa cosa, però finisci a fare il contadino faccendoti un culo cosi, però se te la vuoi gestire bene l'impor– tante è non· farne un'ideologia contro gli altri che invece non coltivano. In realtà questa cosa dell'autosnffie. cienza è una cosa saggia perchè non ti impegna in queste cose agricole grosse, però mi sembra non reale perchè in molte campagne che ho visto, che poi funzionano per piccoli appezzamenti, non puoi prendere tutto ·quello che ti serve. Coop. di Pavia Qui entra· il discorso delle cooperative, che ci cade in un modo giusto, che è cosi. Che noi sappiamo come c'è la speculazione, appunto da questi com– pagni scoppiati che si aprono il loro negozietto, che comprano la roba a 500 lire, e la rivendono a 3500, per cui il discorso della cooperativa è proprio questo vuol essere un discorso che è collegato a gente cosi che sta in cam- · pagna, dove c'è un certo lavoro, una certa produzione di cose. E c'è un rap– porto diretto con la città di questi compagni di queste cooperative, che si associano· in un consorzio alternativo. Noi stiamo infatti pensando di fare in– fatti un consorzio alternativo. Bisogna dire questo, che ci siamo messi insieme a gente di Piacenza, che fa roba natu– rale come noi, e poi con altra gente. Abbiamo per fare un esempio di quello che stiamo facendo, abbiamo un pul– mino a metano, mettiamo tutto quanto assieme quello che abbiamo e che vo– gliamo fare. Facciamo questo giro: prendiamo il riso, i fiocchi e tutto quello che c'è da prendere, e poi fac– ciamo un giro, facciamo una distribu– zione, ecc. Questo è il sistema, in cui ci vogliamo muovere in futuro. E questo non solo per l'alimentazione, ma anche per altre cose, appunto per questo noi pensiamo che sia essenziale il coordi– namento non solo tra compagni delle cooperative agricole e cooperative di consumo; ma scambio di indiriui e di informazioni su dove la roba si compra a meno (anche all'ingrosso), cooperati– ve di produzione gestite da gente non stronza, al di fuori del PCI. Ma è ne– cessaria anche la controinformazione sui grossisti, ad esempio. Chi sono i fornitori, perchè vendono la pasta in– tegrale a 1000, 1500 li~e al chilo? Loro dicono che è biologica, è buona, qua e là. Bene. Andiamo a vedere. La controin– formazione è questo, m'uoversi su que– ste cose. Cioè il coordinamento città campagna è assolutamente importante. Cioè per esempio fare appunto un nu– mero dì un bollettino di tutte le cose legali, sarebbe importante. Appunto e poi collegarsi anche con i compagni che fanno artigianato che appunto sono compagni che vengono principalmente da ambiente freak, ma non solo ormai ci sono anche molti operai e studenti, anche laureati, che stanno li in campagna e che producono essenzialmente prodotti artigianali. E tutti questi pro.dotti dove vanno a fini– re? Vanno a finire (se non quando il compagno si autogestisce il tappeto) in questi negozietti, che vendono questa roba qua. Io prima lavoravo in una fabbrica fa– cevo l'operaio. Il mio ruolo interno alla fabbrica era abbastanza irrilevante, rompevamo i coglioni sempre perchè facevamo i volantini, contestavamo di brutto il sindacato, perchè non faceva assolutamente un cazzo per cambiare l'ambiente la nocività, e tutte 'ste cose qua. Noi non è che abbiamo aperto un negozietto, noi abbiamo avviato l'atti– vità di questa cooperativa e facciamo tutto un discorso che si contrappone al discorso che, diciamo, fanno le coope– rative grosse. E' appunto per cercare un'alternativa. L'indirizzo della coo– perativa e del bollettino di collega– mento, per chi è intere ato e vuole sa– perne di più è: Cooperativa 'Angolo della bocca' via Mafjì 32 - PV e mentre invece l'indirizzo del nostro bollettino è: AAM - via Castelfìdardo 6 - MI

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