RE NUDO - Anno VIII - n. 52 - aprile 1977

mento di entusiamo. Cioè, mi sembra anche assurdo stare li a menarla su situazioni che sono solo da prendere, capisci? Roberto: Un momento; Mi,lano non è sempli•cemente una situa– zione come descrivi tu: «basta . ogni occasione, la primave·ra, la rivoluzione ... » Milano è soprattut– to una situazione di merda! Finardi: Infatti, ne parlo anche in ql!esti termini. Milano se vuoi, rappresenta anche la coscienza di tanti, che hanno capito di vive– re nella merda. In altre città c'è molta meno gente che l'ha capi– to. Qui c'è molta più consapevolezza di quello che sta succedendo perlomeno! Andrea: Infatti, Mi'lano ha prodot– to il massimo delle 'lotte, il mas– simo della mobMitazione, il mas– simo della gestione· del potere alternativo, il massimo di tutto, eppure la situazione non è cam– biata affatto .rispetto ai nostri de– sideri. Gigi Noia: E allora?? Andrea: Allora non dev-i avere una funzione passiva o tantome no riformista e quindi non crede– re più alla possibi·lità di modifi– care la metropoli, ad esempio. Gigi Noia: E allora?? Finardi: E allora, scegli la fuga, scusa ... fammi capire' neo Andrea: Ma no! Quello che è im– portante capire è che non esiste una realtà oggettiva, cioè quella in cui si produce e s-i lavora e poi... la fuga ·che tu rappresenti con !'Afganistan. C'è un mucchio di gente che lotta tutto il giorno ed è più in fuga di tutti. Quindi dichiarare vivibile Mi,lano, quan– do in questa situazione qualsiasi tipo di vita che riesci a rimedia– re è sempre e comunque una si– tuazione di merda, è pazzesco. Puoi dire di viverci perché sei costretto a farlo, ma non certo esaltare trionfalisticamente quel– lo che viv-1quoua1anarnerJce o co– munque accettare queste condi– zioni rivalutandone i suoi aspetti positivi. Finardi: Per me non è che ci so– no solo strutture di potere che puoi vivere •in una realtà come Milano, ma anche perché esisto– no. Devi viverle e usarle, perché sei linea di informazione. Og,gi qualsiasi cosa nuova che esce la subisci subito. Non puoi non ve– dere tutto quello che succede. Quando c'è questa ondata di ca– sino, lo sentono tutti, capisci?? E' un neurone unico questa città!! Qui non si tratta di costruirsi il proprio pezzettino di alveare .e di non fare più un cazzo! lo •il futu– ro lo ve,do nelle grosse città, nella crescita di situazioni come Milano, al lirnite nel continuo ca– sino e nella continua dinamica di una città come questa. Non ve·çlo altre soluzioni ,se non quella di cavalcare q,1esto tipo di realtà. P:oberto: Cavalcarla come, scu– sa? Finardi: Per esempio umanizzan– dola. CreMe un diverso rapporto tra la gente .. Eliminare •le situa– zioni di violenza. Quando c'.è una festa in qualche posto di Milano, Milano stessa diventa tutta un'al– tra roba. Tutto quello che è intor– no ne viene coinvolto. E questo succede... nei quartie,ri, nelle strade. in tutte le situazioni di movimento possibi:li, capisci? Roberto: Secondo me queste· feste o situazioni di movimento di cui tu pari i non sono certo -l'imma– gine della liberazione o di una· crescita reale, ma rappresentano una situazione di disgregazione e di miseria, di assoluta mancanza di una alternativa possibile ... so– no lo specchio di ciò che è emar– ginazione, estraneità e solitudine RE NUD0/59 Gigi Noia: E ahlora?? Roberto: Allora constatare che queste sono le nuove realtà "ri– voluzionarie» significa •comincia– re tutto di nuovo, e non certo comprarsi una logica trionfalisti– ca. Noia: E allora? li problema è che con questa c,ittà, con questo tipo di realtà ci fai i conti quotidiana– mente e non puoi viverla pian– gendoti addosso o •cercando di fuggirne. Andrea: Non esiste! lo conosco un sacco di ragazzi che sono scappati dalla c-ittà come sono scappati daHa famiglia. •Non ve– nirmi a dire che i ragazzi •sce·lgo– no questo, s·cappano dalla realtà. Finardi: Scusatemi un attimo ... qui si sta correndo troppo. Non vedo come nelle mie canzoni ci sia tutto sto' trionfalismo di cui parlate. Mi sembra proprio una menata assurda!! C'è semplicem~nte allegria, mo– menti di speranza, ma anche di riflessione. Noia: Infatti il significato deHa canzone su Milano esprime pro– prio questo ... una continua diailet– Uca con una realtà dura, pesante ma anche vivibHe, senz'altro sti– molante. Comunque il discorso è di fondo. Non è tanto Milano &e vuoi, ma una diversa concezione del mondo e della vita di cui stiamo discutendo. Andrea: Appunto, una concezione elettrica e alienata ... Noia: E Allora??? Andrea: Allora, ciò rispecchia una logica fatta di ritmi, tempi, lavoro ... E certamente questa lo– gica ha una sua origine e coeren– za, altrimenti non avrei parlato di manifesto ideol.ogico e reaziona– rio. Criticavo per l'appunto que– sta logica!! Massimo: A proposito della tua canzone « VOGLIAMO TUTTO" .. Finardi: Sì, «TUTTO E SUBITO». Roberto: Non .confondiamo lui con Balestrini per piacere!!– Massi.mo: Sì... appunto ... ecco ... Com'è la... Finardi: Com'è la menata? Massimo: Sì, cim'è la mossa ... lo sentendola, non ho capito be– ne se era una presa per i-I culo di quelli ·che dicono così o no. Finardi: Bhé, chiaramente non credo che ci danno tutto e subi– to, però questo lo vog·lio, capi– sci??

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