RE NUDO - Anno VII - n. 46 - ottobre 1976

14 DAVID,·NON GARY ~ ( ~ r. . sperienza che, a questo p_ur'lto della storia, non bisogna più considerare discrepante rispet– to all'impulso verso il cambia– mento rivoluzionario, bensi co– me una componente esperien– ziale essenziale di quella• vo– lontà di cambiamento. Se la re– ligione istituzionale è stata "l'oppio delle masse," lo spiri– tuale può essere una droga che avrà un effetto del tutto opposto - o, piuttosto, l'autentica spiri– tualità sarà il cibo giusto per so– stenere il giusto genere di azio– ne rivoluzionaria ... David Cooper è nato a città del Capo-.nel 1931. Trasferito– si a Londra dopo la laurea fondò alcune com·unità psi-· ' chiatriche in collaborazione con Laing. Dar 1962 al 1966 diresse in Inghilterra una équipe sperimentale per giova– ni schizofrenici "Villa 21". Da qualche' anno viaggia e "sperimenta" molto in America Latina. soprattutto in Ar– gentina e in Europa per il superamento dell'antipsichia– tria. In Italia' è conosciuto per "Psichiatria e antipsichia– tria" pubblicato .nel 1969 nia il vero boom di Cooper è , stato "La morte della famiglia" (1972) una svolta storica per la controcultuta. Gli stralci della "Grammatica del vi– vere" (Feltrinelli) che pubblichiamo qui vorremmo ser– vissero a stimolare un dibattito che non può mancare da- ta l'importanza di alcune provocazioni' allà·razionalità oc- ' cidentale che sono i momenti più stimolanti di questa , opera. Nella "Gr-ariìmatica'' manca certamente l'organi- • cità della ''Mor,te della famiglììl e•'nori'è.còmparabile ·co• me valore complessivo·, pèrò In quèsta g'rammattca'ei so"'- I no dei flash, delle intuizioni, degli scrolloni che possono essere di grande utilità a noi tutti, prigionieri di mille cate– gorie e da distruggere, ultimi difensori di un marxismo occidentale da cambiare· o da riscoprire . .-.c. :..... \ .\,.,'(_':;: 10 ec Gi o L'atto politico ...Per istituzionalizzazione in– tendo un raggruppamento uma– no in cui le persone sono poste in situazione da processi sociali al di fuori della loro intenziona– lità individuale; cosi che si po– trebbe considerare il matrimo– nio borghese come un'istituzio– ne in quanto le persone vi sono ' condizionate dalla loro socializ– zazione primaria e secondaria, e si piegano a procedimenti le– gali che sono estranei al loro rapporto; sin dall'inizio nel' ma– trimonio vengono incorporati i rapporti distruttivi di proprietà e di denaro. Il matrimonio rituale, viceversa, è un'iniziativa non istituzionale e non esclusiva per esplorare insieme tutti gli aspetti di un rapporto, è una scelta per fare insieme questo lavoro, liberamente accettata da ciascuna delle due o più par– ti implicate; è un movimento che va oltre la socializzazione, che libera l'essere condiziona– to, un movimento che sta fuori della legge borghese. ·se s'in– ventasse un'anti-etica contro il sistema borghese, potremmo considerare il matrimonio ritua– le come virtuoso, al contrario del matrimonio legale che è profondamente · immorale (la In primo·luogo; a mio parere, la filosofia, come tentativo totali– stico per comprendere "tutto ciò che è" o come elaborazione sistematica di principi tendenti a tale comprensione, non è più impresa possibile o tanto merio desiderabile. Qualsiasi tentati– vo di filosofare in questa nostra epoca è per forza nato morto o se non lo fosse bisognerebbe farlo abortire terapeuticamen– te. D'altra parte la filosofia oc– cidentale ha· cercato a volte di abbracciare, anche se spesso unicamente per scartarlo, un campo d'ésperienza chiamato mistico o spirituale (da non confondèrsi con la religione istituzionalizzata) che non osia– mo ignorare. Lo "spirituale" de– nota· una regione centrale d'e- nostra inesperienza giovanile, quando alcuni di noi caddero nel tranello, ci giustifica solo in parte) ...

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