RE NUDO - anno VIII - n. 55 - luglio 1977

Tutto il podere al popolo! Non è da pochi anni che i primi fra– telli e compagni hanno abbandonato la città per (noi dicevamo) fuggire in campagna. Sette, otto anni fa. Le sensazioni di allora erano un vago senso d'invidia e, molto forte, il sen– so del « dover essere », del non po– tere abbandonarsi a scelte individua– li, che « non tenessero conto » ... Da un po' di tempo molti di noi inco– minciano silenziosamente, quasi con una punta di senso di colpa, a pen– sare di togliersi da questo inferno metropolitano. Ce ne siamo accorti proprio quando abbiamo iniziato la discussione su questo editoriale. Al– cuni di questi amici, li abbiamo rivi• sti al convegno delle comuni che si è tenuto in aprile nella bassa Umbria, .1ltri li abbiamo incontrati qua e là durante piccole peregrinazioni. Abbia– mo vissuto momenti, istanti (a volte· poche ore) a contatto con ritmi di vita completamente estranei. Gesti lenti, tempi lunghi per fare cose sem· plicissime. Un rapporto con le cose ridotto a'll'essenziale, la natura prota· gonista di tutto, i1 lavoro dell'uomo che si inserisce nel processo naturale senza forzature, senza stravolgimenti. Alcuni di questi amici sono tornati ad essere solo contadini alienati, altri si sono portati il bagaglio delle con– traddizionì metropolitane e continua• no a cercare rifugio nell'eterno spi– nello. Ma arJtri ancora hanno inco– minciato a cogliere l'occasione per iniziare un lavoro su se stessi radi– cale, dove il rapporto con la natura non è uno sfondo diverso dove fare le cose di sempre ma diventa un mo• mento privilegiato, analizzare il pro· prio comportamento attraverso le semplici cose del quotidiano. Chi ha vissuto insieme a noi i tre giorni (ma non sono sembrati di più?) sulla cima di Guello può aver colto un modo importante per vivere in rap· porto con la natura: con dei gesti lii NUDO/I

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