RE NUDO - anno VIII - n. 55 - luglio 1977

b oteca Gi che sarebbe durato fino alla fine) e un ammassamento che di per sè non è condizione ideale per stare bene in– sieme. IL TERZO GIORNO ( sabato 11 giugno) Alla mattina sveglia alle sette e tren– ta per la meditazione dinamica. Quan– do la sera prima avevamo deciso di provare a svegliarci così presto non eravamo tanto convinti che ii compa– gni ci seguissero. Invece sia pure con un po' di fatica ci ritroviamo in una cinquantina. Circa un terzo della gen· te al campo alto aveva accettato di utilizzare il clima mite e fresco del primo mattino per questa esperienza ginnico-meditativa. Pino Tamagni insegnante di hata-yo• ga arrivato il giorno prima propone una seduta di yoga e rilassamento che coinvo'lge mezzo campo in un trip collettivo. Ne'l pomeriggio Pino che portava anche sacchi di pane e bi– scotti integrali decide di proporre anche al campo base la stessa espe• rienza di hata-yoga. Cento persone partecipano, altrettan• te guardano, nonostante H clima teso, con le motorette rombanti e qualche « compagno » che tenta di disturbare Pino che impassibile va avanti per due ore fino a ricreare le condizioni positive per condurre in porto la spe– rimentazione. Una esperienza impor– tante questa, sviluppatasi in un clima parziatJmente ostile, che la profonda forza. interiore di Pino ha saputo con– durre .in porto. Anche qui la stragrande maggioranza dei partecipanti alla seduta erano completamente a digiuno della propo– sta spirituale e questo conferma la giustezza delle ipotesi di una assai diffµsa s·ete di spiritualità che si sta diffondendo tra i giovani e tra i com– pagni. Completamente assenti invece i gruppi religiosi come i bambini dì dio· per non parlare dei seguaci del Marahaj o altre sette religiose. IE NUD0/11 Nel pomeriggio di sabato saltano i contatti fra i due campi. Ormai ì manifesti che indicano ii sentiero da percorrere per salire la montagna so– no privi di significato, infatti le ten– de del campo base si arrampicano lungo lo stesso sentiero creando con• fusione sul senso stesso delle indica· zioni. Sono quindi sempre di più co– loro che si fermano giù senza sapere dell'esistenza delle attività che ad campo in cima al monte si svolgeva– no in continuazione. Il teatro spontaneo di via Broietto (Mi'lano) al campo base si produce in uno spettacolo creativo che coin• volge la gente intorno. La sera sopra intorno ad un fuoco si crea un momento di musica quasi magico che va avanti per ore e ore catalizzando inizialmente una ventina poi cinquanta-settanta persone. Anche sotto, la sera cala la' tensione e sono diversi i momenti musica:li cdllettivi. • QUARTO GIORNO (domenica 12 giugno ) La mattina dopo la dinamica delle 7,30 che facciamo sull'altipiano a die– ci minuti dal campo alto, ancora ar– riva Pino con il pane e hata-yoga. L'intensità della precedente medita– zione svuota un poco di forza questa seconda esperienza e una lezione sul massaggio. Subito dopo il gruppo zen organizza invece un massaggio collet– tivo. Breve assemblea di discussione sutl'esperi'enza dei quattro giorni e poi si incomincia a smontare il cam– po mentre ancora arrivano una deci– na di milanesi ritardatari. Al campo base è invece la giornata più tesa, infatti incominciano ad arri– vare moltissimi i curiosi locali ed è soprattut-to in quest'uldma giornata che abbiamo colto vissuti negativi. IL CIBO Al campo base il problema era meno grave: infatti c'era qualcuno che cu– cinava ed era più facile l'approvvi• gionamento al paese vicino. Sopra, la carenza e la difficoltà del cibo ha contribuito a creare dei momenti co– munitari spontanei e importanti: chi faceva le tisane per tutti, chi il pane cotto sulla pietra, chi il minestrone per trenta-quaranta persone. Ci si se– deva di volta in volta qui o là e non era difficile comunicare, conoscere, discutere. Non un oasi &i «comunismo» ma un momento di vita comunitario. Non è poco.

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