RE NUDO - anno VIII - n. 55 - luglio 1977

A PROPOSITO DI CANI E PORCI CON LE ALI Storia di un gruppo di autocoscienza maschile Per prima cosa una precisazione: abbiamo già parlato e continuere– mo a parlare di autoscoscienza e di gruppi di autocoscienza ma– schile. Il termine è errato (e non è una scoperta di adesso). L'ab– biamo preso in prestito dal fem– minismo e non l'abbiamo discus– so. Quando poi abbiamo capito che questo termine non definiva la nostra esperienza, non abbia– mo saputo cambiarlo. Così anche qui lo manteniamo pregando di non gridare allo scandalo e per– donandoci l'ottusità (fosse solo questo!). M gruppo in questione è nato nel febbraio del '74 da un cartello in Cherubini che invitata le femmi– niste che avessero rapporti con uomini messi in crisi dalla loro pratica e desiderosi di affrontar– la di far loro telefonàre ad un certo Marco per incontrarsi. Così fu. Le motivazioni iniziali erano fon– damentalmente due: 1) la messa in crisi da parte delle nostre part• ners del rapporto di coppia; 2) la voglia di trovare un modo diverso di avere rapporti con gli altri uo– mini. La seconda era senz'altro la più nascosta ed è venuta fuori nella sua vera dimensione solo dopo ·un certo tempo, ma crediamo che in molti di noi fosse domi– nante o, in ogni caso. lo divenne dopo i primi approcci. Partendo da queste voglie (o bi– sogni?). la prima fase del grup– po, che durò fino all'estate, gira– va intorno alla discussione suMa crisi del rapporto di coppia e del ruolo che noi mas·chi svolgevamo ne 1 l rapporto. Il modo che ognuno di noi aveva di affrontare l'argomento era mo·l– tl diverso e andava d~·! r~cconto della. storia del suo rapporto al soMecitare discussioni su temi fa. cilmente generalizzabili su cui confrontarsi. Quelli che ricordiamo sono: il rapporto sessuale senza il coito, la masturbazione. le fantasie e i sogni a fondo sessuale .in tutte le sue sfumature). Se i primi due argomenti furono affrontati in ma– niera· superficiale o ideologica o mistificatoria, e quindi vennero più tardi ripresi spostando il tiro, il terzo rappresentò invece uno dei momenti più vivaci e coin– volgenti. Scoprimmo, toccandola con mano, la somiglianza del no– stro .retroterra culturale di ma– schi, del nostro condizionamento e per la prima volta il tanto abu– sato slogan del personale che è politico divenne per noi reale nel– la pratica. C'erano da affrontare grossi osta– coli che fondamentalmente deri• vavano dalla disomogeneità dei componenti il gruppo. All'inizio solo due· o tre di noi si conosce– vano da prima. Gli altri si ritro– vavano per la prima volta parten• 1 do da differenti esperienze di stu– dio, di lavoro, di rapporto, di età. di ceto e senz'altro di obiettivi. Le cose che ci accumunavano. ol– tre al rapporto con donne che stavano vivendo il femminismo, erano la provenienza da fallimen– tari esperienze nei gruppi politici della sinistra istituzionale o •ri• voluzionaria" e, soprattutto, l'es– sern dei maschi di scarso suc– cesso, maschi che non sapevano interipretare interamente il ruolo. Questo è un punto fondamentale, da cui partiirà la reinterpretazio– ne dell'esperienza del gruppo. Il primo sintomo che qualcosa stava cambiando nel rapporto fra maschi fu far.se iii fatto che al1le RE NUD0/23 riunioni del gruppo non si parlò mal di politica nei termini •clas– sici •. Eravamo però convinti di stare facendo qualcosa che era destinata a diventare in breve tempo patrimonio della sinistra, senza comunque la voglia, com– prensibile .se si pensa al ruolo sociale del maschio e al suo con– dizionamento, di agire neil socia– 'le, di ,propagandare l'iniziativa con articoli, bollettini o giornali parrocchiali. L'unico momento pubblico che an– dava in questo senso fu u'n inter– vento, del tutto improwisato, al• la festa femminista che si tenne davanti alla Palazzina Liberty nel– la primavera del '74 e che coinci– se con ila massima espansione numerica del· gruppo (24 compo– nenti). Ci dividemmo in due gru~ pi, ma uno si sciolse dopo 3-4 riu• nioni. Constatato il fallimento dell'ini– ziativa, rifiutammo sempre di far uscire all'esterno i temi di di· scussione se non attraverso I rapporti interpersonali. Gli a~ico• li che sono apparsi .in vari mo– menti su Panorama e sull'Espres– so furono rilasciati da persone che non facevano parte del no– stro gruppo e rappresentavano secondo noi un tentativo di recu– p_ero deMa pratica femminista, che, almeno in questi termini. ci vedeva totalmente estranei. E se ora s·criviamo questo articolo è perché ci sentiamo chiamati in •causa dalla pioggia di articoli, li– bri, pamphlet, libelli su questa dannata autocoscienza maschile. Ne parlano a sproposito o a spro– posito (non si cono errori di bat– titura) cani e porci (con le ali, na– turalmente), lnvernizzi e Ravere con tale insistenza che, stufi di sentirci parlati addosso, abbiamo deciso di raccontare quello che abbiamo vissuto (o crediamo di). Quello che siamo riusciti a dire non è tutto, né forse così interes– sante o ben scritto, ma se non altro esce da una esperienza di– retta. Tornando a bomba. L,afine della prima fase ,provoca– ta dalle vacanze dove quattro uo– mini del gruppo s! 1ritrovarono, con una decisione abbastanza estemporanea, in un'isola della $lcil'ia.

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