RE NUDO - Anno VI - n. 36 - novembre 1975

Angela Davis, Autobiografia di una rivoluzionaria, Garzanti 1975, L. 2.500. L'autobiografia di Angela Davis non avrebbe bisogno di una «re– censione», in fondo, mi sono detto subito, può bastare la segnala– zione della traduzione italiana del libro: tutti sono spinti a leggere quelle che dice di sè una sorella o un'amica molto cara, se non ci fosse la necessità di superare la spinta opposta, di non leggere affatto il libro, di considerarlo uno delle confessoni che quasi tutti i compagni e le compagne con esperianze di lotta, di repressione e di carcere sono prima o poi por– tati a dare alle stampe. Intanto, una prima resistenza l'abbiamo fatta tutti nei confronti dell'opera– zione editoriale che ha preceduto la pubblicazione italiana: un edi– tore non militante come Garzanti ti pubblica indifferentemente Angela Davis e la rivista Kontinent, che racchiude i più bei nomi (e i più strumentalizzati) del dissenso (anti) sovietico e questo puzza di speculazione editoriale anche ai meno rigorosi. In secondo luogo, il lancio del libro è avvenuto nel corso dei Festival de l'Unità sei– tembr1ni: giusto, perché Angela è una comunista non dissenziente anche se dialettica, ma forse una presentazione e un dibattito sul libro meno egemonizzati dal par– tito di Berlinguer non avrebbe nuociuto alla causa per la quale il libro è stato scritto. Tutte queste riserve le ho analiz– zate proprio perché penso che possono rendere un cattivo servi– zio al libro, che molti non avranno letto per queste ragioni e che pochi hanno forse intenzione di leggerlo. E allora, al posto della semplice segnalazione, parliamo un pò di questa «Autobiografia» Angela spiega le ragioni che l'hanno spinta a scriverla nella brevissima prefazione: sono ragioni limpide che vi invito a meditare e che vanno al di là della giustificazione teorica del volume e che possono chiarire a molti la aistinzione di quando è importante e giusto parlare della propria vita e · di quando invece non lo è. Non solo per militanza, non solo perché si è diventati un personag– gio pubblico, non solo perché si hanno le idee chiare e perché si sanno esprimere bene, ma per tulte queste ragioni messe insieme. E ne aggiungo un'altra che nei termini capitalisti della domanda e dell'offerta si definisce «richiesta del mercato», che in ter– mini dialettici si' definisce «l'esi– genza di una comunicazione non esclusivamente teorica, da docu– mento. ciclostilato o programma». Questa richiesta. da parte del movimento, almeno in Italia, in questo caso non l'ho vista. o forse c'era. latente, ma i canali attra– verso i qualiè stata soddisfatta non erano i più idonei. Angela Davis racconta se stessa e · la sua lotta. dal 9 -agosto 1970. quando viene inclusa nella lista dei criminali più ricercati d'America. fino alla sua assoluzione. il 4 giugno 1972. In mezzo. il flash-bask della sua vita. dall'in– fanzia a Birmingham. nell'Ala– bama razzista. agli studi di filoso– fia, ai viaggi, alla militanza politica, a idolorosi e appassionati accenni al legame con il «fratello di Sole– dad» Jackson. Angela non è uria passionale. secondo lo stereotipo femminile della passionalità: è una donna forte e lucida. che espone con estrema lucidità e chiarezza il suo cammino di rivoluzionaria, che spiega, evitando frasi fumose e parole risonanati. la sua adsione al Partito comunista. la sua rinincia alla fuga all'estero. la convinzione che non si deve abbandonare il proprio popolo. che non si deb– bono tagliare le proprie radici, che internazionalismp significa conoscenza e collegamento. che la rivoluzione non è un gesto soli– tario ed elitario. che l'analisi e la critica quotidiana, anche del vis– suto apparentemente insignifi– cante, è l'unico modo «politico» di vivere. In questo libro Angela ci dice anche che bisogna superare la tentazione delle formule e del.le teorizzazioni, che il rifiuto sessan– totesco della «cultura .. è costrut– tivo (come insegnano i suoi maestri di Francoforte, da.Adorno a Marcuse) solo se sorretto dalla dimensione