RE NUDO - Anno VIII - n. 60 - dicembre 1977

lettere lettere - lettere - ·lettere - lettere - lettere segue da pag. 5 ma indecisione. Ecco io penso che il punto cruciale sia la formidabile e travolgente in– certezza che pervade tutti noi. Mi sorprendo sempre più ad osservare attentamente le persone con cui parlo, e a capirne molto spesso una sot– tile vena di angoscia e indeci– sione sui fatti della vita. Mi sorprendo sempre di più a pensare quanto è assurda la gestione quotidiana della mia vita. E' un continuo e perpe– tuo cercar soddisfazioni ai bi– sogni repressi del mio "io", con la risultante di una esi– stenza molto incerta. Cercare di arrestare il mio dialogo in– terno è come voler arrestare un treno in corsa facendolo deragliare, a che prezzo' In questi ultimi anni ho com– pletamente familiarizzato col mio io, lo conosco fin nelle sue pieghe più intime. A volte lo cavalco come un superbo destriero, lo sento sotto il mio diretto controllo, come qual– cosa di esterno da me, da osservare obiettivamente. Al– tre volte il dest-riero è dentro di me, ed è lui che mi porta dove vuole, io non ho la ben– chè minima autorità. Sono stufo di soddisfarlo, vo– glio lasciarmelo decisa men te alle spalle, smettere di consi– derarlo a priori, interrompere il dialogo interno, occuparmi e amare tutto ciò che mi sta attorno. Per questo mi sono innamorato del favoloso modo di concepire la vita de– gli orientali, a quando il bud– dhismo zen insegnato nelle scuole? Il viaggio in India mi ha aper– to la mente, mi ha dato situa– zioni ed emozioni irripetibili, non sono mai flippato a livel– lo mistico, ma ma dopo un anno dal mio ritorno in Italia, sento ancora molto prepoten– te dentro di me la voglia di liberare la sfera fisica e men– tale del mio essere. Però mi ·sento come un bambino inca– pace di camminare che muove i suoi primi passi, capito? Il problema che molti di noi si pongono è: che fare, come fare per appropriarsi di queste tecniche? E' un dubbio che mevitabilmente mi rimane. Non chiedo una soluzione, solo "un piccolo aiuto dal mio amico", una strada da intra– prendere per molti di noi. Re Nudo può fare qualcosa? Sono iscritto al primo anno di psicologia, e mi sento parte integrante del movimento, molto più ora che finalmente stanno venendo fuori le cose giuste da dire e da fare. Ho incontrato tanta gente "giusta" in giro da farmi pen– sare senz'altro alta ''nuova coscienza" comè un fenomeno •di espansione totale. Tutto succede senza che noi interveniamo. Plinio Ho letto sull'ultimo numero di Re Nudo una critica di W.P. - che suppongo essere le iniziali di Walter Pagliero - al mio libro lo, omosessuale, edito da La Salamandra. Sono d'accordissimo con la libertà di espressione, ma se questa libertà lede in qualche modo una persona gay allora mi sento in pieno diritto di contestare quanto ho letto sul vostro mensile. Anzitutto, il mio libro non è uno strumento per una con– fessione pubblica: io, non mi confesso, io accuso!... e dove non accuso mi diver– to, perchè la sessualità è ludi– ca. Tant'è, per W.P. il mio non è altro che un magnilo– quente confiteor coram populo! E' tipico di una men– talità irrancidita, repressa ed estremamente antigay pren– dere qualsiasi nostra parola in merito al personale come "confessione", perchè se un "diverso" apre la bocca per parlare di sè lo farebbe unica– mente per cercare di farsi per– donare i suoi "peccati", e fra tutti il più vistoso è senza dubbio quello, apgunto, d'es– sere un diverso. ra, ciò mi stupisce perchè chi batte su un tasto tanto grave, ridicolo e sbadato non dovrebbe essere nel collettivo redazionale di un mensile che non ha come sua linea il grave, il ridicolo e lo sdato. W.P. immagina che io abbia fatto "autocoscienza in diret– ta a qualche radio libera" e scrive anche "sarà sicuramen– te in attesa di un invito alla televisione". Mi dispiace delu– derlo: spero con tutto il cuore che la televisione non mi invi– ti mai! Per quanto riguarda le radio libere, vi ho