RE NUDO - Anno VIII - n. 56-57 - agosto-settembre 1977

rilassati anche per giorni; ,·i sentite a vostro agio, non violenti, non agressi– vi. non depressi. Questo tipo di perso– na non è mai un pericolo per gli altri. Se può, aiuta gli altri a divcnin; più felici; se no, per lo meno non rende nessuno infelice. Discepolo: Bhagwan, ieri sera hai detto che l'atto sessuale dovrebbe essere lento, senza fretta; ma hai anche detto che non bisognerebbe esercitare alcun controllo sull'atto ses– suale. che bisognerebbe essere presen– ti nella propria totalità. Non capisco come vanno d'accordo queste due cose. Bhagwan: Non si tratta di controllo. Controllo e rilassamento sono due cose completamente diverse: nel sesso si tratta di rilassarvi, non di control– larlo. Se lo controllate non c'è rilassa– mento: allora prima o poi avrete fretta di finire, perchè il controllo è uno sforzo, e ogni sforzo genera una tensione, e la tensione genera il biso– gno di scaricarla. Non si tratta di controllo: non state resistendo a qual– cosa; semplicemente non avete fretta perchè la funzione del sesso non è di portarvi a qualcosa. on state an– dando da nessuna parte. E' solo gio– co: non ha scopo, non c'è nulla da raggiungere. E allora perchè affret– tarsi? Ma l'essere umano è presente in ogni atto col proprio ego. Se avete fretta in tutto, avete fretta anche nei vostri rapporti . essuali, perchè anche lì ci siete sempre voi. Se vi preoccupate ocstantcmentc di sfruttare bene il vostro tempo, anche nei rapporti ses– suali avrete fretta, come se steste sprecando del tempo. Vogliamo il caffè istantaneo e il sesso istantaneo. Col caffè può andare bene. ma col sesso è puro nonsen. o. on può esser– ci sesso isantaneo; non è qualcosa che si può affrettare. Affrettando il sesso lo distruggete: mancate il punto es– senziale. Attraverso il sesso una atem– poralità può essere vissuta: ma nella fretta l"atcmporalità non può essere colta. L'atto sessuale tantrico è come andare a fare una passeggiata di prima mattina. non come andare in ufficio. Non c'è fretta perchè non state anelando eia nessuna parte: state semplicemente andando, non c'è me– ta. Potete ritornare da qualsiasi pun– to. Questa assenza cli fretta è fo~dam~n~ tale per creare la valle; altn~ent1 s1 crea il picco. Con que ·to non 1ntend? che dovct.: controllare la ,·ostra ecci– tazione: sarebbe una contraddizione. pcrchè quando si cerca di co1:trol_lare !'ccci tazionc si crea un 'ccci taz1one mag~iorc. Scmpliccmcntc rila~satcvi: si tratta cli un gioco, non datevi alcun fine. Non c'è bisogno di fine: l'inizio basta! Chiudete gli occhi. sentite il corpo dell'altro, scn~itc _l'energia del– l'altro nuirc ,-crso d1 n>1, e 1111merge– tcvi in essa. scioglietevi in essa. Verrà. Le vecchie abitudini dureranno anco– ra qualche giorno, poi se ne andran– no da sè. Non cacciatelo via: solo continuate a rilasarvi, rilassarvi. E se non c'è eiaculazione, non abbiate l'impressione che c'è qualcosa che non va. Perchè l'uomo tende a sentire che c'è qualcosa che non va se non c'è eiaculazione. Non c'è niente che non va 1 on abbiate l'impressione di aver perso qualcosa: non avete perso nul– la. All'inizio lo sentiret~ come una perdita di qualcosa, perchè non vi sarà il picco di eccitazione. Finchè non arriva la valle, sentirete la man– canza di qualcosa, ma non è solo una vecchia abitudine. Entro un certo . tempo, tre settimane, un mese, la valle comincerà ad apparire. E quan– do comparirà la valle, vi scorderete dei vostri picchi: non c'è picco che ne valga la pena. Ma dovrete essere pazienti: senza forzare, senza control– lare. solo rilas andovi. Capire il rilassamento è un problema, perchè quando dico: "Rilassatevi", la mente lo traduce nel fatto che si tratta di fare qualcosa, di compiere uno sforzo. Il nostro linguaggio dà questa impressione. Mi è capitato di leggere un libro intitolato "Dovete rilassarvi". "Dovete"! Basta il "dove– te" a impedire di rilassarvi. Perchè il rilassamento diviene una meta, e se non ci riuscite vi sentite frustrati. Il libro stesso "Dovete rilassarvi" dà una sensazione di sforzo, di un arduo viaggio. on ci si può rilassare se si pe1~sa in termini di "dovere". Il rilas– samento è una di quelle cose che il lino-uaggio esprime sempre in modo sbagliato. Se vi dico di rilassarvi, voi (segue a pag. 66)

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