RE NUDO - Anno VII - n. 46 - ottobre 1976

16 vare tempo per il lavoro politico pria mente, bruciavo una can– riducendo considerevolmente i dela all'altro lato della stanza, loro eccessivi bisogni di consu- vicino a me, e suggerivo di con– mo. È necessario operare un centrarsi sulla fiamma della cambiamento personale che candela esterna. Dopo un po' vada oltre l'analisi politica intel- potevano spostare la loro con– lettuale, e la meditazione può centrazione sulla candela inter– avere una funzione importante na e poi, alla fine. "estinguere" in una trasformazione radicale la candela interna. dell'intero stile di vita borghese. Trascorsa l'ora, per quindici mi– Le sedute di gruppo avevano nuti le persone che avevano luogo una o tre volte la settima- avuto esperienze interferenti na e a ore fisse. Dava una bre- con la meditazione parlavano di ve introduzione per spiegare le questa esperienza. Certuni, per • • ragioni che ci spingevano ad esempio, avevano tentato coer- Le trasposiz1on1 acquistare la capacità di ferma- citivamente di risolvere qualche dell~ meditazione re la mente e - dopo che si fos- loro problema, e se la pressio- ' . . . se raggiunto questo stato "non- ne del problema era troppo ...Chi' è politicamente attivo mentale" - di accedere alla grande, suggerivo che non lari– considera la meditazione qual- possibilità di fonderci col Vuo- fiutassero ma vi si concentras– cosa d1 va'gamente simile al to. Si ottiene così una possibi- sero (come nel caso del disagio quietismo orientale, qualcosa lità di distacco sempre maggio- fisico) senza cercare di capirlo pertanto che nçrn ha nulla a che re d.a quelle serie d'illusioni si- · o di risolverlo; potevano così vedere o persino che è decisa- stematizzate che siamo stati "entrare" nel problema senza mente contraria al lavoro rivo- condizionati a considerare co- che questo entrasse in loro. 11 luzionario. Siamo molto lontani me "realtà.". Liberarsi da que- lavoro consistente nel risolvere dalla verità, come spero df di- ·ste cose illùsorie -ci lascia più li- i problemi fa parte di un'altra si– mostrare, o almeno di indicare beri per agire nel mondo e per tuazione, non della meditazio– dopo aver vissuto alcune espe- estendere questa liberazione a rienze ,di gruppo in varie città, , ogni sfera dell'umano, anzi a fra cui Buenos Aires. Quest'ulti- tutta la natura che stiamo sotto– ma ha ai' miei Òcchi una grande ponendo alla distruzione ecolo– importanza perché vi si trovano gica. Accennavo poi alla paura concentrati· numeròsi elementi che certe persone provano di problernaticì comuni alla ·cultu- fronte a una situazione insolita, ra del primo e del terzo mondo. dicendo che chiunque natural– È un peccato che le esperienze mente era libero di andarsene fossero circoscritte a intellet- senza disturbare, ma pregavo tuali borghesi, compreso, per di non venire in ritardo. un breve periodo, anche ·un Il quadro fisico e·ra una stanza gruppo di persone che si occu- scura, tranquilla, grande quan– pavano professionalmente di to bastava per accogliere al terapia. ma penso anche che le massimo venti persone sedute persone politicamente attive in senza che fossero a contatto quésto settÒre della società in l'una con l'altra per non venire questo ··particolare moménto distratti. Si bruciava incenso possono trarre grandìssi'mi be- per produrre un odore neutro, neffci·'ctallà mélitazione, uniforme. Suonavo un campa– Non è possibile ~è-desiderabile nello per indicare l'inizio della trapiantare ·1e forme orientali meditazione e per indicarne do– delfa meditazione. a cultura con po un'ora la fine; l'abbandono forrpe' di. vita socio-economica del controllo del tempo era già radic~lmeme diverse, ma pen- in sé irlòlportante, anche se diffi– so · chè· durante la fase speri- cile per gente abituata a con– mentale introduttiva sia possibi- '!rollare il tempo altrui. Il pavi- . le trasporre un tono spirituale mento era coperto con un tap– originale in una nuova chiave peto ma non c'erano sedie; la spirituale. gente si sedeva per terra a L'intent.o era che le persone. gambe incrociate, quelli che ne raggiungessero un distacco da erano capaci adottavano la po– problemi immaginari, in specie sizione del mezzoloto. Dopo dalt'equazione schiavizzante qualche tempo questa posizio– ternpo = denaro, per poter af- ne procurava in molte persone frontare con più libertà i proble- fastidio· alla schiena e alle gam– mi _,r~ap i RR,f;-. rec~~sitar:ia