parlato spesso e spesso anche di certi aspetti del mio vissuto, nè più nè meno di quanto hanno fat– to e fanno altre e altri del Movimento Gay e nel Movi– mento Femminista. Forse che W.P. ha dei pruriti, delle voglie non confesse?: è uno dei tanti basiti dalla pau– ra (tra l'altro: che si diffonda l'epidemia della non– rimozione del desiderio omoe– rotico ), che non tollera i'espo– sizione del personale perchè il 'personale-politico' è l'unico chiodo nella scarpa del ma– schilismo più vieto e per ciò stesso imperante? Ma veniamo all'interpretazio– ne del contenuto del mio li– bro. Libero W.P. di voler fraintendere il significato del– l'autocoscienza, ma alla sua domanda "E' bello vivere in una realtà fatto solo di paro– le?" - pur se mi prudono vol– garmente le mani al pensare che ci sia ancora della gente che ritiene che la realtà di chi parla della (sua) condizione Qmosessuale sia tanto vacua (W.P. dice che preferirebbe dei "muti", toh) - rispondo semplicemente: se andasse a fare un viaggio .e volesse de– scriverlo, non ci sono molti "strumenti", o il medium mu– sicale o quello dell'arte figu– rativa;filmica o quella della parola scritta. D'altra parte lo stesso W.P. per fare la .scheda relativa al mio libro 'w;a· delle parole, no? Quindi, per fare un'esposizione del mio vissuto ed anche delle idee politiche mie e del Movi– mento Gay, anch'io, come tanti altri che scrivono (id est: riferiscono tramite la pa– rola scritta e stampata, che è lo strumento più pratico e meno dispendioso), guarda caso ho usato delle parole. In cui W.P. si è sentito avvolto come in un vortice: l'"anfeta– minico." è lui, dunque, se non sa ancora che le parole, ch'io sappia in tutte le lingue, han– no un significato! E se W.P. pensa che "all'auto– ·re non piace il fare 'in sè', ma il fare per aver poi da parlar– ne" prende una triviale canto– nata: stia ben sicuro che se non mi avesse interessato "il fare in sè" non l'avrei mai fatto: costa un mucchio di sofferenze, e nelle sofferenze non ci si tuffa solo per parlar– ne, bensì si accettano si ana– lizzano per .uno scopo politico ben determmato e le eventua- li parole usate sono soltanto la logica chiosa di quello sco– po. Ma W.P. non ha voluto capire il valore che il Movimento dà all'autocoscienza e ha delibe– ratamente stravolto il senso dell'argomento contenuto nel mio libro, forse perchè sa cosa costerebbe a lui calarsi le mu– tande in una riunione di auto– coscienza corporale. Non si lasci prendere dallo sconforto e perciò divenga aggressivo; il rimedio c'è: venga nella no– stra Comune a fare qualche esercizio ... spirituale e chissà che parole un po' meno subli– mate e sublimatorie gli esca– no dal gargarozzo e dalla pen" na, con un sorriso non stereo– tipato dalla sicumera del ma– schiotto fasullo. Francesco Merlini Come vedi, abbiamo pubbli– cato integralmente la tua let– tera. Adesso siamo pari Walter Pagliero Caro Andrea e cari compagni di Re Nudo, è da più di un anno che pensa– vamo di scrivervi, da quando cioè, durante l'ultima campa– gna elettorale, restammo sor– presi del vostro improvviso totale disimpegno (o meglio, del vostro impegno a senso unico a supporto di Democra– zia Proletaria, nella persona del compagno Rostagno). Per noi radicali si trattò di dar corpo, in condizioni dram– matiche, ad anni di lotte alle quali non siete stati estranei e di aprire così • anche nel cuo– re delle istituzioni (Parlamen– to) . un fronte. di lotta alter– nativo al Regime. Allora preferiste portare la vòstra pietruzza al magma stalinsalottin telle~tualspran • gleninista, con il bel risultato che da più di un anno è sotto gli occhi di tutti. Che questa scelta di campo sia tuttora operante lo si de– sume poi dall'ultimo Re Nu– do, in cui avete ritenuto op– portuno abrogarci, come Par– tito Radicale, da un dibattito al quale avete invitato LC, Circoli Giovanili, PDUP, FGCI, FGSI, Autonomia Operaia. Persino le lotte comuni vissu-

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