RE NUDO - Anno VII - n. 44-45 - agosto-settembre 1976

28 proprie espressioni culturali Riprendiamoci il femminismo (qui ci sarebbe da fare un lungo discorso sul concetto di « cultu– ra femminile» che magari farò su un prossimo numero). Il ca– sino che si era scatenato du– rante le canzoni di Antonietta e di Fufi che avevano un conte– nuto direttamente provocatorio, è stato anche positivo in quanto Quando un gruppo di donne è salito sul palco grande, al grido di «prendiamoci il palco, faccia– mogliela vedere ai maschi che ci impediscono di gestire il no– stro spazio», una compagna ha preso il microfono e ha detto una sacrosanta verità: «non ci siamo conquistate un bel niente perché il·palco ce lo avrebbero dato comunque». E io aggiun– go: non solo ce lo avrebbero dato, ma sarebbero stati ben contenti se ci fosse stata una grossa partecipazione delle femministe alla gestione degli «spettacoli». Ricordo che que– sta richiesta era stata fatta esplicitamente dagli organizza– iori del festival. Come mai allora al Parco Lam– bro di creatività femminile se ne è vista così poca? E come mai anche la presenza indivi– duale delle femministe è stata così scarsa? Prémetto che quello che cer– cherò di dire è solo frutto dei miei pensieri, un tentativo di dare delle spiegazioni al disagio che ho vissuto durante i quattro giorni del festival, e che dura tutt'ora mentre si tenta attra– verso le discussioni di analizza– re quel che ·è successo. Ho l'impressione che i compa– gni di Re Nudo non abbiano ca– pito molto sulla collocazione· politica del movimento femmi– nista e sulla nostra critica al modo maschile di far politica. Mi spiace che ciò succeda an– che tra chi negli ultimi anni ha cercato con il sociale e la politi– ca un rapporto più complesso e tormentato, tra chi del «perso– nale è- politico» ha cercato di farne non una bandiera, ma una pratica di vita. Dopo il Lambro qualcuno ha detto (schematizzo): «se fem– ministe e omosessuali fossero stati più presenti le cose sareb– bero andate meglio», che più o meno equivale a dire «se mia nonna avesse le ruote ...» Ma perché nessuno si domanda perché la nonna non ha le ruo– te? A sentire le ultime notizie sembra che le femministe non abbiano capito che per loro, per gli omosessuali e per quelli del riprendiamoci il corpo era stata riservata l'area dell'animazio- ha messo in luce delle contrad– dizioni- che era bene non ap– ne, non come ghetto ma per piattire, ma non bisogna neppu– fargli fare le loro cose in santa re dimenticare l'atteggiamento pace con la gente interessata. squallido con cui il «pubblico» lo credo nella buona fede degli ha assistito allo spettacolo sul– organizzatori, ma comunque l'aborto delle compagne della una tale visione del parco Lam- Statale. Mentre venivano ripor– bro mi lascia per lo meno per- tate delle testimonianze a dir plessa. Dunque: da una parte poco agghiaccianti la gente non c'è lo spazio grande per chi ascoltava, chiacchierava, fu– vuole (e sembrano la maggio- mava, cercava di divertirsi. ranza) che gli piovano addosso D'altra parte cosa potevano fa– dal palco le note delle vedettes re di diverso se erano venuti al di turno, dall'altra, dietro la Lambro proprio per questo? pianta, lo spazio più piccino per Dunque quest'anno le femmini– i pochi intimi, quelli che hanno ste hanno preferito non parteci– capito di più e che sono già in pare. A costo di essere noiosa grado di gestirsi la propria vorrei ripuntualizzare alcune creatività. Boh?! cose che sembrano ormai Bisogna sottolineare che non scontate ma che non fa mai c'è stato un grosso flusso di male ripetere. Il femminismo è gente che si spostava tra i due nato dalla contraddizione spe– settori, ma che generalmepte i cifica uomo-donna, contro il frequentatori erano fissi-o di potere maschile, contro la divi– qua o di là. \ • sione dei ruoli ecc. ecc. Ora Torniamo alle donne. Già lo d~to che tutta la società è attra– scorso anno abbiamo avuto un versata da tale contraddizione breve ma convincente assaggio anche il Parco Lambro non del pandemonio che succede scappa a questa regola. quando le donne del movimento Sarebbe quindi ingenuo pensa– femminista tentano di comuni- re di poter sfuggire per quattro care ad un pubblico misto le giorni. in un'isola felice (!) alle contraddizioni che dominano la nostra vita quotidiana. La partecipazione delle donne significava scontro, lotta, scaz– zo e io non riesco proprio a tro– vare un motivo valido per soste– nere che era necessario. Le donne se li sono già scelti i loro · momenti e luoghi•di lotta; il Par– co Lambro non è certo uno di questi. E se abbiamo voglia di cantare le nostre canzoni, di giocare, ballare, comunicare, lo faccia– mo tra di noi, dove non ci sia ancora la presenza maschile che ci divide e ci 'opprime. E questa è una scelta di forza, non di difesa. Quindi vorrei consigliare ai compagni dell'organizzazione di non dispiacersi se le femmi– niste non rispondono ai loro in– viti, farebbero 'meglio ad atten– dere di essere invitati loro quando le donne lo riterranno opportuno. Vorrei dire ancora un'ultima cosa a proposito del riprendersi le cose. Sembrano quasi delle parole magiche questi slogans «riprendiamoci la musica - riprendiamoci il corpo ...» ma dal momento in cui lanci uno slogan devi anche avere un minimo di progetto per praticarlo. Non basta spiegare alla gente che cosa deve fare e che cosa non deve fare perché le contraddizioni, i blocchi e le frustrazioni magicamente si esorcizzino. Almeno non mi sembrava che le rivoluzioni si facessero cosi. M.B.

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