RE NUDO - Anno VII - n. 48 - dicembre 1976

RE NUD0/24 modo assai flessibile e intelligente. Nell'insieme, contenti o scontenti, tutti riconoscono nell'integrazione un processo in•evitabilmente desti– nato a progredire: In sintesi l'America degli anni 70 non si presenta fondamen~almente come un paese spaccato in due, o travagliato da contraddizioni esplo– sive, come noi europei spesso amia– mo vederla. È vero, i momenti di crisi e di scontro negli Usa tendono a prendere forme assai violente e sce– nografiche, e certamente continue– ranno a esserci momenti di quel tipo. Ma sarebbe erroneo partire da tali momenti per valutare lo stato di sa– lute complessivo del sistema ameri– cano. La realtà è che lo stato di salu– te del sistema è molto più solido di quanto indicazioni di quel tipo fareb– bero pensare. Un rovesciamento del sistema sotto la spinta delle sue contraddizioni interne appare molto molto improbabile. A duecento anni dalla prima, u•na nuova rivoluzione americana, benché da molti invoca– ta, non sembra essere nell'aria. La rivoluzione capovolta Tutto fermo quindi sul fronte interno americano? Neanche questo è vero. Qualcosa sta in effetti succedendo. In un certo senso, per la radicalità delle trasformazioni che implica, questo qualcosa è una rivoluzione. Ma una rivoluzione capovolta, una ri- .voluzione di natura capillare, che la– vora sulle cose in piccolo, localmen– te, alla radice. Lavora sulle coscien– ze, e solo di riflesso tocca le struttu- · re e le istituzioni. I risultati in gran– de, se ci sono, sono ancora imper– cettibili. O quasi. Poiché ad un oc– chio attento non sfugge il rapporto fra questo processo di trasformazio– ne alla base e certi cambiamenti di tono e di contenuto nei mezzi ai co– municazione di massa. L'ipercettibi– lità degli effetti a livello strutturale e istituzionale farà senza dubbio sì che molti di noi tendano a liquidare il processo come insignificante. Ma cosa è significanti;) e cosa è insigni– ficante dipende dalla concezione che si ha dei fini. Noi partiamo ordi– nariamente nei nostri giudizi dall'at– teggiamento di chi ha ben chiaro quale sia il fine. Ora questa rivolu– zione. silenziosa tocca essenzial– mente la questione dei fini. A chi la valuta secondo il metro di un certo fine prefissato apparirà rilevante o irrilevante, a seconda di quanto, si avvicini a quel fine. Ma essenzial– mente ciò di cui si tratta è un pro– cesso di evoluzione della vita asso– ciata degli esseri umani al di là delle forme assunte finora, un processo creativo quindi che non si muove' di ritorno dall'America Questo è il resoconto di Angelo Quatrocchi rien– trato dopo un viaggio estivo. E ci dice eh, fanno vecchi della controcultura ... Il Movimento, così come lo concepivamo, quello cresciuto alle lotte degli studenti, dalle manifestazioni contro il Vietnam e dalle onda controculturali e psichedeliche, è finito. Anzi, meglio dire, sorpassato, co e un'onda che si sia infranta su se stessa. Partita nella metà degli anni Ses anta come un gi– gantesco, oceanico cavallone, negli anni Settanta ha fattl spume e spruzzi, ed ora, IT\entre ci avviciniamo agli anni Ottanta, s'è defini vamente sfranta. Finite le grandi, folgoranti dimostrazioni (antiVietnam), f · ite le occupazioni. dei campus, ormai remoti i concerti alla Woodstock, la r:J:lichedelia distrutta dall'eroina, le spinte spirituali sputtanate e recuperate p~I supermarket dei guru, i cibi organici venduti, a prezzi leggermente superiori, in ogni super– mercato, tutto sembrerebbe esser stato trangugiato, masticato, e quindi mi– stificato e recuperato dal grande Moloch. Eppure, eppure. Dietro questo grande riflusso, che dà davvero sgomento, dietro l'apparente frantumazione delle spinte d'un tempo (sesso, droga e rock a'nd roll), già s'intravedono i segni della nuova onda che comincia a prendere forza, anche se i mass media, il grande elettronico poliziotto globale ha per ora molto buon gioco a far credere che non