di be; quantunque si potesse azign'(,-~~r:P:¼r1en~a 'çj,~Ia ./i;ie~" pambiar posizione, suggerii che dit~NlS>IJlh ~lffJ'Ìft~Wdb~'{A,te,_IJi~'ll~i dovesse . provare i! disagio· po.,~1 9 fo,.;,~~sRz1og_e 0 ,ç, 1 ggi~1va➔• come esperienza e poi cercare deQ~'!j1~0n iJ!r~.g,~~~~dì qu..esto ;<:li entrare nel dolore giacché, c;aì'lio,amen b·te'rn)jora1e"si'po~5' se vi si entrava senza rifiutarlo, sono scoprire zone di tempo il dolore non poteva essere per l'azione più che per l'attività dentro di noi. che produce denaro. È impor- La meditazione si svolgeva na– tant~ ~Pfu1ftut!o PW quei gruB-,,. turai mente in totale silenzio e pi dt ~ersorie' ·~~e po'?.'sonotrò- 'per aiutare e svuotare la pr'?- ne. Altri invece provavano curiosi mutamenti dell'immagine cor– porea-, per esempio sperimen– tavano certe parti del corpo co– me enormi e altre come assur– damente piccole o inesistenti. Certi facevano l'esperienza di galleggiare a distanze infinita– mente remote, mentre altri ave– vano esperienze più paurose, per esempio una donna sentì la vagina mutarsi in un orrendo oggetto viola e marrone finché, dopo essere riuscita a vivere l'esperienza e accettare la pro– pria paura e la propria repulsio– ne, il corpo ritornò al suo stato normale. I raffronti con le espe– rienze "psichedeliche" sono ovvi. Dopo un certo numero di sedu– te quqsi tutti avevano acquista– to maggiore fluidità di movi– menti dentro e fuori della pro– pria mente e avevano superato l'opposizione meccanicistica normale tra "dentro" e "fuori" che è imposta all'esperienza dall'intelletto. Inoltre, per certu– ni si produsse uno spostamento verso il basso, dai centri di energia cerebrali a quelli infe– riori, che si tradusse in una maggior vivacità genitale: Dopo un certo numero di sedu– te la gente aveva sempre meno cose da dire dopo la meditazio– ne e la comunicazione divenne per lo più non verbale. Qualcu– no, per esempio, mi faceva un segno (a me o a qualcun altro) o adottava una certa postura; allora si rispondeva spontanea– mente con un gesto o una posa che vi si accordavano. O anco– ra uno scambio delicato di oc- chiate o di suoni, appena rico– noscibili in una situazione so– ciale normale, ma che in quella situazione diventavano forme estremamente sensibili d'in– contro e di riconoscimento, ri– producibili in nuove situazioni sociali. Non si trattava affatto di capire e d'interpretare la "dinamica di gruppo" o il "transfert," durante la seduta che seguiva la medi– tazione (cosa che pose dei pro– blemi ai terapeuti professionisti del gruppo). Le rispondenze spontanee aprono nuove aree d'esperienza sociale e nuove forme d'incontro . Un grosso pericolo, tuttavia, è il problema di perdere quanto si è acquisito durante e immediata– mente dopo le sedute di medi– tazione. 11ritorno a situazioni alienate di lavoro e di rapporti costituisce un pericolo inevita– bile. Mi accorsi di questo peri– colo dopo· periodi di due setti– mane di meditazione due.volte al giorno (con intervalli di pa~ recchi mesi tra un periodo e l'altro) nel monastero tibetano in Scozia. Comunque, se si la– vora con u'nsistema continuo di due o tre sedute di meditazione per settimana, per qualche me– se, questo rischio è minore - anche in un centro urbano con– gestionato. Quel che conta è la regolarità, e una persona del gruppo deve prèoccuparsi che una stanza sia regolarmente a disposizione del gruppo (è inu– til.e aggiungere che nessuno paga per meditare!). Poco alla volta, tra una seduta e l'altra, le persone si avvalgono della loro esperienza di gruppo per inco– minciare a meditare da soli. Si può così acquisire la possibilità dì produrre brevissimi stati non– mentali in ogni momento - mentre si cammina sul marcia– piede, al ristorante, e cosi via. Ci si stacca per un attimo dal proprio corpo e si prova una profonda certezza, prima del– l'anoia, che il proprio corpo fun– zion'erà automaticamente e ri-, spanderà con perfetta efficien– za. Avvicinarsi al vuoto totale non significa la fusione ultima con il Vuoto. Ci deve essere una pro– messa di ritorno al mondo, con minor paura della morte, del– l'orgasmo e della follia. Allora,si è più liberi per agire a tutt1 i 11-· velli del proprio essere e del– l'essere sociale per cambiare il mondo. Uscire fuori delle nostre menti, che sono in realtà le loro menti, è il vero primo passo che ci porta verso e attraverso la lotta liberata ...

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