RE NUDO - Anno VI - n. 37 - dicembre 1975

L'interland • SI ribella ,;.·, J>.·~!,..imbiate cortei di giovani del quartiere si radunano davanti alle ca$e dei genitori delle l agazzé che non pos$ono uscire di casa rriponendo un incontro con la controparte: la _jt~iglia. A Baggio occupata una ex caserma: il .. ., :Limbiate : . . Ì·A~evamo saputo di un ragaz– ~-ò di 15 anni che lavorava al &iir·.e il gestore che lo maltrat– tava. Insomma un rapporto di H,~rda. Beh, siamo andati !ì in Cinquanta, abbiamo occupato 1-1,bar e abbiamo discusso col padrone (fra l'altro di sinistra) coinvolgendo tutto il quartie-. re;., i negozianti, i vicini. La rn~ggioranza ci ha dato ragio– M' e anche lui si è reso ponto". Chi ha detto questo è tiH compagno di Limbiate alla prima riunione qi coordina– mento dei collettivi proletari gjtivanili dell'hinterland. Il prùno di una serie di interven– WJn cui cinquanta compagni h;1hno testimoniato la propria volontà di lotta contro questa ~ocietà contro· questa vita. Còme per il movimento delle cà~e anche qui è difficile fare lm:censimento preciso. Da un mese all'altro è difficile poter prevedere cosa potrà venire disoccupato. Le situazioni più s61ide sembrano quelle della ~x Caserma di Baggio e la Ex fifpbrica occupata in Porta Genova (vedi riquadri). Ql:iesti episodi di lotta per un niodo diverso d.i vivere, indi– èàno chiaramènte l'attuale livello di maturità e coscienza che il proletariàto giovanile oggi esprime nei quartieri: un movimento forte, autonomo che tende al coordinamento, al confronto, alle iniziative di lòtta: è nata quel!a che si può .chfamare pratica di contrQcul- :tura. · Baggio È da Baggio che nasce la proposta: organizzare la mo– bilitazione per fermare l'e– roina nei quartieri ma ovunque nei quartieri i giovani proletari chiedono e praticano una nuova militanza dove non si discute se sì o no al fumo ma più concretamente in che modo è utile usare il fumo all'interno del programma del "cambiare la vita". Interessante in questa prima fase l'atteggiamento movi– mentista di · Lotta Continua che sembra rinunciare al tra– dizionale fare politica del "èa– valcare la tigre"; sempre nel– l'ambito delle forze politiche è ugualmente significativo quasi ovunque la contraddi– zione esplosa tréi gruppi di quartiere di AO e MS . e le rispettive organizzazioni che non riescono ad andare al di là di tetdssimi dibattiti con qllalche scienziato "paramar– xista" e qualche sempre di– sponibile politico che parla di ideali e ideologie, scansando i cadaveri (parafrasando Gaber), morti per l'eroina. "Marziani", così impropria– mente vengono chiamati nei quartieri qt.11:lsti personaggi che portati in groppa dai cam– melli del paleoleninismo ca– lano facendo appelli al socia– lismo "dalla parte dei genitori, dalla parte· della norma e del buon senso". L'abisso che separa la realtà dramrnatiéa che pervade i quartieri, la tragedia dei com- collettivo di quartiere la trasforma jn centro culturale. Le occupazioni per l'autogestione del tempo libero dilagano: Sesto S. Giovanni, Bovisa, Seggiano, Ortica, Porta Genova, Mon– za... pagni che si trovano in merda quando l'amico che si buca dice "Va bene, mi disintossico e poi?" Le risposte che suo– nano così povere: rientra nella società per combatterla, le otto ore sotto padronl:l, la mili– tanza per un mondo nuovo. La coscienza di classe? È chiaro che chi si buca non ha (o non ha più) coscienza di classe, e allora? Per le truppe cammellate sembra non es– serci problema: la spranga. Ovviamente solo per gli spac– ciatori. Ma dato che 99 spac– ciatori su 100 sono tossico– mani a loro volta che devono vendere ero per procurarsi la dose, il risultato della solu– zione militare è troppo spesso controproducente, cioè allon- · tana invece di avvicinàre i fixomani: e lì chiuso nel suo ghetto "il drogato" muore. L'obiettivo che invece unani– mamente si pongono i gruppi di quartiere, è quello di cer– care il coinvolgimento dei tos– sicomani nelle attività crea– tive, nel qibattito, nel lavoro. Certo è paurosamente difficile per la méincanza di mezzi, di appoggi. Nei posti occupati c'è sempre la possibilità che da un momento all'altro si venga sgomberati e in questo clima nonostante il prece– dente della "Palazzina Li– berty'' è difficile impostare programmi a lunga scadenza. Comunque è da qui che può e deve partire l'unica e reale possibilità di lotta contro l'e– roina, sulle gambe dei gruppi giovanili di quartiere destinati in questa fase a diventare il motore trainante del movi– mento giovanile.

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