critica; che la «tabula rasa» di ogni tradizione e di ogni valore può essère un passo verso l'autodistruzione. Ciascuno di noi. come Angela, è «diverso.. in qualche modo nei confronti di se stesso e ..uguale» nei confronti di _,,un altro o di tanti altri uomini e donne: la rivoluzione sarà com– piuta quando tutti. proprio tutti. uomini e donne e popoli, conosce– ranno e ameranno questa diver– sftà e questa uguaglianza. «Lenz» di Peter Schneider Feltri– nelli 135 pagine 2800 lire. Un personaggio, Lenz' appunto, borghese e intellettuale che vive un salutare sradicamento: quel sentirsi male con chiunque e dap– pertutto, ma insieme la testardag– gine di restare al proprio posto di lotta. (L'ultima parola del libro è proprio: restare). Il personaggio vive un doppio doloroso strania– mento, quello fra la sua classe d'o– rigine, tradita, e la classe operaia, e quello (più nuovo) fra collettivo e personale, tra motivazioni poli– tiche e psichiche fra il conoscere e il cambiare tutto e il conoscere e il cambiare se stessi. C'è un discorso molto bello che Lenz rivolge ad alcuni compagni, di quelli coi nichelini negli occhi di quelli con 70 paraorecchi, para• cuore, para budella, paraculi, paranoici ... ve la trascrivo: «E tu coi tuoi consigli - gridò Lenz irri– tato - dimmi cosa ti piace alla fine, che cosa ami. Non intendo un'i– dea, una rappresentazione del. futuro, intendo qualcosa che pos– siedi oggi, qualsiasi cosa. Puoi dire a tua moglie che è bella quando la trovi bella? E puoi a'9n– tirlo anche quando lo dici? Cambia la tua faccia, mentre cerchi le parole per quello che senti? Sei capace di difendere quello che trovi bello, e accetti lo sforzo che ti costa ammettere che una cosa che ti è piaciuta adesso non ti piace più? Puoi dire a tua moglie che cosa, •in lei, ti respinge e poi riesci ancora a sentirlo, mentre lo descrivi? Puoi dirle che non riesci a sopportare il suo odore senza 25 dare la colpa al capitalismo? Voi non potete, io lo so. Voi potete dire, solo in generale, per concetti, quello che amate o odiate, e avete paura che una cosa qualsiasi vi piaccia, perché avete paura di non potervi più battere, dopo. E, dopo, battervi non potete più. E poiché le mete della vostra lotta le leggete solo, sempre, sulle labbra dei vostri avversari, non raggiungete mai l'appagamento, neppure quando l'avversario è sconfitto. S.iccom·e non avete, anzi cercato, nè scoperto, i piaceri nuovi, per poi colpire l'avversario che li nega a noi e alle masse, riuscirete al massimo ad ottenere quel piacere che nasce dalla sconfitta dell'av– versario. Non in nome di che cosa combattete, oppure lo sapete, ma non ce l'avete dentro. Siccome non combattete per la vostra propria felicità, non difendete nep– pure la felicità degli altri. Non vi si può attaccare perché non avete niente da difendere, siete solo attacèanti. Vi si può picchiare a morte, ma non vi si può ·1erire». (pag. 76/77) LE BARRICATE DELL'AMORE - E' un libro scritto da Jirri Hynes, editor del leggendario Suck, la rivista porno-liberata di Amster– dam. Re Nudo di due numeri fa ne ha pubblicato ·uno stralcio.· Sono 30 gli intervenuti, da tutto il mondo (alcuni sono personaggi famosi, come Germaine Greer, altri no) sul come hanno imparato ad amare in maniera liberata, o quasi. li libro, prodotto da Fallo! in collabora– zione con Celuc, si dovrebbe trò~ vare nelle migliori librerie in tutta Italia, e in edicola a Milano a L. 2500 .. HL M~ATO (Fellrlnelll) L. 1000 .,.... pu6 difandtNI daglioapedatl-catene di montaggio, del • flOn Nntlnl un rob;I, ma e9runa. · QIUMt,eAJ-1 di Marina Valo~renghl (~azzo1t41) Plt.'.-'91toelente ucHo 1ulPargomenJo. Fl'uttociiuna lilllfllN tr• autorllAe lnternaQ nellagerdellanoatra IIC • curadi RobertoBettoncelU (Arcana). -robe'"9P- d Laura Cll'HIO (Gueratdl) Ile raa1toldlnterperaonall nellafamtgllaope– tiale come •no"9 extraparlamenJare. Da opertla,a curadi VincenzoGuerruzl , • un'autolnchl.,...•raie di le ctaua contln11■no ad a,,.,. ... ~fichequnte libro i dà

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