RE NUDO - Anno VIII - n. 56-57 - agosto-settembre 1977

con la spina dorsale. Riposa nervi e muscoli. Facilita il ritorno del sangue venoso al cuore. Aiuta a rimuovere la fatica e situazioni di eccitazione ner– vosa. 5. Mayurasana, la posizione del pavo– ne. La pressione dei gomiti nella regione del fegato e nella parte supe– riore dell'addome accresce il flusso sanguigno in queste regioni. La posi– zione giova al petto e all'addome; riduce il grasso addominale; facilita l'evacuazione degli intestini. 3. Halasana, la posizione dell'aratro. Aiuta a mantenere sane le giunture. Riduce il grasso nelle regioni toracica e addominale; accresce l'elasticità della spina dorsale. Simola la tiroide .e giova alla salute di tutto quanto l'organismo. 7. Matsyasana, la posizione del pesce. E' benefica per la schiena, il collo, il petto e l'addome. E' una buona posi– zione equilibratrice da seguire dopo la candela o l'aratro. 8. Bhujangasa11a, la posizione del co– bra. Rafforza i muscoli della schiena e dell'addome. Mobilita il flusso di energia lungo la spina dorsale. Cor– regge le tendenze allo spostamento della colonna vertebrale'· e ne accre– sce la flessibilità. Giova al sistema nervoso simpatico e parasimpatico. E' benefica in caso di indigestione. 9. Salabhasana, la posizione della locu– sta. Giova alla regione pelvica e ad– dominale; rafforza i muscoli della schiena; è benefica per la circolazione sanguigna nelle gambe. Controllo della respirazione, o pra– nayama. Prana significa energia. Il corpo scambia costantemente energia con l'ambiente esterno, in vari modi. Una forma di scambio di energia fonda– mentale per la vita è la respirazione. La respirazione è il primo e più fondamentale modo in cui ci nutria– mo. Il ritmo respiratorio governa l'os~ sigeno del sangue, e quindi il ritmo con cui l'energia viene liberata e resa disponibile all'interno. Esso è sotto– posto a controllo sia volontario che involontario (riflesso automatico), edè il risultato dell'azione congiunta di meccanismi di regolazione musco– lari, nervosi e chimici (concentrazione di anidride carbonica nell'aria conte– nuta negli alveoli polmonari). Vi è una stretta associazione fra il ritmo respiratorio e la qualità degli stati mentali in cui ci troviamo. Il controllo-della respirazione è dunque il primo passo sul cammino verso il controllo della mente. Inoltre sapere respirare profondamente significa es– sere capaci di mobilitare una grande quantità di energia all'interno. Gli Y?gi che vivono nelle fredde regioni himalayane, per esempio, sono in grado, per mezzo di pratiche di respi- razione e di concentrazione, di pr?– durre una tal quantità di energia interna da tollerare condizioni clima– tiche estremame te rigide vestiti solo di un leggero panno di cotone. Il primo passo nell'apprendimento del pranayama consiste nel corregge– re le proprie abitudini respiratorie, nell'imparare a respirare profonda– mente con il minimo di sforzo. La respirazione può essere distinta in alta, m·edia e bassa, a seconda dei muscoli che entran·o in azione. La respirazione alta è legata all'azione dei muscoli delle spalle e della regio– ne delle clavrcole: l'inalazione avvie– ne aprendo e sollevando le spalle. Nella respirazione media entrano in gioco soprattutto i muscoli del torace, l'inalazione "'-vviene espandendo il torace. La .-espirazione bassa è gover– nat;i dall'azione del diaframma, l'i– nalazione avviene abbassando il dia– framma (che è• la membrana che separa la ca vità toracica da quel la addominale) e spingendo in fubri l'addome. Una respirazione completa RE NUD0/29 si avvale di tutti e tre questi momenti. Dei tre 1~ respirazione bassa è il più importante (quello dei tre, pr~si a sè, che permette la maggiore espansione della capacità polmonare) e quello che ordinariamente utilizziamo nel. modo meno efficente. Ordinariamen– te respiriamo solo con la parte medio– alta dei polmoni e contraiamo i mu– scoli addominali nell'inspirazione. Queste errate abitudini respiratorie devono essere corrette se vogliamo intraprendere la pratica del pranaya– ma; e anche semplicemente se voglia– mo utilizzare meglio questo meravi– glioso meccanismo di nutrimento e di purificazione che è la respirazione. E' utile dunque abituarsi a praticare semplicemente la respirazione pro– fonda, nel modo seguente. Inalare attraverso le narici, espandendo pri– ma l'addome, poi il torace, poi le spalle; esalare, sel)lpre attraverso le narici, contraendo prima le spalle, poi il torace, poi l'addome. Respirare lentamente e profondamente. E' anche molto utile abituarsi a fare attenzione al ritmo e alla qualità

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