ci sia più niente, e niente sia rimasto. Intanto, una cosa resta, fisica, tangibile, e molto vasta: le decine di migliaia, probabilmente centinaia di migliaia di comuni, urbane e soprattutto di cam– pagna, sparse per tutto il paese. Non solo nella California, punta di diamante del Movimento, e nel Nuovo Messico, ma ovunque, fin nel cuore del Middle West, fin già giù nel profondo Sud. Prendete il Tennessee, c'è una comune– villaggio di oltre 10 mila persone. Nella sola Berkeley, culla della antica con– testazione, parlano di 2 mila comuni. Ma più di tutti conta il fatto che ormai le comuni non sian più fatte di giovani della middle-class che fuggono in cam– pagna, ma di gente d'ogni ceto sociale, giovani e persone di mezza etji, vec– chi e bambini, una miriade di centri di aggregazione fisica che negano i pre– supposti della società dominante, e fanno da centri di diffusione di nu vi mo– delli di vita e di comportamento. Non è che un aspetto. Forse il più inafferrabile, ma importante, è quello del totale sgretol dei valori dominanti, invisibile ma non per questo meno reale, e onni esen– te. Faccio una parentesi. la mia visita precedente l'avevo spesa in' oliato alla televisione per mesi, a guardare il più grande e più traumatico pr' cesso della storia del mondo, il Watergate, che non solo fece fuori Nixon, m minò, per sempre, la fiducia nel Sistema. A distanza di tre anni, se ne vedon i frut– ti. L'American way of lite è sconfitto, perdente, si sente nell'aria. t-:1e1onse– gue un enorme sgomento, che ha preso tutta la middle class che no crede più nella produzione, e crede ormai molto poco anche nel consumo. Lo si sente alla televisione, ed anche nella totale apatia nei confronti della ~olitica convenzionale che nessun filosofo e commentatore di regime sa interpretare ~i~~r~r~~pparente silenzio (niete dimostrazioni e agitazioni che i medi,isubi– to riducevano a spettacolo da consumare, ad uso della middle class meri– cana e di tutto l'impero) sta prendendo corpo un nuovo allineamento. a una parte tutta la gente che non crede più al Sistema, dall'altra quelli che ncora lo difendono, per cieco interesse e cecità sociale e personale. Non c' · più un movimento nel senso tradizionale del termine, studenti e figli della iddle' class ribelli, alleati a qualche frangia intellettuale-progressista, e i resto dell'America a guardarli. Ora tutte le minoranze etniche, Chicanos, rtori– càni, neri, Indiani si son date una coscienza anti-Sistema, e fanno da tro, fisico e morale, d'un rifiuto profondo che il Sistema ha imparato a perché ne ha paura. È troppo grande, irresistibile, anche se ancora fr to, ghettizzato, slegato. Accanto a loro stanno i poveri, i veri emargi Sistema, e poi gli emarginati .volontari, quelli che una volta ~hiamava con– trocultura, o psichedelia. E ancora il movimento femminista, che or ai ha raggiunto il più sperduto dei villaggi, il movimento gay, fortis ,imo e anch'esso ovunque, non più solo nelle città di punta, e il movimento d i vec– ctil, ultimo nato che sta bruciando le tappe.in maniera impressionant Tutte queste forze sociali, gruppi etnici e fisici, contengono in sè un po' tutto. Dall'incazzatura bombardiera (i Portoricani metton bombe) alla disub idl4tn– za civile (le donne) alla guerriglia (gli indiani in molte riserve) alla res stenza sorda ma dura (i vecchi) alle lotte per la conquista del potere locale, a usa– re in senso antisistema (i Chicanos e i neri soprattutto, ma anche i ci esi e i giapponesi, due altre minoranze oppresse). Un'altra cosa importante è successa negli ultimi due anni. Controcult ~ gio– vanile, psichedelia e marginalità, i freaks insomma, si sono alleati, nili, si sono praticamente mescolati fisicamente alle minoranze etniche e ai ·ruppi di cui parlavamo sopra. Ormai le città, e si sente, son divise in due, a una parte tutti gli etnics (minoranze etniche appunto) e poveri di og tipo,

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